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    Episodes (17)

    207 - La preghiera a San Pietro del popolo inglese

    207 - La preghiera a San Pietro del popolo inglese
    Mi sono trovato in Inghilterra il 29 giugno e mi ha molto colpito l’attaccamento che ancora oggi i cattolici inglesi hanno verso il Papa e verso la Chiesa di Roma. Questo attaccamento ha le sue radici nel doloroso scisma che si consumò nel XVI secolo, strappando l’Inghilterra alla vera fede. L’autore di questo scisma fu il re Enrico VIII, che in preda a una diabolica passione per una damigella di Corte, Anna Bolena, divorziò dalla moglie Caterina d’Aragona e, contro il divieto papale, la sposò nel 1533. Papa Clemente VII non riconobbe il matrimonio e l’anno successivo Enrico VIII fece votare dal Parlamento l’Atto di Supremazia con cui il Regno si separava dalla religione cattolica romana e costituiva una chiesa nazionale, detta poi anglicana, di cui il Re era il capo supremo. Il popolo inglese era cattolico ma furono pochi gli ecclesiastici, i dignitari e gli aristocratici, che osarono mettersi contro il sovrano, sfidando la prigione e la morte che li aspettava.

    181 - La profezia di Isaia nelle settimane d’Avvento

    181 - La profezia di Isaia nelle settimane d’Avvento
    Le quattro settimane dell’Avvento, che precedono il Santo Natale, evocano le tenebre in cui era avvolto il mondo prima della venuta di Gesù, divin Salvatore dell’umanità. La Chiesa ha assegnato all’Avvento la lettura del profeta Isaia, colui che tra tutti ha predetto con maggiore forza il contrasto tra l’apostasia del popolo di Israele e il momento della sua prossima Redenzione.  

    Nella Terza Domenica di Avvento, detta Gaudete dalla prima parola del suo introito, con Stazione nella Basilica di San Pietro in Vaticano, la Chiesa manifesta la sua speranza e la sua letizia perché il Signore è ormai vicino. Isaia annuncia: “In quel giorno si canterà questo canto nel Paese di Giuda: Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà” (Is., 26, 1-9)

    176 - L’immortalismo scientifico e la risurrezione dei corpi

    176 - L’immortalismo scientifico e la risurrezione dei corpi
    In un articolo su Corrispondenza Romana (https://www.corrispondenzaromana.it/elon-musk-un-campione-dellantiglobalismo/ ) mi sono soffermato sulla figura di Elon Musk, il magnate americano, di origine sudafricana, che ha acquistato Twitter e che ha creato aziende innovative nel campo delle energie rinnovabili e della conquista degli spazi stellari: un personaggio che crede nella possibilità dell’espansione cosmica dell’umanità, ispirandosi al movimento culturale dei cosmisti russi. Chi erano questi cosmisti? 

    I materialisti ottocenteschi negavano ogni forma di immortalità dell’anima, sostenendo che tutto è materia e la morte del corpo ci precipita nel nulla. I cosmisti del XX e del XXI secolo, sono filosofi che sostengono la possibilità di rendere immortale il corpo, o di risuscitarlo, attraverso gli strumenti della scienza.

      Questo “immortalismo” scientifico non ha nulla a che fare con la visione cristiana della vita eterna, ma ripropone, in maniera tecnologicamente aggiornata la ricerca dell’elisir di lunga vita praticata nel corso dei secoli da alchimisti ed esoteristi. Quando morì Lenin i cosmisti russi ne fecero imbalsamare la salma, convinti che sarebbe un giorno risuscitato. Se Cristo era il primogenito della risurrezione promessa dalla religione, Lenin sarebbe stato il primo risorto della scienza. E Lenin ancora oggi attende quel giorno nella sua bara di vetro davanti a cui si recano in pellegrinaggio vetero e neo-comunisti.

    In memoriam: il principe Sforza Ruspoli (1927-2022)

    In memoriam: il principe Sforza Ruspoli (1927-2022)
    La stampa italiana ha ricordato la scomparsa del principe Sforza Ruspoli, definendolo “l’ultimo principe dell’aristocrazia romana” (“La Repubblica”, 25 ottobre 2022). Le famiglie principesche romane sono infatti ancora numerose, ma non tutte conservano la coscienza del loro ruolo storico. Il principe Ruspoli, nella sua lunga vita, talvolta estrosa e contraddittoria, ma sempre generosa e appassionata, fu consapevole della necessità di una presenza pubblica dell’aristocrazia. Aveva inoltre la consapevolezza della romanità della sua casata, che significava servizio disinteressato alla città che ospita la Cattedra di Pietro e che ha nel Romano Pontefice il proprio sovrano.  

    Sforza Marescotti Ruspoli nacque a Roma il 23 gennaio 1927, figlio di Francesco Ruspoli e di Claudia Matarazzo. Per parte di padre discendeva da una delle più illustri dinastie romane che conta, tra i personaggi storici, Mario lo Scoto, un condottiero al servizio di Carlo Magno, Fabrizio Ruspoli che comandò alcune galee pontificie a Lepanto, santa Giacinta, monaca francescana, e i due fratelli Costantino e Marescotti, paracadutisti della Folgore e medaglie d’oro al valor militare, che nell’ottobre del 1942 sacrificarono la loro vita durante la battaglia di El Alamein. Anche il padre di Sforza aveva combattuto valorosamente come aviatore nella Seconda Guerra mondiale e fu l’ultimo Gran Maestro del Sacro Ospizio, una delle grandi cariche civili della Corte Pontificia. Di istituzione antichissima il Gran Maestro interveniva a tutte le solenni funzioni pontificie, indossando un costume settecentesco nero con la spada dall’elsa d’argento e ricevendo onori pari a quelli dei cardinali, scortato da quattro guardie svizzere. A lui spettava ricevere e accompagnare i Sovrani che si recavano in udienza dal Santo Padre. Dal 1811 al 1968, quando Paolo VI abolì la Guardia Nobile, la carica, non ereditaria, fu conferita costantemente a membri della famiglia Ruspoli, in successione dell’antichissima famiglia Conti, estintasi nel Settecento.

    175 Contro-Rivoluzionari a Civitella del Tronto

    175 Contro-Rivoluzionari a Civitella del Tronto
    Si è svolto l’8 ottobre, l’ incontro annuale della “Fedelissima Civitella del Tronto,” organizzato per 35 anni di seguito, con coraggio e perseveranza, da Pucci Cipriani, che anche quest’anno è riuscito  a raccogliere tanti giovani e meno giovani, provenienti da tutte le parti di Italia nell’antica cittadella detta la “Fedelissima”, perché fu ultimo baluardo del regno borbonico contro l’invasione piemontese, nel 1861. Il convegno anche quest’anno è stato preceduto la sera prima da una suggestiva Via Crucis attorno alle mura della Fortezza.   

    L’incontro del 2022 era dedicato ai pensatori e letterati della Contro-Rivoluzione. Tra questi si è parlato del conte Joseph de Maistre, il grande pensatore savoiardo, nato a Chambery nel 1753 e morto a Torino nel 1821.

    173 Perché è sbagliato dar vita a un nuovo partito politico

    173    Perché è sbagliato dar vita a un nuovo partito politico
    Una riflessione sulle elezioni del 25 settembre 2022 (https://www.radioromalibera.org/i-cattolici-davanti-al-voto-del-25-settembre/), ci ha portato a questa conclusione: anche se non c’è nessun partito o uomo politico che corrisponda alle nostre aspettative è lecito votare un partito il cui programma ufficiale non sia in aperto contrasto con la legge naturale e divina. Inoltre, è necessario evitare, secondo prudenza e buon senso, voti inutili che facciano il gioco dei partiti avversari. Ma all’indomani delle elezioni un secondo problema si pone. Se in Parlamento non esiste alcun partito disposto ad applicare integralmente la dottrina sociale della Chiesa, non sarebbe opportuno crearne uno nuovo o cooperare attivamente alla sua creazione?

    172 - I cattolici davanti al voto del 25 settembreÂ

    172 -  I cattolici davanti al voto del 25 settembreÂ
    Il 25 settembre si voterà in Italia per rinnovo del Parlamento, Camera e Senato, un appuntamento importante che pone a molti la domanda: come deve comportarsi un cattolico? 

    Vi sono due premesse da fare: la prima è che la Chiesa ha una sua dottrina politica e sociale, che si riassume nella formula di san Paolo “Instaurare omnia in Christo” (Efesini 1, 10), di cui san Pio X fece il motto e il programma del suo pontificato.  

    Instaurare omnia in Christo significa che ogni ambito della vita individuale e sociale deve essere ricondotto a Cristo. Il programma politico dei cattolici è dunque la Regalità sociale di Cristo: né più né meno di questo.

    171 - Il Nome di Maria e il trionfo del suo Cuore Immacolato

    171 -  Il Nome di Maria e il trionfo del suo Cuore Immacolato
    Il 12 settembre, dopo la festa della Natività della Santissima Vergine, la Chiesa onora il santo Nome di Maria per insegnarci, attraverso la Liturgia, ad avere sempre sulle labbra e nel cuore, il Nome di Maria, accanto a quello di Gesù. I suoi santi genitori Gioacchino ed Anna, le posero questo nome, nomen Virginis Mariae (Lc, I, 27) per speciale rivelazione del Signore, che in quel nome volle racchiudere tutte le grandezze spirituali di Colei che era destinata ad essere la Madre di Dio.
    Tra i tanti significati che sono stati attribuiti al nome di Maria, i santi e i teologi ne ricordano soprattutto quattro: stella del mare, mare amaro, signora o padrona e illuminatrice. Stella del mare, perché Maria è consolazione e guida di coloro che navigano nel mare di questo mondo, combattuti dalle onde e dalle tempeste delle tentazioni; mare amaro per l’immensità delle grazie celesti comunicatele da Dio, ma anche per l’immensità delle amarezze che Ella subì, durante tutta la vita, soprattutto nella Passione del Figlio; Signora e padrona, perché Maria è Regina del Cielo e della terra, a cui tutto è sottomesso; illuminatrice perché ha dato al mondo la Luce eterna e illumina di celeste sapienza le anime di tutti coloro che a Lei si affidano.
    Il Nome benedetto di Maria è anche un’arma infallibile contro i nemici, interni ed esterni, delle anime e della Chiesa. Il solo Nome di Maria atterrisce infatti i demoni e gli uomini che combattono Gesù Cristo e la Chiesa da lui fondata-

    170 La Città di Dio di sant’Agostino nell’ora attualeÂ

    170  La Città di Dio di sant’Agostino nell’ora attualeÂ
    Il 28 agosto abbiamo ricordato la figura di sant’Agostino, uno dei più grandi santi e Dottori della Chiesa. Una delle sue opere più famose sono le Confessioni, ristampate innumerevoli volte in tutte le lingue.

    Le Confessioni sono un libro individuale, è la storia di un’anima. La Città di Dio è un libro collettivo: rivela l’azione di Dio nella storia del mondo, così come le Confessioni mostrano l’influenza di Dio sull’anima umana. Agostino ci guida all’interiorità, ci aiuta a scoprire i tesori nascosti del nostro cuore, attraverso tutte le nostre facoltà, a cominciare dalla mamoria. Nella Città di Dio la prospettiva si allarga.

    La Città di Dio non è un’opera astratta, ma una riflessione teologica su un’epoca drammatica, che presenta impressionanti analogie con quella attuale.

    All’inizio del V secolo, i barbari, che hanno varcato le frontiere dell’Impero romano, dilagano sulle vie un tempo percorse dalle legioni di Roma. I Vandali attraversano la Gallia e raggiungono la Spagna e poi l’Africa. Un altro popolo, i Visigoti, guidati dal loro re Alarico, irrompono in Italia e arrivano alle porte di Roma. Il 24 agosto del 410, attraverso la Porta Salaria, i barbari di Alarico invadono la Città eterna, inviolata da ottocento anni, mettendola a sacco per tre giorni.

    169 - Come sant’Agostino parla ancora ai nostri tempi

    169 -  Come sant’Agostino parla ancora ai nostri tempi
    Come sant’Agostino parla ancora ai nostri tempi

    Il 28 agosto si celebra la festa liturgica di sant’Agostino, Vescovo e Dottore della Chiesa.
    La voce di sant’Agostino parla ai nostri tempi per la sua capacità di andare a fondo nei problemi filosofici e morali anche più difficili, con una semplicità di stile e una immediatezza di linguaggio che ne fanno un autore più che moderno contemporaneo. La modernità, infatti, invecchia, la contemporaneità è sempre viva.
    La vita di Aurelio Agostino, era questo il suo nome, si situa tra il 354 e il 430 dopo Cristo. Nasce a Tagaste un grosso borgo della Numidia, dunque in Africa del nord, una terra che allora era cristiana.
    E’ un giovane di estrema intelligenza, ma conduce una vita sregolata, provocando le lacrime della madre Monica, fervente cristiana, che un giorno, come lui, sarà canonizzata dalla Chiesa.

    166 - Il martirio di san Lorenzo

    166 - Il martirio di san Lorenzo
    Il 10 agosto la liturgia della Chiesa celebra il martire san Lorenzo nato attorno al 225 e morto nella notte tra il 9 e il 10 agosto dell’anno 258.  

    Lorenzo era il capo dei sette diaconi romani al tempo di apa Sisto II (m. 258). A Roma, il numero dei diaconi restò per lungo tempo limitato a sette, uno per ogni regione ecclesiastica. Oltre al ministero dell'altare e dell'assistenza al Papa, i diaconi romani avevano la cura dell'amministrazione dei beni temporali della Chiesa romana. Tale funzione faceva di essi dei personaggi importanti e spesso accadeva che il Papa venisse scelto fra i diaconi, piuttosto che tra i sacerdoti.Â

    165 - San’Alfonso de’Liguori un grande moralista per i nostri tempi

    165 - San’Alfonso de’Liguori un grande moralista per i nostri tempi
    Mi sono spesso soffermato sulla figura di sant’Alfonso Maria de’Liguori e voglio farlo ancora alla vigilia della sua festa che cade il 2 agosto. 

    Alfonso nacque da nobili genitori a Napoli, il 27 settembre 1696. A 17 anni era dottore in diritto civile e canonico e iniziò poco dopo una brillante carriera di avvocato, ma dopo un clamoroso insuccesso nel Foro di Napoli, decise di lasciare il mondo e dedicarsi a Dio. Ordinato prete nel 1726, nel 1732 istituì la Congregazione del Santissimo Redentore, che si diffuse rapidamente. La prima parte della sua vita fu dedicata all’apostolato e alle missioni al popolo, la seconda parte alla scrittura. Sant’Alfonso è autore di innumerevoli opere, tradotte in tutte le lingue, di carattere teologico, morale e devozionale. Ma la sua prima opera, dedicata alle Visite al Santissimo Sacramento e alla santa Vergine, apparve solo verso il suo cinquantesimo anno di età.

    Luigi Orione il Santo della Divina Provvidenza

    Luigi Orione il Santo della Divina Provvidenza
    Ricorrono quest’anno 150 anni dalla nascita di san Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza. 

    Nacque nel 1872 a Pontecurone, in provincia di Alessandria, da una famiglia povera ma religiosa, al cui interno maturò la sua vocazione sacerdotale. Decisivo fu il triennio trascorso a Torino presso l’oratorio salesiano, dove ebbe come confessore don Bosco e come prezioso consigliere don Michele Rua. 

    Ordinato sacerdote nel 1895 si lanciò in un vorticoso apostolato, al cui centro fu la fondazione della Piccola Opera della Divina Provvidenza, le cui case si diffusero in tutto il mondo. 

    L’11 febbraio 1903, presentando il piano dell’istituto da lui fondato a mons. Bandi, vescovo di Tortona, don Orione scriveva: “L’opera della Divina Provvidenza, nei secoli avanti la nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, era coordinata a disporre l’umanità a ricevere Gesù Cristo Redentore; e, dopo la venuta di Nostro Signore, nel corso dei secoli nei quali la Santa Chiesa milita sulla terra, l’opera della Divina Provvidenza consiste nell’instaurare omnia in Cristo: illuminare cioè e santificare le anime nella conoscenza e nella carità di Dio, e instaurare successivamente tutte le istituzioni e tutte le cose, anche appartenenti alla società esterna degli uomini, in Nostro Signore Gesù Cristo Crocifisso, facendole entrare nello spirito e nella vita del Cattolicesimo”

    163 - NOVITA’ DELLE EDIZIONI FIDUCIA

    163 - NOVITA’ DELLE EDIZIONI FIDUCIA
    Cari lettori ed amici

    Sono lieti di segnalarvi tre novità delle Edizioni Fiducia che non possono mancare nella vostra biblioteca.

    La prima opera è di Virginia Coda Nunziante: La moda cristiana nell’insegnamento della Chiesa, (pp. 117, 12 euro).
    Il tema della moda non è secondario. In estate basta trovarsi in una stazione, un aeroporto, un centro commerciale, un qualsiasi luogo affollato, per rendersi conto del livello di indecenza a cui è giunta la moda femminile, ma anche della decadenza a cui è arrivato l’abbigliamento maschile. Giacca e cravatta sono ormai scomparsi dal guardaroba estivo dagli uomini, mentre le donne si vestono, o meglio si svestono, in una maniera che può essere definita dinamite allo stato puro. Non è una moda passeggera, ma un processo rivoluzionario di cui Virginia Coda Nunziante ci offre nel suo libro una chiave di interpretazione. Virginia, che per dieci anni, ha guidato la Marcia Nazionale per la Vita, ha raccolto la voce dei Papi, soprattutto Pio XII, il Papa che nel Novecento ha dedicato più attenzione al tema della moda. Pio XII afferma che “la società, per così dire, parla col vestito che indossa; col vestito rivela le segrete sue aspirazioni, e di esso si serve, almeno in parte, per edificare o distruggere il proprio avvenire”.
    Un uomo, o una donna si giudicano certamente dalle idee, ma anche dal loro modo di vestirsi che esprime una concezione della vita. La moda in fondo è questo: lo stile di un uomo. Ma lo stile esprime le idee che ci guidano. Il libro di Virginia Coda Nunziante ci apre per così dire un nuovo orizzonte e merita di essere letto per la forza e la sua originalità.

    158 - Le ragioni del fascino della monarchia inglese

    158 -  Le ragioni del fascino della monarchia inglese
    Mi sono trovato a Londra all’indomani dei festeggiamenti per i settant’anni di regno di Elisabetta II e sono rimasto colpito nell’osservare l’atmosfera di calorosa simpatia che avvolge la figura della Regina nella quale sembra incarnarsi l’istituzione della monarchia inglese.

    Sui blog italiani, soprattutto di area tradizionalista, non si riscontra questa simpatia verso la figura della sovrana, proprio perché essa rappresenta la detestata monarchia inglese. Un amico mi ha inviato due immagini efficacemente accostate: da una parte una fotografia della famiglia imperiale del Beato Carlo d’Asburgo, solenne, quasi ieratica; dall’altra l’immagine della Regina Elisabetta che fa colazione con l’orso Paddington un noto personaggio della letteratura inglese per i bambini.  Questa immagine fa parte di un clip realizzato dalla BBC e certamente contrasta con la precedente. Forse l’idea della BBC non è stata molto felice, tuttavia negli stessi giorni si è appreso dai mass media che la principessa di Norvegia Marta, figlia del Re Harald di Norvegia, sposerà lo sciamano americano Verrett. Questo episodio, per le caratteristiche dello sposo, un guru esoterico, accusato di essere un ciarlatano, e anche per le dichiarazioni della sposa, che ha annunciato che lavorerà con lui nella formazione in chiaroveggenza e nella comunicazione con gli angeli, scredita certamente la già screditata monarchia norvegese, mentre i settant’anni di regno della Regina Elisabetta, non hanno ridicolizzato, ma hanno consolidato la monarchia britannica, malgrado i tanti sconquassi che hanno accompagnato la storia recente della famiglia reale.Â

    182 - Che cosa accade nel mondo?

    182 - Che cosa accade nel mondo?
    Che cosa accade nel mondo?
    L’Ucraina, sotto bombardamenti, non può seminare né esportare, e i suoi porti sono bloccati, mentre la Russia ha deciso di bloccare le sue esportazioni. Non c’è solo la minaccia della scarsità di grano, ma anche quella, ad essa strettamente legata, del blocco del commercio dei fertilizzanti, che può avere conseguenze su tutti gli agricoltori del mondo, e causare cali di produzione per tutti i generi alimentari, non solo il grano. Basta pensare che il 50% dei fertilizzanti che si usano in Europa arriva dalla Russia.
    La guerra in Ucraina ha inoltre innescato una violenta accelerazione della crisi energetica. Se i flussi russi dovessero interrompersi da un giorno all’altro, il gas attualmente in deposito probabilmente si esaurirebbe prima della fine dell’anno, lasciando l’Europa esposta a un inverno brutale.
    Dunque: grano, fertilizzanti, energia. E’ possibile che l’Europa riesca ad organizzarsi, ma la guerra, se continua, avrà un impatto ben più grave sui paesi che più sono dipendenti dai prodotti che arrivano dalla Russia e dall'Ucraina come i paesi del Maghreb, il Libano, l’Egitto, la Siria o la Libia, che importano la stragrande maggioranza dei loro cereali dall’Ucraina e dalla Russia. In molti di questi Paesi l’Europa cerca il gas alternativo a quello russo, ma chi può garantire la loro stabilità, visto che anch’essi dipendono da risorse alimentari russe e ucraine? In questi paesi, e in altri dell’Africa e del Terzo Mondo, già devastati dal Covid, potrebbe esplodere la fame, con la conseguenza di inarrestabili ondate migratorie verso l’Italia e l’Europa.

    177 - La discesa di Gesù nel Limbo

    177 - La discesa di Gesù nel Limbo
    Tra la deposizione di Gesù nel sepolcro e la sua gloriosa Resurrezione, c’è un momento su cui nella giornata di sabato santo è bello meditare: la discesa al Limbo. Ed è opportuno meditarlo proprio in un momento in cui tanti teologi neo-modernisti negano l’esistenza del Limbo.
    Il Limbo, come ci insegna la Chiesa, non è uno stato, una condizione delle anime, ma un luogo nella profondità della terra confinante con l’Inferno e perciò chiamato ad inferos. In questo luogo stavano prima della Resurrezione tutti i Giusti, non solo quelli appartenenti al popolo ebraico, ma anche i pagani che avevano rispettato la legge divina e naturale. Nessuno di loro poteva però entrare in Cielo fino a che il sacrificio redentore di Cristo non li avesse liberati dal peccato originale. Nel Limbo erano anche, e sono tuttora, i bambini morti senza battesimo, con il solo peccato originale. Essi non possono entrare nel cielo dei beati, ma neppure possono essere accomunati con i dannati dell’Inferno.
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