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    5 - Edward Hopper

    itMay 05, 2021
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    “Notte + interno brillante di un ristorante economico. Oggetti luminosi: bancone in legno di ciliegio + una serie di sgabelli attorno; la luce riflessa sui serbatoi metallici sulla destra in secondo piano; una serie di piastrelle luminose di giada messe di tre quarti, sotto la vetrina che gira all’angolo. Le pareti chiare di colore giallo ocra fino alla porta della cucina sulla destra.
    Un bel ragazzo biondo vestito di bianco (giacca e cappello) dietro al bancone. Una ragazza con la camicetta rossa, con i capelli castani e sta mangiando un panino.
    Uomo con naso a becco con vestito scuro, cappello grigio scuro con banda nera, una camicia blu semplice e tra le mani regge una sigaretta. C’è un’altra figura scura di spalle a sinistra.
    Il marciapiede all’esterno è di un verde chiaro quasi pallido. Sul lato opposto ci sono delle case fatte con mattoni rosso scuro. L’insegna del ristorante è scura e c’è scritto “Philies 5c Sigari”, con il disegno di un sigaro.
    Fuori al negozio è buio e verde.
    Nota: l’interno del soffitto è luminoso e contrasta con il buio della strada esterna e sull’angolo della vetrina c’è una piccola finestra.”
    Ecco come Edward Hopper immaginava le caratteristiche del suo dipinto più famoso, e le scriveva su un quadernino su cui appuntava tutte le sue idee.
    Quel dipinto era, ed è, Nighthawks, I Nottambuli, e quell’artista è Edward Hopper, il padre del realismo americano, che seppe rappresentare la luce e l’animo umano nelle sue ombre, anche le più assolate.

    TESTO E VOCE: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
    MUISCHE: Envato.com

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    6 - Jackson Pollock

    6 - Jackson Pollock
    Credo di aver visto per la prima volta un Jackson Pollock dal vivo alla Tate Modern di Londra, avrò avuto 16 anni.
    Fu impossibile dimenticarlo.
    Gli dedicai in un certo senso la mia tesina di maturità, che era però una tesina di fisica e non di storia dell’arte.
    Era una tesina che provava in qualche modo a trattare e spiegare i frattali, figure geometriche dotate di una particolare caratteristica, l’autosimilarità, cioè il ripetersi infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta. Il broccolo romano, ad esempio, è un frattale, come del resto tutto, o quasi, sembrerebbe esserlo in natura.

    VOCE E TESTO: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe srl
    MUSICHE: Envato.com

    5 - Edward Hopper

    5 - Edward Hopper
    “Notte + interno brillante di un ristorante economico. Oggetti luminosi: bancone in legno di ciliegio + una serie di sgabelli attorno; la luce riflessa sui serbatoi metallici sulla destra in secondo piano; una serie di piastrelle luminose di giada messe di tre quarti, sotto la vetrina che gira all’angolo. Le pareti chiare di colore giallo ocra fino alla porta della cucina sulla destra.
    Un bel ragazzo biondo vestito di bianco (giacca e cappello) dietro al bancone. Una ragazza con la camicetta rossa, con i capelli castani e sta mangiando un panino.
    Uomo con naso a becco con vestito scuro, cappello grigio scuro con banda nera, una camicia blu semplice e tra le mani regge una sigaretta. C’è un’altra figura scura di spalle a sinistra.
    Il marciapiede all’esterno è di un verde chiaro quasi pallido. Sul lato opposto ci sono delle case fatte con mattoni rosso scuro. L’insegna del ristorante è scura e c’è scritto “Philies 5c Sigari”, con il disegno di un sigaro.
    Fuori al negozio è buio e verde.
    Nota: l’interno del soffitto è luminoso e contrasta con il buio della strada esterna e sull’angolo della vetrina c’è una piccola finestra.”
    Ecco come Edward Hopper immaginava le caratteristiche del suo dipinto più famoso, e le scriveva su un quadernino su cui appuntava tutte le sue idee.
    Quel dipinto era, ed è, Nighthawks, I Nottambuli, e quell’artista è Edward Hopper, il padre del realismo americano, che seppe rappresentare la luce e l’animo umano nelle sue ombre, anche le più assolate.

    TESTO E VOCE: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
    MUISCHE: Envato.com

    4 - Jean-MIchel Basquiat

    4 - Jean-MIchel Basquiat
    “Ricordo ancora quel viaggio a New York nel dicembre del 1980. Quando intercettai […] Jean-Michel Basquiat. […] Forte fu lo shock estetico e psicologico, immediata la reazione e l’organizzazione di una mostra, la sua prima personale in assoluto, presso la galleria Mazzoli di Modena con la presenza dell’artista, sotto il sigillo amoroso della transavanguardia.”
    Con queste parole Achille Bonito Oliva, celebre critico d’arte e saggista italiano, descrive il suo primo incontro con l’arte del giovanissimo Jean-Michel Basquiat, allora appena ventenne.
    Proprio in quel periodo, tra il 1980 e il 1981, Basquiat stava vivendo la sua transizione artistica dal graffitismo di SAMO alla pittura di Jean-Michel.
    Dalla strada al museo.
    Ed è così, per chi si trovò a vivere in quegli anni fu un vero e proprio “shock estetico e psicologico”, e non per tutti positivo.

    TESTO E VOCE: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
    MUSICHE: Envato.com

    3 - Marcel Duchamp

    3 - Marcel Duchamp
    Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, nella sua lunga attività si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu animatore del dadaismo e del surrealismo, e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio.

    VOCE E TESTO: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
    MUSICHE: Envato.com

    2 - Christo

    2 - Christo
    In una lettera del 1958, Christo scrisse queste parole:
    “Bellezza, scienza e arte trionferanno sempre.”
    Christo Vladimirov Javacheff, in arte semplicemente Christo, era l’uomo delle imprese artistiche. Di epiche imprese artistiche.
    Sì, perché epico era il suo racconto, epico il suo intento, nel cercare e creare qualcosa che per sua natura fosse precario, fugace, destinato a diventare eterno senza durare, e proprio per questo libero dai vincoli formali e materiali a cui tutto sembra cedere, prima o poi, arte compresa.
    La libertà dell’arte Christo l’aveva tanto a cuore perché, come diceva, essere artista “è un modo di vivere, una cosa che sei tutto il tempo, non puoi per qualche ora al giorno riposarti o staccare. Sei sempre artista”.

    TESTO E VOCE: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
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    1 - Mark Rothko

    1 - Mark Rothko
    Mark Rothko se n’è andato il 25 febbraio 1970. Lo decise lui, si tolse la vita.
    Non fece in tempo a vedere compiuto l’allestimento delle sue opere forse più famose, le grandi tele scure della “sua” Rothko Chapel, una cappella aconfessionale che si trova a Houston, in Texas, fondata da John e Dominique de Menil, in cui le tele di Rothko diventano delle vere e proprie pale d’altare, indecifrabili, misteriose, comprensibili, forse, solo abbandonando ogni ricerca di senso in termini razionali.

    VOCE E TESTO: Giulia Sbaffo
    PRODUZIONE: PubMe Srl
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