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    Un valzer con Gesù

    itMarch 29, 2021
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    Un valzer con Gesù che oggi leggiamo in queste righe che ci parlano di carezze con capelli profumati: un gesto, senza misura, che ci parla di un’altra esperienza smisurata

    Il mio in(solito) commento a:
    Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura (Giovanni 12,1-11)

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    Perché Gesù è detto Figlio di Davide?

    Perché Gesù è detto Figlio di Davide?
    Ecco una pagina curiosa ed affascinante, che ci permette di tuffarci nella storia del Gesù-Uomo.

    Vero Dio e vero Uomo. La doppia natura di Gesù, da sempre, ci interroga. E’ qualcosa che difficilmente riusciamo a spiegare: in Cristo coesistono entrambe le realtà. «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt. 16,16) risponderà San Pietro alla domanda: «Chi è il Figlio dell’Uomo secondo la gente?» (16,13). L’incarnazione del Figlio di Dio, non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio. Ecco la verità: Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.

    Perché qualche volta il Vangelo ci "suona" diverso?

    Perché qualche volta il Vangelo ci "suona" diverso?
    Il Vangelo, amici cari, non smette mai di stupirci

    Il mio in(solito) commento a:
    Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità (Giovanni 16,12-15)

    I quattro Vangeli sono così complessi e profondi che, sebbene il messaggio di Gesù sia immutabile ed eterno, leggendoli, ogni giorno possiamo cogliere una sfumatura diversa, in base al nostro stato d’animo, alle nostre esperienze, e, perché no, in base anche a che cosa Dio ci vuol suggerire proprio in quella precisa circostanza. Capita così che un versetto che magari, a noi, è passato sempre inosservato, in un momento particolare solleciti la nostra fantasia e ci apra la porta ad una serie di riflessioni inedite. Perché la Parola parla alla nostra anima offrendo le ricchezze che in quel momento ci servono.

    Tutto quello che noi “leggiamo” nel Vangelo è stato scritto quasi duemila anni fa. Ma quelle lettere, vergate con un inchiostro benedetto, da mani mosse dallo Spirito Santo, conservano dentro di loro un tesoro denso di significati e, ancora oggi, ci offrono la chiave per affrontare anche i problemi più pressanti e le difficoltà più spinose. Perché ci parlano di Dio e ci portano tutto il sapore del suo amore.

    E’ un po’ come se Dio rivestisse ogni parola con più livelli di significato. Alcuni si prestano ad una lettura elementare e restituiscono pensieri immediati. Altri richiedono capacità di astrazione spirituale via via più raffinate, al punto che non sempre riusciamo a comprendere il messaggio nella sua interezza.

    Ma sapete chi è, amici cari, ad aiutarci a “leggere” pienamente la Parola e coglierne i significati? E’ proprio lo Spirito Santo. Lo stesso che ha mosso la mano che ha scritto quelle parole, ci aiuta a trasportarle nella nostra quotidianità così caotica e mondana. Per il momento, ci dice Gesù, non siamo capaci di portare il peso di tutto quello che ci vorrebbe dire. Non siamo capaci di leggere “in completezza” il contenuto del Vangelo, ma la nostra anima può “respirare” il soffio vitale dello Spirito Santo, che porta con sé, nel linguaggio dell’amore, tutto il significato che ci serve.

    Vi è mai capitato di essere così felici (o così tristi) da non riuscire ad esprimervi a parole? Eppure, dentro di voi, i sentimenti sono molto chiari. Inconfondibili. Come il Vangelo. Scrive San Paolo: “Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Romani 8,22-23). Dentro la nostra anima, la forza dello Spirito Santo, comunica con gemiti inesprimibili, tutto il messaggio di grazia, di pace e di amore contenuto nel Vangelo.

    Sempre San Paolo ce lo spiega ancora meglio nella sua prima lettera ai Corinzi: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (1 Corinzi 2,9-10). Dobbiamo amare Dio per capire a fondo il Vangelo!

    Pensiamo all’incontro con i discepoli di Emmaus (cfr. Luca 24,13-53). I discepoli, sconfortati e tristi non riuscirono a riconoscere Gesù che camminava insieme a loro. Però, quando il Risorto spiegò le Scritture, le loro menti si aprirono e nei loro cuori, si riaccese la speranza. E’ questo ciò che fa lo Spirito Santo in noi: ci apre la mente, ci prende per mano e ci accompagna a capire meglio le cose umane e le cose di Dio. Anche quelle che non sono così semplici, né immediate.

    Ciò che non comprendiamo con la mente, lo possiamo intuire con il cuore, se nel nostro cuore abbiamo Dio.

    Quella fame di infinito dentro di noi

    Quella fame di infinito dentro di noi
    Pranziamo, ceniamo. Anche se nel mondo ci sono troppe persone che non riescono a nutrirsi a sufficienza, noi abitanti dei paesi occidentali, siamo così fortunati che, per almeno per qualche ora, dopo i pasti, riusciamo a dimenticare che cosa sia la fame. Poi c’è un appetito diverso, che proprio non si può placare: è la fame di infinito!

    Il mio in(solito) commento a:
    Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo (Giovanni 6,30-35)
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