Aics nel mondo

Burkina Faso: un Paese difficile e destabilizzato raccontato da Domenico Bruzzone, direttore della sede Aics di Ouagadougou, che in questi vent’anni ha seguito le profonde trasformazioni di un Paese così diverso dal passato.

Cosa fa la Cooperazione italiana a Cuba? Ce lo racconta oggi Mariarosa Stevan, direttrice di Aics Avana, ma per vederlo basterebbe prendere un caffè nel centro storico dell'Avana. Sì, perchè qui l'Aics interviene nei settori vitali del paese : il primo è la salvaguardia ambientale dell'ecosistema del cafetal, il modello produttivo cubano famoso nel mondo. Il caffè, coltivato nella foresta, occupa circa 10.000 campesinas e campesinos partner dei progetti Aics

Il secondo settore, quello del patrimonio culturale, si apprezza con una passeggiata nei vicoli dell'Avana, dove Aics ha restaurato alloggi popolari, creato scuole e residenze per anziani, recuperato botteghe artigiane tradizionali e realizzato alberghi destinati a un turismo di qualità.

Così il binomio Patrimonio culturale e Imprese creative ha accompagnato lo sviluppo sociale ed economico dell'isola, da sempre luogo di scambio tra popoli e culture. Lo sapeva bene l'indimenticato Eusebio Leal, direttore storico dell'Oficina del historiador de la ciudad de La Habana che paragonava i Caraibi a un Mediterraneo delle Americhe: un mare dove cultura e civiltà diverse si muovono e si contaminano da migliaia di anni.

Sarà forse per questo che accoglienza e solidarietà sono elementi caratteristici della società cubana e sarà forse per questo che la Cooperazione italiana lavora in grande sintonia con la popolazione e le istituzioni locali perché tutti.... #Somos Cuba

Fabio Melloni, direttore di Aics Nairobi ci racconta il Kenya, paese di grande bellezza paesaggistica ricco di contrasti e contraddizioni: da un lato la diffusa presenza dei sistemi digitali e il dinamismo dell’imprenditoria (soprattutto giovanile), dall'altro le debolezze strutturali nei processi di democrazia, di lotta alla corruzione e di accesso ai servizi di base.

In questo contesto lavora la cooperazione italiana: per sviluppare filiere agroalimentari, tutelare i minori e la salute materno-infantile, creare infrastrutture per l’accesso all’acqua potabile, centri sanitari, scuole e interventi di riqualificazione urbana delle enormi baraccopoli dove la vita è drammaticamente precaria.

Oggi parliamo di Giordania, uno dei paesi che ha da sempre ospitato rifugiati : inizialmente palestinesi poi yemeniti , somali, iracheni fino a giungere ai nostri giorni con la presenza di 1.200.000 siriani , (circa il 10% della popolazione giordana) di cui 650.000 censiti da UNHCR con lo status di rifugiato. Un paese accogliente che la cooperazione italiana sta sostenendo attraverso attività concordate con il governo locale nel settore dell'acqua (di cui c'è grande scarsità) , dell'educazione e della salvaguardia del patrimonio culturale. E una particolare attenzione è data all'importante patrimonio archeologico, di cui il sito di Petra è certamente il più noto in tutto il mondo.

Questo e molto altro ci racconta Michele Morana, direttore Aics Amman.

Oggi parliamo di Senegal, un paese partner dell'Italia fin dagli Anni ’80, considerato strategico perché al centro della stabilità democratica in Africa occidentale. Qui, dal 2006 la Cooperazione italiana ha un ufficio locale a Dakar che lavora su tre principali linee di intervento: educazione, agricoltura e sviluppo del settore privato, con un’attenzione trasversale alla promozione dei diritti delle donne, perché il filo conduttore è, da sempre, l'inclusione. Questo e molto altro ci racconta Alessandra Piermattei, all'insegna del motto: "Nõo Far"che, nella lingua locale wolof, significa “Siamo insieme” . Perché poi, alla fine, è questo il segreto della cooperazione.

L'azione della Cooperazione italiana in questo importante periodo di transizione politica del paese e le prospettive offerte dal nuovo Accordo triennale Italia-Tunisia (2021-2023), in via di definizione.

Ne parliamo con il direttore uscente, Flavio Lovisolo e con il suo successore, Andrea Senatori.

La Sede Aics a Khartoum è una sede regionale che, oltre al Sudan, coinvolge 5 paesi l'Eritrea il Camerun il Ciad e la Repubblica CentroAfricana.

Vincenzo Racalbuto, medico da 37anni in cooperazione, dirige l’ufficio che realizza progetti nel settore della salute e della nutrizione, del gender empowerment (promozione della donna) e dell’inclusione delle persone con disabilità. In generale si promuove anche la giustizia sociale, che coinvolge trasversalmente tutte le varie iniziative. E’ questo un aspetto molto apprezzato dai Sudanesi e, in questo momento di transizione democratica del governo, rappresenta un passaggio fondamentale nella vita del paese.