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    frana

    Explore "frana" with insightful episodes like "Maltempo, cede la parete: massi tra i tornanti di Via Boccadorno", "Frana Busatti, almeno un mese per riaprire. Ma la Valle dell’Astico non ci sta", "La Frana Non Lascia Scampo: Numerose Perdite!", "Frana in Valsugana: sospesi i treni Bassano-Trento. Deviato verso Pederobba il traffico stradale" and "114 - Vajont: Renato Migotti" from podcasts like ""Ecovicentino.it - AudioNotizie", "Ecovicentino.it - AudioNotizie", "Breaking News Italia - Ultime Notizie", "Ecovicentino.it - AudioNotizie" and "Andata e Ritorno - Storie di montagna"" and more!

    Episodes (12)

    Frana Busatti, almeno un mese per riaprire. Ma la Valle dell’Astico non ci sta

    Frana Busatti, almeno un mese per riaprire. Ma la Valle dell’Astico non ci sta
    Tiene ancora banco la discussione dopo l'ennesima frana lungo la Sp350 che al chilometro 26, poco dopo località Busatti, nella notte fra domenica 11 e lunedì 12 febbraio, ha nuovamente interrotto l'importante collegamento viario tra Veneto e Trentino Alto Adige. Il danno oltre la beffa se si considera che con la chiusura, avvenuta oramai quasi un mese fa, della statale 47 in località San Marino nel comune di Valbrenta, i collegamenti tra le due regioni sono divenuti davvero complicati.

    114 - Vajont: Renato Migotti

    114 - Vajont: Renato Migotti
    Renato è nato in Val di Zoldo prima di trasferirsi a 9 anni a Longarone. Il 9 ottobre 1963 aveva 16 anni. E’ uno dei sopravvissuti a quella notte. Architetto, il suo studio è in pieno centro a Longarone. In linea d’aria, di fronte alla diga. Renato guida la fondazione “il futuro della memoria”, appassionato di montagna arriva in vetta al Monte Bianco e quasi su quella del Cervino. Gli sono mancati 200 metri, poi a quelle quote - insieme alle guide - ha deciso di tornare indietro. Insomma, 76 anni portati alla grande. Una cosa su tutte mi ha stupito: la forza di un uomo che ha saputo ripartire. In un mondo diverso, stravolto in pochi minuti da un disastro epocale.


    Un abbraccio,
    Sebastiano

    Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.com

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    113 - Vajont: il dovere della memoria

    113 - Vajont: il dovere della memoria
    L’obiettivo di questi episodi è quello di “non parlare del Vajont” in merito ai fatti, ai morti, alla tragedia. Se n'è già parlato molto, di cose ne sono già state scritte tante e non voglio aggiungere altro. In questo 2023 però, il Vajont, mi ha portato più volte sulle tracce della memoria e sui grandi valori che devono essere tramandati. Li sentirai in entrambe le interviste che proporrò.Solidarietà, delicatezza, silenzio, supporto. Sono alcuni temi affrontati sia da Renato Migotti che da Paola Zambelli.

    Un abbraccio,
    Sebastiano

    Ecco i link per i libri di Paola Zambelli.

    https://paolazambelli.it

    Ti consiglio il museo "Trame di Storia" https://www.tramedistoria.it in cui lavora Annamaria Canepa

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    Extra - La madonna del Monte Toc prega verso Longarone, il Vajont e il libro di Paola Zambelli.

    Extra - La madonna del Monte Toc prega verso Longarone, il Vajont e il libro di Paola Zambelli.
    Questo episodio è offerto da QUOTA.

    In questo episodio vi consigliamo il libro di Paola Zambelli e resteremo in tema Vajont.

    Ecco i link per i suoi libri:

    https://paolazambelli.it

    Un abbraccio,
    Sebastiano


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    40 - Prima del Vajont: la frana del 22 marzo 1959_ep.3_fine

    40 - Prima del Vajont: la frana del 22 marzo 1959_ep.3_fine
    Arcangelo aveva appena sorpassato la passerella, quando un "CRACK" improvviso attirò la sua attenzione.
    Si girò verso l’invaso e un rumore profondo, sempre più forte, sempre più vicino, come un treno in corsa annunciò la frana.
    Erano le 7 del mattino del 22 marzo 1959.
    Sulla sinistra dell’invaso si staccò una porzione di montagna che si lanciò verso il basso.
    All’impatto con l’acqua - nonostante il livello del serbatoio fosse ben al di sotto della portata massima - si generò un’ondata alta 20 metri.
    Arcangelo venne completamente colto alla sprovvista.
    Non si sarebbe mai aspettato un evento del genere.
    L’onda lo prese con sè.

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    39 - Prima del Vajont: le ombre di Pontesei_ep.2

    39 - Prima del Vajont: le ombre di Pontesei_ep.2
    Arcangelo Tiziani nasce e cresce in un territorio povero, dove una stretta vallata si allarga - quel tanto che basta - per lasciare a Forno di Zoldo lo spazio di respirare.
    Arcangelo è un bambino di tanti - ma non troppi - anni fa.
    Classe 1907, nato 708 giorni dopo la costituzione della SADE di cui diventerà operaio.
    Abituati a diventare grandi tra boschi e pascoli, spaccando legno e mungendo il bestiame.
    Arcangelo si fa in quattro all’ombra delle montagne di casa.
    E’ abituato, fin da piccolo, a rispettarle.
    Ne conosce la bellezza, ogni giorno è un gioioso spettatore della loro maestosità.
    Ma come gli hanno insegnato i grandi, quelle montagne a volte sono imprevedibili.
    Nei giorni di brutto tempo i paesaggi cambiano connotati, mutano completamente.
    I prati che si staccano dai boschi fin sulla roccia nuda, scompaiono tra le nuvole che urlano tempesta. Il grigiore cala il suo telo scuro sulla vallata, offuscando ogni riferimento.
    Al fragore dei tuoni non si vorrebbe essere lassù, a correre alla ricerca di un riparo mentre i fulmini illuminano i versanti.
    Venne assunto come operaio, carpentiere e nella mattina del 22 marzo 1959 come guardiano della diga.
    Era una giornata strana, una domenica strana.
    Fessure nel terreno, rumori sordi, acque strane con rigagnoli giallastri.
    Tutto faceva presagire a una frana.


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    Puntata del 30/11/2022

    Puntata del 30/11/2022
    Il dramma della frana di Ischia e le polemiche sull'abusivismo dividono cittadini e primi cittadini, opionionisti e politici. Intanto freschissime novità sulla vita del deputato, da pochi giorni aoutosospeso, Aboubakar Soumahoro. Il contante o la carta di credito? Il tetto portato a 60€ per molti ancora non è abbastanza al fine di combattere l'evasione fiscale.
    - L'ascoltatore Leonardo ci porta un esempio nel suo lavoro da bar-man "sono molti i clienti che non prendono lo scontrino...i turisti stranieri preferiscono pagare in contanti".
    Questo e molto altro in questa puntata di BlackList.

    5 - Paul Grohmann: il pioniere delle Dolomiti

    5 - Paul Grohmann: il pioniere delle Dolomiti
    Paul Grohmann, a soli 21 anni, riesce a raggiungere la cima dell’Hochalmspitze dando inizio ad una carriera alpinistica di grande spessore. A Vienna, tre anni dopo (1862), Paul fonda il club alpino austriaco insieme e Friedrich Simony ed Edmund von Mojsisovics.
    Questa iniziativa, oltre a dar vita al secondo club alpino più antico del mondo (il primo è quello inglese, istituito nel 1857 a Londra), pone le basi per il suo futuro.

    La mattina del 13 agosto 1869, il trio composto da Grohmann, Innerkofler e Salcher si mise in marcia da Ortisei. Sul Sassolungo si sapeva che c’era stato un tentativo piuttosto recente che non aveva avuto particolare fortuna. Un tedesco di Monaco di Baviera, Waitzenabuer, la sua guida ed un carpentiere di Marebbe si avventurarono sul Sassolungo e riuscirono a raggiungere una punta che, a detta di Grohmann, era distante dalla vetta vera e propria. Quasi a sfidare questi alpinisti, Grohmann e le guide cominciarono la salita. Allora la montagna veniva ritenuta pericolosa e impraticabile, non solo per lunghezza dell’itinerario e le relative difficoltà tecniche fino al III grado in ambiente selvaggio, ma anche per le frequenti scariche di sassi che si sarebbero potute abbattere sugli alpinisti.

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