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    eugenetica

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    Episodes (11)

    Vietato mostrare in tv down felici

    Vietato mostrare in tv down felici
    VIDEO: Cara futura mamma ➜ https://www.youtube.com/watch?v=xNndLBZpToc&list=PLolpIV2TSebVzYmc5B11R08Qd2ib0ZEgL

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7147

    VIETATO MOSTRARE IN TV DOWN FELICI di Luca Volontè
    Bimbi e adulti affetti dalla Sindrome di Down non possono sorridere, né apparire felici quando lo sono. Ovvero: ecco come l'eugenetica radicale è dottrina dello Stato francese, condivisa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu). Progressivamente da almeno un ventennio, l'intero continente europeo si burla e calpesta la dignità umana e mistifica, solo nell'interesse delle lobby di potere, il concetto di diversità.
    Però, ciò che è accaduto in Francia e, successivamente assecondato con un gesto di pavida compiacenza dalla Corte di Strasburgo, supera di gran lunga ogni prevedibile malignità. Il caso su cui la Cedu ha rifiutato di discutere lo scorso 1° settembre e, in questo modo, dato ragione al Governo francese, riguarda un video breve, "Dear Future Mom". Il video prodotto dai sostenitori dei bimbi affetti da sindrome di Down in collaborazione con la Fondazione Jérôme Lejeune, uno dei principali centri mondiali di ricerca e assistenza per le persone con sindrome di Down.
    Le immagini incriminate iniziano citando un'e-mail di una madre incinta, in cerca di consigli: "Aspetto un bambino. Ho scoperto che ha la sindrome di Down. Ho paura: che tipo di vita avrà il mio bambino?". Seguono i messaggi di 15 adulti e bambini con sindrome di Down che, in diverse lingue, sereni e sorridenti, rassicurano la madre preoccupata: la vita con la sindrome di Down può essere felice e appagante.
    Nel 2014, l'autorità radiotelevisiva francese, sotto il "regno" del presidente socialista François Hollande, aveva emesso un avvertimento di allarme, sostenendo che il video "disturbava la coscienza delle donne che, in conformità con la legge, avevano fatto scelte di vita personali diverse". Ai tre canali televisivi che avevano trasmesso il video era stata inviata una lettera in cui si intimava loro di non trasmetterlo più nelle fasce orarie riservate ai "messaggi di interesse generale", con conseguente ordine di censura effettiva.

    MILIONI DI VISUALIZZAZIONI
    Sconcertati, i promotori del video e la Fondazione Lejeune si erano rivolti ai canali televisivi per trasmettere nuovamente il video, senza ottenere risposta positiva. In poche parole, i bimbi Down non dovevano essere felici e se lo erano, e la loro vita lo dimostrava, non avrebbero dovuto comunque farlo sapere alle future mamme che, si presumeva, era preferibile che abortissero. Paradossalmente, il video aveva ottenuto diversi riconoscimenti (2 Leoni d'oro e 2 d'argento) al Festival Internazionale della Creatività di Cannes e dall'Art Directors Club of Europe ed è stato ampiamente condiviso in tutto il mondo dal 2014 ad oggi. Solo su YouTube è stato visualizzato oltre 8,4 milioni di volte.
    La Fondazione Lejeune aveva dunque contestato la lettera di censura dell'autorità francese, ma "i tribunali transalpini non avevano riscontrato alcun errore di diritto nel parere dell'autorità", perciò si era deciso di presentare il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, e di farsi rappresentare da ADF International. Nel ritenere irricevibile il ricorso, la Corte non ha riscontrato una violazione del diritto alla libertà di espressione della Fondazione.
    Questa sentenza è arrivata nonostante il fatto che lo stesso governo francese avesse riconosciuto, sia nel procedimento nazionale (2014-2017) che davanti alla Corte durante il 2022, che la lettera dell'autorità radiotelevisiva aveva impropriamente "influenzato in modo significativo il comportamento dei canali televisivi, invitandoli a evitare la futura trasmissione del messaggio in questione".
    Più in particolare, si spiega nella nota dettagliata sul caso di Adf International, la Corte ha stabilito che la Fondazione Lejeune non può affermare di essere una "vittima", ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, perché il video sulla sindrome di Down era stato trasmesso più volte prima dell'intervento dell'autorità francese. Inoltre, la Corte non ha trovato prove sufficienti di un legame diretto tra la lettera inviata dall'autorità radiotelevisiva e il successivo rifiuto del canale televisivo di trasmettere il film.

    XXI SECOLO: NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
    Una minaccia di censura, che ha prodotto l'esito chiaro e univoco dell'autocensura, non è una chiara 'correlazione' tra la lettera e il conseguente comportamento? La decisione della Corte, di dichiarare irricevibile la giusta denuncia della Fondazione Lejeune, invia un doppio segnale ai governi europei: in primis, essi possono esercitare pressioni, direttamente o per interposta istituzione, per mettere a tacere le voci delle persone con sindrome di Down nella sfera pubblica. Inoltre, con la marcatamente pavida decisione, la Corte autorizza i governi ad agire, direttamente o indirettamente, con censure nei confronti di chiunque possa in qualche misura indurre gli utenti a riflettere sulle ragioni della vita umana e sulle prospettive di vita felice per i bimbi diversamente abili.
    "Questa decisione è deludente, ma anche molto rivelatrice del modo in cui il rispetto per i più vulnerabili viene trattato nei tribunali", ha dichiarato Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Lejeune. "Ciò contribuisce a creare una cultura della discriminazione, contro la quale dobbiamo opporci. I bambini e gli adulti con sindrome di Down meritano di essere ascoltati e visti nella società", ha dichiarato Jean-Paul Van De Walle, di Adf international. La decisione ha avuto una vasta eco (Le Figaro) e provocato un grande sconcerto in Francia, non solo tra i mass media cattolici (Famille Chretienne), ma anche sui siti di organizzazioni che si occupano di persone con handicap. Il XXI secolo avanza come il XX, guerra, anticristianesimo, epidemie e molte delle stesse ideologie totalitarie e mortali, in primis l'eugenetica pratica.

    Le ultime notizie sulla battaglia per la vita in America e nel resto del mondo

    Le ultime notizie sulla battaglia per la vita in America e nel resto del mondo
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7116

    LE ULTIME NOTIZIE SULLA BATTAGLIA PER LA VITA IN AMERICA E NEL RESTO DEL MONDO di Mauro Faverzani
    Meglio non farsi troppe illusioni: la battaglia per la Vita è solo all'inizio ed è ancora tutta da combattere. In questa fase particolarmente delicata a livello internazionale, non è certo il caso di dormire sugli allori o di accontentarsi di successi parziali. Perché, certo, anche lo Stato dell'Indiana ha varato una legge per limitare l'aborto, dopo la nota sentenza emanata dalla Corte Suprema americana. Ma non basta. La normativa, che entrerà in vigore il prossimo 15 settembre, prevede delle eccezioni quali stupro, incesto, anomalie del feto o pericolo di vita per la madre, purché entro la decima settimana dalla fecondazione. Nel Kansas, però, oltre il 60% degli elettori, chiamati a referendum, ha votato a favore dell'aborto legale, offrendo così un imprevisto assist ai Democratici in vista delle elezioni di midterm di novembre.
    Ed i Democratici non mollano... A partire dall'amministrazione Biden, che, senza fornire motivazioni - come evidenziato dal Texas Tribune -, ha deciso di negare al programma federale Medicaid l'estensione dei fondi da due a sei mesi per le neo-mamme, garantendo loro per tale periodo maggiore assistenza sanitaria, così da cercare di ridurre, tra l'altro, la mortalità materna. Washington ha preferito spingere piuttosto per il finanziamento dell'aborto. Una scelta, che il governatore del Texas, Greg Abbott, repubblicano, sarebbe intenzionato ad impugnare in tribunale. Da qui il suo ultimatum a Biden: o revoca la «misura inconcepibile o si prepari ad una battaglia». Da tener presente che il finanziamento pubblico dell'aborto è alquanto impopolare negli Stati Uniti: un sondaggio promosso lo scorso gennaio dall'Università Marist di Poughkeepsie, New York, ha confermato come il 73% degli americani non sia assolutamente d'accordo col fatto che, per uccidere i piccoli nel grembo materno, si utilizzino i soldi delle tasse.
    Intanto, in Australia l'eugenetica continua ad imperversare: le recenti statistiche condotte hanno evidenziato come vengano uccise con l'aborto più femmine che maschi. Quella che viene attuata è una vera e propria selezione, promossa convintamente per motivi sessuali, cercando di corrispondere così ai desideri delle giovani coppie, specie di quelle appartenenti alle comunità indiane e cinesi.
    Un fenomeno isolato, regionale? Assolutamente no. Fiorella Nash, nel suo libro The abolition of woman, già nel 2018 ha denunciato come nel mondo oltre 160 milioni di bambine siano state eliminate a causa dell'aborto selettivo del sesso; in India, secondo lo SPUC-Society for the Protection of Unborn Children, tra il 1987 ed il 2016 sarebbero state uccise nel grembo materno ben 13,5 milioni di femmine. Anche nel Regno Unito un'inchiesta condotta dal quotidiano The Independent ha rivelato come l'aborto selettivo abbia ridotto la popolazione femminile, specie tra le comunità delle minoranze etniche, di una cifra compresa tra le 1.500 e le 4.700 unità. Numeri sconcertanti, numeri che rivelano come in certi ambienti si abbia e si promuova una concezione della famiglia ormai disumana.
    Ciò non induca ovviamente a perdere la speranza, tutt'altro: la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti ha aperto una nuova stagione pro-life ancora tutta da scrivere. E le buone notizie non mancano anche altrove, come a Porto Rico, dove il disegno di legge n. 693 si ripropone di vietare l'aborto almeno dopo la 22ma settimana, anziché, come prima, considerarlo legale per l'intera durata della gravidanza. Il testo normativo è già stato approvato dal Senato di Porto Rico con 16 sì, 9 no, un'astensione ed un assente, prima di essere trasmesso alla Camera dei Rappresentanti.
    Insomma, i germi di speranza ci sono, quanto avviene Oltreoceano dimostra anche come cancellare l'aborto sia tutt'altro che impossibile, ma proprio per questo è tempo di rimboccarsi le maniche e di combattere la Buona Battaglia per la Vita.

    Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Mauro Faverzani, nell'articolo seguente dal titolo "Prima marcia in India, in Usa pro-choice all'attacco" parla della situazione in India e negli Stati Uniti d'America.
    Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera il 15 agosto 2022:
    Cominciamo dalle buone notizie: in India, a Nuova Delhi per la precisione, lo scorso 10 agosto si è svolta con successo la prima marcia nazionale per la Vita, partecipatissima e guidata dai vescovi cattolici di rito latino occidentale e di rito siro-malabarese orientale: il programma prevedeva un tragitto di 2,5 chilometri, percorsi in preghiera ed in modo raccolto lungo le vie della capitale.
    Nel corso del rilevante evento sono stati ricordati i milioni di bambini uccisi nel Paese negli ultimi cinquant'anni, 51 per la precisione, da quando cioè è stata introdotta la legge che ha malauguratamente legalizzato l'aborto, legge risalente per l'appunto al 1971. L'arcivescovo di rito siro-malabarese Kuriakose Bharanikulangara della Diocesi di Faridabad ha evidenziato come ogni anno in India siano stati compiuti circa 15,6 milioni di aborti, per giungere oggi ad un tragico totale di circa 800 milioni di bambini uccisi nel grembo materno: un'ecatombe...
    Era presente alla grande marcia anche il vescovo Deepak Valerian Tauro, ausiliario dell'arcidiocesi di Delhi e presidente della Commissione per la Vita. Per i bimbi abortiti le campane sono suonate a morto dopo la S. Messa celebrata nella cattedrale, Messa che ha concluso ufficialmente la marcia.
    Purtroppo però alle buone notizie fan da contrappeso anche questa volta le cattive: nello Utah un giudice, Andrew Stone, recependo le proteste della multinazionale dell'aborto Planned Parenthood, non ha esitato ad infischiarsene della decisione, con cui la Corte Suprema americana ha rovesciato la sentenza Roe contro Wade ed ha restituito ai singoli Stati la possibilità di legiferare in materia: pertanto, il giudice ha bloccato in via preliminare l'entrata in vigore della normativa pro-life. Contro l'arroganza di tale veto il procuratore generale, Sean Reyes, si è detto pronto a battersi con fermezza in tribunale per far rispettare una legge, che intende tutelare la vita dei bambini non ancora nati. A suo giudizio, «la corte distrettuale ha abusato della propria discrezionalità» e la sua sentenza dovrebbe essere pertanto annullata.
    Lo Utah è stato uno dei primi Stati a vietare l'aborto dopo la citata sentenza della Corte Suprema, varando una legge pro-life regolarmente firmata dal governatore repubblicano Gary Herbert ed ora in vigore. Tale normativa, che proibisce l'aborto, pone peraltro anche alcune eccezioni come quella relativa ai casi di stupro, di incesto, l'eventuale disabilità del figlio o una situazione di pericolo per la vita della madre. Non solo: a breve, sempre nello Utah, dovrebbe entrare in vigore ed avere pieno effetto anche una seconda legge, la Down Syndrome Abortion Non-Discrimination Act, firmata sempre dal governatore Herbert, con cui si vieta di abortire i bimbi affetti da sindrome di Down.
    Dal pubblico al privato, la lotta per la vita non conosce tregua: secondo quanto riferito dall'agenzia francese Médias-Presse-Info, negli Stati Uniti alcune grandi aziende come Amazon e la Apple, sempre dopo la sentenza della Corte Suprema, si sarebbero immediatamente rese disponibili a farsi carico di coprire tutte le spese alle proprie dipendenti, decise ad abortire ma che vivano in Stati ove ciò sia tornato illegale, per consentire loro di recarsi invece in altri ove sia ancora permesso. Tutto spesato, fino ad un tetto massimo di 4 mila dollari.
    Non si è fatta pertanto attendere la risposta di diverse sigle pro-life, che hanno lanciato una riuscita campagna di sensibilizzazione via social, invitando tutti gli aderenti a postare una propria foto con un cartello, che recita: «Amazon e Apple, smettete di finanziare l'industria dell'aborto #BoycottAmazon».
    La battaglia per la Vita continua: quanto accaduto nelle poche settimane, in cui è entrata in vigore la sentenza della Corte Suprema americana, dimostra l'importanza di mantenersi informati e d'esser sempre ben desti e pronti a reagire a qualsiasi abuso compiuto, diversamente destinato a tradursi purtroppo in vite umane spezzate nel grembo materno.

    Funerali al marito della regina Elisabetta (che voleva reincarnarsi in un virus per uccidere gli uomini e preservare l'ambiente)

    Funerali al marito della regina Elisabetta (che voleva reincarnarsi in un virus per uccidere gli uomini e preservare l'ambiente)
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6545

    FUNERALI AL MARITO DELLA REGINA ELISABETTA (CHE VOLEVA REINCARNARSI IN UN VIRUS PER UCCIDERE GLI UOMINI E PRESERVARE L'AMBIENTE) di Patricia Gooding-Williams
    "Se mi potessi reincarnare, vorrei tornare come un virus mortale, per contribuire a risolvere il problema della sovrappopolazione". Questa frase del principe Filippo, il cui funerale viene celebrato oggi al Castello di Windsor, nel sud dell'Inghilterra, mette in luce un aspetto importante della sua vita che è stato ampiamente trascurato nelle commemorazioni dopo la sua morte avvenuta lo scorso 9 aprile.
    A differenza di alcune delle sue gaffe, questo non era uno di quei commenti improvvisati che hanno formato la sua reputazione. Al contrario, con questo egli esprimeva una profonda convinzione che ha determinato tutta la sua azione. La citazione, tratta da un'intervista del 1988 affidata a Deutsche Press-Agentur, si aggiunge ad altre numerose interviste e conferenze da lui tenute sul tema della conservazione. La salvaguardia dell'ambiente era un compito che aveva assunto con dedizione e invitava a fare altrettanto a tutti gli uomini di potere perché, per definizione, questi hanno un impatto diretto sul comportamento di chi è al di sotto di loro.
    Ma la frase sull'ipotetica reincarnazione, il fatto che il Duca di Edimburgo volesse tornare come virus mortale per "curare" il mondo dalla sua presunta malattia, la sovrappopolazione, uccidendo milioni di persone, creò un certo sbalordimento. Peraltro non ha mai chiarito se provasse qualcosa per l'immensa sofferenza che avrebbe inflitto a coloro che infettava.
    Tuttavia, il controllo della popolazione, come suggerisce il suo commento, non era l'obiettivo principale del principe Filippo, piuttosto era il mezzo per raggiungere un fine. La sua preoccupazione era preservare un ambiente sostenibile e, a suo avviso, la crescita incontrollata della popolazione era il cancro che, se non curato, alla fine avrebbe portato alla sua scomparsa. Vedeva la questione della crescita incontrollata della popolazione allo stesso modo impassibile con cui vedeva la necessità di abbattere gli animali per mantenere il delicato equilibrio della sostenibilità naturale. Il principe Filippo ha ben chiarito questa sua convinzione usando l'esempio del successo di un progetto delle Nazioni Unite negli anni '40 che ha eradicato la malaria in Sri Lanka. "Quello di cui le persone non si sono rese conto è che la malaria stava effettivamente controllando la crescita della popolazione. La conseguenza è stata che in circa 20 anni la popolazione è raddoppiata. Ora devono trovare qualcosa da far fare a tutte quelle persone e un modo per nutrirle".
    Filippo diceva sempre quello che aveva in mente e una volta che aveva preso una decisione, la portava fino in fondo. La sua posizione di consorte della regina del Regno Unito ha ovviamente moltiplicato le occasioni a sua disposizione per raggiungere un vasto pubblico; e il messaggio ambientalista che ha diffuso nel mondo è rimasto scolpito nella pietra. Fred Hauptfuhrer lo intervistò per People nel 1981, per un articolo intitolato "Le razze scomparse preoccupano il principe Filippo, ma non tanto quanto la sovrappopolazione".
    Alla domanda "quale considera la principale minaccia per l'ambiente?", il principe Filippo ha risposto: "La crescita della popolazione umana è probabilmente la più grave minaccia alla sopravvivenza a lungo termine. Sarebbe un grave disastro se non venisse frenata, non solo per il mondo naturale, ma per il mondo umano. Più persone ci sono, più risorse consumeranno, più inquinamento creeranno, più combatteranno. Non abbiamo alternative. Se il numero non è controllato volontariamente, sarà controllato involontariamente da un aumento delle malattie, della fame e della guerra ".
    Alla domanda: "Il controllo delle nascite fa parte della soluzione?" Il Duca ha risposto: "Sì, ma non puoi legiferare su questi problemi. Devi convincere le persone a capirne la necessità: le persone più importanti, quelle che hanno responsabilità e possono effettivamente fare qualcosa per risolvere il problema. Chi non ha responsabilità deve farlo perché è il destinatario. Devono accettare le misure".
    Fin dall'inizio, il principe Filippo era intenzionato a lasciare un segno. Ha fondato il World Wildlife Fund (WWF) nel 1961 e ne è stato presidente del Regno Unito dal 1961 al 1982, presidente internazionale dal 1981 e presidente emerito dal 1996. Ha contribuito a fondare l'Australian Conservation Foundation e nel 1963 è stato anche presidente della Zoological Society of London per due decenni, ed è stato nominato membro onorario nel 1977. [...]
    Chi poi dovesse disinnescare la bomba e prendere le decisioni concrete per garantire la sopravvivenza della specie, era una questione successiva. Subito dopo venne chi doveva disinnescare questa bomba e prendere le decisioni esecutive per garantire la sopravvivenza delle specie. Questa fu la sua risposta: "Non ho dubbi che l'UNFPA sia preoccupata per la conservazione della natura, e il WWF promuove la pianificazione familiare nei suoi progetti di conservazione. (...) Spero di aver chiarito che sia il controllo del numero della popolazione umana che la conservazione della natura si occupano a modo loro della salute e del benessere futuri del pianeta terra e di tutti i suoi abitanti viventi... I leader nel pensiero, nella politica e nell'amministrazione, [dovrebbero] iniziare ad affrontare i fatti e compiere seri sforzi per trovare i modi per risolvere la crisi".
    La bizzarra dichiarazione del principe Filippo, che è tornata di attualità dopo che Buckingham Palace ha annunciato la sua morte, ha ovviamente provocato nuovo stupore in questo tempo di pandemia e le sue osservazioni sono state collegate alle morti provocate dal COVID-19. Ma quello che molti non comprendono è che le politiche di controllo della popolazione praticate dalle agenzie delle Nazioni Unite, trovano le loro radici nel movimento eugenetico - diffuso nel Regno Unito e negli Stati Uniti - che era già una forza al momento della nascita del principe Filippo nel 1921. Si spera, una volta che sia venuta meno la narrazione politicamente corretta sull'eredità di Filippo, che qualcuno potrà ricostruire le verità omesse sulla sua figura.
    Fino ad allora, gli entusiasti del controllo della popolazione probabilmente incroceranno le dita nella speranza che il principe Filippo torni davvero come un virus orribile e li aiuti a finire il lavoro! Ma se dovesse deluderli, suo figlio Carlo e suo nipote William, futuro erede al trono, hanno ripreso il suo testimone e lo stanno già rendendo orgoglioso.

    Nota di BastaBugie: l'autrice del precedente articolo, Patricia Gooding-Williams, nell'articolo seguente dal titolo "Cliniche per il controllo delle nascite, 100 anni di eugenetica e razzismo" ricorda che cento anni fa Marie Stopes apriva a Londra la prima clinica per il controllo delle nascite, un'opera della Società Eugenetica. E l'influenza eugenetica a danno delle donne dura tuttora sotto gli slogan di "scelta" e "libertà".
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 marzo 2021:
    Esattamente cento anni fa, il 17 marzo 1921, fu inaugurata la prima clinica di pianificazione familiare della Gran Bretagna al 61 di Marlborough Road, Holloway, Londra. Le celebrazioni ufficiali del centenario indicano l'evento come uno dei più grandi successi umanitari del secolo scorso. Ma in realtà il valore di questo evento può essere compreso soltanto se si riconosce e si fanno i conti con il movimento eugenetico, che è stato la chiave per l'apertura della prima Mother's Clinic (questo era il nome ufficiale). Aprire un capitolo della storia britannica tanto vergognoso quanto doloroso potrebbe rovinare le celebrazioni, ma aprirebbe un dibattito oggi più che mai necessario su quale influenza ha avuto l'eugenetica sulle attuali pratiche di controllo della popolazione.
    Il movimento eugenetico è diventato potente in Gran Bretagna all'inizio del XX secolo. La sua missione era prendere il controllo della natalità e creare una razza superiore attraverso la procreazione selettiva. Il tasso di natalità complessivo della Gran Bretagna era in calo dal 1876, il problema per gli eugenisti era che la riduzione non era uniformemente distribuita tra tutte le classi sociali. Le persone più povere in Gran Bretagna erano le più prolifiche e questo implicava un "deterioramento nazionale" della razza, un disastro per le generazioni future e per l'impero britannico. La loro soluzione è stata quella di correggere lo squilibrio eliminando poveri, malati e disabili. L'introduzione della pianificazione familiare nel 1921 serviva a questo scopo.
    L'eugenetica, che significa "nascere bene", era considerata una scienza rispettabile dall'élite. Il movimento contava alcuni dei britannici più importanti e influenti di quell'epoca. Includevano: John Maynard Keynes, Bertrand Russell, [...] nonché membri senior dell'establishment politico come Winston Churchill [...] che divenne Primo Ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945 (durante la Seconda guerra mondiale) e di nuovo dal 1951 al 1955.
    Una lettera scritta da Winston Churchill nel 1910 al primo ministro Henry Asquith, fa capire come lui e molti membri del movimento eugenetico valutassero lo squilibrio della popolazione in quel momento. "La crescita innaturale e sempre più rapida delle classi di deboli di mente e di pazzi, unita com'è a una costante restrizione delle fasce di popolazione giudiziose, energiche e superiori, costituisce un pericolo nazionale e razziale che è impossibile esagerare".
    Nel 1921 la Società Eugenetica aveva già consolidato un impatto sulla società. Il manifesto della CBC prendeva di mira coloro che erano considerati non idonei alla genitorialità.

    La Polonia vieta l'aborto terapeutico perchè è eugenetico

    La Polonia vieta l'aborto terapeutico perchè è eugenetico
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6335

    STRAORDINARIO SUCCESSO PROLIFE: LA POLONIA VIETA L'ABORTO TERAPEUTICO (CIOE' EUGENETICO) di Roberto Marchesini
    Il 22 ottobre 2020, memoria di san Giovanni Paolo II, è una data che resterà negli annali della difesa della vita nascente. La Corte costituzionale della Polonia ha infatti dichiarato che l'«aborto terapeutico» (cioè eliminare la malattia uccidendo il malato), che in Polonia è chiamato anche «aborto eugenetico», è incompatibile con la Costituzione di quel Paese.
    Ricapitoliamo. L'articolo 4.a della legge del 7 gennaio 1993 sulla pianificazione familiare, la protezione del feto umano e le condizioni per consentire l'interruzione della gravidanza prevede che si possa abortire nei seguenti casi:
    1) la gravidanza rappresenta una minaccia per la vita o la salute di una donna incinta;
    2) i test prenatali o altre indicazioni mediche indicano un'alta probabilità di un danno grave e irreversibile del feto o di una malattia incurabile potenzialmente letale;
    3) vi è un giustificato sospetto che la gravidanza sia derivata da un atto illecito.
    Il punto due permette quindi il cosiddetto «aborto terapeutico». Nel 2019, 119 parlamentari di PiS (Diritto e Giustizia), PSL-Kukiz'15 e Konfederacji hanno chiesto alla Corte costituzionale se questa legge fosse conforme alla Costituzione polacca. La carta fondamentale, infatti, all'articolo 38, dichiara: «La Repubblica di Polonia offre a tutti la protezione legale della vita». Tutti significa tutti, senza distinzioni tra sani e malati, tra bambini e adulti. La Corte Costituzionale, dietro una specifica richiesta di alcuni parlamentari, ha infatti stabilito che la legge che regola l'aborto in Polonia viola la Costituzione. Questa sentenza avrà conseguenze enormi sulla legislazione polacca in materia.
    Si tratta di un evento epocale e clamoroso che, purtroppo, non ha avuto alcuna risonanza sui media mondiali, così come su quelli italiani. Ovviamente ci sono state reazioni, anche violente. Una folla di democratici, di quelli che «le sentenze non si discutono», hanno inscenato una manifestazione «pacifica» sullo stile del movimento Black Lives Matters: si sono radunati con il volto mascherato (del resto, c'è il Covid), armati di pietre e bastoni. Non davanti al parlamento, non davanti alla sede della Corte Costituzionale: davanti all'abitazione privata del leader del PiS, Jarosław Kaczyński. La manifestazione è stata così democratica e pacifica che la polizia ha dovuto intervenire per proteggere l'abitazione del politico; ovviamente, le forze dell'ordine sono stati bersagliati da una gragnuola di pietre democratiche e pacifiche.
    Ci sono state proteste, più o meno dello stesso tenore, anche davanti alle sedi del PiS e della Corte Costituzionale. I media hanno riportato la notizia degli scontri, sostenendo che le due parti erano «donne polacche» contro il PiS; eppure gran parte dei manifestanti sembravano attivisti Lgbt. La polizia ha arrestato 15 manifestanti colpevoli di aver lanciato pietre sulle forze dell'ordine. Alcuni manifestanti si sono anche recati presso l'abitazione di un giudice della Corte Costituzionale, la professoressa Krystyna Pawłowicz, e l'hanno aggredita fisicamente; solo l'intervento della polizia ha potuto interrompere l'aggressione.
    Spero vivamente che questa vicenda sia un incoraggiamento per il popolo della vita italiano. Non è quindi vero che bisogna rassegnarsi all'aborto e che l'abolizione delle leggi che lo permettono sia un obiettivo irrealistico. Ma, soprattutto, insegna quali sono le strategie realmente efficaci per contrastare questa piaga sociale e morale. In questo caso, a mio modesto parere, si sono rivelati efficaci l'occupazione gramsciana dei posti di potere e la conoscenza dei meccanismi politici e istituzionali.

    Nota di BastaBugie: Luca Volontè nell'articolo seguente dal titolo "In Polonia e a Ginevra risorge la dignità della vita" parla non solo della storica sentenza polacca contro gli aborti eugenetici. A Ginevra, Usa, Brasile, Egitto, Ungheria e Indonesia insieme ad altri 28 Paesi hanno siglato il "Patto per la vita". È l'inizio di una nuova era per la difesa dei nascituri?
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 ottobre 2020:
    Una settimana positiva per la vita umana del concepito, grazie alla protezione di San Giovanni Paolo II, di miracoli ne sono capitati. Il tribunale polacco giudica l'aborto, a causa di difetti fetali, incostituzionale.
    Giovedì 22 pomeriggio la Corte Costituzionale polacca ha emesso una storica sentenza, emblematica contro gli aborti eugenetici dei bimbi concepiti. Questa decisione abroga la disposizione della legge polacca del 1993 che, fino ad ora, permetteva l'aborto quando "esami prenatali o altri dati medici indicano un'alta probabilità di grave e irreversibile invalidità del feto o di una malattia incurabile e pericolosa per la vita". Gli aborti eugenetici in Polonia costituiscono la maggior parte dei 1.000-2.000 aborti praticati ogni anno, la maggior parte dei quali riguarda principalmente i bambini con la sindrome di Down. La Corte ha anche stabilito che il governo polacco deve fare di più per sostenere i bambini malati o disabili e le loro famiglie. Dopo l'entrata in vigore della nuova decisione, l'aborto in Polonia sarà consentito solo se la gravidanza è il risultato di un crimine come l'incesto o lo stupro, o minaccia la vita o la salute della donna. La sentenza del Tribunale Costituzionale è stata emessa dopo che l'anno scorso un gruppo di deputati conservatori di vari partiti aveva chiesto regole più severe sull'aborto. "Il semplice fatto di una menomazione fetale o di una malattia incurabile non può decidere l'interruzione di gravidanza dal punto di vista costituzionale", ha detto il giudice del Tribunale costituzionale Justyn Piskorski dopo la decisione. Varie proposte popolari, sostenute da centinaia di migliaia di cittadini, giacciono da anni in Parlamento e molti auspicano che, dopo la Sentenza di giovedì, Deputati e Senatori di tutti i partiti si decidano, dopo il passo falso dell'aprile scorso, ad ascoltare il desiderio del popolo polacco in favore della vita umana dal concepimento.
    Ovviamente la gran cassa dei giornaloni internazionali dalla notte di Giovedì 23 e per tutto Venerdì 24 non ha fatto altro che stigmatizzare la "orribile decisione" polacca, marce di protesta (lautamente finanziate da soliti filantropi) si sono svolte sin dalla notte di giovedì, proteste ufficiali di Amnesty International, Human Rights Watch e Center for Reproductive Rights non sono mancati per marcare la "crudele decisione". La più stravagante e preoccupante protesta è giunta dal Commissario Europeo dei Diritti Umani Dunja Mijatovic che ha descritto la decisione della Corte Costituzionale polacca, uno dei 47 Paesi del Consiglio di Europa che le paga lo stipendio per difendere Diritti Umani, Democrazia e Stato di Diritto, con queste parole: "Rimuovere le basi per quasi tutti gli aborti legali in Polonia equivale a un divieto e viola i diritti umani. La sentenza odierna della Corte costituzionale significa aborti clandestini/all'estero per coloro che possono permetterselo e un calvario ancora maggiore per tutti gli altri". Come l'Europa possa mantenere in carica un Commissario dei Diritti Umani che non rispetta lo Stato di Diritto, disconosce i fondamenti dei diritti umani internazionali e giustifichi gli aborti eugenetici, è un grave mistero. Si però comprende il silenzio colpevole che ha coperto la notizia sconvolgente dell'eugenetica di Stato della Danimarca nei confronti dei bimbi down. Meglio comprendiamo il sostegno dei mass media alla recente richiesta di liberalizzazione dell'aborto in Finlandia e le pressioni per liberalizzarlo a Malta.
    Mentre istituzioni, movimenti e filantropi europei inneggiano al genocidio degli infanti, lo scorso 22 ottobre in Slovacchia (per un solo voto di scarto e con ben 8 deputati pro life assenti per Covid) si è posticipata di soli sei mesi la riforma restrittiva della legge sull'aborto e, a Ginevra, gli Usa, Brasile, Egitto, Ungheria ed Indonesia insieme ad altri 28 Paesi del mondo hanno presentato e sancito un 'patto per la vita' alle Nazioni Unite (The Geneva Consensus Declaration). Nel testo si afferma l'impegno comune ed il reciproco sostegno nei consessi internazionali e con iniziative bilaterali per : "sostenere i diritti delle donne... la dignità umana dal concepimento alla morte naturale... la lotta all'aborto... il ruolo della famiglia come cellula fondamentale della società... l'importanza della autorità ed autonomia degli Stati nazionali". Ci sono segnali che la dignità umana risorga anche in questi tempi bui.

    Titolo originale: Stop all'aborto eugenetico, la Polonia fa la storia
    Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 24-10-2020
    Pubblicato su BastaBugie n. 688

    Il fattore (dis)umano. I pericoli dell'eugenetica e del transumanesimo – Giorgia Brambilla

    Il fattore (dis)umano. I pericoli dell'eugenetica e del transumanesimo – Giorgia Brambilla
    Il concetto di eugenetica sembrava essere scomparso dopo la Seconda guerra mondiale, perché troppo legato all’esperienza totalitaria. Oggi invece l’eugenetica torna a giocare un ruolo importante nella società contemporanea, insieme al transumanesimo. Queste due ‘visioni del mondo’, “promuovendo apparentemente il miglioramento della vita e della condizione umana, in realtà hanno l’obiettivo di ‘alterare’ l’essere umano, modificandone radicalmente la condizione” – lo spiega Giorgia Brambilla, docente di Bioetica presso l’ateneo Regina Apostolorum di Roma. Apprendiamo quindi che l’eugenetica oggi non è più gestita e imposta dallo Stato o dalle ideologie ‘totalitarie’, ma trova la sua giustificazione in quelle liberali che promuovono la pianificazione delle nascite e la possibilità di modificare i corpi a proprio piacimento

    61 - Storia dell’eugenetica (II parte)

    61 - Storia dell’eugenetica (II parte)
    Dopo aver analizzato le origini dell’eugenetica e la sua parentesi più drammatica, in questa puntata ripercorriamo tre contesti culturali emblematici, in cui l’eugenetica è stata promossa e sviluppata: il modello anglosassone della prima metà del ‘900, l’utopia positivista italiana e la social-democrazia svedese. Lo scopo è quello di mostrare come questa mentalità possa sussistere anche in un contesto non totalitario e, dunque, anche oggi, in un contesto liberale.

    60 - Storia dell’eugenetica (I parte)

    60 - Storia dell’eugenetica (I parte)
    In Bioetica, è importante tenere conto di una mentalità chiamata “eugenetica”, che richiama molto bene la volontà di ricercare l’uomo perfetto, che prima era toccato a politiche di Stato o alla mano di dittatori. L’“eliminazione dei difettosi”, che da Galton è passata a politiche di “igiene pubblica” e poi alla tragedia nazista, avviene ancora oggi?

    45 - Niente respiratori ai disabili: l’eugenetica negli USA oggi come ieri?

    45 - Niente respiratori ai disabili: l’eugenetica negli USA oggi come ieri?
    Mentre sugli Stati Uniti si sta abbattendo la prima ondata di casi di coronavirus e gli ospedali si preparano a essere invasi da pazienti con difficoltà respiratorie, i vari Stati cercano di fornire ai medici dei criteri guida per prendere le decisioni più difficili: scegliere chi attaccare a un respiratore e chi no. Fra i circa 36 Stati che hanno reso noti i loro criteri, una decina elenca anche considerazioni di tipo intellettivo, e altri parlano di condizioni precise che possono portare alla discriminazione nei confronti dei disabili.

    Border Nights, puntata 328 (Enrica Perucchietti, Giuliana Conforto 26-11-2019)

    Border Nights, puntata 328 (Enrica Perucchietti, Giuliana Conforto 26-11-2019)
    Decima puntata della stagione 2019-2020 di Border Nights – La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. Ospiti della puntata Enrica Perucchietti per parlare di manipolazioni e inganni del potere e Giuliana Conforto per raccontarci di risveglio, unità e coscienza. Ad aprire la serata la nuova rubrica di Pietro Ratto.

    DIETRO LE QUINTE DEL POTERE: ENRICA PERUCCHIETTI

    Prima ospite della puntata sarà Enrica Perucchietti, autrice insieme a Marcello Pamio e Andrea Bizzocchi de “Dietro le quinte del potere”: le manipolazioni e gli inganni del potere – Rivelazioni sul governo invisibile che controlla il pianeta (Uno Editori). I tre autori che si occupano di libera informazione, chiacchierando tra loro, cercano di svelare le tante apparenti contraddizioni del nostro tempo discutendo dei temi più urgenti dell’attualità: dalla manipolazione dell’informazione alle fake news, dal controllo sociale alle false flags, da Big Pharma alle ricerche nel campo del post-umano. In Dietro le Quinte, Bizzocchi, Pamio e Perucchietti intraprendono un vero e proprio viaggio alle origini della manipolazione e degli inganni del Sistema, svelando le dinamiche con cui agiscono i Poteri Forti e portando alla luce i loro reali obiettivi, mostrandone i segreti e analizzandone i metodi. Un viaggio alla ricerca di risposte che fornisce anche preziosi consigli per difendersi dalla manipolazione e tornare a essere veramente liberi di scegliere. Enrica Perucchietti vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Oltre a numerose pubblicazioni su riviste digitali e cartacee è autrice di diversi saggi e inchieste giornalistiche tra cui ricordiamo: NWO. New World Order. L’altra faccia di Obama; Le origini occulte della musica; Utero in affitto. La fabbricazione di bambini, la nuova forma di schiavismo, La Fabbrica della manipolazione; Il lato B. di Matteo Renzi; Unisex. Cancellare l’identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale; False Flag. Sotto falsa bandiera.

    RISVEGLIO, UNITA’ E COSCIENZA: GIULIANA CONFORTO

    Seconda ospite della serata sarà Giuliana Conforto. Ha di recente pubblicato il libro “Il Risveglio e il Gioco Cosmico dell’Uomo”. Buchi neri e bianchi, Web Cosmico e iperspazio, wormhole e iper-wormhole sono concetti espressi dalla scienza e i film di fantascienza, ma relegati a un immaginario lontano dalla vita quotidiana, intessuta di fatica e continua corsa contro… il tempo. Lo crediamo un unico “dio” da cui tutto dipende. Eppure la sua unicità è smentita dalla musica e dalla genetica. Il DNA è lo spartito musicale presente nel nucleo di tutte le cellule di ogni organismo, sin dall’attimo del suo concepimento. Non solo. C’è anche il direttore d’orchestra che si occupa della sua esecuzione: è l’RNA e interviene in attimi fuggenti ma cruciali per la nostra salute, quali il ripiegamento delle proteine. L’Intelligenza Organica compone infiniti tempi, rapidissimi e lentissimi, e ha una Fonte eterna ora scoperta. È il Cristallo al centro della Terra, la Via che unisce la terra osservata in frequenze ottiche a quella osservata dalle sonde spaziali in Estremo Ultra Violetto (EUV). La sua forma embrionale svela una Terra tutta unita, senza confini, senza gravità e con giornate più lunghe. Giuliana Conforto, astrofisica prima, docente di meccanica classica e quantistica poi, lei snida i trucchi e gli inganni che stregano le menti umane, ritrovando così la sua natura di donna amante della verità.

    LE RUBRICHE DI BORDER NIGHTS
    Nel corso della puntata torneranno le nostre rubriche: la ruota libera con Paolo Franceschetti, La Campana dello zio Tom, con Tom Bosco, la scheda del Maestro di Dietrologia, Pnl for English con Paola Iacobini, Voci da dimensioni altre con Germana Accorsi e la biblioteca di Barbara Marchand.

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