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Il chitarrista dei Massimo Volume, con una composizione che vede nella presenza dei fiati un chiaro riferimento al dixieland e in parte al blues, consolida il suo interesse per la chitarra acustica, per le tecniche di fingerpicking trasportate anche sull’elettrica, nonchè una certa passione per l’American Primitive di John Fahey, un insieme di fattori che permette il formarsi di una atmosfera onirica dai risvolti imprevedibili.