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    Prendere decisioni con gli analytics

    itNovember 12, 2020
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    About this Episode

    Una celebre citazione di Peter Drucker afferma che “ciò che si può misurare, si può gestire”.
    Quindi gli analytics offrono alle aziende la possibilità di analizzare e ottimizzare i processi guardando il passato per predire il futuro.
    Le metriche possono aiutare a comprendere la tipologia dei nostri utenti on-line, sia dati quantitativi che qualitativi, può supportare le scelte di marketing per ingaggiare nuovi clienti, o nutrire quelli in essere, definiscono la nostra presenza on-line e quali risultati otteniamo da questa comunicazione, aiutano a definire quali sono i nostri obiettivi e qual è il percorso più rapido ed efficiente per raggiungerlo.
    Le metriche ci permettono di migliorare ma anche di monitorare i nostri processi.
    Esistono diverse tipologie di analytics, identificabili e catalogabili in base alla diversa natura dei dati che andiamo ad analizzare.
    Possono essere:
    Web Analytics
    Statistical Analytics
    Predictive Analytics
    Marketing Analitics
    Talent Analytics

    Web Analytics sono la raccolta, l’analisi e il reporting di tutti i dati del web, interni ed esterni, focalizzandosi sulla misurazione del comportamento degli utenti sul nostro sito web.
    L’obiettivo è di migliorare le performance del sito, ottimizzare gli investimenti di marketing, offrire una buona esperienza all’utente e predire comportamenti futuri.
    A monte bisogna ver definito gli obiettivi di business, e quindi di misurazione, quali sono le metriche da osservare e i KPI da utilizzare, qual è il target di riferimento, quanti-qualitativo, ed infine quali sono le dimensioni e i segmenti di pubblico.
    Le metriche sono tante e di diversa natura, abbiamo:
    •Metriche comportamentali, come i visitatori, unici, nuovi e di ritorno, le impression, bounce rate, o frequenza di rimbalzo, la durata della sessione media, le sessioni uniche, il tempo di ingaggio, quanti click riceve il sito, e la durata tra loro, ecc.
    •Metriche temporali, come giorno e data, orario di maggior frequenza o ingaggio.
    •Metriche ambientali, come l’indirizzo IP, il browser usato, il tipo di device, la località o l’orario della zona.
    •Metriche di sorgente, come il dominio di riferimento, ID della campagna o di affiliazione.
    Metriche di Conversione, che risultano le misurazioni di performance, come l’acquisto, i lead, un App o il download di un contenuto. È dato dal rapporto tra gli utenti che atterrano sul sito e il numero di conversioni andate a buon fine.

    Statistical Analytics sono quelle metriche che aiutano a raccogliere i dati e, con una visione più creativa, clusterizzarli, segmentarli e raggrupparli per analisi più approfondite, volte a far emergere dati nascosti o meno evidenti non precedentemente evidenziati dai report.
    Si parte dai Big Data, quindi campioni di grandi dimensioni, per analizzare i cluster, quindi tramite pattern e valori di raggruppamento, basando la valutazione su variabili non valutate prima, possiamo comprendere le opportunità e criticità del nostro business.

    L'analisi della triangolazione dei processi aziendali ad alto volume consente di trovare e prevedere i risultati dei processi aziendali producendo i migliori risultati parziali senza dover analizzare i processi di transazione in dettaglio.
    Quindi definire le variabili comportamentali, che non si possono estrapolare solo da un report, raccoglierle ed analizzarle statisticamente per cogliere opportunità in maniera puntuale.
    I metodi di analisi statistica sono diversi:
    •l'analisi di regressione è un insieme di processi statistici per stimare le relazioni tra una variabile dipendente e una o più variabili indipendenti.
    •L’analisi di classificazione si basa sulla su un training set di dati contenente osservazioni di cui si conosce la categoria per identificare a quale categorie appartiene una nuova osservazione.
    •L'apprendimento delle regole di associazione è un metodo di apprendimento automatico basato su regole per scoprire relazioni interessanti tra variabili in database di grandi dimensioni.
    •L'analisi dei cluster o clustering permette di raggruppare un insieme di dati in gruppi per verificarne le similitudini con altri gruppi.
    •Il text mining che prevede l’analisi dei testi per raccogliere informazioni precedentemente non valutate.
    Predictive Analytics permettono di estrarre insight dai data set esistenti con il supporto di tutti i dati statistici a disposizione e con l’aiuto del machine learning con l’obiettivo di prevedere eventi futuri e sconosciuti.
    È necessario identificare le cause-effetto dei dati presenti nel data set, identificare, grazie a pattern e cluster, insights nascosti, e validarli rapportandoli nel passato, presente e futuro.
    Il processo è circolare e in divenire, definendo gli obiettivi, preparando il modello, svilupparlo, lanciarlo e monitorarlo nel tempo per riattivarlo dopo le vidimazioni.
    Per esempio, proviamo un nuovo canale di business, lo prepariamo, lo processiamo e lo mandiamo in produzione, da quel momento monitoriamo il flusso con o senza il nuovo modello, se i risultati soddisfano la previsione procediamo, altrimenti riattiviamo il processo con l’obiettivo l’ottimizzazione.
    Marketing Analytics sono fondamentali per valutare l’impatto degli investimenti di marketing sul nostro business, supportando l’ottimizzazione e l’economia di scala, andando ad analizzare sia i dati interni con le metriche di “closed loop”, o metriche interne come la spesa di marketing, la spesa di conversione, i dati di vendita, i costi di acquisizione, i costi del sito e così via, ma anche i dati esterni come i costi di Google Ads, quindi le aste e il CPC e CPA, i costi di Facebook Advertising, banner esterni ecc.
    Cambia, quindi, nel tempo la complessità ma anche il valore della misurazione di analytics per il marketing, che oggi ha un ritorno all’investimento diverso per ogni canale e ogni strumento che si utilizza.
    Con queste metriche è possibile segmentare il target di pubblico in base al Life Time Value, quindi il valore che porta un cliente nel tempo, ottimizzare le campagne pubblicitarie, quindi i costi connessi, indirizzare gli investimenti in cluster più recettivi ed aumentare la soddisfazione del consumatore.
    L’analisi comporta utilizzo di metriche differenti in base al tipo di attività che stiamo sviluppando con il consumatore.
    •Metriche di Reach, orientate a raggiungere lead e prospect con uso di motori di ricerca, social media e comunicazione su canali di proprietà.
    •Metriche di Engage, che misurano l’ingaggio che i nostri contenuti su canali di proprietà, su campagne e social network, che riceviamo dai lead e prospect.
    •Metriche di Activate, che analizzano le vendite e le conversioni, misurando il passaggio da lead a cliente.
    •Metriche di Nurture, che misurano il comportamento post acquisto e supportano azioni di marketing per il nutrimento del rapporto con il cliente nel tempo.

    Ed in ultimo Talent Analytics che misurano, raggruppano e analizzano i dati interni, del capitale umano aziendale, per supportare la crescita e lo sviluppo delle persone.
    Con questa analisi è possibile attivare una serie di azioni, formative ed informative, nel momento in cui si notano delle flessioni, oppure intervenire nel team building per le motivazioni di gruppo, o determinare quali azioni hanno determinato maggiore impatto nel business sul capitale umano.
    La particolarità di queste metriche è tratteggiata dalla sensibilità dei dati che si raccolgono, le leggi sono molto serrate, motivo per cui deve essere autorizzato l’uso, devono coinvolgere gli individui, le loro aspettative, i loro i bisogni, il percorso di carriera interno, lo stato di motivazione e di soddisfazione.
    In ultimo devono permettere una lettura omogenea per poter supportare i cambiamenti necessari senza impattare negativamente sulle persone e sulla struttura.
    Il digitale sta cambiando il mondo, con il supporto degli analytics è possibile raccogliere, misurare, validare gli insights necessari per poter predire il futuro ed ottimizzare i processi, interni ed esterni, e stabilire un rapporto di lungo periodo con il proprio consumatore.

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    Acquisire per conquistare!

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    Fare “acquisition” significa ottenere nuovi contatti di nuove persone, fino a qualche anno fa, nel Direct Marketing, voleva dire acquistare liste di anagrafiche da contattare, ma con l'avvento del on-line direct marketing, è diventato più rilevante conquistare utenti, nel senso che bisogna raggiungere utenti in target e profilati, che ti seguiranno nel tempo, e una volta acquisiti bisogna mantenerli.
    Diversa è la retention, intesa come l'attività di comunicazione verso i clienti già acquisiti.
    L'attenzione, quindi, si sposta dalla quantità di utenti acquisiti alla qualità di utenti acquisiti, quindi persone interessate ai nostri/prodotti o servizi, ai nostri valori condivisi, al nostro brand...

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    Tra le soft skills più richieste oggi c'è la capacità di risolvere i problemi.
    Rappresenta quel processo cognitivo che parte da un problema, e la sua analisi, per giungere alla risoluzione dello stesso.
    Secondo il rapporto Unioncamere del 2017, per il 49,6% delle aziende italiane il problem solving è una delle soft skills fondamentali nella fase di selezione dei candidati, insieme alla capacità comunicativa e a quella di lavorare in gruppo.
    Il processo prevede la definizione del problema, raccolta di tutte le informazioni, quali-quantitative, per l'analisi, la proposta di diverse soluzioni, la scelta della più impattante e sostenibile, definizione del piano di azione e attuazione.
    Ovviamente con l’entrata del digitale nelle nostre vite il problem solver è diventato un digital problem solver, come colui che è capace di risolvere problemi con l'ausilio di strumenti e soluzioni digitali...

    Browser, la barca per navigare nel web

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    Oramai la “rete” fa parte della nostra vita, tutti i giorni navighiamo online per effettuare ricerche, acquisti, condivisione, visitiamo siti, chattiamo, comunichiamo sui social network, ci informiamo…

    Per poter navigare e accedere a tutte le ricerche è necessario utilizzare un “navigatore”, detto browser.
    È un particolare programma per navigare in Internet che inoltra la richiesta di un documento alla rete e ne consente la visualizzazione una volta arrivato.
    Esistono diversi browser, ognuno con le proprie caratteristiche, il più usato è Google Chrome con 80% degli internauti, seguono Mozilla Firefox, MS Edge, Apple Safari e Internet Explorer.
    In quanto software presentano strutture con possibili entrate, in queste falle i cyber criminali sferrano i loro attacchi per estorcere informazioni o effettuare truffe...

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    Quanto è importante la reputazione del brand?
    Come gestire un danno reputazionale?

    Il rischio reputazionale è il rischio che un’azienda subisca un danno economico a causa della percezione negativa della sua immagine da parte dei suoi stakeholders.
    È normalmente considerato un rischio di secondo livello, ovvero derivato da un errore precedente, per la cui gravità o particolarità, si sfocia in una caduta di “fiducia” o “credibilità” e poiché derivante da eventi sfavorevoli riconducibili ad altre categorie di rischio, relative ad esempio all’area operativa, legale, di compliance o strategica...

    Intelligenza Artificiale al servizio delle persone!

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    “L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.”
    Quindi è la capacità di una macchina di risolvere problemi umani, imparando.
    Sono sistemi capaci di adattare il loro comportamento, mettendosi in relazione con l’ambiente, analizzando gli effetti delle azioni precedenti, imparando, e lavorando in autonomia, partendo da un data set iniziale...

    Cos’è una conversione?

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    Per conversione si intende un’azione alla quale possiamo attribuire, anche indirettamente, un valore economico.
    La compilazione di un form, il rilascio di una e-mail, l’iscrizione alla newsletter, la richiesta di un preventivo, un acquisto, sono tutte conversioni, quindi anche quelle azioni che richiedono del tempo per generare valore economico.

    social engineering, nuovi strumenti malevoli

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    Per social engineering si indica lo studio del comportamento delle persone con lo scopo di individuare le debolezze o punti deboli, per poterle manipolare e carpirne informazioni utili, come numero di carta di credito, di conto corrente, accesso ai social network, password, e-mail e tanto altro.
    Si tratta quindi di tecniche che sfruttano la psicologia umana per estorcere informazioni con cui truffare utenti o rubarne l’identità.
    Studi recenti hanno dimostrato come questi attacchi si stanno rivolgendo soprattutto agli utenti di smartphone, perché il principale device utilizzato oggi, perché solitamente si interagisce in modo distratto e impulsivo, ma anche perché spesso i dispositivi mobili non mostrano sempre tutte le informazioni legate ad un sito o e-mail, hanno schermi piccoli e le interazioni sono semplificate...

    Cos'è un "motore di ricerca"?

    Cos'è un "motore di ricerca"?
    Google è veramente il motore di ricerca più usato dagli utenti?
    Come è distribuita la sua popolarità?
    Quali sono gli altri motori di ricerca?

    La risposta alla prima domanda è: sì.
    Google è il motore di ricerca più usato nel mondo!
    I dati di Statista, di giugno 2021, indicano una quota mondiale del 87,76% delle ricerche globali che passano da Google, il 5,56% da Bing, il 2,71€ da Yahoo...

    Data Breach, nessuno è al sicuro!

    Data Breach, nessuno è al sicuro!
    Secondo l’articolo 4 del General Data Protection Regulation, o GDPR, il Data Breach, o «violazione dei dati personali», è la violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l'accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
    Per le linee guida del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDBP), il Data Breach può essere catalogato in tre macro-categorie:
    •Confidentiality (confidenscialitì) Breach, la divulgazione di informazioni senza il consenso dell’interessato
    •Availability (Evelabilitì) Breach, la perdita dell’accesso ai dati
    •Integrity (integritì)Breach, la perdita di integrità dei dati

    Per citare alcuni esempi presenti sul sito del Garante della Privacy:
    - l’accesso o l’acquisizione dei dati da parte di terzi non autorizzati;
    - il furto o la perdita di dispositivi informatici contenenti dati personali;
    - la deliberata alterazione di dati personali;
    - l’impossibilità di accedere ai dati per cause accidentali o per attacchi esterni, virus, malware, ecc.;
    - la perdita o la distruzione di dati personali a causa di incidenti, eventi avversi, incendi o altre calamità;
    - la divulgazione non autorizzata dei dati personali.

    Per prima cosa è necessario chiarire che non è possibile evitare al 100% un Data Breach, ma è possibile attivare una serie di azioni preventive che possono limitare il rischio ed è, invece, obbligatorio attivare una serie di attività postume alla violazione per informare il Garante della Privacy.
    La prevenzione si basa su alcune azioni determinanti:
    1.Investire tempo e risorse in formazione continua e costante per gli stakeholder
    2.Delineare un regolamento per il rispetto delle regole del GDPR e l’utilizzo delle risorse informatiche aziendali
    3.Monitorare i log, ovvero verificare periodicamente l’elenco cronologico delle attività svolte da un sistema operativo, da un database o da altri programmi, per scovare le anomalie
    4.Monitorare anche i dispositivi finali non aziendali utilizzando dei programmi specifici
    5.Redigere un rapporto dettagliato su tutte le attività sospette
    6.Verifica periodica del rispetto dei protocolli e delle procedure

    Invece in caso di Data Breach è obbligatorio attivare alcune azioni:
    •Informare il Garante della Privacy, entro 72 ore se azienda privata (art. 33 del GDPR)
    •Informare il Garante della Privacy, entro 48/24 ore se azienda pubblica (art. 33 del GDPR)
    •Informare gli interessati dei dati personali (art. 34 GDPR), in alcuni casi specifici...

    Malware, nemico pubblico!

    Malware, nemico pubblico!
    Il termine Malware deriva dall'unione delle parole MALicious softWARE, quindi programmi, molto sofisticati, creati e diffusi con intenti malevoli, con l'obiettivo la trafugazione o l'estorsione di dati sensibile per azioni criminali.

    Spesso al Malware viene associata l'immagine del ragazzino con la felpa e il cappuccio in testa, ma questi software sono prodotti da organizzazioni criminali molto pericolose.

    Tra le principali caratteristiche sicuramente emerge la capacità di diffusione incontrollata, motivo per cui abbiamo per anni chiamato questi programmi virus.

    Storicamente il primo Malware lo facciamo risalire ad un programma di nome Creeper datato 1971, ma non presentava caratteristiche malevoli.

    Nei primi anni 80’ si diffondono i WORM, che come i vermi, si autoreplicano all’interno dei computer.
    Agli inizi del nuovo millennio si diffondono i primi virus tramite posta elettronica, software come ILOVEYOU e PIKACHU infettarono milioni di computer, mostrando al mondo la vulnerabilità della rete.
    Nel 2013 nasce il primo RANSOMWARE, CRIPTOLOCKER, con la capacità di criptare il computer infetto e richiedere, da parte dei cyber criminali, un riscatto per sbloccare il dispositivo con tutti i dati all’interno...
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