Ep. 9: Poesia e scienza

In questa ultima puntata si cercherà di dare una visione unitaria di tutto quello che è stato detto nel corso del podcast. Si parlerà dei limiti della religione nel nostro tempo e di come si potrebbe giungere a un più profondo livello di dialogo e di inclusività.

Poesia e scienza: la grande attualità di una consapevolezza del metodo scientifico, la grande poesia che non rifugge di parlare di scienza (da Arato di Soli a Dante Alighieri).

Oggi si parla della recensione fittizia di una altrettanto fittizia opera giovanile in terzina dantesca: uno spunto per parlare di letteratura e di lingua poetica.

La puntata di oggi ha a che fare con un tema spesso frainteso, spesso oggetto di confusione, quando si parla di poesia: il rapporto tra l'io della poesia e l'io del poeta. E' un personaggio o è la rappresentazioni delle più profonde confessioni dell'autore. Forse nessuno dei due.

Oggi non ci sarà Gaia Volta a leggere, ma sarà riproposto uno spezzone di intervista in cui parlo di un tema già sfiorato più volte dai testi che sono stati letti nelle puntate precedenti: il tema del rapporto con il proprio corpo.

Oggi si parla di contenuti, di grandi temi sociali. Ma non si perde l'occasione per dire due parole sul verso libero.

In questa puntata si prenderanno le mosse da due poesie in metro novenario, per parlare di questo caratteristico ritmo, con due digressioni, una su Pascoli e una, sorprendentemente, su Pavese.

Oggi verrà letta una delle poesie più crude della raccolta. Ma il pugno allo stomaco, l'effetto claustrofobico, le tinte della depressione sono ottenute attraverso una forma molto classica, la sestina lirica. Il tutto fa sì che il caso in questione sia un potente connubio tra un ascolto fortemente emotivo e una riflessione istruttiva.

Oggi un testo leggero, prosastico, che parte da Antonella Anedda per farne qualcosa di completamente diverso. Dopo la lettura si ragionerà su alcune su alcune soluzioni per far vivere oggi la metrica tradizionale.

In questa prima puntata si proverà a dare il tono di quello che segue. Verranno lette due poesie: Un epitalamio da non donarsi n. 1 e il Canto del mare. Da qui si partirà per parlare di come l'autore concepisce il suo rapporto con la tradizione letteraria. Per dirla con Luciano Berio: "Ho sempre pensato che il miglior commento possibile di una sinfonia fosse un'altra sinfonia".