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    Stragi e golpe: governi forti e delegittimati in Sahel

    Stragi e golpe: governi forti e delegittimati in Sahel
    https://ogzero.org/regione/sahel/
    Dove prospera lo strapotere economico-militare pur delegittimato.
    Su questa base abbiamo chiesto a Edoardo Baldaro di aggiornarci nel groviglio di massacri jihadisti incontenibili da qualsiasi “esercito”, golpe sovrapposti, nuove colonizzazioni e poteri forti locali.
    Poteri tutti, anche militari e non solo coloniali, delegittimati in Sahel: crisi securitaria per l’insorgenza jihadista che ha la meglio sui regimi che si presentano come securitari, fondandosi su eserciti che hanno dinamiche interne rispondenti a sociologie particolarmente complesse (Traoré è un capitano come Sankara quando fu ucciso); e questi fenomeni, emersi nella contingenza e in parte di lungo periodo, sono un po’ comuni in Burkina, in Mali e con sfumature diverse anche in Ciad (e stanno per attecchire anche nei paesi limitrofi), dove la delegittimazione del potere sostenuto dalla invadente presenza francese proviene proprio dal fatto che la potenza coloniale – da 40 anni (La Baule mitterandiana) legata al Ciad per la posizione militarmente strategica – e l’Unione africana hanno permesso la transizione dinastica del potere dei Déby avvenuta in concomitanza con gli altri golpe dell’area saheliana, invece maltollerati per l’intrusività russa.
    Infatti il Ciad è sempre stato centrale in ogni crisi regionale: quelle libiche; confina con il Sudan ,e dunque è stato coinvolto con il problema del Darfur; e anche nei rivolgimenti del Centrafrica e quelli jihadisti e climatici del lago Ciad; N’djamena è interessata pure dal Niger con i suoi traffici, fino alla Nigeria e all’esportazione di Boko Haram… sempre importante gendarme sia di Parigi che dell’Unione Africana, che non possono più fare a meno dell’esercito dei Déby, che può così impunemente massacrare i dimostranti esasperati per il mancato compimento della transizione promessa e invece sistematicamente procrastinata.
    E non si tratta solo di possesso di armi, ma anche di sostanze economiche e i gruppi di potere connessi con le forze armate hanno potuto in questi decenni di connivenza coloniale – e con le istituzioni internazionali (Numisma in testa) – occupare tutti i gangli del potere; chi ci guadagna? Edoardo Baldaro prova (con successo) ad analizzare come funzionano ora i rapporti di forza e sfruttamento.
    Divisioni e frammentazioni impediscono poi un’opposizione efficace: sono 52 i gruppi armati ribelli in Sudan e poi ci sono le contrapposizioni interne al gruppo di potere militare con Hemeti che costituisce un deep state parallelo, che svolge anche funzioni di politica estera e accordi con i peggiori ceffi internazionali: legami con Egitto, Sauditi – in Yemen – e Wagner (rapporti opachi documentati da “AgenziaNova” il 3 novembre dove pass, intelligence, oro… armi e basi navali s’intrecciano pericolosamente: https://www.agenzianova.com/news/un-rapporto-denuncia-affari-opachi-tra-il-gruppo-wagner-e-lintelligence-militare-del-sudan/).
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