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    banchecentrali

    Explore "banchecentrali" with insightful episodes like "11.03.24 Dati Macro della settimana. L'appuntamento del lunedì", "Aggiornamento mensile di mercato", "Ep 73 - Inflazione in calo e banche centrali, quali conseguenze sui mercati", "Aggiornamento mensile di mercato" and "Aggiornamento mensile di mercato" from podcasts like ""Dove vanno i mercati - Dati Macroeconomici", "Robeco Italia", "Debito, Inflazione, Tassi e Mercati.", "Robeco Italia" and "Robeco Italia"" and more!

    Episodes (60)

    Aggiornamento mensile di mercato

    Aggiornamento mensile di mercato

    Il Monthly Outlook illustra le aspettative per il mercato nel mese in corso.
    Al suo interno viene descritto l’approccio verso i mercati e l’impatto sulle strategie Robeco. In particolare, vengono analizzati il contesto economico dei mercati sviluppati e di quelli emergenti, e le prossime mosse delle banche. Ascolta qui il podcast completo.

    Aggiornamento mensile di mercato

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    Il Monthly Outlook illustra le aspettative per il mercato nel mese in corso.
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    Robeco Italia
    itSeptember 19, 2023

    27.08.23 Nessun crollo in vista nel breve

    27.08.23 Nessun crollo in vista nel breve
    Le aspettative di Jackson Hole e il futuro dei mercati finanziari

    La settimana scorsa è stata caratterizzata dalle aspettative di Jackson Hole, le aspettative di una riunione nella quale avrebbero parlato i banchieri centrali, quindi Powell e Lagarde; in effetti hanno parlato e, a mio parere, non c'è stato nulla di nuovo, hanno confermato la loro politica, la loro strategia e la loro modalità operativa, quindi i tassi continuano a mantenersi elevati, non si abbasseranno, l'inflazione resta alta, l'obiettivo è il 2%.
    I salari, diceva Powell, restano decisamente alti e sappiamo che l'obiettivo della Fed e delle banche centrali resta sempre il 2% e una caduta dei salari. É ciò che ritengono necessario per l'abbassamento dell'inflazione, quindi prossimamente guarderanno sempre di più i dati, saranno cauti. Questo ha portato ad avere aspettative di mercato, giusto o sbagliate che siano, in percentuali molto elevate, circa l'80% degli analisti pensa che la prossima riunione delle banche centrali porterà ad un nulla di fatto.
    Ci si aspetta un rialzo dei tassi nei prossimi mesi, probabilmente entro novembre dello 0,25, ma ci si attende una fermata a settembre. Questo cosa comporta?
    Comporta che evidentemente l'azionario sarà ancora da preferire, nonostante le difficoltà economiche, nonostante gli utili quest'anno tendano a un aumento pari a zero, e non sarà ancora l'obbligazionario a ripartire, ma l'azionario. L'azionario dovrebbe essere il comparto nel quale si concentrerà la liquidità e l'operatività dei vari operatori finanziari, questa è la situazione.
    Uno scenario che resta ancora ambiguo, che resta difficoltoso perché comunque i dati macroeconomici sono negativi in Europa, e in America l'economia è resiliente, anche se con tante contraddizioni, con un misto di alcuni elementi decisamente negativi ed altri che misurano una forte tenuta. Come hanno detto più volte negli ultimi mesi i banchieri centrali, si guardano i dati, si avanza un passo alla volta, si guarda giorno per giorno quella che è l'evoluzione, siamo in territori inesplorati con l'aggiunta di una difficoltà dell'economia cinese le cui conseguenze commerciali e finanziarie a livello mondiale saranno da scoprire; così come le ultime decisioni di allargamento dei BRICS a molti paesi che comunque prima erano, perlomeno alcuni di loro, collegati all'Occidente.
    Ci sono tante variabili sui mercati e nel mondo anche a livello geopolitico che costrigono ad attendere gli accadimenti nel futuro. Allo stato attuale non si vede un forte crollo dell'economia e non si vede un forte crollo nell'imminente dei mercati azionari.

    31.07.23 Rischio stagflazione nei prossimi mesi

    31.07.23 Rischio stagflazione nei prossimi mesi
    Le banche centrali decidono sull'aumento dei tassi di interesse: rischio di stagflazione e dalle banche shock finanziario imminente .

    La BCE e la Fed, la settimana scorsa, hanno deciso sui tassi di interesse e hanno deciso per un aumento dello 0,25%, esattamente tutto come previsto, come si aspettava il mercato.

    Potevano essere importanti le conferenze stampa, ma anche in questo caso c'è stata abbastanza ambiguità da parte della Fed, o meglio è stata una conferenza stampa attendista che ha lasciato aperte le porte per qualsiasi cosa.

    Più o meno ha fatto la stessa cosa la Lagarde, anche se ha precisato che assolutamente non si abbasseranno i tassi e che si guarderanno sempre i dati. Questo è il fil rouge delle banche centrali. Qualsiasi pausa non sarà definitiva, ma semplicemente sarà un qualcosa dettato dal momento e dai dati che usciranno.

    Quindi, le previsioni in effetti, non sono ottimistiche per l'economia, c'è un forte rischio e una forte paura per una ripresa dell'inflazione, dovuto a un nuovo aumento del petrolio, grazie a un'economia statunitense che sta tenendo molto bene e a un'economia cinese, asiatica che ci si aspetta comunque in crescita nei prossimi mesi. Questo sta portando a rialzo alcune materie prime, quindi il rischio che si possa entrare in un periodo di stagflazione, dove ci si aspetta la recessione per l'autunno, a fine anno e inizio del 2024 e un'inflazione che riprende vigore, è uno dei maggiori problemi che porta poi alle conseguenze di decisioni molto difficili da parte delle banche centrali. Questa è la situazione attuale, si rivela che la lotta all'inflazione è sempre dura perché come avevo detto più volte, quando si è fatta uscire dalla gabbia è molto difficile poi farla rientrare, ci possono essere degli avvicinamenti a quanto si vorrebbe e al recinto, ma poi farla rientrare realmente è un'altra cosa, quindi questo è il problema attuale. Problema che abbiamo su tutto il mercato, una contraddizione di vari elementi che comprendono gli errori fatti nel passato, i tassi a zero, la stampa di moneta esagerata, il debito fuori da ogni controllo, hanno portato a queste conseguenze di un'economia che comunque non può essere un traino forte e potente in questo momento e dall'altra parte un'inflazione che continua a esercitare le sue pressioni e a colpire soprattutto le fasce più deboli.

    Quello che hanno detto anche a livello bancario, le stesse categorie sindacali, le associazioni è che si prevede uno shock finanziario perché i tassi, che restano elevati, porteranno grossi problemi sui mutui e sulla capacità di pagare le rate corrispondenti. Ripetiamo sempre che si è fatto passare sotto silenzio il fatto che 15 miliardi di rate non vengono pagate. A mio parere non verranno pagate nemmeno nei prossimi mesi, ma anzi aumenterano con tutte le conseguenze del caso che avremo.

    Sui mercati abbiamo ancora una buona ripresa, una buona tendenza al rialzo, nonostante il calo degli utili sia stato del 7,3%, ma questo non è abbastanza a causa del fatto che la liquidità è ancora enorme sui mercati, non esiste ancora una vera alternativa alle gestioni obbligazionarie, quindi si riversa ancora tutto nel mercato azionario.

    Staremo a vedere poi come verrà risolto in autunno questo problema di possibile stagflazione e come saranno i dati sull'economia.

    Oggi è uscito quello italiano e il PIL italiano è in negativo nel secondo trimestre, in contraddizione a quanto dicevano le autorità di ogni tipo e in linea con quanto si percepiva girando semplicemente per strada, andando nelle aziende e sentendo il polso di chi lavora sul mercato vero.

    17.07.23 L'inflazone core resiste e i tassi resteranno alti

    17.07.23 L'inflazone core resiste e i tassi resteranno alti
    L'inflazione e l'aumento dei tassi: la situazione attuale negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile.

    L'inflazione è scesa al 3% la settimana scorsa negli Stati Uniti, meglio delle aspettative, ma in effetti come al solito è soprattutto l'inflazione di base che è scesa, l'inflazione delle materie prime, ma l'inflazione core resta vicina al 5%, quindi ancora abbastanza alta e questo fa pensare che la Fed continuerà ad alzare i tassi ancora dello 0,25% a luglio, ma potrebbe alzarli ancora anche a settembre.

    Stessa cosa si può dire in Europa, in Europa non siamo al 3%, l'inflazione però sta calando, c'è il caso Spagna dove l'inflazione è scesa all'1,9% e negli altri paesi dove resta un po' più alta, in Italia oggi è uscita al 6,4%, anche in questo caso per quanto scende un po' l'inflazione core resta abbastanza alta e anche per l'Unione Europea ci si aspetta che la BCE alzi i tassi dello 0,25% la settimana prossima, BCE che poi probabilmente continuerà ad alzarli certamente anche a settembre e poi si vedrà.

    C'è sempre una comunicazione da parte del mercato che può essere fuorviante e cioè il fatto che ci si possa aspettare non solo una fermata, ma poi una diminuzione dei tassi. Quello che ci insegna il passato è che questo non è possibile, non è possibile a meno che non ci sia uno shock forte perché ha dimostrato l'inflazione di altri tempi che ogni qualvolta si è eccessivamente anticipato l'abbassamento dei tassi l'inflazione si è ripresa e successivamente è stato molto più difficile poi riuscire ad abbatterla.

    Questo avviene sempre, normalmente quando inizia ad abbassarsi l'inflazione è il momento in cui si deve tenere duro, continuare se non ad aumentare i tassi in base al livello che si è raggiunto, ma perlomeno si deve continuare a mantenere alto il tasso, a non abbassarli assolutamente finché non si è sconfitta definitivamente l'inflazione. Finché continua a muoversi, non si è stabilizzata al basso significa che è ancora da combattere.

    L'esempio è appena stato dato dal Brasile che probabilmente sarà il primo paese ad abbassare i tassi, con tassi al 13,75%, un'inflazione che dal 12% è stata portata attualmente al 3%. Vedremo se li abbasserà subito o si aspetterà che si arrivi a quel fatidico 2% di inflazione. Però il Brasile è l'esempio che nonostante l'abbassamento al 7, 6%, poi al 5% dove si era un po' stabilizzata l'inflazione, ha avuto la forza la Banca centrale brasiliana di non abbassare i tassi, continuare a tenerli alti e attendere l'abbassamento ulteriore dell'inflazione. Questo lo stiamo vedendo da un anno, è dall'aprile del 2022, anzi dal maggio 2022 che il Brasile ha i tassi al 13,75% e che nonostante l'abbassamento del livello di inflazione, ad oggi abbia ancora il 13,75% di tassi, quindi un anno e due mesi e stiamo andando verso il 3° ad agosto.

    Questo dà l'idea di come devono perdurare per un periodo abbastanza lungo i tassi elevati per combattere realmente l'inflazione, questo è quindi quello che ci aspetta anche in futuro, non bisogna farsi eccessive illusioni ed ecco perché è prevista per fine anno e inizio dell'anno prossimo la recessione un po' ormai da tutti, poi vedremo se sarà soft, hard o che altro, però questa è la situazione attuale.

    31.05.23 Inflazione, rallentamento e borse

    31.05.23 Inflazione, rallentamento e borse
    L'inflazione continua ad essere elevata e potrebbe esserci un nuovo aumento dei tassi a giugno
    l'inflazione continua a essere, nonostante il rallentamento, ancora abbastanza elevate, per questi motivi che gli esponenti delle banche centrali soprattutto della Fed hanno dichiarato che non ci si può fermare adesso, quindi l'eventuale pausa che tutti aspettavano nel rialzo dei tassi è sempre più difficile che possa avvenire a giugno, quindi fra 15 giorni potremmo avere un nuovo aumento di 0,25% circa dei tassi, questo perché l'inflazione permane, i tassi reali sono ancora negativi e l'inflazione non sta scendendo come speravano e come ci si aspettava, quindi in questo momento bisogna resistere.

    Aggiornamento mensile di mercato

    Aggiornamento mensile di mercato

    Il Monthly Outlook illustra le aspettative per il mercato nel mese in corso.
    Al suo interno viene descritto l’approccio verso i mercati e l’impatto sulle strategie Robeco. In particolare, vengono analizzati il contesto economico dei mercati sviluppati e di quelli emergenti, e le prossime mosse delle banche.

    5mf_133_gamma squeeze

    5mf_133_gamma squeeze
    Le recenti iniezioni di liquidità a sostegno del settore bancario statunitense e le linee di swap in dollari attivate dalle banche centrali occidentali potrebbero avere effetti positivi sull'andamento delle borse? Potremmo assistere ad uno gamma squeeze, sebbene il condizionale sia d'obbligo visto che non si tratta di vero quantitative easing. I prossimi giorni ce lo riveleranno.

    13.03.23 ANCORA MANIPOLAZIONI DALLE BANCHE CENTRALI

    13.03.23 ANCORA MANIPOLAZIONI DALLE BANCHE CENTRALI
    Ancora una volta le banche centrali intervengono e manipolano i mercati creando la solita situazione contraria ad un mercato libero nel quale esiste chi esagera viene espulso dal mercato e chi opera bene viene premiato. SVB banca è fallita e la Fed nella notte interviene per salvare tutti i depositi bancari e non solo quelli garantiti; significa nuova stampa di moneta , nuova immissione di liquidità. A ruota segue Signature bank che si trova nella stessa situazione e, forse, chissà, quante altre...

    Qualcuno dice, dato che i prelievi che hanno fatto precipitare la situazione sono stati fatti dagli sitituzionali, che hanno voluto costringere la fed a stravolgere la sua politica. Quindi, inflazione libera, basta aumento dei tassi e nuova immissione di liquidità. Esattamente il contrario della politica attuale. Se così sarà, continuerà la bolla iniziata nel 2008 e quando si cadrà lo si farà da un'altezza maggiore e farà più male.

    Aggiornamento mensile di mercato

    Aggiornamento mensile di mercato

    È stato un mese difficile per gli asset rischiosi. Per quanto riguarda le azioni, la nostra inclinazione regionale verso i mercati emergenti, a scapito dell'azionario statunitense, non ha dato i risultati sperati, in quanto i mercati emergenti hanno faticato molto nel corso del mese. A nostro avviso, l'interesse per i mercati emergenti rimane comunque valido...

    Ascolta qui il podcast completo.

    20.02.23 I DUBBI DEI MERCATI

    20.02.23 I DUBBI DEI MERCATI
    I mercati si sono fermati e sono in fase di attesa. Attendono di verificare cosa sta succedendo e quali siano le intenzioni delle banche centrali alle quali non hanno creduto fino ad oggi. Il problema è che i dati iniziano a dar ragione a quanto dichiarato da sempre, da Fed e Bce.
    Facile che si attenda marzo per verificare nuovi dati e, soprattutto, le decisioni che prenderanno le banche centrali nelle prossime riunioni....

    Aggiornamento mensile di mercato

    Aggiornamento mensile di mercato

    L’anno si è aperto sulla scia di un generale miglioramento delle prospettive economiche: abbiamo iniziato a vedere un calo delle pressioni inflazionistiche, mentre l'attività economica reale è sembrata in ripresa, riducendo le preoccupazioni sulla prospettiva di una recessione imminente e sulla sua potenziale profondità

    Ascolta qui il podcast completo.

    06.02.23 I DATI SMENTISCONO I MERCATI

    06.02.23 I DATI SMENTISCONO I MERCATI
    Grande euforia dopo le banche centrali da parte di un mercato che vuole essere positivo a tutti i costi guardando sempre al bicchiere mezzo pieno. Ma c'è anche l'altra faccia della medaglia che si è evidenziata nel giorno successivo: i salari sono aumentati, i sussidi di disoccupazione sono diminuiti e la disoccupazione raggiunge il punto minimo al 3,4%. Esattamente tutto ciò che non vuole la FED ed esattamente il contrario di ciò che dovrebbe essere per avere un'inflazione che si riduce e tassi che non vengono più aumentati. Ecco perchè le borse cedono terreno e hanno dei ripensamenti.