belluno

Questa è la storia di Don Giuseppe Terza.
Nel 1802 non è ben noto quello che successe sulla Marmolada. Non si sa come, dove e quando. Quello che invece ben si conosce è che un uomo non fece più ritorno in una giornata d’estate.

Scritto e registrato da Sebastiano Frollo
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"Questo è il mio testamento. Il testamento di una donna autentica, da voi definita strega, per non
aver obbedito alle leggi del pregiudizio, dell’ignoranza e della sottomissione.
Il testamento di una donna che ha conosciuto quel fuoco che mai a voi sarà concesso.
A breve, brandelli di nere farfalle incandescenti raggiungeranno il blu della notte sovrastante; lì si
trasformeranno in stelle. Io diverrò stella: puntino di luce, di calore; di fuoco. Perciò ogni volta che
alzerete gli occhi al cielo io sarò lì, come monito.
Il fuoco dona e il fuoco toglie."

Scritto e registrato da Paola Zambelli
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We have arrived at the ninth episode of EcoSveglia! Today we turn our attention to an unfortunately widespread issue that causes much confusion and harm: climate denialism. We look for answers to understand where these approaches originate, how they develop, why they manage to make such a dent in our imagination, and how we can fight them.

In the eighth episode of EcoSveglia we focus on the topic of water: how scarce it is, how essential, how precious, how dangerous--and how it plays a key role in the climate crisis.

Alla fine del 1700, i costruttori di sedie - i "careghete" - avevano appena inventato un lavoro. Erano artigiani che giravano l’Europa e l’Italia proponendo sedie fatte a mano.
Il mestiere del “caregheta” rappresentava una valida alternativa al duro lavoro in miniera o ad un'emigrazione definitiva dalle terre alte, in particolar modo da quelle a ridosso della Valle del Mis. Essere “careghete” significava “far fagot”; gli uomini si mettevano in marcia con lo stretto necessario, girovagando in cerca di lavoro. Oltre al compenso, il committente garantiva vitto e alloggio.
Come letto si usava la paglia, la cuscineria era fatta da giacche e indumenti.
Storie e memorie da conservare, come ci spiega Oriano Marcon: uno degli ultimi seggiolai.


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The effects of extreme weather events - which will be increasingly frequent and intense due to climate change - have very different consequences depending on where they take place. The climate crisis and related problems affect those living in low- and middle-income countries the most. We elaborate on this today in the seventh episode of EcoSveglia.

How can we mitigate and adapt to extreme weather events that will be increasingly impactful? Today we focus on the concepts of mitigation and adaptation based on reports from the IPCC, the intergovernmental body that studies causes and effects of global warming and describes the state of the global climate.

Surely you’ve heard of recycling as a great solution to environmental problems. News flash: it's not! We will not recycle our way out of the climate crisis. We need to do much more than that! Find out all about the real solutions, beyond recycling, on the fifth episode of EcoSveglia.

Detener el calentamiento global y promover la justicia climática requerirá la participación activa de los ciudadanos, ya sea a través de la política o del activismo. Explorando casos prácticos comprenderemos cómo la participación de una ciudadanía activa y solidaria puede realmente marcar la diferencia.

¡Hemos llegado a la novena entrega de EcoSveglia! Hoy nos centramos en un tema desgraciadamente muy extendido que causa mucha confusión y mucho daño: el negacionismo climático. Buscamos respuestas para entender dónde se originan, cómo se desarrollan, cómo consiguen hacer tanta mella en nuestro imaginario y cómo podemos combatirlos.

Los efectos de los fenómenos meteorológicos extremos - que serán cada vez más frecuentes e intensos debido al cambio climático - tienen consecuencias muy diferentes según el lugar donde se producen. La crisis climática afecta más a quienes viven en países con menos recursos económicos. Hoy profundizamos en ello en la séptima entrega de EcoSveglia.

¿Cómo podemos mitigar y adaptarnos a los fenómenos meteorológicos extremos que tendrán cada vez más repercusiones? Hoy nos centramos en los conceptos de mitigación y adaptación basándonos en los informes del IPCC, el organismo intergubernamental que estudia las causas y efectos del calentamiento global y describe el estado del clima mundial.

Seguro que han oído hablar del reciclaje como una gran solución a los problemas medioambientales. Noticia de última hora: ¡no lo es! No vamos a salir de la crisis climática reciclando. Tenemos que hacer mucho más que eso. Descúbrelo todo sobre las verdaderas soluciones, más allá del reciclaje, en el quinto episodio de EcoSveglia.

Una economía de bajas emisiones de carbono (lo que debemos conseguir cuanto antes) está directamente relacionada a una economía más local. En la cuarta entrega de EcoSveglia lo aprendemos todo sobre el gran potencial de las economías locales.

¿Has oído hablar alguna vez de la pobreza energética? Ocurre cuando las facturas de energía eléctrica representan un alto porcentaje de los ingresos familiares, lo que afecta a la capacidad de las personas para cubrir sus gastos. Es uno de los muchos retos que plantea la crisis climática. Hoy hablamos de ello en el tercer episodio de EcoSveglia.

Dependiendo del estilo de vida, las emisiones del transporte pueden constituir la mayor parte de la huella de carbono de un individuo. Hoy profundizamos en el tema del transporte en la segunda entrega de la segunda temporada de EcoSveglia.

11 novembre.
Un giorno particolare per Belluno, ma non solo. Si festeggia il Santo Patrono: San Martino. L'occasione ha voluto che Paola Zambelli proponesse la lettura di un suo testo a Chiara, la voce di questo episodio. Una puntata destinata a chiunque abbia voglia di tornare un po' indietro negli anni e a chi, invece, ne ha ancora pochi.
Grazie a Paola, Chiara e a sua mamma Michela per averci concesso questa opportunità.

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È il 18 ottobre 1936. Sono le 4:10 del mattino. Nel nordest italiano la terra comincia a muoversi. La scossa è sempre più intensa. La terra, quella notte, trema. Quasi ruggisce. Sveglia chi dorme. Nessun uomo, nessuna donna, nessun bambino o bambina si addormenterà più prima dell’alba. Corrono fuori di casa. La nonna quasi strappa la vestaglia alla nipote nella fretta, il vicino fà fianco fa uscire le bestie, i neonati protetti dai corpi dei genitori strillano. L’obiettivo è univoco, per tutte e per tutti: la porta di casa. Raggiungono le strade, le piazze, i vicoli.Da Puos d’Alpago e Cornei fino a Belluno, giù nel trevigiano per sconfinare in Friuli – quella notte – ne ricorda una di 63 anni prima. È ancora buio ma i lampioni illuminano l’intonaco. Le crepe corrono verso i tetti dove le tegole sussultano. Poi cadono. Alcune da sole. Altre insieme a ciò che le sostiene.Al confine orientale tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è tornato un terremoto. Nell’aria si alzano le polveri delle macerie. Gli animali lo hanno percepito in anticipo e si dimenano nelle stalle. Alcune vacche, quella mattina, vengono munte in ritardo. La terra trema e fa paura, tanta paura.

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Annamaria Canepa di https://www.tramedistoria.it

Incuriositi dalla sua tesi di laurea “La fucina Del Favero a Perarolo di Cadore. Proposta di musealizzazione del sito” ci siamo fatti raccontare dell’ultimo grande fabbro del paese. All’epoca Perarolo di Cadore era un riferimento commerciale e strategico, oggi invece segue il lento abbandono Cadorino. Dietro questo avamposto, un tempo patria di segantini, menadas, segherie, osterie, fabbri, mercanti e ricche famiglie, ci sono storie incredibili. Una di queste è quella di Anselmo Del Favero, un fabbro minuzioso, capace di adattarsi a un contesto socioeconomico in progressivo declino.

“C'era un po’ un mito in paese che raccontava di questa persona. Me lo ricordo anch'io, come era il suo aspetto e come si presentava. Io da piccola - però - non ho memoria della sua fucina. Anselmo Del Favero ci ha lavorato fino al 1987, quindi avrei potuto vederlo da bambina, avrei potuto vederlo ancora in attività, ma non ho ricordi precisi di quegli anni. Quindi quando ho aperto le porte non mi aspettavo quello che ho trovato. Ho trovato una quantità di materiale indescrivibile, c'era di tutto e di più”


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