On this page
cenerentola
Explore "cenerentola" with insightful episodes like "La Cenerentola à Paris : le sacre de Marina Viotti", "Cenerentola - l'Enigma della Scelta Animica - Pillole Estive 2023", "Almeno (ho sentito cinguettare gli uccellini)", "Episodio 003" and "EP5 Arte, musica, tecnologia (1921-1922)" from podcasts like ""Le casque et l'enclume", "Alla Ricerca dell'Anima", "Almeno", "ChitChatToon - Cinema d'animazione" and "7 MUSICHE per 7 AVVENTURE (1921-1922)"" and more!
Episodes (20)
Cenerentola - l'Enigma della Scelta Animica - Pillole Estive 2023
allaricercadellanimapodcast@gmail.com
Facebook page: https://www.facebook.com/Allaricercadellanimapodcast
Facebook group: https://www.facebook.com/groups/656949748243585
www.gianpaolodelbianco.it
CREDITS: âAlla Ricerca DellâAnimaâ il podcast di e con Fabio Giua e Gian Paolo Del Bianco
Una produzione Beaudicast audiolibri Sound design e produzione di Fabio Giua
Musiche prodotte da Fabio Giua per Beaudicast audiolibri
#fiabetrasformative #allaricercadellanima
Almeno (ho sentito cinguettare gli uccellini)
Episodio 003
ARTICOLO⦠What If...? // Un prisma di infinite possibilità di Andrea De Angelis
ARTICOLO⦠Banana Fish // Amore e violenza di Leonardo Ghiri
ANNIVERSARI⦠Pinocchio (7 febbraio 1940), Cenerentola (15 febbraio 1927)
IL TRAILER⦠Pinocchio di Guillermo del Toro
IL TRAILER⦠Pinocchio: A True Story di Vasiliy Rovenskiy
PODCASTER: Sofia Guerrieri e Giacomo Ghiri
MUSICHE: Ettore Pighini
Per collaborazioni o informazioni: chitchattoon@gmail.com
Per tenervi informati potete trovarci anche su:
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/chitchattoon
FACEBOOK: https://www.facebook.com/chitchattoon
BLOG: https://www.chitchattoon.it/
EP5 Arte, musica, tecnologia (1921-1922)
Il pubblico accoglie con entusiasmo questi primi sketch, per cui Walt Disney produce altri filmati. Si tratta di disegni molto semplici, lontani anni luce dai film super tecnologici a cui noi siamo abituati. Chissà che faccia farebbe Walt Disney se vedesse le produzioni dello studio che porta il suo nomeâ¦
Bibbidiâbobbidiâboo è la canzone cantata dalla Fata madrina nel film della Walt Disney Cenerentola del 1950. Musica di Jerry Livingston, Mark David, Al Hoffman. Parole di Devilli, pseudonimo di Alberto Curci. Mentre canta la canzone, la Fata compie delle magie, proprio con la formula magica âBibbidiâbobbidiâbooâ.
Dov'è la mia testa? - DN in Centro Italia
Come tutte le storie di DAI NONNA è stata raccolta e riscritta da Maria Angela Cerutti, mentre Valeria Battaini ha dato suoni e voce/i. Buon ascolto!
www.valeriabattaini.it
Ep. 11 - 7 romanzi e racconti rivisitati da leggere in inglese
Trovi l'articolo originale di Alyssa Chua su www.medium.com. Sito dell'autrice: www.thewriterlyz.com
A cura di Francesca Beni, "Easy Readers" è realizzato da Altre Stanze Teatro A.P.S. con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca.
Su www.altrestanzeteatro.it trovi i nostri corsi di dizione, lettura, teatro e public speaking!
La Gatta Cenerentola - Rivista e letta da Angela Villa
La versione di Basile presenta diverse varianti rispetto a Cendrillon di Perrault, su cui sono in gran parte basati il lungometraggio animato Cinderella del 1950 e le successive produzioni Disney: in particolare, l'eroina, di nome Zezolla, si macchia addirittura dell'omicidio della sua matrigna, che viene però poi sostituita da una nuova matrigna anche peggiore
Sesto passatempo della prima giornata
Zezolla è convinta dalla maestra ad ammazzare la matrigna e crede di essere tenuta in considerazione per averle fatto sposare il padre, ma è messa in cucina e, per virtù delle fate, dopo varie vicende, si guadagna un re come marito.
Câera, dunque, una volta un principe vedovo, il quale aveva una figlia che gli era così cara che non ci vedeva per altri occhi. Le aveva dato una brava maestra, che le insegnava le catenelle, il punto in aria, le frange e le dimostrava un affetto che non si può descrivere. Ma il padre si era risposato da poco e aveva preso una rabbiosa, malvagia e indiavolata femmina e questa maledetta cominciò ad avere in odio la figliastra, facendole cère brusche, facce storte, occhiate arrabbiate da fare paura. La povera fanciulla si lamentava sempre con la maestra dei maltrattamenti della matrigna, e le diceva: âOh Dio, e non potresti esser tu la mammina mia, tu che mi fai tanti sorrisi e carezze?â. E tante volte le ripeté questa cantilena, che le mise una vespa nellâorecchio, e la maestra, accecata dal diavolo, una volta le disse: âSe farai come ti suggerisce questa testa matta, io ti sarò mamma e tu sarai la pupilla degli occhi mieiâ Stava per continuare , quando Zezolla (che così si chiamava la giovane) la interruppe: âPerdonami se ti rompo la parola in bocca. So che mi vuoi bene; perciò zitta e sufficit; insegnami lâarte, che io sono nuova: tu scrivi e io firmoâ.
âOrsù! â replicò la maestra, â ascolta bene, apri le orecchie, e avrai sempre pane bianco di fior di farina. Quando tuo padre va fuori di casa, diâ alla tua matrigna che vuoi un vestito di quelli vecchi, che stanno nel cassapanca grande del ripostiglio, per risparmiare questo che porti addosso. Lei, che ti vuol vedere tutta cenci e brandelli, aprirà il cassone e dirà : â Tieni il coperchio. â E tu, tenendolo, mentre lei andrà rovistando là dentro, lascialo cader di colpo, che le romperà il collo. Dopo di ciò, sai bene che tuo padre farebbe carte false per amor tuo; e tu, quando egli ti carezza, pregalo di prendermi per moglie, ché, te beata, sarai la padrona della mia vitaâ. Udito il disegno, a Zolla ogni ora parve mille anni; e, messo in atto punto per punto il consiglio della maestra, quando fu trascorso il tempo del lutto per la morte della matrigna, cominciò a toccare i tasti al padre perché si sposasse con la sua maestra. Dapprima, il principe prese la cosa come uno scherzo; ma tante volte Zezolla tirò di piatto, che alla fine colpì di punta, ed egli si piegò alle parole della figlia. Così si sposò con la maestra Carmosina, e si fece una festa grande. Ora, mentre gli sposi stavano felici, Zezolla si aï¬acciò a un terrazzino della sua casa; e in quel punto una colombella volò sopra un muro e le disse: âQuando ti vien desiderio di qualche cosa, manda a domandarla alla colombella delle fate dellâisola di Sardegna, ché tu lâavrai subitoâ. Per cinque o sei giorni la nuova matrigna ricoprì di carezze Zezolla, facendola sedere al miglior luogo della tavola, dandole i migliori bocconi e adornandola con i migliori vestiti. Ma, dopo pochissimo tempo, mandò al diavolo e scordò del tutto il favore ricevuto (oh triste lâanima, che ha cattiva padrona!), e cominciò a mettere al primo posto le sue sei figlie, che fin allora aveva tenute segrete; e tanto fece che il marito, presele in grazia, si fece cadere dal cuore la propria figlia. E Zezolla, perdi oggi, manca domani, finì col ridursi a tal punto che dalla camera passò alla cucina, dal baldacchino al focolare, dalle vesti di seta e oro agli strofinacci, dagli scettri agli spiedi. Né solo cambiò stato, ma anche nome, e non più Zezolla, ma fu chiamata âGatta Cenerentolaâ. Ora avvenne che, dovendo il principe andare in Sardegna per cose necessarie al suo stato, prima di partire domandò a una a una, a Imperia, Calamita, Fiorella, Diamante, Colombina e Pascarella, che erano le sei figliastre, che cosa volevano che portasse loro al ritorno. E chi gli chiese un abito di lusso, chi nastri per i capelli, chi trucchi per il viso, chi giocattoli per passare il tempo; e chi una cosa e chi unâaltra. In ultimo, e quasi per scherno, egli disse alla figlia: «E tu, che cosa vorresti?». Ed essa: «Nientâaltro se non che mi raccomandi alla colomba delle fate, che mi mandi qualcosa; e, se ti dimentichi, che tu non possa andare né innanzi né indietro. Tieni bene a mente quel che ti dico: arma tua, mano tua». Partì il principe, sbrigò i suoi affari in Sardegna, comprò quanto gli avevano chiesto le figliastre, e si dimenticò di Zezolla. Ma, quando si fu imbarcato e già erano state spiegate le vele, non fu possibile far che il vascello si staccasse dal porto: pareva che ne fosse trattenuto dalla remora 1. Il padrone della nave, châera quasi disperato, si mise a dormire per la stanchezza, e in sogno gli apparve una fata, che gli disse: «Sai perché non potete più staccarvi dal porto? Perché il principe, che viene con voi, ha mancato alla promessa verso la figlia, ricordandosi di tutte, tranne del sangue proprio». Appena svegliato, il capitano raccontò il sogno al principe, che, confuso per la mancanza commessa, andò alla grotta delle fate, e, raccomandata loro la figliuola, le pregò di mandarle qualche dono. Ed ecco uscir fuori dalla spelonca una bella giovane, che pareva un gonfalone2, e gli disse di ringraziare la figliuola della buona memoria, e che se la passasse lieta per amor suo. Con queste parole, gli porse un dattero, una zappa, un secchietto dâoro e un asciugatoio di seta: il dattero da esser piantato, e le altre cose per coltivarlo e curarlo. Il principe, meravigliato di questi doni, salutò la fata, e tornò al suo paese; dove diede alle figliastre le cose che avevano desiderate e in ultimo diede alla figlia il dono della fata. Zezolla, felice da non stare nella pelle, piantò il dattero in un bel vaso e mattina e sera lo zappettava, lo innaffiava e lo asciugava col tovagliolo di seta. Con queste cure, il dattero crebbe in quattro giorni alto come una donna, e ne venne fuori una fata, che domandò alla fanciulla: «Che cosa desideri?» Zezolla rispose che desiderava uscire qualche volta di casa, senza che le sorelle lo sapessero. Rispose la fata: «Ogni volta che ti piaccia, vieni alla pianta e dille:
Dattero mio dorato,
con la zappetta dâoro tâho zappato;
con il secchietto dâoro, innaffiato;
con la fascia di seta tâho asciugato.
Spoglia te e vesti me!
Quando poi vorrai spogliarti, cambia lâultimo verso e diâ: Spoglia me e vesti te!
Venne un giorno di festa, e le figliuole della maestra erano andate in processione fuori di casa, tutte spampanate, agghindate e imbellettate, tutte nastrini, campanellini gingillini, tutte fiori odori cose e rose. Zezolla corse allora dalla sua pianta, pronunziò le parole insegnatele dalla fata e subito fu sistemata come una regina, sopra un cavallo con dodici paggi lindi e pinti, e andò anche lei dove erano le sorelle, che non la riconobbero, ma si sentirono venire lâacquolina in bocca per le bellezze di questa splendente colomba.
La sorte volle che nello stesso luogo capitasse il re, che alla vista della straordinaria bellezza di Zezolla rimase incantato, e ordinò al suo servitore più fedele di informarsi di quella bellezza, chi fosse e dove abitasse.
Il servitore si mise subito a seguirla. Ma lei, che sâaccorse dellâagguato, gettò una manciata di monete dâoro, che sâera fatte dare dal dattero per questo scopo; e il servitore, adocchiati quei pezzi luccicanti, si scordò di seguire il cavallo, fermandosi a raccogliere i denari. Zezolla entrò in casa, si spogliò rapidamente nel modo in cui la fata lâaveva istruita; arrivarono poi le sei sorellastre, che per farle invidia raccontarono le cose belle, che avevano viste alla festa.
Il servitore, intanto, tornò dal re e gli raccontò il fatto dei denari, quello si arrabbiò molto e gli urlò che, per quattro monete, aveva venduto il suo piacere, e che, a qualsiasi costo doveva fare in modo nella prossima festa di sapere chi fosse quella bella giovane e dove si trovava quel bel uccello.
Venne lâaltra festa e le sorelle, uscendo tutte belle ed eleganti, lasciarono la disprezzata Zezolla al focolare; e lei subito corse al dattero, disse le solite parole, ed ecco venire fuori una schiera di damigelle, chi con lo specchio, chi con la boccetta dâacqua di zucca, chi col ferro per arricciare, chi col rossetto, chi col pettine, chi con gli spilli, chi con le vesti, chi con collane e pendenti. E tutte le si misero attorno, la fecero bella come un sole, e la posero in una carrozza a sei cavalli, accompagnata da staffieri e paggi in livrea. E arrivata nello stesso luogo dellâaltra volta, aggiunse meraviglia nel cuore delle sorelle e fuoco nel petto del re.
...
( Testo in Giambattista Basile Lo cunto de li cunti, a cura di Miche Rank, Garzanti, 2013, pp.124-139)
La Domenica di Ameria Radio 1 agosto 2021 ore 18.00 - G. Rossini Cenerentola pagine scelte - Berganza, Monti, Bruscantini
PROGRAMMA
Gioachino Rossini
La Cenerentola, pagine scelte
personaggi e interpreti
Cenerentola, Teresa Berganza
Don Ramiro, Nicola Monti
Dandini, Sesto Bruscantini
Don Magnifico, Mario Petri
Clorinda, Ornella Rovere
Tisbe, Miti Truccato Pace
Alidoro, Leonardo Monreale
Coro del Teatro San Carlo di Napoli
Orchestra Sinfonica “A. Scarlatti” di Napoli della Radiotelevisione Italiana
Mario Rossi, direttore
Tg Diregiovani - Edizione del 2 luglio
Puntata 57 - zzzanzzzare
Ultima puntata di primavera e ho pensato di farvi ascoltare un bel po' di cose carine e divertenti
Buon ascolto e un abbraccio cenerentoloso, gelatoso e zanzaroso
Fratelli Grimm: Cenerentola
Cenerentola
Voce di Lorenzo Pieri
(pierilorenz@gmail.com)
Tg Diregiovani - Edizione del 14 maggio
L'opera 20 - G. Rossini La Cenerentola
Gioachino Rossini (1792 – 1868)
LA CENERENTOLA
Personaggi e interpreti
Don Ramiro, principe di Salerno, PAOLO BARBACINI
Dandini, suo cameriere, ALESSANDRO CORBELLI
Don Magnifico, barone di Montefiascone, ENZO DARA
Angelina (sotto il nome di Cenerentola), figliastra di Don Magnifico,
LUCIA VALENTINI TERRANI,
Alidoro, filosofo, Maestro di Don Ramiro, UGO TRAMA
Clorinda, figlia di Don Magnifico, GABRIELLA RAVAZZI
Tisbe, figlia di Don Magnifico LAURA ZANINI
Dame che non parlano – Coro di cortigiani del Principe
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
BRUNO CAMPANELLA, direttore
Morghy Bloom | Fiabe Alchemiche
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/all-ora-di-amadeus-podcast--4656791/support.
Rossini's La Cenerentola: Opera's Cinderella Story
Gioachino Rossini’s operatic version of the Cinderella story may not have any enchanted mice or pumpkins, but there’s plenty of magic in the music. Cinderella (or La Cenerentola, in Italian) has silently suffered the abuse of her stepfather and stepsisters, but in true fairy tale fashion, her fate changes for the better and all is made right by the triumph of goodness over evil.
In the opera’s joyous finale “Nacqui all’affanno… Non più mesta,” Cenerentola looks ahead to a future with no more sadness. In this episode, Rhiannon Giddens and guests explore this universal tale and how it still resonates today. Mezzo-soprano Joyce DiDonato sings the aria onstage at the Metropolitan Opera.
The Guests
Mezzo-soprano Joyce DiDonato loves the strength and sincerity of this great Rossini heroine. She has performed the title role in La Cenerentola at leading opera houses around the world and believes in its absolute celebration of human goodness.
Writer Fred Plotkin loves opera – all of it! – and he shares this love in his book Opera 101: A Guide to Learning and Loving Opera. He has a special connection to Rossini’s music, which he feels is all about the heartbeat.
Maria Tatar is a research professor at Harvard University in the fields of folkore and mythology. She vividly remembers when her sister used to read fairy tales to her as a child, and believes that we have the right and responsibility to keep retelling these stories in a way that’s meaningful to us today.
Mezzo-soprano Alma Salcedo’s mother tells her she’s been singing since she was nine months old. Her personal Cinderella story began in Venezuela and has brought her to Spain, where she has fought to keep her dreams of being a singer alive.
Many CINDERELLAS with Michelle Martin
Michelle Martin, Beverly Cleary Endowed Professor for Children and Youth Services at UW’s Information School, discusses the world’s many "Cinderella" stories with Seattle Opera Dramaturg Jonathan Dean. They talk about Cinderellas onstage, on screen, and in the oral tradition; about sweet Disney princesses and plucky heroines (and heroes), wicked and/or ugly step-sisters, mothers who turn into carp, incestuous fathers, mutilated feet, delicious cactus recipes, a prince who’s a snake and another who’s invisible, and a donkey that poops gold coins. Explore the diverse and amazing world of folk-lore—and modern rewrites—as you prepare for Rossini’s wonderful La Cenerentola.