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    Caporalato, l'assoluzione di un sistema criminale - Yvan Sagnet

    Caporalato, l'assoluzione di un sistema criminale - Yvan Sagnet
    L'8 aprile la Corte d'assise d'appello di Lecce ha ribaltato la sentenza di primo grado del 2017 che condannava i cosiddetti caporali di Nardò per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù dei braccianti. La decisione è fondata su una ragione tecnica, dal momento che nel periodo per cui vengono contestati i fatti (tra il 2008 e il 2011) il reato di caporalato non fosse ancora previsto dalla legge.
    Quest'ultima sentenza ha suscitato un forte sentimento di rabbia da parte dei braccianti e della parte civile, che si chiedono come i caporali possano essere assolti da ogni forma di accusa pur sapendo che da almeno 30 anni esercitavano un sistema criminale.
    La rabbia non è però il solo sentimento che emerge. C'è anche un forte timore che le persone più vulnerabili non avranno più la forza di denunciare e si rassegneranno al caporalato, un sistema che vede vincenti sempre i più forti.
    Ciò che forse manca in questo momento è la volontà di mettere in campo veri sistemi di prevenzione, così come sarebbe previsto dalla legislazione in materia.
    Ne parla Yvan Sagnet, presidente della Rete NoCap.

    Yvan sagnet - No Cap | Sentenza Sabr sul caporalato nelle campagne di Nardò, Puglia | 17-07-2017

    Yvan sagnet - No Cap | Sentenza Sabr sul caporalato nelle campagne di Nardò, Puglia | 17-07-2017
    Per la prima volta nella storia della giustizia italiana, giovedì 13 luglio la Corte d’Assise di Lecce ha riconosciuto il reato di riduzione in schiavitù in un procedimento giudiziario che interessa il mondo del lavoro. Con questa sentenza si è chiuso il primo grado del processo Sabr, relativo allo sfruttamento dei lavoratori agricoli nelle campagne di Nardò tra il gennaio del 2009 e l’ottobre del 2011. Con la condanna di 13 persone, tra imprenditori italiani e caporali stranieri, è stata in parte riconosciuta la natura di «organizzazione criminale transnazionale» proposta dal giudice delle indagini preliminari di Lecce, Carlo Cazzella. Ne abbiamo parlato con Yvan Sagnet, giovane ingegnere che guidò la rivolta nelle campagne di Nardò, il gesto di ribellione da cui tutto partì e che ha anche portato, cinque anni dopo, a una legge sul caporalato che punisce anche i proprietari delle aziende agricole che impiegano braccianti sfruttati. Oggi Yvan presiede l'associazione No Cap, che ha ampliato la riflessione sul fenomeno del caporalato considerandolo un effetto del sistema su cui si basa il mercato della grande distribuzione organizzata.

    Yvan Sagnet | Caporalato e condanne per la morte di Paola Clemente | 27-02-2017

    Yvan Sagnet | Caporalato e condanne per la morte di Paola Clemente | 27-02-2017
    La scorsa settimana si sono chiuse le indagini sulla morte di Paola Clemente, una bracciante agricola originaria della provincia di Taranto, morta il 13 luglio del 2015 nelle campagne di Andria. Per la sua morte sono finite in carcere 6 persone. Ne parliamo con Yvan Sagnet, attivista per i diritti dei lavoratori e laureato in ingegneria delle telecomunicazione al Politecnico di Torino, che aveva guidato la rivolta dei braccianti a Nardò nel 2011 e ha favorito la nascita della prima legge contro il caporalato.