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    Cardiologia

    it41 Episodes

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    Episodes (41)

    Sacubitril/valsartan, meno eventi post-infarto e conferme di efficacia

    Sacubitril/valsartan, meno eventi post-infarto e conferme di efficacia
    All’ACC.21 sono stati presentati i risultati dello studio PARADISE-MI in cui i pazienti che hanno assunto sacubitril/valsartan non hanno ridotto in modo significativo il tasso di insufficienza cardiaca o morte cardiovascolare a seguito di un infarto miocardico rispetto a ramipril. Nonostante l’endpoint primario non raggiunto, vi sono molti aspetti positivi rilevati per l’ARNI. Ne discute il prof. Michele Senni, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e della Cardiologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

    Fibrosi miocardica, nuovo target nello scompenso cardiaco?

    Fibrosi miocardica, nuovo target nello scompenso cardiaco?
    All’ACC.21 sono stati presentati i risultati di fase 2 dello studio PIROUETTE, condotto con pirfenidone, un farmaco di uso consolidato nel trattamento della fibrosi idiopatica. Abbiamo chiesto al prof. Michele Senni, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e della Cardiologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, di illustrare i metodi e i risultati della ricerca, e di esprimere un parere sulle prospettive aperte da questa strategia terapeutica.

    Omecamtiv mecarbil valido ai più bassi valori di frazione d'eiezione

    Omecamtiv mecarbil valido ai più bassi valori di frazione d'eiezione
    Omecamtiv mecarbil, un attivatore selettivo della miosina cardiaca, si è dimostrato efficace nei pazienti con insufficienza cardiaca con ridotta frazione d’eiezione, specie in quelli con i più bassi valori di eiezione. È quanto è emerso da un’analisi secondaria dello studio GALACTIC-HF, presentata all’ACC.21. Un commento sulla rilevanza clinica di queste evidenze è offerto dal prof. Michele Senni, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e della Cardiologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

    Approccio alla coronaropatia stabile, nuovi endpoint

    Approccio alla coronaropatia stabile, nuovi endpoint
    Nei pazienti con coronaropatia stabile è più utile un approccio invasivo o uno conservativo? La risposta era stata fornita due anni fa dallo studio ISCHEMIA. All’ACC.21 l’argomento è stato ripreso da un’analisi prespecificata dello stesso studio. I metodi, i risultati e l’interpretazione clinica della ricerca sono spiegati dal prof. Pier Luigi Temporelli, della Divisione di Cardiologia Riabilitativa, Istituti Clinici Salvatore Maugeri IRCCS, Gattico-Veruno.

    De-escalation tra inibitori P2Y12 post-PCI, perché?

    De-escalation tra inibitori P2Y12 post-PCI, perché?
    Nella gestione della duplice terapia antiaggregante piastrinica a seguito di un intervento coronarico percutaneo nel post-infarto, lo studio TALOS-AMI, presentato all’American College of Cardiology, valuta la fattibilità di uno switch (de-escalation) da ticagrelor a clopidogrel. Il prof. Pier Luigi Temporelli, della Divisione di Cardiologia Riabilitativa, Istituti Clinici Salvatore Maugeri IRCCS, Gattico-Veruno, spiega i motivi dell’importanza clinica della strategia.

    Studio FIDELIO-DKD, ridotta incidenza di fibrillazione atriale con finerenone. Perché è un dato clinicamente rilevante?

    Studio FIDELIO-DKD, ridotta incidenza di fibrillazione atriale con finerenone. Perché è un dato clinicamente rilevante?
    I risultati primari dello studio FIDELIO-DKD condotto con finerenone (riduzione della progressione della nefropatia diabetica ma anche degli eventi cardiovascolari, molto frequenti nelle persone con diabete) si sono arricchiti di una nuova prerogativa, evidenziata all’American College of Cardiology 2021 da un’analisi secondaria prespecificata: la minore incidenza di nuova fibrillazione atriale. La rilevanza clinica di questi dati sono analizzati da Roberto Pontremoli, professore ordinario di Medicina Interna all’Università degli Studi e IRCCS Ospedale Policlinico di Genova.

    La complessa gestione dell’ipertensione nel paziente anziano con pluripatologia e in polifarmacia. Come intervenire

    La complessa gestione dell’ipertensione nel paziente anziano con pluripatologia e in polifarmacia. Come intervenire
    All’American College of Cardiology 2021 è stato presentato uno studio che ha evidenziato come spesso negli anziani l’effetto del trattamento antipertensivo è contrastato da quello di farmaci assunti per altre patologie. I risultati sono commentati in dettaglio da Giovambattista Desideri, professore ordinario di Medicina Interna e Geriatria dell’Università degli Studi dell’Aquila.

    Studio ADAPTABLE, qual è il dosaggio più appropriato di aspirina per la prevenzione degli eventi cardiovascolari?

    Studio ADAPTABLE, qual è il dosaggio più appropriato di aspirina per la prevenzione degli eventi cardiovascolari?
    Riguardo ai pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica, vi è molta discussione circa il dosaggio più adatto di aspirina da prescrivere al paziente. L’argomento è stato affrontato nello studio ADAPTABLE, i cui risultati sono stati presentati all’American College of Cardiology 2021. Questo il commento di Giovambattista Desideri, professore ordinario di Medicina Interna e Geriatria dell’Università degli Studi dell’Aquila

    Studio RESCUE, il significato clinico della riduzione di biomarcatori di infiammazione e trombosi nei pazienti ad alto rischio cardiovascola

    Studio RESCUE, il significato clinico della riduzione di biomarcatori di infiammazione e trombosi nei pazienti ad alto rischio cardiovascola
    In questo studio di fase 2, ziltivekimab ha dimostrato di ridurre molteplici biomarcatori di infiammazione e trombosi in pazienti con malattia renale cronica e proteina C-reattiva elevata. Le possibili prospettive di impiego clinico e i dettagli dello studio sono qui valutati da Alberico Catapano, professore di Farmacologia all’Università di Milano e Direttore del Centro per lo Studio dell’Aterosclerosi presso l’Ospedale Bassini.

    Meccanismo d’azione e posologia: gli aspetti innovativi dell’ipocolesterolemizzante-LDL inclisiran

    Meccanismo d’azione e posologia: gli aspetti innovativi dell’ipocolesterolemizzante-LDL inclisiran
    All’American College of Cardiology, è stata presentata un’analisi raggruppata di tre studi, ORION 9, ORION 10 e ORION 11, condotti su popolazioni diverse con lo stesso farmaco investigativo, inclisiran, un piccolo RNA interferente. Per saperne di più sui risultati ottenuti e sul potenziale posizionamente di questo agente nell’ambito degli ipolipemizzanti, abbiamo chiesto alcuni chiarimenti ad Alberico Catapano, professore di Farmacologia all’Università di Milano e Direttore del Centro per lo Studio dell’Aterosclerosi presso l’Ospedale Bassini.
    Cardiologia
    itJuly 01, 2021

    Ipertrigliceridemia grave e pancreatite acuta, le potenzialità di riduzione con il trattamento con evinacumab

    Ipertrigliceridemia grave e pancreatite acuta, le potenzialità di riduzione con il trattamento con evinacumab
    In base ai risultati di un piccolo studio di fase 2 presentato all’ACC.21, evinacumab può ridurre in modo sostanziale i livelli di trigliceridi nei pazienti con ipertrigliceridemia grave e i frequenti episodi acuti di pancreatite acuta. Ma come agisce questo anticorpo monoclonale? Quali sono i suoi vantaggi e I suoi eventuali limiti? Ce ne parla Alberico Catapano, professore di Farmacologia all’Università di Milano e Direttore del Centro per lo Studio dell’Aterosclerosi presso l’Ospedale Bassini.

    Tachicardia parossistica sopraventricolare, i vantaggi di un calcio-antagonista per uso extra-ospedaliero

    Tachicardia parossistica sopraventricolare, i vantaggi di un calcio-antagonista per uso extra-ospedaliero
    Una nuova analisi dello studio di fase 3 NODE-301 ha evidenziato i vantaggi clinici, sia per i cardiologi sia per i pazienti, di uno spray nasale auto-somministrato di etripamil, calcio-antagonista a lunga durata d’azione, nel miglioramento del controllo dei sintomi. Questo il parere di uno dei massimi esperti italiani di aritmologia, Alessandro Capucci, professore ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Politecnica delle Marche di Ancona.

    Studio LAAOS III, l’occlusione dell’appendice atriale sinistra per ridurre il rischio di ictus è un’ipotesi percorribile?

    Studio LAAOS III, l’occlusione dell’appendice atriale sinistra per ridurre il rischio di ictus è un’ipotesi percorribile?
    Nei pazienti con fibrillazione atriale, in occasione di un intervento chirurgico per altre indicazioni, è stata proposta l’occlusione dell’appendice atriale sinistra per ridurre il rischio di ictus ischemico, sulla base dei risultati dello studio LAAOS III, presentati all’ACC.21. Tali evidenze sono esposte e commentate da Alessandro Capucci, professore ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Politecnica delle Marche di Ancona.

    Impatto sociale ed economico della non aderenza alle terapie farmacologiche

    Impatto sociale ed economico della non aderenza alle terapie farmacologiche
    Oltre alle conseguenze cliniche, la non aderenza alle terapie farmacologiche ha un forte impatto sociale ed economico. Ne parliamo con Federico Spandonaro in occasione della presentazione di ‘Impazienti Cronici’, la prima web serie realizzata dal Gruppo Servier in Italia che ha l'obiettivo di sensibilizzare sull'importanza dell'aderenza alle cure per controllare e convivere con patologie croniche, come quelle cardiometaboliche.

    La semplificazione del trattamento per favorire l’aderenza terapeutica nell’anziano

    La semplificazione del trattamento per favorire l’aderenza terapeutica nell’anziano
    L’aderenza terapeutica, oggetto di un recente simposio, assume particolare rilevanza nel trattamento delle malattie croniche che si riscontrano con elevata frequenza nel paziente anziano. Diventa importante, in questa popolazione, la semplificazione della terapia, proprio allo scopo di favorire l’assunzione regolare dei farmaci e l’osservanza dei consigli terapeutici anche non farmacologici.
    Affronta queste tematiche il prof. Giambattista Desideri, direttore Unità Operativa Complessa Geriatria, Lungodegenza geriatrica e Scuola di Specializzazione in Geriatria dell’Università degli Studi dell’Aquila.

    Quali sono le ragioni alla base della mancata aderenza terapeutica in medicina generale?

    Quali sono le ragioni alla base della mancata aderenza terapeutica in medicina generale?
    La non aderenza terapeutica è un fenomeno che si osserva piuttosto spesso nella pratica del medico di medicina generale, il cui compito è quello di comprendere - e far comprendere al paziente - quali sono le cause che producono un mancato rispetto delle regole dei trattamenti e delle terapie.
    Ce ne parla il dr. Claudio Cricelli, presidente della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie).

    Come può manifestarsi la non aderenza al trattamento e quali rimedi si possono adottare

    Come può manifestarsi la non aderenza al trattamento e quali rimedi si possono adottare
    L’aderenza terapeutica, tema al centro di un recente simposio, rappresenta uno dei cardini dei processi di cura, in quanto la peggiore terapia consiste nel non attenersi alla prescrizione. Ciò può manifestarsi in vari modi: non assumendo del tutto il farmaco, non attenendosi ai dosaggi consigliati, saltando qualche pillola o, specie nelle malattie croniche, non mantenendo la persistenza della terapia nel tempo. Di recente, però, si stanno sviluppando vari metodi che aiutano a ricordare l’assunzione dei farmaci e semplificano la terapia, riducendo il numero delle pillole.
    Tutte queste tematiche sono affrontate dal prof. Massimo Volpe, direttore della Cattedra e dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’Università di Roma ‘Sapienza’ – Ospedale S. Andrea.