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    cenerentola

    Explore "cenerentola" with insightful episodes like "La Cenerentola à Paris : le sacre de Marina Viotti", "Cenerentola - l'Enigma della Scelta Animica - Pillole Estive 2023", "Almeno (ho sentito cinguettare gli uccellini)", "Episodio 003" and "EP5 Arte, musica, tecnologia (1921-1922)" from podcasts like ""Le casque et l'enclume", "Alla Ricerca dell'Anima", "Almeno", "ChitChatToon - Cinema d'animazione" and "7 MUSICHE per 7 AVVENTURE (1921-1922)"" and more!

    Episodes (20)

    Cenerentola - l'Enigma della Scelta Animica - Pillole Estive 2023

    Cenerentola - l'Enigma della Scelta Animica - Pillole Estive 2023
    Pillole Estive 8: Cenerentola e l'Enigma della scelta Animica. Come possiamo accorgerci dei segni dell'anima?

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    CREDITS: “Alla Ricerca Dell’Anima” il podcast di e con Fabio Giua e Gian Paolo Del Bianco
    Una produzione Beaudicast audiolibri Sound design e produzione di Fabio Giua

    Musiche prodotte da Fabio Giua per Beaudicast audiolibri

    #fiabetrasformative #allaricercadellanima

    Episodio 003

    Episodio 003
    In questa puntata parliamo di:
    ARTICOLO… What If...? // Un prisma di infinite possibilità di Andrea De Angelis
    ARTICOLO… Banana Fish // Amore e violenza di Leonardo Ghiri
    ANNIVERSARI… Pinocchio (7 febbraio 1940), Cenerentola (15 febbraio 1927)
    IL TRAILER… Pinocchio di Guillermo del Toro
    IL TRAILER… Pinocchio: A True Story di Vasiliy Rovenskiy

    PODCASTER: Sofia Guerrieri e Giacomo Ghiri
    MUSICHE: Ettore Pighini

    Per collaborazioni o informazioni: chitchattoon@gmail.com
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    EP5 Arte, musica, tecnologia (1921-1922)

    EP5 Arte, musica, tecnologia (1921-1922)
    Tutto inizia a Kansas City, nel 1921, con un giovanissimo Walt Disney che propone al suo capo, il direttore della Kansas City Film Ad Company, di iniziare a produrre disegni animati. Il capo non è entusiasta dell’idea, ma per tenerlo buono gli presta una cinepresa e gli dice “prova, vedi cosa viene fuori”.
    Il pubblico accoglie con entusiasmo questi primi sketch, per cui Walt Disney produce altri filmati. Si tratta di disegni molto semplici, lontani anni luce dai film super tecnologici a cui noi siamo abituati. Chissà che faccia farebbe Walt Disney se vedesse le produzioni dello studio che porta il suo nome…
    Bibbidi–bobbidi–boo è la canzone cantata dalla Fata madrina nel film della Walt Disney Cenerentola del 1950. Musica di Jerry Livingston, Mark David, Al Hoffman. Parole di Devilli, pseudonimo di Alberto Curci. Mentre canta la canzone, la Fata compie delle magie, proprio con la formula magica “Bibbidi–bobbidi–boo”.

    Ep. 11 - 7 romanzi e racconti rivisitati da leggere in inglese

    Ep. 11 - 7 romanzi e racconti rivisitati da leggere in inglese
    Se ti piacciono le rivisitazioni dei grandi classici e vuoi esercitare il tuo inglese, qui trovi la presentazione dei libri, non ancora tradotti in italiano, che si sono ispirati a Orgoglio e pregiudizio, Persuasione, Emma, Papà Gambalunga, Mulan, Cenerentola, Le mille e una notte e Oliver Twist.

    Trovi l'articolo originale di Alyssa Chua su www.medium.com. Sito dell'autrice: www.thewriterlyz.com

    A cura di Francesca Beni, "Easy Readers" è realizzato da Altre Stanze Teatro A.P.S. con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.

    Su www.altrestanzeteatro.it trovi i nostri corsi di dizione, lettura, teatro e public speaking!

    La Gatta Cenerentola - Rivista e letta da Angela Villa

    La Gatta Cenerentola - Rivista e letta da Angela Villa
    Rappresenta una delle redazioni più note della fiaba di Cenerentola, un racconto popolare tramandato sin dall'antichità in centinaia di versioni provenienti da diversi continenti. La fiaba all'origine de La gatta Cenerentola sarà successivamente inclusa anche nelle celebri raccolte di Charles Perrault e dei Fratelli Grimm.

    La versione di Basile presenta diverse varianti rispetto a Cendrillon di Perrault, su cui sono in gran parte basati il lungometraggio animato Cinderella del 1950 e le successive produzioni Disney: in particolare, l'eroina, di nome Zezolla, si macchia addirittura dell'omicidio della sua matrigna, che viene però poi sostituita da una nuova matrigna anche peggiore

    Sesto passatempo della prima giornata

    Zezolla è convinta dalla maestra ad ammazzare la matrigna e crede di essere tenuta in considerazione per averle fatto sposare il padre, ma è messa in cucina e, per virtù delle fate, dopo varie vicende, si guadagna un re come marito.

    C’era, dunque, una volta un principe vedovo, il quale aveva una figlia che gli era così cara che non ci vedeva per altri occhi. Le aveva dato una brava maestra, che le insegnava le catenelle, il punto in aria, le frange e le dimostrava un affetto che non si può descrivere. Ma il padre si era risposato da poco e aveva preso una rabbiosa, malvagia e indiavolata femmina e questa maledetta cominciò ad avere in odio la figliastra, facendole cère brusche, facce storte, occhiate arrabbiate da fare paura. La povera fanciulla si lamentava sempre con la maestra dei maltrattamenti della matrigna, e le diceva: “Oh Dio, e non potresti esser tu la mammina mia, tu che mi fai tanti sorrisi e carezze?”. E tante volte le ripeté questa cantilena, che le mise una vespa nell’orecchio, e la maestra, accecata dal diavolo, una volta le disse: “Se farai come ti suggerisce questa testa matta, io ti sarò mamma e tu sarai la pupilla degli occhi miei” Stava per continuare , quando Zezolla (che così si chiamava la giovane) la interruppe: “Perdonami se ti rompo la parola in bocca. So che mi vuoi bene; perciò zitta e sufficit; insegnami l’arte, che io sono nuova: tu scrivi e io firmo”.
    “Orsù! – replicò la maestra, – ascolta bene, apri le orecchie, e avrai sempre pane bianco di fior di farina. Quando tuo padre va fuori di casa, di’ alla tua matrigna che vuoi un vestito di quelli vecchi, che stanno nel cassapanca grande del ripostiglio, per risparmiare questo che porti addosso. Lei, che ti vuol vedere tutta cenci e brandelli, aprirà il cassone e dirà: – Tieni il coperchio. – E tu, tenendolo, mentre lei andrà rovistando là dentro, lascialo cader di colpo, che le romperà il collo. Dopo di ciò, sai bene che tuo padre farebbe carte false per amor tuo; e tu, quando egli ti carezza, pregalo di prendermi per moglie, ché, te beata, sarai la padrona della mia vita”. Udito il disegno, a Zolla ogni ora parve mille anni; e, messo in atto punto per punto il consiglio della maestra, quando fu trascorso il tempo del lutto per la morte della matrigna, cominciò a toccare i tasti al padre perché si sposasse con la sua maestra. Dapprima, il principe prese la cosa come uno scherzo; ma tante volte Zezolla tirò di piatto, che alla fine colpì di punta, ed egli si piegò alle parole della figlia. Così si sposò con la maestra Carmosina, e si fece una festa grande. Ora, mentre gli sposi stavano felici, Zezolla si affacciò a un terrazzino della sua casa; e in quel punto una colombella volò sopra un muro e le disse: “Quando ti vien desiderio di qualche cosa, manda a domandarla alla colombella delle fate dell’isola di Sardegna, ché tu l’avrai subito”. Per cinque o sei giorni la nuova matrigna ricoprì di carezze Zezolla, facendola sedere al miglior luogo della tavola, dandole i migliori bocconi e adornandola con i migliori vestiti. Ma, dopo pochissimo tempo, mandò al diavolo e scordò del tutto il favore ricevuto (oh triste l’anima, che ha cattiva padrona!), e cominciò a mettere al primo posto le sue sei figlie, che fin allora aveva tenute segrete; e tanto fece che il marito, presele in grazia, si fece cadere dal cuore la propria figlia. E Zezolla, perdi oggi, manca domani, finì col ridursi a tal punto che dalla camera passò alla cucina, dal baldacchino al focolare, dalle vesti di seta e oro agli strofinacci, dagli scettri agli spiedi. Né solo cambiò stato, ma anche nome, e non più Zezolla, ma fu chiamata “Gatta Cenerentola”. Ora avvenne che, dovendo il principe andare in Sardegna per cose necessarie al suo stato, prima di partire domandò a una a una, a Imperia, Calamita, Fiorella, Diamante, Colombina e Pascarella, che erano le sei figliastre, che cosa volevano che portasse loro al ritorno. E chi gli chiese un abito di lusso, chi nastri per i capelli, chi trucchi per il viso, chi giocattoli per passare il tempo; e chi una cosa e chi un’altra. In ultimo, e quasi per scherno, egli disse alla figlia: «E tu, che cosa vorresti?». Ed essa: «Nient’altro se non che mi raccomandi alla colomba delle fate, che mi mandi qualcosa; e, se ti dimentichi, che tu non possa andare né innanzi né indietro. Tieni bene a mente quel che ti dico: arma tua, mano tua». Partì il principe, sbrigò i suoi affari in Sardegna, comprò quanto gli avevano chiesto le figliastre, e si dimenticò di Zezolla. Ma, quando si fu imbarcato e già erano state spiegate le vele, non fu possibile far che il vascello si staccasse dal porto: pareva che ne fosse trattenuto dalla remora 1. Il padrone della nave, ch’era quasi disperato, si mise a dormire per la stanchezza, e in sogno gli apparve una fata, che gli disse: «Sai perché non potete più staccarvi dal porto? Perché il principe, che viene con voi, ha mancato alla promessa verso la figlia, ricordandosi di tutte, tranne del sangue proprio». Appena svegliato, il capitano raccontò il sogno al principe, che, confuso per la mancanza commessa, andò alla grotta delle fate, e, raccomandata loro la figliuola, le pregò di mandarle qualche dono. Ed ecco uscir fuori dalla spelonca una bella giovane, che pareva un gonfalone2, e gli disse di ringraziare la figliuola della buona memoria, e che se la passasse lieta per amor suo. Con queste parole, gli porse un dattero, una zappa, un secchietto d’oro e un asciugatoio di seta: il dattero da esser piantato, e le altre cose per coltivarlo e curarlo. Il principe, meravigliato di questi doni, salutò la fata, e tornò al suo paese; dove diede alle figliastre le cose che avevano desiderate e in ultimo diede alla figlia il dono della fata. Zezolla, felice da non stare nella pelle, piantò il dattero in un bel vaso e mattina e sera lo zappettava, lo innaffiava e lo asciugava col tovagliolo di seta. Con queste cure, il dattero crebbe in quattro giorni alto come una donna, e ne venne fuori una fata, che domandò alla fanciulla: «Che cosa desideri?» Zezolla rispose che desiderava uscire qualche volta di casa, senza che le sorelle lo sapessero. Rispose la fata: «Ogni volta che ti piaccia, vieni alla pianta e dille:

    Dattero mio dorato,

    con la zappetta d’oro t’ho zappato;

    con il secchietto d’oro, innaffiato;

    con la fascia di seta t’ho asciugato.

    Spoglia te e vesti me!

    Quando poi vorrai spogliarti, cambia l’ultimo verso e di’: Spoglia me e vesti te!
    Venne un giorno di festa, e le figliuole della maestra erano andate in processione fuori di casa, tutte spampanate, agghindate e imbellettate, tutte nastrini, campanellini gingillini, tutte fiori odori cose e rose. Zezolla corse allora dalla sua pianta, pronunziò le parole insegnatele dalla fata e subito fu sistemata come una regina, sopra un cavallo con dodici paggi lindi e pinti, e andò anche lei dove erano le sorelle, che non la riconobbero, ma si sentirono venire l’acquolina in bocca per le bellezze di questa splendente colomba.
    La sorte volle che nello stesso luogo capitasse il re, che alla vista della straordinaria bellezza di Zezolla rimase incantato, e ordinò al suo servitore più fedele di informarsi di quella bellezza, chi fosse e dove abitasse.
    Il servitore si mise subito a seguirla. Ma lei, che s’accorse dell’agguato, gettò una manciata di monete d’oro, che s’era fatte dare dal dattero per questo scopo; e il servitore, adocchiati quei pezzi luccicanti, si scordò di seguire il cavallo, fermandosi a raccogliere i denari. Zezolla entrò in casa, si spogliò rapidamente nel modo in cui la fata l’aveva istruita; arrivarono poi le sei sorellastre, che per farle invidia raccontarono le cose belle, che avevano viste alla festa.
    Il servitore, intanto, tornò dal re e gli raccontò il fatto dei denari, quello si arrabbiò molto e gli urlò che, per quattro monete, aveva venduto il suo piacere, e che, a qualsiasi costo doveva fare in modo nella prossima festa di sapere chi fosse quella bella giovane e dove si trovava quel bel uccello.
    Venne l’altra festa e le sorelle, uscendo tutte belle ed eleganti, lasciarono la disprezzata Zezolla al focolare; e lei subito corse al dattero, disse le solite parole, ed ecco venire fuori una schiera di damigelle, chi con lo specchio, chi con la boccetta d’acqua di zucca, chi col ferro per arricciare, chi col rossetto, chi col pettine, chi con gli spilli, chi con le vesti, chi con collane e pendenti. E tutte le si misero attorno, la fecero bella come un sole, e la posero in una carrozza a sei cavalli, accompagnata da staffieri e paggi in livrea. E arrivata nello stesso luogo dell’altra volta, aggiunse meraviglia nel cuore delle sorelle e fuoco nel petto del re.
    ...
    ( Testo in Giambattista Basile Lo cunto de li cunti, a cura di Miche Rank, Garzanti, 2013, pp.124-139)

    La Domenica di Ameria Radio 1 agosto 2021 ore 18.00 - G. Rossini Cenerentola pagine scelte - Berganza, Monti, Bruscantini

    La Domenica di Ameria Radio  1 agosto 2021 ore 18.00 - G. Rossini Cenerentola pagine scelte - Berganza, Monti, Bruscantini
    A cura di Paolo Pellegrini

    PROGRAMMA

    Gioachino Rossini
    La Cenerentola, pagine scelte
    personaggi e interpreti
    Cenerentola, Teresa Berganza
    Don Ramiro, Nicola Monti
    Dandini, Sesto Bruscantini
    Don Magnifico, Mario Petri
    Clorinda, Ornella Rovere
    Tisbe, Miti Truccato Pace
    Alidoro, Leonardo Monreale
    Coro del Teatro San Carlo di Napoli
    Orchestra Sinfonica “A. Scarlatti” di Napoli della Radiotelevisione Italiana
    Mario Rossi, direttore

    L'opera 20 - G. Rossini La Cenerentola

    L'opera 20 - G. Rossini La Cenerentola
    A cura di Paolo Pellegrini

    Gioachino Rossini (1792 – 1868)
    LA CENERENTOLA
    Personaggi e interpreti
    Don Ramiro, principe di Salerno, PAOLO BARBACINI
    Dandini, suo cameriere, ALESSANDRO CORBELLI
    Don Magnifico, barone di Montefiascone, ENZO DARA
    Angelina (sotto il nome di Cenerentola), figliastra di Don Magnifico,
    LUCIA VALENTINI TERRANI,
    Alidoro, filosofo, Maestro di Don Ramiro, UGO TRAMA
    Clorinda, figlia di Don Magnifico, GABRIELLA RAVAZZI
    Tisbe, figlia di Don Magnifico LAURA ZANINI
    Dame che non parlano – Coro di cortigiani del Principe
    Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
    BRUNO CAMPANELLA, direttore

    Morghy Bloom | Fiabe Alchemiche

    Morghy Bloom | Fiabe Alchemiche
    Biancaneve, Cenerentola e Cappuccetto Rosso rivisitate nell'ottica della Alchimia,allo stesso tempo scienza ed arte, non solo chimica ma soprattutto spirituale. Il lungo percorso per passare dalla materia vile e pesante alla purezza ed alla luce.

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    Rossini's La Cenerentola: Opera's Cinderella Story

    Rossini's La Cenerentola: Opera's Cinderella Story

    Gioachino Rossini’s operatic version of the Cinderella story may not have any enchanted mice or pumpkins, but there’s plenty of magic in the music. Cinderella (or La Cenerentola, in Italian) has silently suffered the abuse of her stepfather and stepsisters, but in true fairy tale fashion, her fate changes for the better and all is made right by the triumph of goodness over evil. 

    In the opera’s joyous finale “Nacqui all’affanno… Non più mesta,” Cenerentola looks ahead to a future with no more sadness. In this episode, Rhiannon Giddens and guests explore this universal tale and how it still resonates today. Mezzo-soprano Joyce DiDonato sings the aria onstage at the Metropolitan Opera.   

    The Guests

    Mezzo-soprano Joyce DiDonato loves the strength and sincerity of this great Rossini heroine. She has performed the title role in La Cenerentola at leading opera houses around the world and believes in its absolute celebration of human goodness.

    Writer Fred Plotkin loves opera – all of it! – and he shares this love in his book Opera 101: A Guide to Learning and Loving Opera. He has a special connection to Rossini’s music, which he feels is all about the heartbeat.

    Maria Tatar is a research professor at Harvard University in the fields of folkore and mythology. She vividly remembers when her sister used to read fairy tales to her as a child, and believes that we have the right and responsibility to keep retelling these stories in a way that’s meaningful to us today.

    Mezzo-soprano Alma Salcedo’s mother tells her she’s been singing since she was nine months old. Her personal Cinderella story began in Venezuela and has brought her to Spain, where she has fought to keep her dreams of being a singer alive.  

    Many CINDERELLAS with Michelle Martin

    Many CINDERELLAS with Michelle Martin

    Michelle Martin, Beverly Cleary Endowed Professor for Children and Youth Services at UW’s Information School, discusses the world’s many "Cinderella" stories with Seattle Opera Dramaturg Jonathan Dean. They talk about Cinderellas onstage, on screen, and in the oral tradition; about sweet Disney princesses and plucky heroines (and heroes), wicked and/or ugly step-sisters, mothers who turn into carp, incestuous fathers, mutilated feet, delicious cactus recipes, a prince who’s a snake and another who’s invisible, and a donkey that poops gold coins. Explore the diverse and amazing world of folk-lore—and modern rewrites—as you prepare for Rossini’s wonderful La Cenerentola.

    26 - C'era una volta, Cenerentola. Ultima parte.

    26 - C'era una volta, Cenerentola. Ultima parte.
    La storia di Cenerentola può sembrare molto banale, in realtà, ancora una volta, la struttura della fiaba fa sfoggio della sua complessità e della sua abilità nel saper usare simboli diversi per far leva su infinite interpretazioni possibili per i suoi ascoltatori. Il complesso edipico fallito, l'elaborazione di un lutto, l'importanza di farsi il cu*o per ottenere ciò che si vuole e tanto altro. Cenerentola è considerata la storia più amata di sempre e forse ora capiremo un po' meglio il perché...

    7 y 8 junio. Original "Cenerentola" en versión de concierto

    7 y 8 junio. Original "Cenerentola" en versión de concierto
    La versión de concierto "Hola, Cenerentola" de la ópera de Rossini producida por la compañía Bambalina en colaboración con el Instituto Valenciano de la Música demuestra hasta qué punto es posible programar ópera con pocos medios, de una forma original y obteniendo un resultado musical excelente. Bambalina ha querido alejarse de las típicas versiones de concierto de óperas, donde la representación se limita a una serie de arias y piezas musicales, y donde, por tanto, se elimina el componente drámatico de la ópera, esencial desde el nacimiento del género lírico. Para esta "Hola, Cenerentola" que pudimos presenciar en el Teatro Arniches de Alicante, Jaume Policarpo (responsable del guión y la dirección escénica) y Jordi Bernàcer (autor de la adaptación musical) han extraído de la obra de Rossini catorce números que suman cuarenta y cinco minutos de música de las dos horas y media que dura la original. Con independencia del mayor o menor mérito de la trama inventada que sirve de marco para esta ópera concierto y que está protagonizada por tres personajes teatrales, lo cierto es que "Hola. Cenerentola" funciona tanto en su dimensión humorística y teatral como en la musical. Operísticamente, la obra funciona porque, aunque se elimina la trama original de Rossini, los cantantes encarnan a sus personajes dotándolos de personalidad y vistiéndose como tales. Además, pudimos escuchar a unas voces de nivel muy alto, donde destacaron la mezzosoprano Beatriz Lanza como Angelina con una voz muy equilibrada, plena de volumen, con gran flexibilidad en el paso de registros, y el tenor Alberto Guardiola como Ramiro, con una voz "de aire italiano" y más hermosa que las de los tenores habituales en nuestros liceos. Cumplieron sobradamente su papel el barítono Carles López como Don Magnífico (excelente en la célebre aria "Miei rampolli femminini"), la soprano Yolanda Marín como Clorinda (ésta se desenvolvió con soltura pese a una afonía), y la mezzosoprano Soledad Pedrosa como Tisbe. La orquesta, de número muy reducido (siete jóvenes músicos, antiguos miembros de la Jove Orquestra de la Generalitat Valenciana) demostró cómo se puede interpretar una ópera en formación de cámara sin que parezca que falta ningún instrumento. Resultones fueron los apartados de audiovisual y vestuario. Paco Bascuñán se encargó del primer apartado, donde destacó un versátil tambor pantalla bien integrado en la trama y sin que robara el protagonismo a los cantantes. Libertad Correas, Pilar Aguacil y Ximo Muñoz han creado un vestuario divertido y juvenil, muy próximo a la sensibilidad del público joven al que se dirige la producción. En suma, una ópera en versión de concierto divertida y original, tanto como la reelaboración que Rossini perpetrara del cuento de Perrault. La gira continúa en Alcoy (14 junio) y Sagunto (19 julio) para concluir en otoño en Villena, Requena y Aldaya (4 y 25 de octubre, y 9 de noviembre, respectivamente). Escuchemos, pues, a la mezzosoprano Beatriz Lanza y al resto de cantantes interpretando la célebre aria "Non piu mesta accanto al fuoco" con que concluye "La Cenerentola", en la versión que Bambalina representó en el Teatro Arniches.