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    Andata e Ritorno - Storie di montagna

    Dedicato completamente alle montagne, in Andata e Ritorno si condivideranno pensieri, storie e notizie dalle terre alte. L'obiettivo è tenersi compagnia, sentendosi più vicini all'ambiente che amiamo. Questo podcast è dedicato a Simone Moro e Walter Bonatti che - con le loro interviste - sono riusciti a guidarmi come se fossimo in cordata.
    Ogni lunedì, dalle 5 del mattino, sarà disponibile un nuovo episodio.
    Monitora il podcast anche durante la settimana...potrebbero uscire altre puntate.

    Un abbraccio,
    Sebastiano

    Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.com

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    104 - Elisa Salvi: Fassana ad honorem | presentazione

    104 - Elisa Salvi: Fassana ad honorem | presentazione
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    Nell’intervista che potrai ascoltare da questa settimana, Elisa ti farà viaggiare nella storia della Val di Fassa. Analizzerà momenti storici diversi, dimostrando come le popolazioni locali hanno saputo adattarsi al mercato mantenendo intatte culture e tradizioni. Persino la lingua ladina, tipica di queste vallate, non è stata adombrata dalla modernità. Concludo questa presentazione sottolineando ed evidenziando la professionalità di Elisa, una Fassana ad honorem che - seppur nata lontano - ha saputo farsi adottare e guidare dalla comunità ladina in territori che, per definizione, non sono semplici. Le montagne hanno bisogno di queste voci e di queste competenze, come tutti noi. Dovremmo lasciarci guidare da una comunicazione come quella di Elisa: strutturata, colta e consapevole. Per affrontare il futuro, non bisogna opporsi al cambiamento. Ma anzi, è necessario accoglierlo non dimenticando il passato.


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    103 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Ep.2

    103 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Ep.2
    Questo episodio è offerto da QUOTA.


    Ecco la seconda e ultima parte dell'intervista a Claudio Ghizzo.
    Di seguito potrati trovare alcuni link per @dolomitiwildlife e @dolomitidasogno.

    Un abbraccio,
    Sebastiano


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    102 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Ep.1

    102 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Ep.1
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    Ecco la prima parte dell'intervista a Claudio Ghizzo.
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    Sebastiano


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    101 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Presentazione

    101 - Claudio Ghizzo: sulle tracce dei fantasmi | Presentazione
    Questo episodio è offerto da QUOTA.


    Claudio si è spinto fin sulle crode innevate popolate da colonie di stambecchi, è andato alla ricerca di una fauna rara, difficile da intercettare. Ha lasciato impronte sulle nevi di innumerevoli inverni, ha letto gli accumuli e interpretato i venti per esplorare in sicurezza le Dolomiti di casa (e non solo). E nei suoi portfolio si legge la fatica che alimenta una passione viscerale. Dai un’occhiata alle pagine social di Dolomiti da Sogno e di @dolomitiwildlife per osservare degli scatti che ricordano una pasta analogica. Vera, pura, senza fronzoli e senza sfarzi.


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    99 - QUOTA: un nuovo inizio

    99 - QUOTA: un nuovo inizio
    Questo episodio è offerto da QUOTA.


    Ecco il primo episodio della seconda stagione in collaborazione con https://www.dolomitidasogno.it Una progettualità che abbiamo deciso di chiamare QUOTA.
    Ti lascio all'ascolto!

    Un abbraccio,
    Sebastiano


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    98 - Che (bellissima) fatica | Fine della prima stagione

    98 - Che (bellissima) fatica | Fine della prima stagione
    Con questo episodio si conclude la prima stagione di Andata e Ritorno - Storie di montagna.
    Ti ringrazio per aver partecipato a questo viaggio, spero che il podcast ti abbia tenuto compagnia e ti abbia fatto scoprire storie, memorie e testimonianze delle terre alte.
    Da lunedì prossimo ripartiremo, più forti di prima!

    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    Extra - le voci dei rifugi e una cagnolina

    Extra - le voci dei rifugi e una cagnolina
    Sabato sono stato in compagnia di un'amica e di una cagnolina.
    Siamo saliti in montagna a sgranchire gambe e zampe.
    Abbiamo ascoltato di come, a volte, il turismo in quota sia prepotente.
    Abbiamo visto, come molto spesso accade, bottiglie e rifiuti anche in località "poco battute".
    Mi domando perché?

    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    95 - Angelo: la sentinella di Claut | Rifugio Pradut_presentazione

    95 - Angelo: la sentinella di Claut | Rifugio Pradut_presentazione
    Angelo ha saputo trasmettermi fin da subito una forte passione per la sua professione. Essere rifugisti è un onere ma anche un onore per chi, come lui, ama le montagne da cui è circondato fin dalla nascita. Il Pradut è stata una grande opportunità che gli ha permesso di unirsi ancor di più a un ambiente che, con il suo lato selvaggio, si esprime al meglio. Al Pradut si può trovare la montagna vera sia nella stagione calda che in quella invernale. Una montagna che però risulta estremamente accessibile e che merita di essere visitata, esplorata e assaporata nei suoi silenzi e nei suoi colori. Quindi, se stai ascoltando questo podcast, segnati questa escursione tra le tue note. Mettila in calendario. Perché merita davvero, proprio come Angelo e l’intero staff del rifugio che da anni offrono accoglienza, buon cibo e ospitalità a 1.440 metri di quota, proprio sopra Claut. Nell’intervista ascolterai Angelo sottoscrivere che “il rifugista deve saper fare tutto”. Io mi permetto di aggiungere che, come nei rifugi della Schiara, il rifugista ha fatto un qualcosa in più: ha saputo dare un’anima e un’identità tangibile al suo gioiello, incastonato tra montagne spettacolari. Andate al Pradut!

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    Extra - i numeri di un anno di lavoro

    Extra - i numeri di un anno di lavoro
    Ecco i numeri del podcast in questi 12 mesi, devo ringraziarvi tutte e tutti!
    La prima stagione si chiuderà a breve, poi ripartiremo ancora più forti.
    Non ci sarà nessuna interruzione, anzi.
    Nel prossimo episodio Extra ci saranno grandi novità per il periodo settembre 2023 - settembre 2024 e forse anche oltre (spero).
    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    94 - Franco Miotto: il camorziere_ep.3_fine

    94 - Franco Miotto: il camorziere_ep.3_fine
    Nel 1973 Riccardo Bee propose a Miotto di entrare a gamba tesa nell’olimpo. Il Burèl era stato salito nel 1967 per la prima volta, nel 1968 c’era stata la ripetizione di Messner e Renzler ma mai nessuno - fino ad allora - aveva osato salire la stessa via nella condizione peggiore che si potesse immaginare: l’inverno. Fu questa la proposta di Bee. Franco inizialmente lo prese per pazzo, loro due che arrampicavano da neanche due anni sarebbero dovuti salire sulla stessa parete che aveva tenuto sotto scacco generazioni intere di alpinisti. Cordate internazionali battute in ritirata, solitudine, isolamento, Messner e Renzler che addirittura sconsigliarono un’impresa simile ad una singola cordata. In caso di necessità, nessuno avrebbe potuto correre in loro aiuto. Perlomeno nei tempi canonici per garantire la sopravvivenza. Il Burèl era nascosto dietro casa, ma ai confini del mondo. Forse per l’effetto di qualche bicchiere di troppo, Franco rivide la sua posizione. Non sminuì mai le cordate che aprirono la via Italo-Polacca nel ‘67, non sottovalutò mail quel chilometro e mezzo in verticale. Non lo fece nemmeno dopo aver dimostrato ai bellunesi cosa aveva imparato negli anni trascorsi tra le pareti della remota Val di Piero. Piuttosto sottovalutava sé stesso. E questa attitudine, apparentemente pessimistica, riuscì a tenerlo in vita anche nell’inverno del 1974.

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    93 - Franco Miotto: il camorziere_ep.2

    93 - Franco Miotto: il camorziere_ep.2
    La caccia al camoscio prevedeva un’azione corale e collettiva, praticando delle sorte di sbarramenti per terrorizzare gli animali che - prima o poi - sarebbero stati impallinati da qualche fucile. Franco Miotto invece si muoveva da solo, passava dove passavano i camosci, si appostava per giorni se necessario, poi premeva il grilletto. Era piuttosto raro che sbagliasse il tiro. Aveva un fucile con componentistica tedesca, molto affidabile e preciso, recuperato in un’armeria di Bolzano. Era un cecchino. Nel vero senso della parola. A 22 anni, durante il servizio militare al centro di paracadutismo di Viterbo, Franco era stato riconosciuto come il miglior tiratore in diverse esercitazioni. La pistola Winchester era dotazione comune, il fucile di precisione Enfield no. Quello se lo aggiudicò meritocraticamente.

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    92 - Franco Miotto: il camorziere_ep.1

    92 - Franco Miotto: il camorziere_ep.1
    Franco Miotto è un personaggio potenzialmente perfetto per le audiocassette a nastro. Quelle che si dovevano girare a metà episodio per terminare l’ascolto. Come se ci fosse un primo e un secondo atto. Proprio come questa storia. Sarebbe riduttivo limitare Miotto alla sola attività alpinistica, nonostante imprese più che estreme. Il mondo di Miotto collide contro le logiche di una società che si mette in mostra. Sembra quasi che voglia mantenere intatte le fondamenta della sua stessa esistenza: fondamenta selvagge, aspre, impervie. Ma anche solitarie. Non sarà però la solitudine il minimo comun denominatore della sua esistenza, sarà l’isolamento. Un isolamento che lo porta vicino a casa ma ai confini del mondo. Sia per cacciare che per scalare. Riuscirà a padroneggiare questi due mondi senza essere secondo a nessuno. Riuscirà a sfruttarli per sé stesso e per gli altri. Persino per dedicare un ricordo a chi lo abbandonerà prematuramente. Ma anche per affrontare il dolore devastante di un lutto inaspettato e casuale che porterà via per sempre una delle tre figlie. Tra quelle montagne nasceranno i Viàz: sentieri che non sono sentieri ma nemmeno “arrampicate” perché le difficoltà tecniche, il tanto agognato grado, non è così estremo. Sono tracce che abbracciano e tagliano come burro pareti verticali e sconnesse, loppe scivolose, ghiaie instabili a picco sui precipizi. A comandare è l’assoluta e totale esposizione di questi passaggi; un’esposizione che risucchia la mente verso lo scenario peggiore. Condizioni pressoché perfette per far vacillare l’alpinista più abile. Quando la paura domina la mente, questa si trasforma. Lo fa lentamente, metro dopo metro, fino a implodere per poi demolire le convinzioni di chiunque la sperimenti. Ecco che ci si ritrova invasi dal panico. Un ospite scomodo, soprattutto quando la morte attende alla base delle pareti. Basta un dettaglio per finire giù. Un’eventualità già pericolosa se si fosse assicurati a una corda. Ma da slegati, la situazione cambia.

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