18 - I recuperanti: il boato_ep.1
Lunedì 25 febbraio 1974 - Asiago, Vicenza.
à una mattina come quella di tante altre, con il fumo dei camini che si alza dai tetti delle case ancora ghiacciati dalla notte.
Una patina che luccica non appena il sole si alza fin sopra lâultimo dente delle montagne, quando ha la forza di illuminare le prime case che si staccano dal bosco.
Sono passati 56 anni dalla fine della prima guerra mondiale, 29 dalla seconda.
Eppure, nei paesi in prossimità del fronte Italo-austroungarico, gli strascichi di quegli eventi sono ancora tangibili in chi è rimasto.
à stato ricostruito un intero territorio che ha sofferto la violenza dei bombardamenti e ulteriormente colpito dallâavanzata dellâesercito avversario fin dentro le case.
In molti sono stati costretti a emigrare giù dallâAltopiano, accompagnati dallâincertezza per un futuro difficile da immaginare.
Quando poi dai calamai si attinse l'inchiostro per siglare la pace, chi era fuggito cominciò a tornare nei paesi dove aveva lasciato tutto. I più fortunati trovarono le case ancora in piedi, gli altri non riconobbero nemmeno più il terreno.
Il territorio del fronte cambiò, sconquassato dalle deflagrazioni delle bombarde, dai proiettili dâartiglieria shrapnel, colpi di cannone, mine e tubi di gelatina pronti a far saltare in aria strade e reticolati avversari.
Nel giornale âLâUnità â ancora caldo dalla stampa ma rinfrescato dalla fresca mattinata invernale, un articolo titolava : âErano gli ultimi ârecuperantiâ per hobby i sette dilaniati dalla gelatina ad Asiagoâ.
Alle ore 16:45 di sabato 23 febbraio, si verificò uno degli ultimi incidenti che coinvolse non solo i recuperanti ma anche chi si trovava nelle vicinanze di unâimponente deflagrazione.
Contatto mail: andataeritorno.podcast@gmail.com
Music by Epidemic Sound
à una mattina come quella di tante altre, con il fumo dei camini che si alza dai tetti delle case ancora ghiacciati dalla notte.
Una patina che luccica non appena il sole si alza fin sopra lâultimo dente delle montagne, quando ha la forza di illuminare le prime case che si staccano dal bosco.
Sono passati 56 anni dalla fine della prima guerra mondiale, 29 dalla seconda.
Eppure, nei paesi in prossimità del fronte Italo-austroungarico, gli strascichi di quegli eventi sono ancora tangibili in chi è rimasto.
à stato ricostruito un intero territorio che ha sofferto la violenza dei bombardamenti e ulteriormente colpito dallâavanzata dellâesercito avversario fin dentro le case.
In molti sono stati costretti a emigrare giù dallâAltopiano, accompagnati dallâincertezza per un futuro difficile da immaginare.
Quando poi dai calamai si attinse l'inchiostro per siglare la pace, chi era fuggito cominciò a tornare nei paesi dove aveva lasciato tutto. I più fortunati trovarono le case ancora in piedi, gli altri non riconobbero nemmeno più il terreno.
Il territorio del fronte cambiò, sconquassato dalle deflagrazioni delle bombarde, dai proiettili dâartiglieria shrapnel, colpi di cannone, mine e tubi di gelatina pronti a far saltare in aria strade e reticolati avversari.
Nel giornale âLâUnità â ancora caldo dalla stampa ma rinfrescato dalla fresca mattinata invernale, un articolo titolava : âErano gli ultimi ârecuperantiâ per hobby i sette dilaniati dalla gelatina ad Asiagoâ.
Alle ore 16:45 di sabato 23 febbraio, si verificò uno degli ultimi incidenti che coinvolse non solo i recuperanti ma anche chi si trovava nelle vicinanze di unâimponente deflagrazione.
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