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    Paradiso e Inferno - Leggono Asa e Masa

    it-itMarch 07, 2010
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    Paradiso e inferno Favola cinese                                                                          Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell'aldilà e fu destinato al paradiso.   Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno. Un angelo lo accontentò. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà. "Com'è possibile?" chiese il samurai alla sua guida. "Con tutto quel ben di Dio davanti!" "Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all'estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca" Il coraggioso samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno! Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. “Ma com’è possibile?”, chiese stupito il coraggioso samurai. L’angelo sorrise: “All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”. Paradiso e inferno sono nelle tue mani. Oggi.

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    La Tartaruga Sciocca di Bruno Ferrero - Angela Rizzo

    La Tartaruga Sciocca di Bruno Ferrero - Angela Rizzo
    LA TARTARUGA SCIOCCA   Un giorno, in una valle lontana, cominciò a piovere e piovve tanto che tutta la campagna fu inondata. Ancora un po' e solo le montagne sarebbero spuntate dall'acqua, che saliva, saliva sempre. Ad un tratto si udì qualcuno che piangeva.     Era una tartaruga: la più lenta, la più sciocca del mondo. "Perché piangi?" gracchiò un'oca che volava sopra di lei. "Affogherò!" singhiozzò la tartaruga. "Per te è facile, tu puoi volare. Ma le mie gambe sono così corte, che mi ci vorrà un mese per arrivare sulle montagne!" "Quante storie!" tagliò corto l'oca. "Vado a chiamare mia sorella e ti porteremo noi sulle montagne." Quando le due oche tornarono, l'acqua arrivava già al collo della tartaruga. Si abbassarono, portando nel becco un ramo. La tartaruga vi si afferrò con la bocca e le oche la sollevarono con un gran sbattere d'ali. Volarono così sopra le acque, in direzione delle montagne, dove la tribù delle tartarughe si era già radunata.   Infatti, le altre tartarughe, meno sciocche, si erano subito dirette sui monti non appena avevano visto l'acqua salire. Ma erano comunque molto felici nel vedere i due uccelli portare in salvo la più lenta, la più sciocca tra loro. Lanciarono alte grida di evviva e cantarono in coro per festeggiare i due volatili. "Viva, viva e poi urrà. Su cantiamo tutte in coro. Per le oche salvatrici." Ma mentre era ancora in volo, la più lenta, la più sciocca delle tartarughe non poté fare a meno di unirsi al coro. Aprì la bocca e cantò: ". Hip hip hip e poi urrà. AAAAAAH!!!" (Tratta da "40 Storie nel deserto" di Bruno Ferrero - Editrice Elle Di Ci)

    Il Boscaiolo e il dio Mercurio Esopo - Legge Primula

    Il Boscaiolo e il dio Mercurio Esopo - Legge Primula
    Il boscaiolo e il dio Mercurio   Un giorno un onesto boscaiolo andò a tagliar legna nel bosco.D’improvviso la scure gli sfuggì, cadendo nel laghetto lì vicino, dove l’acqua era molto profonda.Il povero boscaiolo si sedette sulla riva e cominciò a disperarsi non sapendo più come guadagnarsi da vivere.Il dio Mercurio sentendo i suoi lamenti si impietosì e tuffandosi nel fiume , riemerse con una bellissima scure d’oro.Il re Mercurio chiese al boscaiolo:- E’ questa la tua scure?- No , disse il boscaiolo.Così il dio si rituffò e riapparve con un scure d’argento dicendo:- E’ questa la tua scure?- No – rispose ancora il boscaiolo.Mercurio si immerse di nuovo e riapparve con una di ferro.Il boscaiolo , avendo riconosciuto la sua scure, contento , ringraziò il dio ed egli commosso da tanta onestà gliele regalò tutte e tre.Felice e contento l’onesto uomo andò dai suoi compagni e raccontò l’accaduto.Uno di loro che era molto invidioso, pensò di fare lo stesso.Infatti andò in riva al fiume buttò la sua scure dove l’acqua è molto alta e cominciò a lamentarsi.Il dio mercurio sentendo quei tristi lamenti si impietosì e si tuffò nelle acque del fiume .Emerse con la scure d’oro e chiese al boscaiolo:-E’ questa la tua scure?Il boscaiolo rispose:-si è proprio questa.Mercurio disgustato per l’avidità dell’uomo non solo non gli diede la scure d’oro ma neanche quella che aveva buttato nel lago.
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