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    Stai ascoltando la chiamata a fare qualcosa di più grande nella tua vita?

    itJuly 20, 2020
    What was the main topic of the podcast episode?
    Summarise the key points discussed in the episode?
    Were there any notable quotes or insights from the speakers?
    Which popular books were mentioned in this episode?
    Were there any points particularly controversial or thought-provoking discussed in the episode?
    Were any current events or trending topics addressed in the episode?

    About this Episode

    Stai ascoltando la chiamata a realizzare un progetto più grande rispetto a ciò che stai portando avanti?

    C'è stato un momento in cui ho lasciato il lavoro stabile e il percorso che avevo costruito per cambiare totalmente carriera.

    Sentivo che non fosse tutto lì, che volevo realizzare qualcosa di più grande. Non solo per me, ma anche per le persone che mi stavano vicino.

    Il motivo per cui te lo racconto è che vorrei non ti sentissi in colpa se hai costruito una certa carriera e adesso senti di essere destinato a qualcosa di più grande.

    Non devi reprimere quella spinta, anche se ancora non sai che forma darle.

    Riconnettiti al tuo scopo, invece. Ognuno ha il proprio, ed è proprio questo che da senso alla nostra esistenza.

    Per me lo scopo è proprio fare questo: aiutare le persone a non sentirsi più strette in un lavoro che non le rappresenta più, e realizzare il progetto in cui sentirsi felici.

    E tu, a cosa di più grande senti di essere destinato?

    ➡ Se sei ad un punto della tua carriera in cui non sei più soddisfatto e senti di voler fare qualcosa di più grande nel mondo, ti aiuto ad avere fiducia in te per trovare e realizzare il tuo progetto personale e la felicità professionale.
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    Gestire i pensieri negativi che ti fanno star male: tecnica ABC

    Gestire i pensieri negativi che ti fanno star male: tecnica ABC
    Oggi scopriamo insieme quali sono le cause della sofferenza emotiva, partendo da ciò che comunemente (ed erroneamente) si crede rispetto alla provenienza del dolore.

    Passiamo dunque a capire come gestire i pensieri negativi che generano sofferenza attraverso una tecnica della Terapia cognitivo-comportamentale: l'esercizio ABC.

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    Come riconoscere i propri bisogni

    Come riconoscere i propri bisogni
    Come riconoscere i propri bisogni attraverso l'ascolto di sé stessi?

    Riconoscere i propri bisogni è importante per capire come agire nel mondo. Attraverso l'ascolto di sé, infatti, è possibile orientare le proprie azioni al fine di sentire che le proprie necessità sono state soddisfatte.

    Ascoltarsi, allora, vuol dire creare uno spazio di contatto: una relazione profonda con sé stessi, che porta di conseguenza a una relazione profonda con gli altri. Ma come fare ad ascoltarsi e riconoscere i propri bisogni?

    Questo è quello che facciamo con le persone sensibili con cui lavoro. Nel mio percorso "Afferma chi sei" le aiuto a trasformare la sensibilità nella loro forza per prendersi lo spazio nel mondo che meritano. Se senti che un percorso del genere possa aiutare anche te, puoi richiedere la prima chiamata gratuita compilando il modulo su https://sebastianodato.it/percorso .

    PAS - Chi sono le Persone Altamente Sensibili?

    PAS - Chi sono le Persone Altamente Sensibili?
    Se ti è stato detto di essere esagerato con le emozioni, troppo sensibile, di prendere le cose più alla leggera, probabilmente hai un'elevata sensibilità. O addirittura, potresti essere una Persona Altamente Sensibile, ed è importante prenderne consapevolezza per comprendere come funzioni.

    00:40 Chi sono le persone altamente sensibili?
    Negli anni 90, la dott.ssa Elaine Aron ha ritrovato un tratto in alcuni animali che ha in seguito osservato nell'uomo, corrispondente alla neuro-sensibilità. Ha notato che circa il 15-20% delle persone percepisce in modo più elevato gli stimoli, sia interni che esterni, e li elabora in modo più approfondito.

    La dott.ssa Aron ha dunque definito Persone altamente sensibili (HSP in inglese) coloro che processano i vissuti emotivi in modo estremamente profondo, a partire da stimoli che percepiscono all'interno e all'esterno.

    Nota che il 20% è una stima troppo alta per far sì che l'ipersensibilità sia considerata un disturbo. L'alta sensibilità infatti non è un problema ma un tratto innato, con determinate caratteristiche genetiche, fisiologiche e comportamentali.

    02:28 Caratteristiche delle persone altamente sensibili
    Il tratto dell'alta sensibilità comporta alcune caratteristiche a carattere fisiologico, in quanto il cervello dei PAS funzione in modo differente: vi è infatti una maggiore attivazione delle aree corrispondenti alle emozioni, all'empatia e all'elaborazione degli stimoli.

    Sono inoltre importanti le caratteristiche comportamentali delle Persone Altamente Sensibili, che la dott.ssa Aron ha riunito sotto l'acronimo DOES:

    - Depth of Processing. I PAS elaborano i vissuti in modo molto approfondito. Vanno a fondo nelle questioni, pensando a lungo a ciò che hanno vissuto e cercando di trovare mentalmente una soluzione a situazioni difficili. Un processo che richiede grandi investimenti di energie e che risulta stancante.
    - Overarousability. I PAS tendono ad attivarsi più facilmente di fronte agli stimoli: in presenza di rumori, nella folla o di fronte alle emozioni altrui.
    - Emotional Intensity/Empathy. Le persone altamente sensibili vivono più intensamente le proprie emozioni e quelle degli altri. Il fatto di sentirsi coinvolti profondamente a livello emotivo comporta un grande lavoro sulla capacità di stare in empatia con l'altro, che non può essere di tipo reattivo (facendosi carico delle situazioni altrui) ma deve essere di tipo ricettivo (rimanendo con il proprio vissuto mentre si sta con l'altro) (Srouf, Siegel 2011).
    - Sensory Sensitivity. I PAS percepiscono maggiormente gli stimoli, anche quelli sottili e i dettagli che gli altri non notano.

    09:37 Le persone altamente sensibili sono introverse o estroverse?
    Le persone altamente sensibili sono sia introverse sia estroverse, e questo perché secondo la dott.ssa Aron l'alta sensibilità è da distinguere dalla timidezza e dall'introversione. Nei suoi studi, ha evidenziato però che i PAS hanno spesso bisogno di ritiro per ricaricarsi, ed è per questo che spesso vengono considerate erroneamente introverse dagli altri.

    10:02 Come proteggerti se sei una persona altamente sensibile
    Veniamo ad alcuni consigli e alcune riflessioni per persone altamente sensibili.

    1) Dato che percepire ed elaborare costantemente molte informazioni è stancante, è necessario ritagliarsi un proprio spazio per ricaricarsi. Metterti al centro, dedicandoti alle cose che ti fanno star bene per recuperare energie fisiche ed emotive.
    2) Proteggi la tua sensibilità evitando di esporti a situazioni che creano in te disagio. Se scene violente di un film ti fanno star male, evita di guardare horror o film cruenti. Se i luoghi affollati e rumorosi ti stancano, prova a frequentarli in orari in cui sai di trovarli piuttosto liberi (per esempio i supermercati).
    3) Impara a mettere dei confini nelle relazioni, partendo dal dire "no". Affidati lentamente all'altro, lasciati scoprire poco per volta, così da comprendere se la relazione rappresenta un luogo sicuro o un terreno che vacilla sotto i piedi.
    4) Prendi consapevolezza della tua alta sensibilità e accettala. Ti permetterà di rileggere la tua storia e le tue relazioni passate sotto una nuova luce. Senza cedere ai giudizi e senza sentirti sbagliato per la tua sensibilità unica.

    14:40 Riflessioni finali
    L'alta sensibilità non è sbagliata, ma è un tratto evolutivo della propria personalità. Diventarne consapevole ti permette di ricollocare le tue esperienze di vita in base al tuo modo di essere, di prendere bene le misure di protezione per la tua persone e di lavorare su di te, sulla tua gestione emotiva e dei rapporti.

    Questo è quello che facciamo con le persone sensibili con cui lavoro. Nel mio percorso "Afferma chi sei" le aiuto a trasformare la sensibilità nella loro forza per prendersi lo spazio nel mondo che meritano. Se senti che un percorso del genere possa aiutare anche te, puoi richiedere la prima chiamata gratuita compilando il modulo su https://sebastianodato.it/percorso .

    "Perché sono troppo sensibile?"

    "Perché sono troppo sensibile?"
    “Perché sono troppo sensibile?” – Questa è la domanda che più in assoluto mi viene fatta dalle persone che seguo nel mio lavoro. Siamo però sicuri che chiedersi questo sia la domanda giusta da farsi?

    Quando ti chiedi il perché della tua sensibilità, definendola “troppo”, ti stai giudicando: implicitamente, stai ripetendo dentro di te la storia che essere troppo sensibili è sbagliato.

    Pensaci: ti sei mai chiesto perché sei troppo simpatico? Perché piaci troppo agli altri? Probabilmente no, e questo perché sono caratteristiche che non ti creano disagio.
    La sensibilità di per sé non è causa di malessere. Va piuttosto tutelata, quindi una domanda corretta da farsi è: “Come posso proteggere la mia sensibilità?”

    L’alta sensibilità emotiva è come una pelle sottile
    Immagina di avere la pelle sottilissima. Sarà molto ricettiva al sole e agli stimoli che provengono dall’esterno. Sicuramente, quindi, la proteggeresti al meglio mettendo una crema solare e cercando di preservarla da eventuali urti o sostanze che potrebbero irritarla.

    Ecco, la sensibilità è come quella pelle sottile: va protetta nelle relazioni, tutelata da esperienze troppo forti che potrebbero turbarla.

    E nota bene che non è un caso il paragone tra sensibilità e pelle, poiché quest’ultimo non solo è l’organo che si forma dagli stessi foglietti embrionali da cui si sviluppa il cervello (quindi un organo molto ricettivo), ma è anche la parte di noi che mette in comunicazione l’interno con l’esterno. Ci fa stare in contatto.

    Sensibilità e insicurezza : come gestire e proteggere la propria sensibilità
    L’altro giorno durante un colloquio una persona mi dice: “Sai, forse la mia sensibilità mi rende molto insicuro… ed è per questo che mi prodigo a dare tutto per l’altro! Ma non avevo capito che la mia sensibilità va collocata: non mi stava dicendo che sono insicuro, ma che era la mia relazione a essere instabile! Il mio corpo sensibile me lo stava già dicendo, ma ero io a non volerlo ascoltare per paura!”.

    Usare la propria sensibilità vuol dire riuscire a stare maggiormente in contatto con ciò che succede nei rapporti. Prendere consapevolezze delle proprie emozioni permette di comprendere che forse la tua insicurezza non appartiene a te, ma alla relazione: il tuo corpo, quando attiva l’ansia, ti sta dicendo che non sente stabile quel rapporto, ti avverte, e ti comunica di fare attenzione ad affidarti.

    Per proteggere la propria sensibilità, occorre ascoltarla per riuscire a creare la giusta vicinanza con l’altro: quella che ti tutela e che allo stesso tempo vi mette in relazione in modo sano.

    Parte tutto dall’ascolto.

    Riflessioni finali
    La sensibilità, quindi, non è una condanna. Può diventare un vero e proprio dono se si impara a gestire e proteggere la propria sensibilità.

    Questo passaggio può essere difficile farlo da soli, ed è per questo che se vuoi possiamo farlo insieme!
    Ho creato il percorso #AffermaChiSei proprio per persone sensibili, che rinunciano a sé stesse per gli altri, per aiutarle a trasformare la sensibilità nella loro fonte di sicurezza e autostima e riuscire a prendersi lo spazio nel mondo che meritano.

    Richiedi la prima chiamata gratuita dalla pagina del percorso compilando il modulo, così da conoscerci e comprendere se possiamo intraprendere questo cammino insieme. https://sebastianodato.it/percorso

    Un abbraccio, alla prossima!

    Stabilire i Confini Personali: cosa significa e perché è importante mettere dei paletti

    Stabilire i Confini Personali: cosa significa e perché è importante mettere dei paletti
    Stabilire i propri confini personali vuol dire davvero mettere distanza con le persone? Oppure possiamo imparare a vedere i confini come ciò che ci aiuta a creare la giusta vicinanza con l'altro?

    Ecco, in questo episodio ti parlo di cosa significa mettere dei confini sani e perché è importante farlo.

    01:09 Cosa significa stabilire dei confini sani?
    Pensa a due nazioni geograficamente vicine. Il confine che c'è tra i due paesi fa sì che ognuno mantenga la propria identità.
    Si tratta però di un confine che non condivide, ma che mette in comunicazione: entrambe le nazioni mantengono le proprie usanze, culture, lingue, e grazie a quello spazio sono unite l'una all'altro.

    Il loro è un confine che unisce. Un confine che contemporaneamente appartiene a tutte e due.

    Nelle relazioni, dunque, i confini sono indispensabili perché permettono alla stessa relazione di esistere. Senza confini, non è possibile riconoscersi: si crea confusione tra chi sei tu e chi è l'altro.

    Immagina cosa accade quando non ci sono confini chiari. Ci si sente invasi, schiacciati dall'altra persona e si prova la sensazione di voler respingere tutti ad una certa distanza.
    Oppure si asseconda l'altro, spendendosi totalmente per lui o lei, non capendo però perché non si è ricambiati.

    Non avere confini crea confusione.
    Ognuno invece deve mantenere ed esprimere la propria identità, i propri progetti, i propri bisogni.

    04:15 Perché è importante stabilire i confini in una relazione?
    I confini personali, allora, vanno pensati come un aiuto a creare la giusta vicinanza: quella che permette ad ognuno di rimanere sé stesso.
    E' importante mettere dei paletti proprio perché permettono di stare al confine, dove le cose si costruiscono in due. Insieme.

    Quando comunichi dei confini chiari, le persone percepiscono ciò che possono e non possono fare nel rapporto con te. Sanno come muoversi, come se avessero una mappa per stare con te nel modo sano.

    06:07 Come stabilire i confini?
    Nei confini, lascia emergere chi sei. Puoi infatti costruirli se esprimi:

    - I tuoi bisogni, alla base per creare una vera connessione con gli altri. Entrare in contatto, infatti, significa lasciare che i propri cuori stiano l'uno di fronte all'altro. Per farlo, hanno bisogno di connettersi proprio a livello dei bisogni reciproci.
    - Le tue richieste, per aiutare l'altro ad aiutarti.
    - I tuoi no, per dar spazio alle richieste che tu hai nei tuoi stessi confronti.

    Solo attraverso i confini sarà possibile passare da un Io e un Tu ad un Noi, con una direzione comune che parte dalla costruzione condivisa di un incontro.

    08:30 Riflessioni conclusive
    In conclusione, rifletti sul modo in cui stabilisci i tuoi confini.

    Sono confini vaghi, confusi?
    Oppure sono confini netti, rigidi?
    Quali sono i rapporti in cui senti di volere più distanza? In quali desideri più vicinanza?

    Fammelo sapere nei commenti.

    NB: hai già provato a lavorare sui confini e non trovi la giusta forma? Facciamolo insieme!
    Nel mio percorso "Afferma chi sei" è proprio questo uno dei passaggi che affronto con i miei allievi. Posso accompagnare anche te passo passo nella costruzione di confini sani, per costruire relazioni profonde e reciproche. Compila il modulo per la prima chiamata conoscitiva: https://sebastianodato.it/percorso

    Come sentirsi più sicuri in una relazione

    Come sentirsi più sicuri in una relazione
    Se in una relazione si insinuano dubbi, paure e insicurezza, quel rapporto rischia di non essere vissuto pienamente. Ciò può portare a tenere l'altro distante per paura di essere feriti, abbandonati, e a non lasciarsi andare pienamente a causa della paura.

    In questo episodio vedremo perché si vivono i rapporti con insicurezza e faremo delle riflessioni per imparare a sentirsi sicuri nelle relazioni.

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    Come superare il bisogno di approvazione

    Come superare il bisogno di approvazione
    La sofferenza non nasce dai problemi, ma dai pensieri irrazionali nei confronti dei problemi.

    Il pensiero più doloroso che riscontro lavorando con le persone è quello correlato al bisogno di approvazione.

    Lo ritrovo in varie formule:
    🔴 “Devo piacere agli altri”.
    🔴 “Devo fare le cose alla perfezione per andare bene”.
    🔴 “Non devo deludere nessuno”.

    Questi, però, non sono dei fatti concreti e reali!

    ➡ Sono le storie che ognuno di noi si racconta, e che alla base hanno un solo giudizio: "Sono sbagliato"

    E' così che diventano richieste e pretese verso se stessi. Devi, devi, devi.

    🌟 Credere a queste storie ostacola le tue scelte, come cambiare un lavoro diventato insofferente o lasciar andare una relazione divenuta tossica.

    Sii gentile con te. Probabilmente un tempo ti sarà stato utile dover avere l'approvazione degli altri, magari per farti accettare o amare.

    Oggi, però, puoi iniziare a mettere in dubbio questi pensieri se non ti servono più, e lasciare andare i panni che indossi ma che non ti appartengono più.

    📘 Ti lascio allora un esercizio.

    Ogni volta che il bisogno di approvazione ti impedisce di fare qualcosa, scrivi le richieste in un foglio. (Per esempio: “Non cambio lavoro perché non devo deludere nessuno“).
    1️⃣ Chiediti: “E' vero questo pensiero? Esiste una legge universale che lo dice? Ho dei controesempi che possano dimostrare il contrario?”
    Scrivi la risposta.
    2️⃣ Riformula un nuovo pensiero. Elimina i "devo" e "ho bisogno di", ed esprimi lo stesso pensiero come una preferenza.
    “Voglio cambiare lavoro e mi piacerebbe avere il sostegno dei miei cari. Ma non ho bisogno del loro consenso per farlo, perché so quanto valgo e so che in questo posto non mi trovo bene. Rimanendo, deluderei prima me stesso”
    3️⃣ Lascia che questo pensiero lavori dentro di te e senti le nuove emozioni che emergono.
    Cosa provi?

    Questo esercizio ti aiuterà a validare ciò che senti davvero e a darti il permesso di valorizzarti e seguire le tue scelte. Ti farà percepire di avere controllo sulla tua vita e di essere tu la tua fonte di certezze.

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    Esercizio per aumentare autostima e sicurezza

    Esercizio per aumentare autostima e sicurezza
    Nello scorso episodio, abbiamo visto che l'autostima è un giudizio di valore verso noi stessi. Per questo, l'autostima dipende dai pensieri che si nutrono verso se stessi.

    Potresti allora pensare che per aumentare l'autostima basti avere pensieri positivi. Può essere anche vero, ma probabilmente anche tu come i miei clienti ti sei reso conto che per ogni pensiero buono che fai nei tuoi confronti ne emergono altri cento più critici e cattivelli.

    Per avere autostima, pratica la gratitudine

    Oltre all'accoglienza e all'accettazione di tutti i pensieri, il terzo canale per avere autostima è la gratitudine.

    Quando ti tratti con rigidità e severità, ti diventa difficile riconoscere i tuoi successi, nel lavoro e nella vita, e finisci per darli per scontati.
    Praticare la gratitudine, invece, può diventare un vero e proprio impegno da prendere verso di te. Per amarti.

    Esercizio per aumentare l'autostima

    Tieni un diario accanto al letto. Ogni sera, prima di dormire, scrivi sul diario le tre cose di cui puoi sentirti fiero di te che sono successe nella giornata.

    Soffermati su ogni punto. Inspira, e lascia entrare dentro di te uno stato di gratitudine. Sentila diffondersi in tutto il corpo. Sorridi ed espira.
    Puoi anche decidere di concederti un piccolo premio. Un piccolo permesso di coccolarti per rimarcare ciò di cui poter andare fieri.

    Di solito si è bravi a riconoscere gli aspetti positivi delle altre persone. Bisogna allenarsi a riconoscere anche i propri.

    Allenarsi a vedere le parti di sé di cui essere fieri aiuta a costruire l'autostima e ad accettarsi completamente: non soltanto per le parti più fragili, ma anche per quelle più forti.

    ✅ Se desideri aumentare la tua autostima e prenderti ciò che desideri dalla vita, puoi candidarti alla prima call di 30 minuti del mio percorso in cui valuteremo se posso esserti d'aiuto.

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