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    Episodes (31)

    19.09.23 Inflazione, economia e mercati

    19.09.23 Inflazione, economia e mercati
    Riepilogo





    • Inflazione economia e mercati sono collegati
    • L'inflazione si batte alzandi i tassi e con una recessione. Non ci sono altri metodi
    • Se l'economia, come avviene negli usa, resiste, l'inflazine può rallentare, ma non è vinta
    • É possibile che servano tassi un pò più alti di come si pensava e una recessione più forte rispetto alle aspettative. E allora l'inflazione calerà

    18.09.23 Dati Macro - Economia

    18.09.23 Dati Macro - Economia
    DATI MACROECONOMICI



    • Dati ancora negativi in Europa. Produzione, vemdite e indici di previsione
    • Stati Uniti ancora con un'economia che si mantiene su buoni livelli, Qualche scricchiolio, ma nel complesso una buona tenuta; al momento.
    • UK anche se tengono le vendite, i dati macro sono simili all'Europa
    • In Europa siamo vicini ad una stagflazione, stagnazione con inflazione.
    • Le prospettive per l'autunno sono di difficoltà in aumento.

    27.08.23 Nessun crollo in vista nel breve

    27.08.23 Nessun crollo in vista nel breve
    Le aspettative di Jackson Hole e il futuro dei mercati finanziari

    La settimana scorsa è stata caratterizzata dalle aspettative di Jackson Hole, le aspettative di una riunione nella quale avrebbero parlato i banchieri centrali, quindi Powell e Lagarde; in effetti hanno parlato e, a mio parere, non c'è stato nulla di nuovo, hanno confermato la loro politica, la loro strategia e la loro modalità operativa, quindi i tassi continuano a mantenersi elevati, non si abbasseranno, l'inflazione resta alta, l'obiettivo è il 2%.
    I salari, diceva Powell, restano decisamente alti e sappiamo che l'obiettivo della Fed e delle banche centrali resta sempre il 2% e una caduta dei salari. É ciò che ritengono necessario per l'abbassamento dell'inflazione, quindi prossimamente guarderanno sempre di più i dati, saranno cauti. Questo ha portato ad avere aspettative di mercato, giusto o sbagliate che siano, in percentuali molto elevate, circa l'80% degli analisti pensa che la prossima riunione delle banche centrali porterà ad un nulla di fatto.
    Ci si aspetta un rialzo dei tassi nei prossimi mesi, probabilmente entro novembre dello 0,25, ma ci si attende una fermata a settembre. Questo cosa comporta?
    Comporta che evidentemente l'azionario sarà ancora da preferire, nonostante le difficoltà economiche, nonostante gli utili quest'anno tendano a un aumento pari a zero, e non sarà ancora l'obbligazionario a ripartire, ma l'azionario. L'azionario dovrebbe essere il comparto nel quale si concentrerà la liquidità e l'operatività dei vari operatori finanziari, questa è la situazione.
    Uno scenario che resta ancora ambiguo, che resta difficoltoso perché comunque i dati macroeconomici sono negativi in Europa, e in America l'economia è resiliente, anche se con tante contraddizioni, con un misto di alcuni elementi decisamente negativi ed altri che misurano una forte tenuta. Come hanno detto più volte negli ultimi mesi i banchieri centrali, si guardano i dati, si avanza un passo alla volta, si guarda giorno per giorno quella che è l'evoluzione, siamo in territori inesplorati con l'aggiunta di una difficoltà dell'economia cinese le cui conseguenze commerciali e finanziarie a livello mondiale saranno da scoprire; così come le ultime decisioni di allargamento dei BRICS a molti paesi che comunque prima erano, perlomeno alcuni di loro, collegati all'Occidente.
    Ci sono tante variabili sui mercati e nel mondo anche a livello geopolitico che costrigono ad attendere gli accadimenti nel futuro. Allo stato attuale non si vede un forte crollo dell'economia e non si vede un forte crollo nell'imminente dei mercati azionari.

    31.07.23 Rischio stagflazione nei prossimi mesi

    31.07.23 Rischio stagflazione nei prossimi mesi
    Le banche centrali decidono sull'aumento dei tassi di interesse: rischio di stagflazione e dalle banche shock finanziario imminente .

    La BCE e la Fed, la settimana scorsa, hanno deciso sui tassi di interesse e hanno deciso per un aumento dello 0,25%, esattamente tutto come previsto, come si aspettava il mercato.

    Potevano essere importanti le conferenze stampa, ma anche in questo caso c'è stata abbastanza ambiguità da parte della Fed, o meglio è stata una conferenza stampa attendista che ha lasciato aperte le porte per qualsiasi cosa.

    Più o meno ha fatto la stessa cosa la Lagarde, anche se ha precisato che assolutamente non si abbasseranno i tassi e che si guarderanno sempre i dati. Questo è il fil rouge delle banche centrali. Qualsiasi pausa non sarà definitiva, ma semplicemente sarà un qualcosa dettato dal momento e dai dati che usciranno.

    Quindi, le previsioni in effetti, non sono ottimistiche per l'economia, c'è un forte rischio e una forte paura per una ripresa dell'inflazione, dovuto a un nuovo aumento del petrolio, grazie a un'economia statunitense che sta tenendo molto bene e a un'economia cinese, asiatica che ci si aspetta comunque in crescita nei prossimi mesi. Questo sta portando a rialzo alcune materie prime, quindi il rischio che si possa entrare in un periodo di stagflazione, dove ci si aspetta la recessione per l'autunno, a fine anno e inizio del 2024 e un'inflazione che riprende vigore, è uno dei maggiori problemi che porta poi alle conseguenze di decisioni molto difficili da parte delle banche centrali. Questa è la situazione attuale, si rivela che la lotta all'inflazione è sempre dura perché come avevo detto più volte, quando si è fatta uscire dalla gabbia è molto difficile poi farla rientrare, ci possono essere degli avvicinamenti a quanto si vorrebbe e al recinto, ma poi farla rientrare realmente è un'altra cosa, quindi questo è il problema attuale. Problema che abbiamo su tutto il mercato, una contraddizione di vari elementi che comprendono gli errori fatti nel passato, i tassi a zero, la stampa di moneta esagerata, il debito fuori da ogni controllo, hanno portato a queste conseguenze di un'economia che comunque non può essere un traino forte e potente in questo momento e dall'altra parte un'inflazione che continua a esercitare le sue pressioni e a colpire soprattutto le fasce più deboli.

    Quello che hanno detto anche a livello bancario, le stesse categorie sindacali, le associazioni è che si prevede uno shock finanziario perché i tassi, che restano elevati, porteranno grossi problemi sui mutui e sulla capacità di pagare le rate corrispondenti. Ripetiamo sempre che si è fatto passare sotto silenzio il fatto che 15 miliardi di rate non vengono pagate. A mio parere non verranno pagate nemmeno nei prossimi mesi, ma anzi aumenterano con tutte le conseguenze del caso che avremo.

    Sui mercati abbiamo ancora una buona ripresa, una buona tendenza al rialzo, nonostante il calo degli utili sia stato del 7,3%, ma questo non è abbastanza a causa del fatto che la liquidità è ancora enorme sui mercati, non esiste ancora una vera alternativa alle gestioni obbligazionarie, quindi si riversa ancora tutto nel mercato azionario.

    Staremo a vedere poi come verrà risolto in autunno questo problema di possibile stagflazione e come saranno i dati sull'economia.

    Oggi è uscito quello italiano e il PIL italiano è in negativo nel secondo trimestre, in contraddizione a quanto dicevano le autorità di ogni tipo e in linea con quanto si percepiva girando semplicemente per strada, andando nelle aziende e sentendo il polso di chi lavora sul mercato vero.

    17.07.23 L'inflazone core resiste e i tassi resteranno alti

    17.07.23 L'inflazone core resiste e i tassi resteranno alti
    L'inflazione e l'aumento dei tassi: la situazione attuale negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile.

    L'inflazione è scesa al 3% la settimana scorsa negli Stati Uniti, meglio delle aspettative, ma in effetti come al solito è soprattutto l'inflazione di base che è scesa, l'inflazione delle materie prime, ma l'inflazione core resta vicina al 5%, quindi ancora abbastanza alta e questo fa pensare che la Fed continuerà ad alzare i tassi ancora dello 0,25% a luglio, ma potrebbe alzarli ancora anche a settembre.

    Stessa cosa si può dire in Europa, in Europa non siamo al 3%, l'inflazione però sta calando, c'è il caso Spagna dove l'inflazione è scesa all'1,9% e negli altri paesi dove resta un po' più alta, in Italia oggi è uscita al 6,4%, anche in questo caso per quanto scende un po' l'inflazione core resta abbastanza alta e anche per l'Unione Europea ci si aspetta che la BCE alzi i tassi dello 0,25% la settimana prossima, BCE che poi probabilmente continuerà ad alzarli certamente anche a settembre e poi si vedrà.

    C'è sempre una comunicazione da parte del mercato che può essere fuorviante e cioè il fatto che ci si possa aspettare non solo una fermata, ma poi una diminuzione dei tassi. Quello che ci insegna il passato è che questo non è possibile, non è possibile a meno che non ci sia uno shock forte perché ha dimostrato l'inflazione di altri tempi che ogni qualvolta si è eccessivamente anticipato l'abbassamento dei tassi l'inflazione si è ripresa e successivamente è stato molto più difficile poi riuscire ad abbatterla.

    Questo avviene sempre, normalmente quando inizia ad abbassarsi l'inflazione è il momento in cui si deve tenere duro, continuare se non ad aumentare i tassi in base al livello che si è raggiunto, ma perlomeno si deve continuare a mantenere alto il tasso, a non abbassarli assolutamente finché non si è sconfitta definitivamente l'inflazione. Finché continua a muoversi, non si è stabilizzata al basso significa che è ancora da combattere.

    L'esempio è appena stato dato dal Brasile che probabilmente sarà il primo paese ad abbassare i tassi, con tassi al 13,75%, un'inflazione che dal 12% è stata portata attualmente al 3%. Vedremo se li abbasserà subito o si aspetterà che si arrivi a quel fatidico 2% di inflazione. Però il Brasile è l'esempio che nonostante l'abbassamento al 7, 6%, poi al 5% dove si era un po' stabilizzata l'inflazione, ha avuto la forza la Banca centrale brasiliana di non abbassare i tassi, continuare a tenerli alti e attendere l'abbassamento ulteriore dell'inflazione. Questo lo stiamo vedendo da un anno, è dall'aprile del 2022, anzi dal maggio 2022 che il Brasile ha i tassi al 13,75% e che nonostante l'abbassamento del livello di inflazione, ad oggi abbia ancora il 13,75% di tassi, quindi un anno e due mesi e stiamo andando verso il 3° ad agosto.

    Questo dà l'idea di come devono perdurare per un periodo abbastanza lungo i tassi elevati per combattere realmente l'inflazione, questo è quindi quello che ci aspetta anche in futuro, non bisogna farsi eccessive illusioni ed ecco perché è prevista per fine anno e inizio dell'anno prossimo la recessione un po' ormai da tutti, poi vedremo se sarà soft, hard o che altro, però questa è la situazione attuale.

    Recessione E Stagflazione Questa È La RealtÃ

    Recessione E Stagflazione Questa È La RealtÃ
    La verità è che non si torna come prima non è finito tutto anzi il peggio deve ancora venire perché andremo in recessione installazione quindi con aumento dei prezzi riduzione del potere d'acquisto calo dei consumi e crescita ferma o in discesa. Questa è la realtà. Il ministro degli esteri Russo è stato molto chiaro: Russia Cina vogliono un nuovo ordine mondiale in cui i poteri siano equamente divisi in base alle potenze esistenti attualmente. Ecco perché lo scontro appena iniziato dato che queste nuove potenze non accettano più il dominio unico occidentale e statunitense in particolare e la reazione occidentale che sta portando dei danni irreparabili alle proprie Nazioni e il proprio Popolo hai fatto esclusivamente in funzione del non accettare di ridurre il proprio dominio. Quindi non facciamoci illusioni su finti rimbalzi che possano far sembrare si tratti di un veloce ritorno alla normalità, non è così. Certamente non avremo più un movimento unico è uguale a livello mondiale, già abbiamo visto che il Sud America il Sudafrica in questi mesi sono cresciuti mentre l'occidente crollava così come gli stessi paesi sviluppati sono cresciuti nel 2021 mentre molti paesi asiatici sono caduti. Finalmente, forse, avremo dei valori più corrispondenti alle reali economie i non manipolati dal mercato unico gestito da un'unica politica.


    Le analisi, le informazioni e le idee di investimento indicate nelle comunicazioni non costituiscono consulenza finanziaria personalizzata. E vogliono fungere esclusivamente da supporto alle idee, agli studi e all'iniziativa personale dell'investitore, che rimane pienamente responsabile delle operazioni svolte.

    Il rimbalzo è una trappola

    Il rimbalzo è una trappola
    Questo rimbalzo è una trappola e bisogna essere molto prudenti. Entrare in questo momento potrebbe essere molto pericoloso e portare a danni sul proprio portafoglio, non ci si deve fare illudere e non si deve perdere il contatto con la realtà che ancora molto negativa e che porterà conseguenze sull'economia certamente non positive. Ogni rimbalzo in questo momento è un'opportunità per vendere.

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    La BCE Ha Sorpreso E Deluso

    La BCE Ha Sorpreso E Deluso
    Ieri c'è stata la riunione della BCE la quale nonostante la guerra ha sorpreso tutti dichiarando che continuerà il programma di riduzione del quantitative easing fino ad azzerarlo. Nello stesso tempo dichiarato che aumenterà i tassi quando terminerà la riduzione del quantitative easing e che comunque sarà monitorata la situazione per essere flessibili e agire di conseguenza. Ciò che ha stupito molto e il continuare a considerare un inflazione transitoria con possibile aumenti di breve periodo ma in riduzione e rientrante nei parametri nel medio periodo che però non ha specificato. Ha inoltre dichiarato se i prezzi salgono ma non i redditi dichiarando indirettamente che siamo in una situazione di stagflazione e che ci sarà una crescita anche quest'anno nonostante gli elementi elencati sopra e nonostante la maggior parte degli analisti stia cominciando a pensare a una possibile recessione anziché ad una crescita.

    Episodio 10 - Dove vanno i mercati

    Episodio 10 - Dove vanno i mercati
    Forte discesa in prima mattinata in apertura delle borse che ha portato gli indici ad appoggiarsi sul 50% di Fibonacci e quindi, a consentire un possibile e probabile rimbalzo che potrebbe essere altrettanto forte e veloce come la discesa. A mio parere sarà un rimbalzo ma non un'inversione del trend ribassista. Anzi, sarà un rimbalzo utile per alleggerire ancor di più l'azionario e le posizioni long. E questo perché siamo in presenza di un cambiamento epocale che vedrà modificati i rapporti relazionali commerciali economici finanziari e politici definitivamente.

    L'inflazione aumenta più dell'economia

    L'inflazione aumenta più dell'economia
    Inflazione aumenta ancora. Previsti 9 aumenti di tassi in un anno e crescita che rallenta.


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    09.02.22 inflazione e mercati. BCE: fine del QE e aumento tassi

    09.02.22 inflazione e mercati. BCE: fine del QE e aumento tassi
    La BCE esce allo scoperto e annuncia la fine del QE e l'aumento dei tassi nel 2022. Ripercussioni sui paesi più indebitati.

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    07.02.22 L'economia dà segnali negativi

    07.02.22 L'economia dà segnali negativi
    L'economia dà segnali negativi. Produzione in ribasso, vendite al dettaglio in calo e pil che iniziano a risentirne. Le prospettive scricchiolano

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