Ipazia di Alessandria con Nicola Bizzi
In una giornata di Marzo di milleseicentotre anni or sono, ad Alessandria dâEgitto, unâorda di monaci fanatici istigati dal Patriarca Cirillo violentava, uccideva e faceva letteralmente a pezzi una donna, Ipazia, una stimata filosofa e scienziata, ma soprattutto una grande Iniziata. Sia gli esecutori che i mandanti di questo efferato delitto restarono impuniti, perché ormai già da tempo, sia in Egitto che nelle altre province dellâImpero Romano, il vento era cambiato ed era stata imposta una nuova religione costruita ad arte per soddisfare un preciso disegno di dominio e di controllo sociale. Ipazia ebbe il destino di vivere proprio in questa terribile congiuntura storica ed operava, con i suoi insegnamenti, per la liberazione dellâumanità dalle proprie catene. Rappresentava un fascio di luce capace di squarciare le tenebre dellâoscurantismo, del dogmatismo e dellâignoranza e per questo faceva tanta paura ai burattinai del âsistemaâ e andava a tutti i costi fatta tacere per sempre. Troppo vasta però era la sua fama perché la sua memoria potesse essere cancellata con un semplice tratto di penna. La Chiesa dovette così ricorrere a una mistificazione, inventando una figura che ne rivestisse, seppur invertite e ribaltate nei contenuti, le principali caratteristiche. Stiamo parlando di Santa Caterina di Alessandria, un personaggio mai esistito, costruito a tavolino per sostituire la figura della grande Filosofa ed Iniziata nellâimmaginario collettivo delle future generazioni.