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    L'ELEFANTE PREPOTENTE - Teatron78

    it-itFebruary 28, 2010
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    Una leggenda Africana: Perchè l'elefante è il più grande degli animali     Narra una leggenda africana che, all'origine del mondo, l'elefante aveva la statura degli altri animali, nonostante ciò era il più prepotente, voleva comandare su tutti ed essere servito e riverito come un re. Gli abitanti della savana, stanchi delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto in assemblea e dissero: - Non vogliamo più sopportare le angherie dell'elefante, tutti noi viviamo nel terrore, ogni protesta e ogni ragionamento non sono serviti a niente. E' ora che facciamo qualcosa per fargli capire le nostre ragioni. Discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una sonora lezione. Invitarono il prepotente in un'ampia radura dove gli avevano apprestato un ricco banchetto per abbonirlo e per tenerlo occupato. L'elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere così ossequiato; mentre era assorto a gustare il pranzo, gli animali lo circondarono e cominciarono a dargli tante botte con le zampe e con le corna sino a gonfiarlo tutto, da capo a piedi! Il malcapitato, alquanto malconcio, andò a tuffarsi nel vicino fiume per dare refrigerio alle tante ferite che aveva sul corpo.  Gli ci vollero parecchi giorni per guarire e, quando i dolori furono passati e le piaghe rimarginate, l'elefante, specchiandosi nell'acqua del fiume, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! Soltanto le orecchie erano rimaste come prima e certamente non facevano bella figura in quel suo grande testone! Era diventato il più grande animale della savana, ma il suo potere era finito! Ora non avrebbe più potuto comandare nemmeno sugli animali più piccoli perché la sua grande mole avrebbe ricordato a tutti la lezione avuta nella radura. E fu così che l'elefante, da quel giorno, prese a camminare con le orecchie abbassate… per la vergogna.

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    La Tartaruga Sciocca di Bruno Ferrero - Angela Rizzo

    La Tartaruga Sciocca di Bruno Ferrero - Angela Rizzo
    LA TARTARUGA SCIOCCA   Un giorno, in una valle lontana, cominciò a piovere e piovve tanto che tutta la campagna fu inondata. Ancora un po' e solo le montagne sarebbero spuntate dall'acqua, che saliva, saliva sempre. Ad un tratto si udì qualcuno che piangeva.     Era una tartaruga: la più lenta, la più sciocca del mondo. "Perché piangi?" gracchiò un'oca che volava sopra di lei. "Affogherò!" singhiozzò la tartaruga. "Per te è facile, tu puoi volare. Ma le mie gambe sono così corte, che mi ci vorrà un mese per arrivare sulle montagne!" "Quante storie!" tagliò corto l'oca. "Vado a chiamare mia sorella e ti porteremo noi sulle montagne." Quando le due oche tornarono, l'acqua arrivava già al collo della tartaruga. Si abbassarono, portando nel becco un ramo. La tartaruga vi si afferrò con la bocca e le oche la sollevarono con un gran sbattere d'ali. Volarono così sopra le acque, in direzione delle montagne, dove la tribù delle tartarughe si era già radunata.   Infatti, le altre tartarughe, meno sciocche, si erano subito dirette sui monti non appena avevano visto l'acqua salire. Ma erano comunque molto felici nel vedere i due uccelli portare in salvo la più lenta, la più sciocca tra loro. Lanciarono alte grida di evviva e cantarono in coro per festeggiare i due volatili. "Viva, viva e poi urrà. Su cantiamo tutte in coro. Per le oche salvatrici." Ma mentre era ancora in volo, la più lenta, la più sciocca delle tartarughe non poté fare a meno di unirsi al coro. Aprì la bocca e cantò: ". Hip hip hip e poi urrà. AAAAAAH!!!" (Tratta da "40 Storie nel deserto" di Bruno Ferrero - Editrice Elle Di Ci)

    Il Boscaiolo e il dio Mercurio Esopo - Legge Primula

    Il Boscaiolo e il dio Mercurio Esopo - Legge Primula
    Il boscaiolo e il dio Mercurio   Un giorno un onesto boscaiolo andò a tagliar legna nel bosco.D’improvviso la scure gli sfuggì, cadendo nel laghetto lì vicino, dove l’acqua era molto profonda.Il povero boscaiolo si sedette sulla riva e cominciò a disperarsi non sapendo più come guadagnarsi da vivere.Il dio Mercurio sentendo i suoi lamenti si impietosì e tuffandosi nel fiume , riemerse con una bellissima scure d’oro.Il re Mercurio chiese al boscaiolo:- E’ questa la tua scure?- No , disse il boscaiolo.Così il dio si rituffò e riapparve con un scure d’argento dicendo:- E’ questa la tua scure?- No – rispose ancora il boscaiolo.Mercurio si immerse di nuovo e riapparve con una di ferro.Il boscaiolo , avendo riconosciuto la sua scure, contento , ringraziò il dio ed egli commosso da tanta onestà gliele regalò tutte e tre.Felice e contento l’onesto uomo andò dai suoi compagni e raccontò l’accaduto.Uno di loro che era molto invidioso, pensò di fare lo stesso.Infatti andò in riva al fiume buttò la sua scure dove l’acqua è molto alta e cominciò a lamentarsi.Il dio mercurio sentendo quei tristi lamenti si impietosì e si tuffò nelle acque del fiume .Emerse con la scure d’oro e chiese al boscaiolo:-E’ questa la tua scure?Il boscaiolo rispose:-si è proprio questa.Mercurio disgustato per l’avidità dell’uomo non solo non gli diede la scure d’oro ma neanche quella che aveva buttato nel lago.
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