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    Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, di Andrea Vitali

    it-itJanuary 12, 2016
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    Bellano 1915. In una sera di fine novembre una fedele parrocchiana, la Stampina, si presenta in canonica: ha urgente bisogno di parlare con il prevosto, che in paese risolve anche le questioni di cuore. Suo figlio Geremia, docile ragazzone che in trentadue anni non ha mai dato un problema, sembra aver perso la testa. Ha conosciuto una donna, dice, e se non potrà sposarla si butterà nel lago. L'oggetto del suo desiderio è Giovenca Ficcadenti, di cui niente si sa eccetto che è bellissima – troppo bella per uno come lui – e che insieme alla sorella Zemia sta per inaugurare una merceria. Il che basta, nella piccola comunità, a suscitare un putiferio di chiacchiere e sospetti. Perché la loro ditta può dirsi "premiata"? Da chi? E quali traffici nascondono i viaggi che la Giovenca compie ogni giovedì? Soprattutto, come si può impedire al Geremia di finire vittima di qualche inganno? Indagare sulle sorelle sarà compito del prevosto, per restituire alla Stampina un figlio "normale". Facile dirlo. Non così facile muoversi con discrezione laddove sembrano esserci mille occhi e antenne… Cos'è un paese se non un caleidoscopio di storie, un'orchestra di uomini e donne che raccontando la vita la reinventano senza sosta, arricchendola di nuovi particolari? Con micidiale ironia, Vitali dà voce a questo coro – una sinfonia di furbizie e segreti, invidie e pettegolezzi – che mostra una faccia sempre diversa della verità, e un attimo dopo la nasconde ad arte. Un romanzo che è come le chiacchiere di paese: quando inizia non si può più fermare. UN ROMANZO STRAORDINARIO RICCO DI PERSONAGGI (OLTRE 250) DI UNO DEI PIÙ AMATI AUTORI ITALIANI.

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    Smitty, kristen D. Randle

    Smitty, kristen D. Randle
    La famiglia di Ginny si è appena trasferita. Lei non ama molto i cambiamenti, ma fa subito amicizia con Hally, ragazza molto popolare, e Caulder, suo vicino di casa. Lui le fa conoscere Smitty, un ragazzo geniale, ma non parla e non guarda nessuno. I medici non sanno come definirlo, a scuola è soprannominato l'Alieno. Ginny e Caulder si fanno aiutare da lui in matematica, e cominciano a portarlo fuori con loro... Interessante per affrontare il tema della diversità, degli abusi in famiglia e dell'amicizia. * Di fatto, l'unica cosa certa di lui era la sua presenza fisica. Ma questo non è abbastanza...abbiamo bisogno di sapere che cosa pensa la gente, e perché e come reagirà. Perciò, in modo del tutto naturale, mi ritrovai a inventargli delle personalità, come si fa con gli animali, i bei ragazzi e i personaggi famosi. "Il pericolo" mi aveva detto Paul, "è che rischi di affezionarti non a quello che c'è realmente, ma a quello che tu hai deciso ci sia. Che può essere lontanissimo dalla verità. Rischi di dipendere da una bugia. O da un sogno."* Come fai a spiegare perché vuoi bene a qualcuno?* Come poteva essere, tenersi tutto chiuso dentro, senza mai il sollievo di sfogarsi, senza mai condividere o liberarsi di niente, o confrontarsi con qualcun altro? Senza mai fare domande? Solo te stesso con cui parlare. Solo te stesso da ascoltare. Non essere mai compreso. Compreso. Non essere amato per quello che sei. Non essere mai conosciuto. *T'importa di lui Ginny? - chiese la dottoressa.  - Sì, Cioè m'importa quello che gli succede. E' la stessa cosa? - *Secondo me è un bene che ci importi della gente, non ti pare, Ginny? - Mi sorrise - Quello che voglio sapere adesso - proseguì - è se voi due volete davvero aiutarlo.  *-Assolutamente - disse Caulder, rispondendo con sicurezza per entrambi.   "Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te la chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perchè non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico."  "Gioia e dolore vengono da quella stanza e sono la chiave per entrarci. Gioia e dolore piangono le stesse lacrime, sono la madreperla della vita, e quel che conta nella vita è mantenere intatto quel pezzetto di cuore, così difficile da raggiungere, così difficile da ascoltare, così difficile da donare , perché lì tutto è vero." "E' il dolore quotidiano della monotonia, della fatica di amare, di alzarsi dal letto, di trovare qualcosa di nuovo in ciò che si ripete. Ma solo chi accoglie il dolore che la giornata offre si fa la pelle nuova."  (‘Cose che nessuno sa’, A.D.)

    Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, di Andrea Vitali

    Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, di Andrea Vitali
    Bellano 1915. In una sera di fine novembre una fedele parrocchiana, la Stampina, si presenta in canonica: ha urgente bisogno di parlare con il prevosto, che in paese risolve anche le questioni di cuore. Suo figlio Geremia, docile ragazzone che in trentadue anni non ha mai dato un problema, sembra aver perso la testa. Ha conosciuto una donna, dice, e se non potrà sposarla si butterà nel lago. L'oggetto del suo desiderio è Giovenca Ficcadenti, di cui niente si sa eccetto che è bellissima – troppo bella per uno come lui – e che insieme alla sorella Zemia sta per inaugurare una merceria. Il che basta, nella piccola comunità, a suscitare un putiferio di chiacchiere e sospetti. Perché la loro ditta può dirsi "premiata"? Da chi? E quali traffici nascondono i viaggi che la Giovenca compie ogni giovedì? Soprattutto, come si può impedire al Geremia di finire vittima di qualche inganno? Indagare sulle sorelle sarà compito del prevosto, per restituire alla Stampina un figlio "normale". Facile dirlo. Non così facile muoversi con discrezione laddove sembrano esserci mille occhi e antenne… Cos'è un paese se non un caleidoscopio di storie, un'orchestra di uomini e donne che raccontando la vita la reinventano senza sosta, arricchendola di nuovi particolari? Con micidiale ironia, Vitali dà voce a questo coro – una sinfonia di furbizie e segreti, invidie e pettegolezzi – che mostra una faccia sempre diversa della verità, e un attimo dopo la nasconde ad arte. Un romanzo che è come le chiacchiere di paese: quando inizia non si può più fermare. UN ROMANZO STRAORDINARIO RICCO DI PERSONAGGI (OLTRE 250) DI UNO DEI PIÙ AMATI AUTORI ITALIANI.
    Libri&Libri
    it-itJanuary 12, 2016

    Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

    Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda
    Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia. Fabio Geda è nato nel 1972 a Torino, dove vive. Si occupa di disagio minorile e animazione culturale. Scrive su «linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell’educare. Quanto a Enaiatollah Akbari, la sua biografia è nelle pagine di questo libro. "Come si fa a cambiare vita così, Enaiat? Una mattina. Un saluto." - "Lo si fa e basta, Fabio" - "Una volta ho letto che la scelta di emigrare nasce dal bisogno di respirare." - "E' così. E la speranza di una vita migliore è più forte di qualunque sentimento. Mia madre, ad esempio, ha deciso che sapermi in pericolo lontano da lei, ma in viaggio verso un futuro differente, era meglio che sapermi in pericolo vicino a lei, ma nel fango della paura di sempre." "Come si trova un posto per crescere, Enaiat? Come lo si distingue da un altro?" - "Lo riconosci perchè non ti viene voglia di andare via. Certo, non perchè sia perfetto. Non esistono posti perfetti. Ma esistono posti dove, per lo meno, nessuno cerca di farti del male."

    Il muro invisibile di Harry Bernstein

    Il muro invisibile di Harry Bernstein
    Harry è un ragazzino di quattro anni, il più piccolo di cinque fratelli. Il padre, un ebreo immigrato dalla Polonia, lavora alle manifatture tessili, sperperando gran parte del suo salario al pub e sfogando sui figli la rabbia per una vita di stenti. La madre manda avanti la famiglia come può, ricorrendo a mille espedienti. La loro povera casa si allinea con altre simili su una strada di ciottoli di una cittadina industriale nel nord dell'Inghilterra. Una strada come tante, ma solo in apparenza, perché al suo centro scorre un muro invisibile: gli ebrei da una parte, i cristiani dall'altra. Due mondi con usanze, credenze, pregiudizi diversi si fronteggiano, quasi non fossero parte di un'unica realtà, quella della miseria. La Prima Guerra Mondiale incombe, e con essa eventi che cambieranno per sempre la vita della famiglia, e quella della strada. Ma solo l'amore contrastato di Lily, la sorella maggiore di Harry, per Arthur, un ragazzo cristiano, sarà in grado di aprire una crepa nel muro, lasciando filtrare un raggio di luce. “Il muro invisibile” è stato terminato nel 2004, quando Bernstein aveva 94 anni, ed è stato pubblicato nel 2006. La storia della sua famiglia, che ha ispirato questo suo primo romanzo, prosegue nei suoi due successivi romanzi: “Il sogno infinito” e “Il giardino dorato”. Ha vissuto gli ultimi anni della sua vita tra Brick nel New Jersey e New York, dove è morto per cause naturali il 4 giugno 2011, qualche giorno dopo il suo 101-esimo compleanno Il suo ultimo lavoro, “Che cosa è successo a Rose”, uscirà postumo nel 2012, in Italia in anteprima mondiale. Harry Bernstein aveva molti estimatori in Italia, che andavano spesso ad incontrarlo negli U.S.A.

    Il vecchio re nel suo esilio

    Il vecchio re nel suo esilio
    Cosa è davvero importante nella vita? Cosa rende le nostre esistenze realmente degne di essere vissute fino all'ultimo istante? Arno Geiger affronta queste domande in filigrana al racconto di suo padre August. . "Qui tra noi c'è qualcosa che mi ha portato ad aprirmi al mondo. E per così dire il contrario di quello che dicono di solito della malattia di Alzheimer, e cioè che tronca i rapporti. A volte si stringono rapporti", annota Arno. "Per mio padre, l'Alzheimer non è stato certo un vantaggio, ma per i suoi figli e nipoti è stato anche istruttivo, in diverse occasioni. In fondo, il compito dei genitori consiste nel far capire qualcosa ai figli. La vecchiaia come ultima tappa della vita è una forma di cultura che cambia in continuazione e va reimparata ogni volta. E quando un padre non ha più altro da insegnare ai suoi figli, può ancora insegnare cosa significhi essere vecchi e malati. Il rapporto padre-figlio può voler dire anche questo, in buone condizioni. Perchè la rivincita sulla morte si può esercitare solo quando si è ancora in vita.... adesso non guardo più al futuro con ansia come facevo un tempo. Non lo vedo più così cupo. Con calma, in attesa.... Si dice: chi ha tempo di aspettare può diventare re." p: "Non so come andrà avanti". f: "Penserò io a tutto". p:"Non dovete dimenticarmi. Sarebbe ingiusto". f:"Non lo faremo". p:"Sai, non è così facile!". f:"Non ti dimenticheremo di certo, in nessun caso".
    Libri&Libri
    it-itMay 05, 2012

    Olive comprese di Andrea Vitali (Prima parte 1. )

    Olive comprese di  Andrea Vitali  (Prima parte 1. )
    “Scorre veloce, incalzante, con capitoli brevi e accattivanti ma soprattutto con un caleidoscopio di personaggi davvero simpatici e unici, andando a formare nel corso delle pagine una fantasiosa storia cittadina di eventi e personaggi buffi. I quattro mascalzoni, la mano nera, il cacciatore di piccioni, ma anche la chiromante, la pazza, la prostituta. Personaggi verosimili ma fuori dagli schemi che si incastrano con le figure tipiche di inizio secolo: il prevosto, il maresciallo, il dottore del paese, il segretario locale del partito fascista, il podestà. Tutti insieme per formare un unico indistinto flusso narrativo senza veri protagonisti, in un mondo ancora bucolico ma già moderno, dove il fascismo è cattivo ma innocuo, la morte è viva ma sempre dolce, la guerra c’è ma è all’estero (in Spagna) e tutto quel che importa è il viver quieto di paese. Un buon libro, una placida commedia di veloce lettura. Il motivo del titolo è presto detto… ma non ve lo dico. È troppo bello scoprirlo da soli e farsi quattro sonore risate.”    :-)

    Accabadora

    Accabadora
    'A mia madre. Tutt'è due.' «Acabar», in spagnolo, significa finire. E in sardo «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l'ultima madre. Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l'aspettano, come imparare l'umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D'altra parte, «non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

    La vita è una bomba! (Luigi Garlando)

    La vita è una bomba!  (Luigi Garlando)
    "Se ci sono in gioco tante persone che soffrono è perchè i grandi non imparano mai nulla dai bambini. Mai. I bambini sono angeli, hanno un cuore limpido e leale, e ci aiutano a cercare nella nostra anima la purezza che è andata perduta nel mondo dei grandi."   (Zvonimir Boban) Milan è un ragazzino reso orfano dalla guerra civile combattuta nella ex Jugoslavia... Una storia di guerra. O una storia di calcio? No, tutte e due insieme, per quanto strano possa sembrare. E’ di sicuro una storia positiva, aperta alla speranza, per non precipitare nel buio della tragedia o nella vanità del luogo comune.

    Io sono tu sei (Giusi Quarenghi, Giunti Junior)

    Io sono tu sei  (Giusi Quarenghi, Giunti Junior)
    Amicizia è ... che io scrivo di te e che tu scrivi di me.  "Questo libro, non solo bello ma anche con uno scopo preciso di dire le cose. Anche se, qualcuno non ha la pelle dello stesso tuo colore non vuol dire, che non ci potrai mai essere amico. Fa capire quanto può essere importante ascoltare una storia di un essere umano che è vissuto gran parte della sua vita in un altro paese in un’altra città. Lo consiglio a tutti. Buona lettura! Credo sia adatto soprattutto ai bambini che giocano un po' con tutti"  ... e ai grandi che non sanno più cos'è l' amicizia. cliccare su immagine
    Libri&Libri
    it-itFebruary 10, 2012
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