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    Il Libanoe la crisi del Golfo - come la lotta tra Iran e Arabia Saudita passa per Beirut

    itNovember 03, 2021
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    La recente crisi diplomatica tra Libano e Paesi del Golfo, Arabia Saudita in testa, riaccende i riflettori sui destini di un paese in crisi nera e che subisce - per l'ennesima volta - una serie di ingerenze esterne inaccettabili. Riad sta imponendo infatti una serie di ritorsioni economiche, con l'aiuto degli altri paesi facenti parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo, per spingere l'attuale ministro dell'informazione libanese George Kordahi a dimettersi. Al centro una serie di polemiche sull'opportunità della guerra in Yemen, bollata come assurda, e del diritto dei ribelli Houthi di difendersi dalla colazione a guida Saudita. Dichiarazioni queste, è il caso di sottolinearlo, risalenti allo scorso 5 agosto quindi prima che lo stesso Kordahi diventasse ministro o occupasse ruoli pubblici. Restano una serie di interrogativi, mentre i ribelli Houthi conquistano il Marib, sull'opportunità di indebolire il governo Mikati - insediatosi da poco di più di un mese - e che trovano risposta nel conflitto che si gioca tra Arabia Saudita ed Iran e che questa volta si gioca sulle spalle di un popolo libanese stanco, affamato, in crisi economica e sull'orlo del baratro.

    |- Il tuo parere è importante, fammi sapere il tuo punto di vista - | - |-NB Le foto a Saana risalgono al 2015, come spiegato nel video - |

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    In questi giorni dove in Bosnia si respira un'aria pesante in Serbia è bastato un murales dedicato a Ratko Mladić per accendere polemiche mai sopite sulla recente dissoluzione dell'ex Jugoslavia. Delicati accordi politici che si fondono con una situazione più ampia e con le continue minacce di Milorad Dodik di far secedere la Republika Srpska incombono come una minaccia sui fragili equilibri post Dayton

    La crisi dei migranti tra Polonia e Bielorussia

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    Sempre più esplosiva la situazione al confine tra Polonia e Bielorussia con centinaia di migranti che da giorni provano ad oltrepassare la frontiera. Com'è prevedibile il fenomeno viene facilitato da Lukashenko come ritorsione alle sanzioni imposte da Bruxelles ma mostra ancora una volta uno dei nervi scoperti dell'Unione mentre Varsavia minaccia di alzare il livello dello scontro e cerca l'aiuto della NATO. La questione migratoria si fa particolarmente gravosa per l'Unione, già sotto pressione con la Turchia, il Marocco ed il Nord Africa in generale.

    Israele: habemus finaziaria (dopo 1278 giorni). Ma la crisi resta dietro l'angolo

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    Con l'approvazione della legge finanziaria Israele esce da uno stallo durato più di 3 anni e mezzo e scongiura la quinti chiamata alle urne consececutiva. Uno smacco nei confronti di chi, come Netanyauh, sperava in un inciampo parlamentare visto che alla Knesset la maggioranza è di soli due voti di scarto (61-59) ma che non permette al tandem di governo Bennett - Lapid di dormire sonno tranquilli. Israele è conosciuto per essere la sola democrazia di tutto il medio oriente, quindi il solo Stato di diritto tra paesi autoritari ma vive una crisi profonda che si riflette sulle sue istitituzioni e sulla sua governabilità. Quale soluzione è possibile?
    |Per approfondire sulla fiducia al governo Bennett - Lapid senti il podcast|
    https://www.spreaker.com/user/11675979/dazebao-1-israele

    Il Libanoe la crisi del Golfo - come la lotta tra Iran e Arabia Saudita passa per Beirut

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    Libano, perché la Svizzera del Medio Oriente è perennemente in crisi?

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    Il Libano già conosciuto come Svizzera del Medio Oriente vive una profonda crisi politica ed economica che lo sta trascinando verso il baratro. Com'è possibile che l'unica democrazia del Vicino Oriente sia arrivata a questo punto? Lo scoppio del porto di Beirut (agosto 2020) e gli spari a Tanouyeh sono lo spettro di un Paese di fatto commissariato da interessi stranieri, mentre lo stesso compromesso del Confessionalismo/Comunitarismo finisce per strozzare le istituzioni. Una breve analisi per capire le origini del problema e quali siano le soluzioni possibili.

    (Dis)Unione Europea: i 5 motivi per cui la Polonia non lascerà l'UE e non ci sarà la #Polexit

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    La sentenza della Corte Costituzionale polacca è solo l’ultima puntata di uno scontro più ampio tra Varsavia e Bruxelles ma – checché se ne dica – non ci sarà un Polexit o una rottura: i rapporti tra Polonia ed Unione Europea sono troppo stretti e non conviene a nessuno uno strappo. Ci sono ben cinque ragioni per cui l’uscita della Polonia è impossibile: analizziamole insieme.

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    Libano in fiamme: morti e feriti ad una manifestazione di Hezbollah

    Libano in fiamme: morti e feriti ad una manifestazione di Hezbollah
    Ancora violenze il Libano dopo che ignoti hanno aperto il fuoco su una manifestazione: bilancio provvisorio almeno due morti, di cui una donna, e decine di feriti gravi.
    Ignoti, almeno una decina secondo fonti vicine al Partito di Dio, hanno aperto il fuoco sulla folla in protesta a Tanouyeh, di fronte al palazzo di giustizia.
    La situazione resta tesissima: i manifestanti dei due partiti sciiti Amal ed Hezbollah erano scesi in piazza per protestare contro il giudice Tarek Bitar, incaricato di indagare sull’esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020, e che è accusato di aver spiccato un mandato di cattura politico contro un deputato di Amal.
    Le scuole sono evacuate, l’esercito smobilitato col compito di sparare a vista a chiunque sia armato.
    Le proteste si incardinano nello sfascio istituzionale libanese, i manifestanti scandivano slogan contro Geagea, maggiore esponente della destra politica maronita anti Iran che invece sostiene per calcolo politico il giudice, e riaccendono i riflettori sui fragili equilibri del Paese dei Cedri: l’ennesimo governo di unità nazionale guidato dal sunnita Najib Mikati si è insediato lo scorso dieci settembre dopo uno stallo durato 13 mesi.

    Amministrative, l'astensionismo e la crisi della partitocrazia

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    Il tasso di astensionismo va di pari passo con la crisi istituzionale che vive l'Italia.

    La politica dovrebbe rendersene conto invece di trincerarsi dietro a posizioni di comodo e steccati insormontabili perché un tasso del genere è un campanello di allarme sullo stato di salute delle istituzioni.

    Una breve analisi per capire quali sono, a pochi giorni dai ballottaggi, i risultati e perché bisogna tenerne conto.