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    Sinner, il settimo eroe

    itDecember 02, 2023
    What was the main topic of the podcast episode?
    Summarise the key points discussed in the episode?
    Were there any notable quotes or insights from the speakers?
    Which popular books were mentioned in this episode?
    Were there any points particularly controversial or thought-provoking discussed in the episode?
    Were any current events or trending topics addressed in the episode?

    About this Episode

    Era da tanto che l’Italia non aveva un atleta vincente, un eroe condiviso intorno a cui riunirsi. Sinner, come Coppi, Tomba, Paolo Rossi, è esattamente questo. I segni del nuovo idolo del tennis, un po’ amico, un po’ angelo, un po’ guerriero, interpretati alla luce della comunicazione (e di qualche malignità di troppo) con l’aiuto di Alberto De Martini.

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    A un paio di settimane dalla fine del festival di Sanremo, oltre le canzoni e le polemiche, c’è un’immagine che resta impressa dell’edizione appena passata: la comparsa sul palcoscenico di un uomo malato e smagrito ma incredibilmente vivo e vitale. Nel podcast realizzato con Alberto De Martini proviamo ad analizzare i messaggi inviati da quella singolare apparizione di un artista debole e forte al tempo stesso.

    Gigi Riva, un riferimento anche per i giovani che non c’erano

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    Mito, eroe, semidio, Odisseo, simbolo, hombre vertical: le definizioni, tutte positive, per l’uomo e per l’atleta si sono sprecate nei commenti alla morte del più grande attaccante azzurro di sempre. Vale solo per i boomer e per chi c’era all’epoca del miracoloso scudetto del Cagliari o Gigi Riva può essere un mito e un riferimento anche per chi non c’era ed è molto più giovane? Ne abbiamo parlato dal punto di vista della comunicazione e dei segni nel podcast realizzato con Alberto De Martini.

    Sinner, il settimo eroe

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    Era da tanto che l’Italia non aveva un atleta vincente, un eroe condiviso intorno a cui riunirsi. Sinner, come Coppi, Tomba, Paolo Rossi, è esattamente questo. I segni del nuovo idolo del tennis, un po’ amico, un po’ angelo, un po’ guerriero, interpretati alla luce della comunicazione (e di qualche malignità di troppo) con l’aiuto di Alberto De Martini.

    Israele tra David e Golia

    Israele tra David e Golia
    Una delle narrazioni in cui affonda l’origine di Israele, la sfida tra David e Golia, vinta da chi è apparentemente più debole, cioè il pastorello che diverrà re, definisce la singolare duplicità delle percezioni che nel tempo si è avuta di Israele: a seconda dei casi debole o forte, vittima o carnefice. E’ uno degli elementi che complica ulteriormente la comprensione di una vicenda complessa come quella del conflitto arabo-israeliano nella sua declinazione Hamas-Israele.

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    Cosa ci dice il successo di un film di tre ore, dalla trama non lineare, con continui avanti e indietro nel tempo e un audio a tratti disturbante? Lo sceneggiatore, critico e regista Paul Schrader l’ha definito il film più importante del secolo. Perché? Ne parliamo con Alberto De Martini, esperto di comunicazione.
    ANSA L'impero dei Segni
    itSeptember 30, 2023

    Prigozhin, un po' orco un po' corsaro

    Prigozhin, un po' orco un po' corsaro
    Il 24 giugno ha tenuto una buona parte del mondo con il fiato sospeso: con quali occhi abbiamo guardato a Yevgeny Prigozhin, il temibile e feroce capo della brigata Wagner, ex ‘cuoco’, orco spietato e crudele nel suo tentativo di assalto al cielo (cioè al Cremlino)? L’immagine dell’uomo che compariva nei suoi video sempre in mimetica e giubbotto antiproiettile secondo l’analisi di Alberto De Martini, esperto di comunicazione.

    Il tennis tra solitudine, angoscia ed empatia

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    Il grande scrittore americano David Forster Wallace ne ha scritto come di un’esperienza religiosa, c’è chi ha parlato di ‘partita esteriore e partita interiore’, Nick Bollettieri, il guru violento del tennis moderno, ha ridefinito la mentalità dei campioni (oltre che la loro tecnica), mentre per Adriano Panatta il ‘gesto bianco’ (definizione di Gianni Clerici) è sempre e solo armonia. Ma cosa ha di particolare e di diverso dagli altri sport il tennis, che celebriamo nella sua stagione d’elezione, la primavera-estate? Perché l’immagine di Federer e Nadal che si tengono la mano e piangono ci ha emozionato così tanto?

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    Dalla costellazione dell’orsa al Teddy Bear, dalla sostituzione del nome (Bruno e non Orso) da parte dei popoli germanici terrorizzati perfino di nominarlo, dai modi di dire che fanno riferimento alla sua poca socievolezza (‘sei un po’ orso’) al caso M49 e JJ4: perché l’orso ispira sentimenti così contrastanti?

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    Josè Mourinho è uno dei personaggi più controversi, un vincente, un polemista nato e, per la maggior parte degli osservatori, soprattutto un ‘grande comunicatore’. Un apprezzamento che molte volte nasconde in realtà un giudizio negativo sul Mourinho allenatore. Come stanno davvero le cose? Cosa esprime la comunicazione dell’allenatore portoghese? E’ solo un prestigiatore o anche un vero leader? L’analisi dell’Ansa con l’aiuto di Alberto De Martini, ceo di Conic ed esperto di comunicazione.

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    Cosa c’è in Amadeus che lo ha fatto diventare il conduttore di maggiore successo, oltre che uno dei più continui, del Festival di Sanremo? E’ stato perfino il primo ad avere l’onore di avere un presidente della Repubblica all’Ariston. Ci fa o ci è? E’ una spalla che è cresciuta o un geniale antieroe? Lo abbiamo chiesto a Alberto De Martini, ceo di Conic ed esperto di comunicazione.