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    Episodes (8)

    Il punto di partenza: la consapevolezza, con Sara Landi

    Il punto di partenza: la consapevolezza, con Sara Landi

    Più che un episodio, quello di oggi è un viaggio in noi stessi. Noi allenatori.

    Siamo con Sara Landi, psicologa dello sport e, tra le altre cose, Responsabile Nazionale dell’Area Psicologica del settore giovanile scolastico della FIGC. Con lei parliamo di un tema che riteniamo fondamentale, forse il tema di più grande importanza per un allenatore: la consapevolezza delle proprie aree di miglioramento e di forza.Il tema sottende a una domanda tra le più delicate che ogni allenatore (anche se succede in qualsiasi professione) si deve trovare a farsi: perché si allena?

    Già, come avrete capito da questa brevissima introduzione, grazie a Sara oggi siamo andati nel profondo, in un viaggio introspettivo che tutti noi dovremmo farci. Perciò, preparate il dito per mettere in pausa l’episodio e una penna per appuntarvi quello che io e Sara vi suggeriremo di fare…Ne varrà la pena!

    Essere match analyst e allenatore, con Alberto Angelastri

    Essere match analyst e allenatore, con Alberto Angelastri

    Chi ha detto che il ruolo dell’analista debba essere per forza inquadrato nel “fare i tagli video”?

    Sempre di più i match analyst stanno assumendo ruoli centrali all’interno del processo di sviluppo di una squadra. L’analisi video, infatti, è oggi vista come uno strumento di comunicazione tra staff tecnico e giocatori. Uno strumento che è in grado di apportare valore sostanziale attraverso dati oggettivi, sulla base dei quali giocatori e allenatori si possono confrontare per delineare il percorso migliore.

    Proprio in questa comunicazione vi è Alberto Angelastri, match analyst del Barcellona femminile. Il suo ruolo, però, non è circoscritto a quello dell’analista. Alberto infatti si definisce un allenatore, perché sta in campo con la squadra durante gli allenamenti, parla con l’head coach e con le giocatrici, affinché possa percepire le loro idee e sentimenti circa le sua analisi. Questo rapporto e vicinanza sono il valore aggiunto tra il “fare i tagli video” e l’essere il match analyst del Barca.

    Coordinamento, metodo e gioco di possesso: il percorso di Stefano Baldini

    Coordinamento, metodo e gioco di possesso: il percorso di Stefano Baldini

    Non siamo soliti dipingere momenti biografici di nessuno. Ma quando si incontrano persone come Stefano Baldini, diventa quasi impossibile non parlare di lui integralmente. Non si può scindere la persona dal professionista e non si può scindere il professionista dalla persona. Stefano è una persona che deve essere vissuta nella sua integralità, con forza e vigore, che sono le due caratteristiche che trasmette.
    Per questo, in questo episodio oggi, abbiamo voluto ripercorrere con lui alcuni passi della sua vita sportiva, quelli che lo hanno portato a allenare e coordinare nel calcio professionistico, nei settore giovanili di Milan, Juventus e poi nello staff tecnico di Christian Brocchi al Monza. Una vita professionale nella quale lui si è contraddistinto per spirito di responsabilità e determinazione (anche se lui, umilmente, a volte preferisce parlare di fortuna).
    Se oggi chiedete a Stefano di riassumersi in 3 parole, forse queste saranno Coordinamento, Metodo e Gioco di Possesso. Ognuna di queste parole racchiude un qualcosa che Stefano ha modificato e definito nel corso delle sue esperienze da allenatore, coordinatore e assistente, ma che sono ben salde nel suo modo di concepire il miglioramento delle persone nel contesto calcistico.Un episodio incredibile, di un professionista incredibile. 
    Ma vi avvisiamo: non aspettatevi di trovare qui dentro il segreto del calcio. Quello non esiste. Ma se anche dovessimo sbagliarci, siamo sicuri che Stefano sarebbe una delle persone più adatte per poterlo scoprire.

    La flessibilità dell’allenatore, con Daniele Santarelli

    La flessibilità dell’allenatore, con Daniele Santarelli

    Siamo in collegamento con Daniele Santarelli, che si trova in ritiro con la nazionale femminile di Volley croata, dopo aver passato una stagione incredibile con Imoco Volley, con la quale è riuscito a trionfare in Italia e in Europa. 

    Una stagione formidabile, che ha visto molte delle sue giocatrici crescere esponenzialmente, ma che non è stat certo priva di momenti di up e down. Se dovessimo descrivere questo episodio e Daniele in una parola, questa probabilmente sarebbe flessibilità. Questa è la caratteristica più importante che si erge dalle parole del Coach di Conegliano. Flessibilità intesa come capacità di adattarsi e cambiare in funzione dei momenti e delle relazioni con le sue atlete, con il solo e unico obiettivo di perseguire continuamente il loro miglioramento. Ecco che in questo episodio Daniele dipinge una descrizione meravigliosa di questa caratteristica. Cambiare e Provare diventano le due azioni da compiersi continuamente, per affrontare i diversi momenti della stagione, senza la sicurezza di riuscire a portare a casa l’obiettivo. Il tutto da compiersi oltre il “modo”: infatti cambiare strategia diventa fondamentale e allora lo diventa, necessariamente, cambiare il modo.

    A proposito di “modo”, con Daniele abbiamo parlato anche di ripetitività del gesto e di situazioni: per lui la ripetizione (con variabilità) diventa fondamentale per assicurarsi un miglioramento tecnico delle proprie giocatrici, cercando di individuare in loro i punti di carenza ma mantenendo (e perché no, accrescendo) anche le loro caratteristiche di forza.

    Insomma, un episodio tutto da godere!

    Multidisciplinarietà nello staff: l’idea di Roberto Calà (2/2)

    Multidisciplinarietà nello staff: l’idea di Roberto Calà (2/2)

    Nella seconda parte dell’episodio con Roberto Calà, abbiamo chiesto a lui come vede composto un team di lavoro nella sua ipotetica società. Tra le tantissime figure che Roberto ci ha elencato ci sono quelle appartenenti all’area medica e fisioterapica, un nutrizionista, degli analisti e delle figure che ricoprono ruoli di gestione del team, ma anche due importantissimi professionisti: un podologo e uno psicologo. Infatti Roberto si è concentrato sull’importanza dell’avere una figura come quella di un podologo, importanza rivestita sia sotto l’ottica strutturale, artesica ma anche cutanea. Altrettanta attenzione deve essere data al fattore mentale che spesso si sottovaluta, spesso anche in ambiti in cui la pressione è tanta, come quello in cui lavora il nostro Roberto Calà: l’Atalanta Bergamasca.

    La chiave di un buon lavoro di team sta poi nell’integrazione sistemica e multidisciplinare di queste figure, che devono interagire continuamente, lavorando nel proprio ambito in maniera specifica. Ciò apporterebbe grande valore a tutto il team in termini di conoscenze, ma soprattutto porterebbe un miglior servizio al giocatore. Quando si hanno questi tipi di staff, dice Roberto, la buona riuscita di un progetto sta nel fatto che le persone si riescano a “orientare al compito”. 

    Buon ascolto

    Prevenzione infortuni, un approccio personalizzato, tra struttura e specificità, con Roberto Cala (1/2)

    Prevenzione infortuni, un approccio personalizzato, tra struttura e specificità, con Roberto Cala (1/2)

    Prevenzione infortuni, una approccio personalizzato, tra struttura e specificità, con Roberto Cala (1/2)

    Un episodio sul tema della prevenzione infortuni con Roberto Calà, Preparatore Atletico presso Atalanta Bergamasca e Responsabile Area Strenght Atalanta Training Lab.

    Dopo alcuni episodi in cui abbiamo toccato il tema del rischio infortuni con Franco Impellizzeri e Carlo Simonelli, oggi abbiamo un altro ospite di lusso. Roberto è tutt’oggi impegnato in campo e con il suo staff nel monitorare e cercare di agire per prevenire l’insorgere di problematiche che possano portare a infortuni.

    Ecco un pò di figate di cui abbiamo parlato con Roberto:

    • Per prevenire gli infortuni serve agire sulla struttura del calciatore in maniera aspecifica e agire in “correzione” nell’ambiente specifico (spolier: la vede anche lui così, ma…)
    • l’importanza della qualità dell’intervento dello staff
    • Su cosa serve puntare per dare al calciatore i migliori strumenti possibili per raggiungere una buna efficacia tecnica ma anche un buon equilibrio strutturale
    • Come allenare il giocatore a riconoscere la situazione e rendere una buna scelta impatta anche sulla riduzione del rischio infortuni
    • Efficacia del gesto ed efficienza energetica: serve anche lavorare sul giocatore per renderlo in grado di sentirsi? (spoiler: si)
    • L’importanza del lavoro di uno staff in maniera sistemica

    Insomma, una sorta di lezione. Mettevi comodi! Buon ascolto

    #16 la SUPERLEGA NON SI FARÀ | Riflessioni da cestisti

    #16 la SUPERLEGA NON SI FARÀ | Riflessioni da cestisti

    In questa puntata del Too Much Podcast, un argomento di attualità, la superlega ; per noi è stato un piacere discutere delle idee alla base della superlega, considerando aspetti psicologici dietro alla organizzazione, sia dalla parte dei tifosi e degli atleti stessi. 
    Sfortunatamente questa registrazione è "vecchia" di un giorno, e la situazione è cambiata in 6 ore nella sera di ieri. Pensiamo però che l'accaduto sia importante come precedente storico, quindi ne parliamo e vi proponiamo lo stesso questo episodio, nonostante non sarà più possibile aggiornarlo. 

    • Canale Twitch: https://www.twitch.tv/toomuchpodcast

    Contatti Instagram: 
    Too Much Podcast : @toomuchpodcast_ 
    • Giulio: @_crove 
    • Daniele: @danielezucchelli_ 
    • Michele @michecc_ 
    • Vittorio @vitto_berto 

    L'obiettivo del preparatore atletico: migliorare la curva di apprendimento, con Cristian Iriarte

    L'obiettivo del preparatore atletico: migliorare la curva di apprendimento, con Cristian Iriarte

    Ci sono preparatori atletici che, come obiettivo, hanno la gestione e ottimizzazione della performance fisica del calciatore, e poi c’è Cristian Iriarte. 

    Lui, dopo anni nel massimo professionismo e (a detta sua) tanti errori commessi, ha capito che l’obiettivo principale del preparatore non deve essere quello. La performance sportiva diventa una logica conseguenza nel momento in cui, insieme allo staff e all’allenatore, il preparatore riesce a lavorare in sincronia con le idee del gruppo, senza anteporre “scopi fisici” all’allenamento.

    Che le competenze dei preparatori atletici debbano cambiare rispetto io classici “modelli”?

    Scopriamolo in questo episodio con Cristian Iriarte.

    ...questo episodio è tratto da una diretta Facebook. Lo trovi in versione integrale sulla nostra pagina!

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