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    Explore "trentino" with insightful episodes like "62 - Stava: le verifiche del 1975_ep.8", "61 - Stava: richieste pericolose_ep.7", "60 - Stava: la costruzione dei bacini_ep.6", "59 - Stava: era soltanto una questione di tempo_ep.5" and "#Trentino - L'identità tirolese dei trentini - reg. 04.11.2022" from podcasts like ""Andata e Ritorno - Storie di montagna", "Andata e Ritorno - Storie di montagna", "Andata e Ritorno - Storie di montagna", "Andata e Ritorno - Storie di montagna" and "Dialoghi sul Web"" and more!

    Episodes (100)

    62 - Stava: le verifiche del 1975_ep.8

    62 - Stava: le verifiche del 1975_ep.8
    Nessuna delle società che si sono alternate al comando di Prestavel ha mai parlato troppo finora.

    Forse per tecnicismi, forse per interessi, forse per convenienza, forse per modo di fare.

    Ma su temi del genere non si può essere riservati, bisogna garantire trasparenza.

    In quegli anni si è potuto infatti constatare che le concessionarie sanno districarsi, senza particolari patemi d’animo, nel mare delle pratiche burocratiche più o meno lecitamente.

    Ma adesso devono fornire certezze.

    Il Comune di Tesero approfondisce la questione interpellando l’assessorato provinciale dell’industria e dell’artigianato; una volta ottenuta una risposta positiva, il consiglio comunale avrà l’ultima parola.

    Prima di questa trafila, nessuna penna verserà una goccia d’inchiostro su alcun accordo.



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    61 - Stava: richieste pericolose_ep.7

    61 - Stava: richieste pericolose_ep.7
    In Val di Stava la situazione si fa sempre più intricata.A vigilare sulle miniere c’è il Distretto Minerario di Trento, ma non si è mosso.

    Ai vertici nessuno parla di sicurezza, di condizioni precarie, di ipotetica instabilità dei manufatti.

    Al centro del mirino c’è l’abitato di Stava, proprio sotto Pozzole.

    Passano 9 giorni dalla richiesta della concessionaria poi, il 21/06/1974, la giunta Comunale di Tesero si riunisce.

    E’ il primo giorno d’estate, una stagione cruciale per la Val di Stava che gestisce importanti flussi turistici.

    Le scuole in Italia sono praticamente finite, alcune famiglie si stanno già mettendo in viaggio per raggiungere le montagne, gli alberghi sono a regime, i locali attendono i primi incassi importanti dopo il disgelo e una primavera anonima.

    Ma la giunta Comunale di Tesero non si è ritrovata per un piano relativo ai flussi turistici.

    All’ordine del giorno c’è la richiesta della concessionaria che comincia seriamente a preoccupare.


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    60 - Stava: la costruzione dei bacini_ep.6

    60 - Stava: la costruzione dei bacini_ep.6
    Durante la costruzione delle fondamenta del secondo bacino emersero delle stranezze.
    L’argine di base venne costituito prettamente da terreno di scavo, privo di elementi drenanti (fascine e blocchi di basalto) che invece caratterizzarono la prima discarica.Ma non solo, non ci sono ancoraggi al terreno.
    Non c’è cemento armato che tiene saldo il tutto a un fondo comunque precario. Inoltre una porzione del secondo bacino invade lo spazio del primo, appoggiando sopra di esso una parte del suo peso. Le due vasche sono vicinissime, una sopra l’altra.
    Al culmine di uno scivolo naturale che porta dritto a Tesero.


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    59 - Stava: era soltanto una questione di tempo_ep.5

    59 - Stava: era soltanto una questione di tempo_ep.5
    La costruzione del primo bacino di decantazione ebbe inizio anche senza tutte le autorizzazioni.
    Ma ciò che oggi - come in passato - desta particolare scalpore è appunto la scelta dei prati di Pozzole.
    Perché in questo momento la storia cambia ancora una volta traiettoria, virando verso imperdonabili imprudenze e negligenze.
    Lo strato di terreno superficiale di Pozzole è come una grande coperta.Una coperta umida che copre un sottosuolo diversificato.
    E proprio l'acqua conferisce al terreno una particolare caratteristica: quella di non essere particolarmente stabile, specialmente se sottoposto a carichi decisamente pesanti.Gli strati da cui è composto il terreno sotto ai prati di Pozzole sono tre.

    Gli strati permeabili superiore e inferiore contengono una fascia intermedia impermeabile che - a cause delle sue discontinuità, a cause delle sua conformazione - permette uno scambio idrico tra le diverse stratificazioni.
    Un terreno su cui non sarebbe stato da escludere un - più che possibile - cedimento.Va ricordato che dal momento della prima richiesta all’avvio dei lavori, nell’aria c’è l’idea di un solo bacino di decantazione.
    Nel disastro del 1985 però fu decisamente influente un secondo bacino, sovrastante il primo tanto da poggiare parte del suo peso sulla discarica sottostante poiché i sistemi di costruzione e accrescimento di queste gigantesche vasche furono diversi. E anche questo aspetto, come vedremo, farà pensare a come sia stato possibile.

    Non soltanto da un punto di vista tecnico - che tra coefficienti di sicurezza, sedimentazioni dei fanghi, sopportazione dei carichi, condutture e materiali..risultano piuttosto complessi - ma anche da un punto di vista etico.
    Perché - a tuti gli effetti - venne accesa la miccia di una bomba a orologeria sopra le teste di migliaia di persone. Da quel momento in poi sarebbe stata soltanto una questione di tempo.


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    #Trentino - L'identità tirolese dei trentini - reg. 04.11.2022

    #Trentino - L'identità tirolese dei trentini - reg. 04.11.2022
    Nella ricorrenza di un anniversario che ha interessato in prima persona il popolo trentino, incontriamo Carlo Simeoni, ricercatore storico e scrittore, per ricostruire le traversie di una popolazione, coinvolta in un conflitto dal nazionalismo italiano, schiacciata dal Fascismo e che anche nel secondo dopoguerra ebbe difficoltà ad ottenere il riconoscimento della propria identità.

    58 - Stava: dovevano crollare_ep.4

    58 - Stava: dovevano crollare_ep.4
    Il sito destinato all’edificazione delle discariche venne scelto a tavolino: località Pozzole, a valle del Monte Prestavel, su un terreno acquitrinoso e in pendenza, proprio sopra le teste dei centri abitati che si sviluppano lungo le sponde del Rio Stava, dall’omonima frazione per scendere poi giù fino a Tesero.

    Ma perché Pozzole e non un altro posto?

    Me lo sono chiesto più volte. Mi sono trovato di fronte a un paradosso in cui l’intelligenza e la negligenza collidono. Non ho saputo interpretare il motivo di un posizionamento del genere, poi nel libro “Stava Perché" di Graziano Lucchi ho trovato una risposta.

    Il quotidiano L’ADIGE riporta le parole dell’”Associazione Sinistrati Val di Stava” - 04/06/1987 a circa 2 anni dal disastro: “Il problema delle scorie, si sa, e` un problema di costi che si inserisce nell’economicita` di gestione e nella redditività dell’impresa. Ecco allora la scelta dei prati di Pozzole sopra Stava, un’ubicazione la più vicina possibile alla miniera ed alla laveria, che elimina i costi di trasporto del materiale di scarto. Una scelta tecnica sbagliata, una scelta economica corretta. Ecco le progettazioni approssimative, ecco lo scarico massiccio di materiale che consente la redditività della laveria anche per la lavorazione di materiale che proviene da altre miniere: scelte economiche corrette che si mescolano alle scelte tecniche. Ecco la superficialità, la noncuranza, l’approssimazione e l’incuria che contraddistingue la gestione ultraventennale delle discariche, fonte di costo e non di reddito. Ecco le scelte politiche, di una politica che a tutti i costi deve assicurare dei posti di lavoro. E` un sistema perverso fatto di scelte che privilegiano l’interesse economico e la produzione di reddito, alla difesa di poche decine di posti di lavoro, alla sicurezza di intere popolazioni. Le discariche di Prestavel sono crollate, apprendiamo oggi, perché dovevano crollare…”



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    57 - Stava: il ritrovamento della fluorite_ep.3

    57 - Stava: il ritrovamento della fluorite_ep.3
    La prima concessione per l’estrazione e la successiva lavorazione della fluorite venne rilasciata agli inizi di marzo 1935, all’incirca un anno dopo l’effettivo rilevamento dei filoni.

    Per circa 25 anni - praticamente fino agli inizi degli anni ‘60 - le attività correlate alle miniere del monte Prestavel furono piuttosto contenute rispetto a quello che sarebbe successo negli anni successivi.

    I dati che indicano la quantità di materiale estratto dalla montagna - e per materiale si intende tutto, proprio tutto (sia fluorite che altri materiali non utili alla lavorazione - in gergo tecnico: ganga) sono diversi rispetto a quelli che caratterizzarono la produzione e la lavorazione mineraria dal 1960 al 1985.

    Dal 1935 al 1960, per un quarto di secolo, dalle miniere di Prestavel continuarono a uscire mediamente 30 tonnellate di materiali al giorno.

    Poi la produzione venne intensificata e spostata verso la Val di Stava.


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    54 - Stava: una memoria indelebile_testimonianza 3di3

    54 - Stava: una memoria indelebile_testimonianza 3di3
    Terza e ultima parte dell'intervista a Michele - Fondazione Stava 1985.

    "Si tende sempre a semplificare, fare memoria vuol dire approfondire, fare memoria vuol dire fare fatica. La memoria è fatica nel tempo".
    Si conclude con questo ultimo frammento la settimana che introduce al disastro della Val di Stava.
    Ci sentiamo lunedì!

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    51 - Stava: storia di una catastrofe_introduzione

    51 - Stava: storia di una catastrofe_introduzione
    La memoria consente di mantenere viva una realtà, di ricostruirla nonostante una catastrofe abbia spazzato via una vallata, 268 vite, 56 edifici, 6 capannoni e 8 ponti.
    Alimentarla però non è un’attività semplice né tantomeno scontata.
    Ecco quindi che entra in scena la Fondazione Stava 1985, separando l’oblio del dimenticatoio da una memoria collettiva che, seppur estremamente dolorosa, deve rimanere tangibile.


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    Ep.21 | La bellezza del cinema da dietro le telecamere: ne parliamo con il regista Alessandro Bencivenga.

    Ep.21 | La bellezza del cinema da dietro le telecamere: ne parliamo con il regista Alessandro Bencivenga.
    La bellezza del cinema da dietro le telecamere: ne parliamo con il regista Alessandro Bencivenga.Cosa ci vuole per fare un film, da dove si parte e con quali mezzi.

    Da "Exitus" a "Il mio amico Massimo".

    Conducono Antonella Fittipaldi e Elena Moretto.

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    Der Bär

    Der Bär
    Kommt er oder kommt er nicht? Der Bär. In Italien hat kurz vor Ostern eine Bärin einen Jogger getötet. Als sich herausstellte, dass es sich bei der „Problembärin“ um die Schwester des 2006 an der bayrischen Küpflalm erschossenen „Bruno“ handelte, war das Comeback von Meister Petz auch hierzulande wieder Gesprächsthema. Und als dann auch noch ein Exemplar in Bayern drei tote Schafe und Tatzenspuren im Schnee hinterließ, flammte die Debatte über das Zusammenleben von Mensch und Bär erst richtig auf. In dieser Episode ordnen zwei WWF-Kolleg:Innen die Fälle ein und liefern Hintergründe. Zu Gast diesmal: Moritz Klose, Wildtierexperte beim WWF Deutschland und die Biologin Sybille Klenzendorf. Sie arbeitet seit vielen Jahren zu Braunbären, Schwarzbären und Eisbären, damit Menschen und die Fellträger in den verschiedenen Regionen der Welt einigermaßen miteinander klar kommen. Redaktion: Jörn Ehlers

    S02E07 | A proposito di… Petra Cola

    S02E07 | A proposito di… Petra Cola
    Conversazione con Petra Cola, content creator.
    Di cosa abbiamo parlato? Di Dolomiti e di cime da raggiungere, di natura e di benessere, di una "maestra silenziosa" che ha tante cose da insegnarci. E poi di valori profondi e di come racchiuderli in uno scatto fotografico e nei pochi secondi di qualche stories. Di ricerca e di scoperta. Ma anche di sogni e di obiettivi da raggiungere, di "no" che aprono nuovi sentieri, della forza di credere nelle proprie convinzioni. E di una sfida imminente da cui tornare con lo zaino pieno di emozioni... e di tante, tantissime altre cose.

    Ep.17 | Due chiacchiere con Nicola "Ballo" Balestri, bassista di Cesare Cremonini

    Ep.17 | Due chiacchiere con Nicola "Ballo" Balestri, bassista di Cesare Cremonini
    Due chiacchiere con Nicola "Ballo" Balestri, bassista di Cesare Cremonini: dai Lùnapop a Splendida Cornice su RaiTre, di Ghost Tracks e l'arrivo in Trentino.

    Condotto da Antonella Fittipaldi (tornata adolescente per l'occasione) e Elena Moretto

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    Ep.14 | Educazione alimentare: disturbi che ne conseguono, solitudine e quanto possono fare gli altri per noi senza giudicare.Â

    Ep.14 | Educazione alimentare: disturbi che ne conseguono, solitudine e quanto possono fare gli altri per noi senza giudicare.Â
    Educazione alimentare: disturbi che ne conseguono, solitudine e quanto possono fare gli altri per noi senza giudicare.

    Ospite in studio Dott.ssa Laura Endrighi, psicologa ed esperta di educazione alimentare.

    Conduce Antonella Fittipaldi

    Con la partecipazione di Elena Moretto

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