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    Episodes (100)

    AL VIA IL GRANDE PROGETTO DI RILANCIO DEL PARCO CORONINI CRONBERG

    AL VIA IL GRANDE PROGETTO DI RILANCIO DEL PARCO CORONINI CRONBERG
    Gorizia, 11 marzo 2024 – Il Parco Coronini Cronberg, la preziosa oasi storica nel cuore di Gorizia, ritroverà le originarie caratteristiche di giardino mediterraneo e paesaggistico grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione e restauro che ha preso il via in queste settimane e che si concluderà entro la fine dell’anno. L’intervento è finanziato con un contributo di €1.742.000 ottenuto nel giugno 2022 dal bando PNRR “Investimento 2.3 Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”. Il Parco fu realizzato alla fine dell’Ottocento sotto la guida del conte Alfredo Coronini e si sviluppa su una superficie di cinque ettari con diversi livelli altimetrici. Le sue varie componenti, naturali e artificiali, concorrono a creare una successione di suggestivi scorci e vedute in cui gli elementi del verde si alternano a sculture, scalinate, terrazze, pergolati, fontane e specchi d’acqua. Un insieme, ispirato a quello che Massimiliano d’Asburgo aveva creato nella sua residenza di Miramare, che offre al visitatore percorsi sempre vari e sorprendenti, dal fascino particolare. Il progetto di riqualificazione...

    CENTRI ISLAMICI MONFALCONE: IL CONSIGLIO DI STATO DA RAGIONE AL COMUNE

    CENTRI ISLAMICI MONFALCONE: IL CONSIGLIO DI STATO DA RAGIONE AL COMUNE
    di GFB – Le polemiche trascese nella pretestuosità sia da parte dei rappresentanti della comunità musulmana di Monfalcone che di alcuni esponenti di una sinistra che pur di strumentalizzare politicamente e ideologicamente si pone dalla parte sbagliata rispetto a regole e leggi, ha avuto come risultato un clima pericoloso anche er l’incolumità del sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint che, per difendere i principi della legalità, è finita sotto scorta. Ma ora è il Consiglio di Stato a mettere punti fermi, dando ragione su tutta la linea al comune di Monfalcone nella vicenda dei centri islamici, chiusi per mancanza di rispetto delle regole. E, al contempo, è lo stesso Consiglio di Stato che pone l’accento, con considerazioni significative,sulla legittimità della libertà di culto, che non viene pregiudicata rispetto all’esigenza del rispetto delle condizioni di igiene, sicurezza, ordine pubblico e corretto insediamento urbanistico. Gli immobili oggetto dei provvedimenti di chiusura e successive polemiche, siccome carenti dei requisiti non potrebberoessere trasformati in una moschea o, allo stesso modo, in una chiesa per...

    ORTOGIARDINO-CUCINARE: OLTRE 60 MILA VISITATORI

    ORTOGIARDINO-CUCINARE: OLTRE 60 MILA VISITATORI
    Si è chiusa una edizione di grande successo di Ortogiardino, Salone della floricoltura, orticoltura e di Cucinare, il salone dell’enogastronomia di qualità: una formula “2 fiere in una” che ha convinto il pubblico.Nonostante le condizioni meteo, più vicine all’autunno che alla primavera, l’abbinata Ortogiardino e Cucinare ha raggiunto il record di oltre 60.000 visitatori, con una crescita del 18% sul 2023. Anche durante tutto questo weekend parecchie comitive hanno affollato i padiglioni di viale Treviso con quasi 3.500 persone di gruppi organizzati da Slovenia, Croazia e Austria a conferma della grande attrattività di questo evento verso l’estero. La ciliegina sulla torta è stata la visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che venerdì in occasione della Festa Internazionale della Donna ha incontrato una folla festante e “urlante” senza sottrarsi a selfie, foto e sorrisi. Sicuramente un fattore di successo è stata la contemporaneità di Ortogiardino con Cucinare, Salone dell’enogastronomia di qualità, che nei nuovi padiglioni 5bis e 5ter ha visto circa 80 espositori presentare prodotti di eccellenza delle filiere agroalimentari...

    DIRE DONNA E’ DIRE DANNO (DAL VERBO DARE) – AFDS 8 MARZO

    DIRE DONNA E’ DIRE DANNO (DAL VERBO DARE) – AFDS 8 MARZO
    Di Marco Mascioli L’otto marzo è passato e tante sono state le iniziative per festeggiare la giornata internazionale della donna, nonostante la pioggia abbia frenato alcune attività previste all’aperto. Uno dei più importanti eventi in Friuli Venezia Giulia è stato su iniziativa delle donne iscritte all’A.F.D.S. (associazione friulana donatori di sangue), le donatrici di sangue si sono trovate nei centri dov’era possibile donare tra cui l’ospedale di Latisana in cui si sono trovate tutte le donne della Sezione Litoranea Occidentale, da Rivignano Teor in giù. Un gesto sempre importante che le donne sentono particolarmente doveroso per contribuire ad aiutare chi ne ha bisogno. Un gesto di solidarietà nei confronti di noi stessi, in quanto non si può prevedere quando avremo bisogno di sangue o plasma, per cui è necessaria la gestione previdenziale, per non incorrere in carenze. Festa della donna in ospedale a Latisana con le responsabili delle sezioni e le donatrici che si alternavano sui lettini gestiti da infermiere e dottoresse per donare cogliendo l’occasione di festeggiare insieme. Tutte...

    IL CERVELLO SCENDE IN PIAZZA

    IL CERVELLO SCENDE IN PIAZZA
    TRIESTE- L’Associazione de Banfield scende letteralmente in piazza per celebrare la Settimana del Cervello®, la campagna globale di sensibilizzazione per favorire il sostegno alla scienza del cervello. Con la co-organizzazione del Comune di Trieste e il contributo della Fondazione Finney, da mercoledì 13 marzo una struttura modulare sarà allestita nella centralissima Piazza della Borsa per ospitare fino a domenica l’evento “Il Cervello scende in Piazza” con un ciclo di 5 conferenze sui temi del cervello e dell’invecchiamento sano e attivo, giochi per l’allenamento del cervello, esercizi di stimolazione cognitiva, screening e consulenze personalizzate con la presenza costante delle professioniste dell’Associazione de Banfield (orario 9.00 – 19.00) con consulenza e informazione sull’assistenza a domicilio e il caregiving. Si comincia mercoledì 13 marzo: in programma alle 12.00 la presentazione ufficiale alla stampa della struttura montata in Piazza della Borsa. Attesa alle 18.00 la conferenza “Invecchiare bene e con energia” con Maria Luisa Princivalli, già prof. di Analisi Matematica all’Università di Trieste e Matematica e Fisica al Liceo Petrarca, cofondatrice dell’Università della Terza...

    GIOCO D’AZZARDO NEI GIOVANI UNDER 18

    GIOCO D’AZZARDO NEI GIOVANI UNDER 18
    Capire cosa succede nel cervello degli adolescenti e contrastare le dipendenze, come quelle da gioco d’azzardo, sarà il tema della serata organizzata a Trieste dalla cooperativa sociale Il Piccolo Principe di Casarsa della Delizia, in co-organizzazione con il Comune di Trieste, Assessorato Politiche dell’Educazione e della Famiglia. L’incontro, che avrà luogo alle ore 20.30 in Sala Bazlen in via Gioacchino Rossini, 4, fa parte del progetto “Ci puoi scommettere – il gioco d’azzardo oggi, fra nuove norme, spazi on -line e rischi in adolescenza” realizzato dalla cooperativa casarsese (da anni impegnata in progetti a contrasto del gioco d’azzardo), in co-progettazione con la Regione Friuli Venezia Giulia e con i Dipartimenti delle Dipendenze e della salute mentale delle tre aziende sanitarie Asfo, Asufc e Asugi. il tema dell’incontro è: “Il cervello adolescente e le dipendenze. Capire i comportamenti d’abuso grazie alle neuroscienze”. Relatore della serata, Francesco Zanuttin, biologo e infermiere. “Per la seconda volta, dopo quello realizzato fra il 2021 e il 2022 – spiega Elisa Paiero responsabile del Servizio per...

    TRIESTE: APPELLO A MATTARELLA PER LA SITUAZIONE AL SILOS

    TRIESTE: APPELLO A MATTARELLA PER LA SITUAZIONE AL SILOS
    La scandalosa situazione in cui sono costretti a vivere i richiedenti asilo al Silos di Trieste sta mobilitando la società civile cittadina di Trieste. Per coinvolgere le autorità nazionali si è creato un comitato che ha redatto un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sarà a Trieste in aprile per ricevere la laurea honoris causa assieme all’ex presidente sloveno Borut Pahor. L’appello è stato illustrato dai promotori, Franco Belci, Gianfranco Carbone e Mauro Gialuz, in un incontro pubblico che si è tenuto al Circolo della Stampa di Trieste. Per firmare l’appello: https://chng.it/vHmBVC92KS Ed ecco il testo dell’appello, al quale ha già aderito fra gli altri l’Assostampa Fvg: Gentile Presidente, abbiamo letto che nel mese di aprile sarà nuovamente a Trieste, per ricevere, assieme all’ex presidente della Slovenia Borut Pahor, la laurea honoris causa in Giurisprudenza assegnata dall’ateneo triestino nell’anno del suo centenario. Siamo tra coloro che ricordano ancora con emozione la vostra stretta di mano davanti al monumento della foiba di Basovizza e al cippo, poco lontano, con...

    136 - Il bosco di Dio | Anna Micelli

    136 - Il bosco di Dio | Anna Micelli
    "I nostri vecchi hanno sempre voluto raccontare che non c’è niente di scontato; hanno vissuto sulla loro pelle cosa voleva dire ricominciare. La nostra generazione ha avuto la fortuna di vivere in tempi più tranquilli: un dono riconosciuto ma non scontato"

    Questo è un estratto dell'intervista ad Anna Micelli, sindaca in Val Resia.
    Anna coniuga passato e presente in un obbligo morale ben preciso: ricominciare a vivere in una terra nascosta, sfidando a testa alta cali demografici, difficoltà e spopolamento.

    Contatti: andataeritorno.podcast@gmail.com - quota.stories@gmail.com

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    Scritto e registrato da Sebastiano Frollo
    Montaggio di Sebastiano Frollo
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    127 - Emilio Comici: oltre l'impossibile

    127 - Emilio Comici: oltre l'impossibile
    Emilio Comici non è mai stato un predestinato.
    La sua vita ruota attorno a sogni che poco alla volta si rivelano concreti. In un primo momento risale le montagne approcciando le vie normali, poi alza la posta in palio dedicandosi all’alpinismo. Avverte di poter dare qualcosa in più.
    Non sarà facile scrivere la storia, lui però ce la farà.

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    120 - "La situazione qui è mostruosa": Le devastazioni dei terremoti 1873-1936

    120 - "La situazione qui è mostruosa": Le devastazioni dei terremoti 1873-1936
    È il 18 ottobre 1936. Sono le 4:10 del mattino. Nel nordest italiano la terra comincia a muoversi. La scossa è sempre più intensa. La terra, quella notte, trema. Quasi ruggisce. Sveglia chi dorme. Nessun uomo, nessuna donna, nessun bambino o bambina si addormenterà più prima dell’alba. Corrono fuori di casa. La nonna quasi strappa la vestaglia alla nipote nella fretta, il vicino fà fianco fa uscire le bestie, i neonati protetti dai corpi dei genitori strillano. L’obiettivo è univoco, per tutte e per tutti: la porta di casa. Raggiungono le strade, le piazze, i vicoli.Da Puos d’Alpago e Cornei fino a Belluno, giù nel trevigiano per sconfinare in Friuli – quella notte – ne ricorda una di 63 anni prima. È ancora buio ma i lampioni illuminano l’intonaco. Le crepe corrono verso i tetti dove le tegole sussultano. Poi cadono. Alcune da sole. Altre insieme a ciò che le sostiene.Al confine orientale tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è tornato un terremoto. Nell’aria si alzano le polveri delle macerie. Gli animali lo hanno percepito in anticipo e si dimenano nelle stalle. Alcune vacche, quella mattina, vengono munte in ritardo. La terra trema e fa paura, tanta paura.

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    118 - Anime sgretolate: la psichiatria ai tempi della grande guerra

    118 - Anime sgretolate: la psichiatria ai tempi della grande guerra
    Dal 24 maggio 1915 - quando l'Italia entrò in guerra - al 4 novembre 1918 - la fine simbolica del conflitto - passarono 1.260 giorni. In questo periodo si stima che circa 40.000 persone fecero ingresso nei manicomi italiani. Una media di circa 31 persone al giorno, circa 1 all'ora per più di 3 anni.

    Questa puntata è stata possibile grazie ad alcune letture:
    • “impazzire di Guerra” Storie di ricoverati al manicomio provinciale “Francesco Roncati” durante la Prima guerra mondiale. Partendo dalle carte raccolte nell’Archivio dell’ex Ospedale psichiatrico provinciale “Roncati” tre classi del Liceo “Laura Bassi” di Bologna danno voce in prima persona alle vicende dei pazienti in cura negli anni della Grande Guerra.
    • La grande guerra 1914-1918 - archivio diaristico disponibile al sito https://racconta.gelocal.it/la-grande-guerra/index.php
    • Francesco Paolella, «Solo un'immensa fonte di dolore». Appunti per una ricerca sulle donne in manicomio durante la Grande guerra, "E-Review", 2, 2014. DOI:


    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    117 - Il coraggio delle donne

    117 - Il coraggio delle donne
    Questa è una puntata senza il supporto di un testo scritto.
    Un esperimento, il primo in questo podcast.
    Faremo un viaggio nel mondo femminile di un tempo, un contesto aspro in cui però seppero reagire con un enorme coraggio.

    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    What is Frico?

    What is Frico?
    Chef Walter on Quick Bites explores the flavors of Frico.

    Welcome back to Quick Bites, the podcast that brings you bite-sized nuggets of culinary knowledge! I am thrilled to be your host today, and we're diving into a world of flavors with the delicious, savory, and crispy dish called Frico.

    Frico is an Italian delicacy that will leave your taste buds singing! It's a simple but mouthwatering preparation of cheese and potatoes that typically features Montasio or Asiago cheese. The dish comes from the Friuli region in Northeastern Italy, where it has deep roots.
    This is it if you're looking for a dish that has stood the test of time.

    With a rich history dating back centuries, it's clear that this recipe has something unique to offer. It was also born out of a need to use leftover cheese and potatoes, making it a sustainable and economical choice.

    The Friulian shepherds in the mountains needed hearty, portable food to sustain them during long work hours, and Frico fit the bill perfectly. It has since become a staple of the territory's cuisine, with various recipes passed down through generations.

    So, how do you make Frico? It's surprisingly simple:

    Begin by thinly slicing or grating your cheese. Next, slice some waxy potatoes into thin rounds or julienne strips. Prevent sticking by heating a non-stick skillet with olive oil or butter over medium heat. Once the skillet is hot, arrange a layer of potatoes in the shape of a pancake. Sprinkle a generous amount of cheese on top and cook until the cheese becomes golden and crispy. Be patient – it's worth the wait!

    You can also experiment with Frico by adding herbs, spices, or thinly sliced onions for extra flavor. The possibilities are endless, and it's an excellent way to use what you have in your pantry. Flip the Frico over and cook the other side until it's beautifully browned on both sides. Once ready, slide it onto a plate and let it cool slightly before breaking it into pieces. The result is a delicious, cheesy, crispy delight you'll want to savor repeatedly.

    Frico is a delicious and satisfying dish that can be enjoyed in many ways. As an appetizer, it can be served alongside a crisp salad or antipasti platter. It pairs perfectly with roasted meats or grilled vegetables as a side dish. And as a snack, it's an excellent quick and tasty bite option.

    The crispy and cheesy texture of Frico makes it a perfect complement to a glass of wine or a cold beer. Whether entertaining guests or looking for a simple yet satisfying meal, Frico is an excellent choice.
    Listeners, in conclusion, I highly recommend trying Frico. This dish boasts a unique and unforgettable culinary experience due to its rich history, simplicity, and incredible taste.
    Remember to tune in to Quick Bites for more delicious culinary knowledge.
    Eat well and stay healthy!

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    116 - Prima della diga | Che si riaccendano le lanterne

    116 - Prima della diga | Che si riaccendano le lanterne
    La diga calamitò le attenzioni del mondo e quella valle venne indelebilmente associata al disastro. Ma queste comunità superstiti hanno molto di più da raccontare. Di documenti disponibili non ce ne sono molti, eppure se si scava a fondo e con rispetto nel silenzio di questi territori, si scoprirà un mondo incredibile. Un mondo cambiato dall’acqua, un mondo rurale e severo ma che era casa. Casa vera. Anche per quelle ambulanti giovani, al primo giro, che venivano benedette dai preti prima della stagione lavorativa. Perché fossero protette durante il viaggio.
    A quell’epoca i tramonti non si specchiavano ancora nell’invaso e la luce illuminava frazioni, borgate, contrade e paesi. Diventavano rosse, arancioni, rosa e violacee prima che venissero accese le candele e il lampionaio decretasse la fine di un altro giorno, lassù, nella valle del vajont.


    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    115 - Vajont: Paola Zambelli

    115 - Vajont: Paola Zambelli
    Paola nel 1963 non era ancora nata. Ora è una maestra. Moderna e con una penna tagliente. Parla di memoria a un pubblico variopinto, con un’attenzione particolare a chi, di anni, ne ha meno. L’ho incontrata per un’intervista in merito al suo nuovo elaborato “La diga più alta del mondo - Vajont 1963”. Editando la puntata con Paola mi sono reso conto di come sia importante e potente la conservazione attiva della memoria.


    Un abbraccio,
    Sebastiano

    Ecco i link per i libri di Paola Zambelli.

    https://paolazambelli.it

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    114 - Vajont: Renato Migotti

    114 - Vajont: Renato Migotti
    Renato è nato in Val di Zoldo prima di trasferirsi a 9 anni a Longarone. Il 9 ottobre 1963 aveva 16 anni. E’ uno dei sopravvissuti a quella notte. Architetto, il suo studio è in pieno centro a Longarone. In linea d’aria, di fronte alla diga. Renato guida la fondazione “il futuro della memoria”, appassionato di montagna arriva in vetta al Monte Bianco e quasi su quella del Cervino. Gli sono mancati 200 metri, poi a quelle quote - insieme alle guide - ha deciso di tornare indietro. Insomma, 76 anni portati alla grande. Una cosa su tutte mi ha stupito: la forza di un uomo che ha saputo ripartire. In un mondo diverso, stravolto in pochi minuti da un disastro epocale.


    Un abbraccio,
    Sebastiano

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    Il frastuono del silenzio - La storia di Enrico

    Il frastuono del silenzio - La storia di Enrico
    C’è qualcosa, nel funzionamento di un’orchestra, che mi rimanda ai meccanismi del mondo.

    Ognuno fa la sua parte. Il respiro, la mente, le mani, i piedi e il corpo di tante persone si muovono insieme, dando forma a qualcosa di più grande.

    Non importano le dimensioni di ciò che stringono tra le mani né quante siano le note dettate dal proprio spartito. Ogni essere umano, proprio come ogni musicista, plasma la melodia dell’universo nella sua unicità.

    Da qualche tempo, però, ho scoperto che esiste uno strumento musicale che riesce a imitare suoni di strumenti musicali diversi. Me l’ha raccontato Enrico, giovanissimo organista in una chiesa del Friuli.

    Nella sua storia, come in quella di ogni persona, convivono tanti elementi diversi tra loro. Proprio come le melodie che può riprodurre un organo. Fede, musica, solidarietà, condivisione con e per il prossimo, studio, omosessualità.

    Enrico ha scelto di condividerle con me. E io proverò a raccontarle in questo episodio. Partendo da quando ha deciso di non suonare più in segreto il suo spartito più intimo. Quello da sommerso.



    Tutto Sommerso: https://linktr.ee/sommerso.

    Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/arcobaleni-timidi--5676041/support.

    Extra - Costruire un podcast. Quantità e qualità di tempo. Un formato (forse) più cartaceo.

    Extra - Costruire un podcast. Quantità e qualità di tempo. Un formato (forse) più cartaceo.
    Questo episodio è offerto da QUOTA.

    In questo episodio parlerò di quantità e qualità di tempo per la costruzione di un podcast. Ma anche di Pontesei e la conclusione della serie "Gilda: la balia d'Egitto".

    Ecco i link per i libri di Paola Zambelli.

    https://paolazambelli.it

    Un abbraccio,
    Sebastiano


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    112 - Gilda: la balia d'Egitto | ep.6 | fine

    112 - Gilda: la balia d'Egitto | ep.6 | fine
    Nei reparti ospedalieri dell'ottobre 1963, pochi giorni dopo la frana del Toc, non si smette di correre. C’è chi lotta per rimanere in vita e chi è già fuori pericolo. Il disastro del Vajont ha disintegrato - in una manciata di minuti - interi paesi e migliaia di vite. Sofia ricorda tutto di quella notte. E’ lucida, non rischia la vita. Eppure è lì, in un ospedale che non riconosce, ferma immobile per non sentire dolore alla gamba destra. Fratturata in cinque punti insieme alla clavicola, questa volta a sinistra. E’ in un fuoco incrociato ma - fortunatamente - viva.


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