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    Episodes (6)

    All’Onu, nei mass media e in vaticano regna il catastrofismo antiscientifico sul clima

    All’Onu, nei mass media e in vaticano regna il catastrofismo antiscientifico sul clima
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7570

    ALL'ONU, NEI MASS MEDIA E IN VATICANO REGNA IL CATASTROFISMO ANTISCIENTIFICO SUL CLIMA di Luca Volontè
    Le morti legate al clima sono diminuite del 99% negli ultimi cento anni; diminuiti pure gli incendi e uragani causati dal clima. Ma il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo discorso di apertura al Climate Ambition Summit di New York, un evento di due giorni a cui hanno partecipato le élite mondiali, ha dichiarato che «l'umanità ha aperto le porte dell'inferno».
    Scienziati allarmisti hanno fatto previsioni climatiche catastrofiche che negli ultimi decenni, su modelli imprecisi e politicamente indirizzati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), facente capo all'Onu, sono state costantemente smentite. Tuttavia, invece di aprirsi al confronto scientifico con più di 1600 scienziati, di cui due premi Nobel, che negano l'allarmismo climatico e denunciano la palese politicizzazione e il prossimo impoverimento di miliardi di persone causato dalle speculazioni che lobby e plutocrati stanno facendo sul clima, Guterres ha detto che «il caldo orrendo sta avendo effetti terribili. Agricoltori sconvolti che vedono i raccolti portati via dalle inondazioni, temperature soffocanti che generano malattie e migliaia di persone che fuggono spaventate dall'infuriare di incendi storici», attribuendo la colpa ai combustibili fossili.
    Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è stato da meno, chiedendo un aumento degli investimenti pubblici e privati in soluzioni energetiche verdi per contribuire a «rendere il mondo a prova di clima», aggiungendo che la sua amministrazione «ha trattato questa crisi come una minaccia esistenziale dal momento in cui ci siamo insediati, non solo per noi ma per tutta l'umanità». Al summit era invitata anche Jacinda Ardern, per la quale, ora che si è convertita alla cultura woke e globalista, la libera discussione nelle reti è diventata la peggiore minaccia per la lotta ai cambiamenti climatici e, di conseguenza, il maggior pericolo per l'establishment internazionale che aspira a governarci. La Ardern ha sottolineato che la libertà di parola è un'arma da guerra virtuale e «non possiamo permettere che la libertà di parola ostacoli la lotta contro "minacce" come il cambiamento climatico». Non si può vincere la guerra al cambiamento climatico se la gente non crede alla versione apocalittica del problema: l'unica soluzione è mettere a tacere chi ha obiezioni o argomenti scientifici contrari.
    IL PROFESSOR JOHN CLAUSER
    È stato così, infatti, per il premio Nobel 2022 per la Fisica, il professor John Clauser, a cui è stato ritirato l'invito al seminario del Fondo Monetario Internazionale sui cambiamenti climatici, per le sue posizioni scientificamente fondate e perciò scettiche sul catastrofismo della propaganda occidentale. Della libertà di parola, della libertà di ricerca e del confronto scientifico l'Onu e il suo segretario generale paiono non preoccuparsi troppo; del resto, la stessa censura ferrea aveva colpito centinaia di milioni di persone durante i lockdown e le restrizioni giustificate con il pretesto del Covid.
    Però è necessario segnalare un salto di qualità nelle bugie propagandate nelle ultime settimane dai mass media mondiali, inclusi quelli pubblici e privati italiani. Tre fatti emblematici di una propaganda sempre costretta a mentire.
    Primo: il tasso di incendi boschivi è diminuito dal 2001 in tutto il mondo. La narrazione sugli incendi disastrosi dovuti ai cambiamenti climatici, mentre erano causati principalmente da delinquenti incendiari o dall'incuria, ci è stata data come quotidiano companatico per tutti i mesi estivi, dagli incendi in Canada ai fumi che invadevano le città americane. Nelle scorse settimane, a tale proposito, sia Biden che Trudeau non avevano perso tempo nell'invitare i cittadini a riflettere sugli «impatti del cambiamento climatico» e a denunciare come «anno dopo anno, con il cambiamento climatico, assistiamo a incendi selvaggi sempre più intensi». Tutto ciò che ci hanno detto è palesemente falso. In realtà, i dati raccolti dal Wall Street Journal dimostrano che gli incendi delle foreste avvengono ad un ritmo sempre più basso e con minori estensioni negli ultimi decenni.
    GLI URAGANI SONO MENO FREQUENTI, NONOSTANTE GRETA THUNBERG
    Secondo: gli uragani stanno diventando sempre meno frequenti. Tutti ricordiamo i preparativi per l'avvento degli uragani estivi in Florida e le critiche di noncuranza e scetticismo climatico verso il governatore Ron DeSantis, un repubblicano impegnato anche nelle primarie del suo partito. Le accuse pubblicate dal New York Times, poi amplificate a dismisura, rimproveravano al governatore della Florida di non credere agli «scienziati che affermano che gli uragani che colpiscono il suo Stato sono intensificati dal riscaldamento globale causato dall'uomo». Ovviamente chi fossero questi scienziati interpellati dal New York Times non è dato sapere. Al contrario, il numero di uragani in Florida e complessivamente nel mondo, lo dimostrano i dati esposti al seminario internazionale tenutosi a Glasgow l'inverno scorso, è diminuito significativamente nell'ultimo secolo.
    Che ne è però delle decine di migliaia di morti causati dai cambiamenti climatici? Anche questa narrazione, così in voga tra i protagonisti della novella, siano essi grandi ufficiali del Palazzo di Vetro o burocrati occupanti il Palazzo Berlaymont (sede della Commissione europea) o inquilini temporanei del Vaticano, è falsa.
    Terzo. Nonostante l'oracolo dei cambiamenti climatici e della "Madre Terra", l'attivista Greta Thunberg, avesse twittato nel 2018, poi cancellato maldestramente quest'anno, che «il cambiamento climatico spazzerà via l'intera umanità» entro i prossimi cinque anni (dunque, entro il 2023), nell'anno in corso non si ha notizia dell'ecatombe globale tanto minacciata. Anzi, il dato più importante da tenere a mente è questo: le morti legate al clima sono diminuite del 99% in tutto il mondo negli ultimi cento anni, grazie alla diffusione dei combustibili fossili, della libertà del mercato e d'impresa e della genialità innovativa umana. Tre fatti emblematici su cui anche all'Onu dovrebbero riflettere.
    Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Laudate Deum o laudate Gaia? La resa della Chiesa ai verdi" spiega perché la Chiesa ha imboccato la pericolosa strada verso l'ideologia ecologista. Una strada che può portare a conseguenze devastanti sulla stessa ragion d'essere della Chiesa.
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 ottobre 2023:
    L'esortazione apostolica Laudate Deum, dedicata alla "crisi climatica", con la quale significativamente papa Francesco ha voluto aprire il "Sinodo sulla sinodalità" di Roma, non si limita a inserirsi nella già consolidata scia dell'ubriacatura della Chiesa cattolica per l'ideologia ambientalista millenarista e i suoi dogmi sul "cambiamento climatico" antropocentrico, ma rappresenta lo spartiacque attraverso il quale il cattolicesimo viene trascinato in un territorio che con l'umanesimo cristiano è di fatto incompatibile, estremizzando una tendenza già manifestatasi con l'enciclica Laudato sì e in molti altri pronunciamenti pontifici.
    Si tratta di un documento molto pericoloso, sia nel metodo che nel merito delle sue argomentazioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, esso concentra la sua attenzione su temi esclusivamente politici, economici e scientifico-tecnologici, invocando il perseguimento di un obiettivo pratico e specifico, e dando così l'impressione di mettere da parte quello che sarebbe il compito fondamentale della Chiesa: la predicazione del kérigma, del messaggio di salvezza per tutti gli uomini che guarda alla vita sub specie aeternitatis e trascende ogni singolo tema del dibattito pubblico nella dimensione della storia, pur non disinteressandosi certo a esso.
    Inoltre, nell'allocuzione il pontefice pretende di presentare argomentazioni irrefutabili in campo scientifico e tecnico senza averne alcuna autorità, e citando a supporto di esse fonti dichiarate affidabili su una base del tutto acritica, come quelle degli scienziati facenti capo al panel Ipcc dell'Onu (la cui stessa esistenza dipende da un'assunzione politica, quella dell'emergenza climatica, e non da un libero percorso di ricerca della verità), mentre ne rifiuta altrettanto aprioristicamente e acriticamente altre, cioè tutte quelle critiche rispetto alla tesi del cambiamento climatico di origine antropica.
    Per quanto riguarda poi il merito, la Laudate Deum presenta una imbarazzante serie di asserzioni una più infondata e contraddittoria dell'altra. Si dichiara innanzitutto come fosse un dato acclarato, senza sentire il bisogno di citare alcuna fonte a supporto, che "il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", e che il cambiamento climatico produrrà un impatto sociale ed economico drammatico in

    Catastrofismo e positivismo

    Catastrofismo e positivismo
    Mi sono accorto che ho cominciato a vedere le cose in modo diverso da quando ho smesso di guardare la tv, in realtà il percorso è iniziato da quando rovisto sul web pensieri diversi dal solito diventato di regime. A Cuba c’era Fidel Castro che parlava per ore ininterrottamente a reti unificate qui c’è la tv che fa lo stesso.

    Gradualismo o catastrofismo? Affrontare la realtà della catastrofe

    Gradualismo o catastrofismo? Affrontare la realtà della catastrofe
    Questa è la prima puntata del ciclo dedicato alla catastrofe: si parlerà di natura, del dibattito tra gradualismo e catastrofismo e di estinzioni di massa.

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    Contenuti e voce: Lara Barbara
    Musica e montaggio: Davide Zamboni

    Il catastrofismo di un elefante

    Il catastrofismo di un elefante
    I protagonisti di questa puntata sono un elefante ed un topolino. Insieme, presentano un'altra distorsione cognitiva che si può incontrare anche nella comunicazione: la previsione catastrofica!

    Le previsioni catastrofiche sono quelle anticipazioni che ipotizzano solo ciò che di terribile può accadere.

    Per sapere come "sconfiggerle", ascolta l'episodio! 😉

    Per conoscere backstage ed extra sul podcast "I luoghi della comunicazione" e per contattarmi: http://www.teresapiliego.it/

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    *La metafora "L'elefante e il topolino" è tratta dal libro di Consuelo C. Casula "Giardinieri principesse e porcospini"

    Gli scienziati italiani smascherano la bufala dell'uomo responsabile del riscaldamento globale (fate leggere a Greta!)

    Gli scienziati italiani smascherano la bufala dell'uomo responsabile del riscaldamento globale (fate leggere a Greta!)
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5711

    GLI SCIENZIATI ITALIANI SMASCHERANO LA BUFALA DELL'UOMO RESPONSABILE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE (FATE LEGGERE A GRETA!) di Riccardo Cascioli
    È di grande importanza la petizione firmata da decine di scienziati italiani che demolisce la teoria del riscaldamento globale antropico. Finalmente in tanti trovano il coraggio di sfidare il Potere e dire apertamente ciò che fino a poco tempo fa soltanto in pochi avevano il coraggio di affermare. La teoria del riscaldamento globale antropico è una truffa ideologica e segna l'asservimento della scienza alla politica.
    Due sono gli aspetti che vale la pena sottolineare, oltre a quelle nozioni elementari che smontano la vulgata corrente sui cambiamenti climatici e che sono facilmente verificabili.
    Il primo aspetto è la richiesta iniziale di serie politiche contro l'inquinamento. Seppure la lotta contro i cambiamenti climatici si combatta in nome della difesa dell'ambiente, la verità è che proprio queste battaglie danneggiano l'ambiente. Perché concentrano enormi risorse su obiettivi fasulli e così facendo si dimenticano i veri problemi ambientali. Ci sono conoscenze scientifiche disponibili per limitare l'emissione di veri inquinanti, ci dicono gli scienziati, ma vengono ignorate per questa caccia alla CO2. Trattare l'anidride carbonica (CO2) da pericoloso elemento inquinante è una grave distorsione della realtà, eppure oggi tutte le risorse, umane ed economiche, vengono concentrate su questo obiettivo nella convinzione (illusoria) che questo freni l'aumento delle temperature.
    Si conferma cioè che questo ambientalismo è nemico dell'ambiente.
    Il secondo aspetto da sottolineare si ricava dall'appello finale. Il principale obiettivo delle campagne contro i cambiamenti climatici sono i combustibili fossili, cioè la principale fonte energetica mondiale (costituiscono l'86% circa dell'energia consumata globalmente). Checché ne dica la propaganda ecologista, non c'è alcuna possibilità che queste fonti energetiche nei decenni a venire siano sostituite dalle energie rinnovabili, in particolare sole e vento. Una transizione energetica violenta, che si vorrebbe imporre brandendo la minaccia della catastrofe climatica, può solo provocare una crisi energetica mondiale. Il che vuol dire l'impoverimento dei paesi industrializzati e l'impedimento allo sviluppo dei paesi poveri. E non sarebbe un effetto collaterale, ma esattamente l'obiettivo che certi movimenti si prefiggono, perché considerano l'uomo una iattura per la Terra, per cui si fa di tutto per rendergli la vita difficile e sconsigliata.
    Questo ambientalismo infatti, prima che nemico dell'ambiente, è nemico dell'uomo.
    La cosa però più drammatica in tutto questo è constatare che la Chiesa o, meglio, i suoi attuali vertici, si sono messi alla guida di questo movimento distruttivo. La Chiesa, che fino a pochi anni fa, rappresentava l'ultimo baluardo a difesa della dignità umana contro la potenza e la violenza di un potere disumanizzante, oggi sembra passata armi e bagagli dall'altra parte, addirittura rappresenta la principale spinta morale all'adozione di politiche ecologiste estreme.
    L'impostazione del prossimo Sinodo dell'Amazzonia è l'esempio più eclatante di questa deriva che lascia l'uomo indifeso e tradito.
    Ben vengano allora iniziative come questa degli scienziati italiani, che peraltro si uniscono a tanti altri scienziati nel mondo che da anni stanno cercando di spiegare la follia di questo fanatismo climatico. Se c'è un grido di allarme da ascoltare è proprio questo.
    Nota di BastaBugie: ecco il documento completo pubblicato a Roma il 17 giugno 2019.
    Al Presidente della Repubblica
    Al Presidente del Senato
    Al Presidente della Camera dei Deputati
    Al Presidente del Consiglio
    PETIZIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO
    I sottoscritti, cittadini e uomini di scienza, rivolgono un caloroso invito ai responsabili politici affinché siano adottate politiche di protezione dell'ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è urgente combattere l'inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini.
    Bisogna però essere consapevoli che l'anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario essa è indispensabile per la vita sul nostro pianeta.
    Negli ultimi decenni si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall'utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la "salvezza" del pianeta.
    L'origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l'esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell'ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche.
    Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro pianeta, per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l'Ottimo dell'Olocene. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell'attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell'attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli.
    Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l'attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre. Inoltre, i modelli falliscono nel riprodurre le note oscillazioni climatiche di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70) e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000) simile a quello osservato 60 anni prima. Gli anni successivi (2000-2019) hanno visto non l'aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell'oceano Pacifico equatoriale, conosciute come l'El Nino Southern Oscillations, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e il 2016.
    Gli organi d'informazione affermano anche che gli eventi estremi, come ad esempio uragani e cicloni, sono aumentati in modo preoccupante. Viceversa, questi eventi, come molti sistemi climatici, sono modulati dal suddetto ciclo di 60 anni. Se ad esempio si considerano i dati ufficiali dal 1880 riguardo i cicloni atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l'oscillazione termica dell'Oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation. I picchi osservati per decade sono tra loro compatibili negli anni 1880-90, 1940-50 e 1995-2005. Dal 2005 al 2015 il numero dei cicloni è diminuito seguendo appunto il suddetto ciclo. Quindi, nel periodo 1880-2015, tra numero di cicloni (che oscilla) e CO2 (che aumenta monotonicamente) non vi è alcuna correlazione.
    Il sistema climatico non è ancora sufficientemente compreso. Anche se è vero che la CO2 è un gas serra, secondo lo stesso IPCC la sensibilità climatica ad un suo aumento nell'atmosfera è ancora estremamente incerta. Si stima che un raddoppio della concentrazione di CO2 atmosferica, dai circa 300 ppm preindustriali a 600 ppm, possa innalzare la temperatura media del pianeta da un minimo di 1°C fino a un massimo di 5°C. Questa incertezza è enorme. In ogni caso, molti studi recenti basati su dati sperimentali stimano che la sensibilità climatica alla CO2 sia notevolmente più bassa di quella stimata dai modelli IPCC.
    Allora, è scientificamente non realistico attribuire all'uomo la responsabilità del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi.

    La nuova ideologia apocalittica

    La nuova ideologia apocalittica
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5670

    LA NUOVA IDEOLOGIA APOCALITTICA di Antonio Socci
    Più che una campagna elettorale, quella delle europee, è stata una campagna militare. Che, come nel 2018, ha visto il monopolio mediatico del partito del "politicamente corretto" (Ppc), il quale è più vasto del centrosinistra, perché va dai tecnocrati euristi ai centri sociali, comprendendo gran parte dei media e del ceto intellettuale (e pure l'attuale gerarchia vaticana).
    È la nuova religione laica degli "apocalittici e integrati" (per dirla con Eco). Infatti consiste anzitutto in allarmi apocalittici i quali - con il bau bau mediatico - danno ai seguaci la sensazione di essere i salvatori del mondo o almeno danno loro la possibilità di gridare col cuore in fiamme e atteggiarsi come gli unici che hanno una moralità e un pensiero, mentre gli altri (scettici o dissidenti che siano) vengono considerati degli infedeli eretici o nemici dell'umanità.
    L'allarme apocalittico ha pure la caratteristica - per la sua apodittica drammaticità - di indurre al fanatismo ed escludere l'analisi razionale, lo spirito critico e la verifica dei fatti. Non ammette mezze misure o chiaroscuri: conosce solo l'asserzione assoluta. E' un aut aut morale. Da una parte il Bene, dall'altra il Male. E impone di schierarsi. Basta avanzare un semplice dubbio e si è già catalogati tra le forze delle tenebre.

    AMBIENTALISMO, MIGRANTI, RAZZISMO, ECC.
    Ecco allora l'apocalisse climatica imminente che - come la fine del mondo di certe sette millenariste - viene però sempre spostata a data da destinarsi.
    Ecco l'apocalittico allarme sui migranti e sulle stragi per naufragio in mare (paragonate addirittura alla shoah) da cui consegue l'imperativo di spalancare le frontiere. Non importa se proprio fermando le partenze sono quasi sparite le morti in mare, non importa se i paesi di provenienza - con i vescovi africani - ripetono che questo traffico di esseri umani dissangua i loro paesi e provoca tragedie, destabilizzando i paesi di arrivo. Gli umanitari non sembrano interessati alla realtà.
    Ecco poi l'allarme apocalittico sul razzismo dilagante e - connesso - il terribile allarme sull'onda nera del fascismo montante (che fa solo pubblicità a certi minuscoli gruppetti di nostalgici, del tutto marginali).
    Ultimamente - non ritenendo bastante l'allarme sulla "marea fascista" - si è voluto addirittura farla diventare nazifascista o nazista "tout court", evocando la Germania degli anni Trenta.
    C'è poi la mitologia della UE "che ci ha regalato 70 anni di pace" (pur essendo nata solo 27 anni fa, anni in cui sono tornate le guerre proprio in Europa).
    Mitologia connessa con l'allarme sovranismo che sarebbe come un flagello biblico capace di sprofondarci (chissà perché) nelle tenebre di un'Europa senza Erasmus o addirittura in una nuova guerra (mondiale o nucleare forse).
    Fra gli allarmi apocalittici di questi anni c'è quello sulla Brexit. Sembrava che, se i britannici avessero votato per l'uscita dalla UE, l'isola sarebbe sprofondata. Invece è sprofondata solo una classe politica antibrexit che non è stata capace per ora di gestire l'uscita.
    Il titolo più emblematico è quello recente del "Corriere della sera" che rilanciava il solito studio catastrofista: "Con la Brexit verdura e frutta troppo care: previsti oltre 12 mila infarti in più in dieci anni".
    Chissà come ha fatto il popolo britannico a sopravvivere fino al 1992 e come ha fatto a mangiare frutta e verdura per secoli senza la UE.
    Apocalittico fu anche l'allarme per la possibile vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. Poi il "mostro" è arrivato alla Casa Bianca e - chissà perché - gli Stati Uniti, invece dichiarare bancarotta, hanno messo il turbo e hanno oggi l'economia che corre di più in Occidente.

    UN CATALOGO AMPIO
    Il catalogo degli allarmi apocalittici è ampio. C'è l'allarme spread con il quale si possono abbattere i governi e tassare i popoli tenendoli sul ciglio del burrone (salvo scoprire che la Bce può spazzarlo via con una semplice dichiarazione del governatore).
    Poi c'è l'allarme fake news, magari prodotto dall'altro mostro apocalittico, la Russia di Putin, che - a sentire i media - con qualche decina di account su twitter e facebook determinerebbe le elezioni in America e in Europa (e chissà perché i partiti, invece di spendere tanto per le campagne elettorali, non vincono con quella semplice trovata).
    Il senso del ridicolo è sparito in questa apocalittica che non permette una discussione laica e razionale. Però - fra tante apocalissi annunciate per il prossimo futuro - non si vedono i fatti, quelli sì, veramente drammatici del presente e del passato recente.
    Avete mai sentito, nel mare di retorica europeista di questi giorni, rammentare la tragedia della Grecia?
    E fra tanti allarmi umanitari, chi lotta per i cristiani che in mezzo mondo continuano a subire macelli e persecuzioni nell'indifferenza generale? E chi riflette sullo scarso valore della vita umana nelle legislazioni moderne?
    Infine è curioso che proprio gli "apocalittici" accusino i loro avversari di alimentare la tensione e il clima di paura. Del resto proprio chi agita i fantasmi del fascismo (o del nazismo) ha la propensione alla demonizzazione dell'avversario e la conseguente tentazione di censurare o zittire o scomunicare le idee difformi.
    Come ha scritto Eugenio Capozzi: "la retorica politicamente corretta - con la sua impostazione di 'catechismo civile' e la sua strutturale tendenza alla censura - non è una degenerazione del linguaggio, un tic del discorso pubblico contemporaneo o una moda delle classi colte. Rappresenta invece l'espressione di un'ideologia, impostasi nelle società occidentali nell'ultimo mezzo secolo, paradossalmente mentre il luogo comune dominante sosteneva la morte delle ideologie".