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    Explore "alpini" with insightful episodes like "Adunata Nazionale degli Alpini a Vicenza, presentati il manifesto e la medaglia", "L’abbraccio di Bassano agli Alpini, con la consegna (sul Ponte) del cappello a 166 “bocia”", "Adunata Alpini 2024: schizzano i costi di pernottamento in alberghi. “Scelta discutibile”", "Il “Gran Galà dei meriti” premia il paese: “Villaverla fucina di talenti”" and "Ernestina dalla fine del mondo - Raduno Triveneto degli Alpini" from podcasts like ""Ecovicentino.it - AudioNotizie", "Ecovicentino.it - AudioNotizie", "Ecovicentino.it - AudioNotizie", "Ecovicentino.it - AudioNotizie" and "Ernestina dalla fine del mondo"" and more!

    Episodes (17)

    Adunata Nazionale degli Alpini a Vicenza, presentati il manifesto e la medaglia

    Adunata Nazionale degli Alpini a Vicenza, presentati il manifesto e la medaglia
    Presentati i due simboli dell'Adunata Nazionale degli Alpini in progamma a Vicenza dal 10 al 12 maggio. Il vincitore del concorso indetto dall'Ana è Tommaso Tomelin, autore del manifesto ufficiale e della medaglia commemorativa, che hanno al centro piazza dei Signori, i suoi gioielli e i luoghi della memoria sulle montagne vicentine.

    Il “Gran Galà dei meriti” premia il paese: “Villaverla fucina di talenti”

    Il “Gran Galà dei meriti” premia il paese: “Villaverla fucina di talenti”
    Più che il momento di omaggiare i cittadini meritevoli, una vera e propria celebrazione della comunità. E con questo spirito che nei giorni scorsi al teatro "Elia Dalla Costa" di Villaverla è andato in scena il primo "Galà dei Meriti": un nome quanto mai azzeccato per l'evento presentato da Roberto Spinella che ha voluto così ringraziare non solo per i traguardi raggiunti, ma anche per quella disponibilità tutt'altro che scontata di prestarsi a favore dei propri concittadini.

    Lega, insalata e violenza sulle donne. Perché la Francia attacca Meloni? Affitti, la politica che litiga sulla pelle degli studenti

    Lega, insalata e violenza sulle donne. Perché la Francia attacca Meloni? Affitti, la politica che litiga sulla pelle degli studenti
    Al Parlamento Europeo si parla di violenza sulle donne, ma il deputato leghista tira fuori una busta dell’insalata. Ecco perché e in cosa sbaglia (due volte).

    Francia, il leader del partito di Macron attacca nuovamente la premier Giorgia Meloni sulla questione migranti. Ma in realtà nel mirino c’è qualcun’altra.

    Fallito per ora il tentativo della presidente del Consiglio di coinvolgere le opposizioni nelle modifiche alla Costituzione.

    L’insopportabile lite di destra e sinistra sulla pelle degli studenti che non trovano case in affitto.

    Torna l’adunata degli alpini. E si temono nuove molestie.

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    Z Grecji pod Stalingrad. Życie codzienne włoskiego żołnierza na frontach II wojny światowej.

    Z Grecji pod Stalingrad. Życie codzienne włoskiego żołnierza na frontach II wojny światowej.
    W tym odcinku zapoznamy się z awanturniczą sylwetką Lorenzo Chiapellego, który był żołnierzem włoskiej armii. Przedstawimy jego życie codzienne, a także szlak bojowy jaki przebył on od Grecji, aż do walk na froncie dońskim w kampanii stalingradzkiej. Zapraszamy do wysłuchania!

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    Bibliografia: Revelli N., Mussolini’s Death March, Lawrence 2013. (tłumaczenie własne)

    Tagi: Zwykły żołnierz,wojna oczami zwykłego żołnierza,sojusz włoch i niemiec,Benito Mussolini,wspomnienia żołnierza,Stalingrad,wojna w grecji,inwazja na grecję,Alpini,korpus alpini,klęska Niemiec,upadek Mussoliniego,upadek Hitlera,bitwa stalingradzka,kocioł stalingradzki,front wschodni,front wschodni II wojny światowej

    Ep39 - I siti palafitticoli preistorici delle Alpi

    Ep39 - I siti palafitticoli preistorici delle Alpi
    111 insediamenti preistorici lacustri presenti ai margini di laghi, fiumi o terreni paludosi nelle Alpi: i siti palafitticoli preistorici alpini, Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.

    Puoi trovare le fonti, le mappe, gli schemi, le foto, i consigli di lettura e la trascrizione della puntata sul sito di Storia d’Europa: www.storiadeuropa.com

    Per sostenere questo podcast: https://ko-fi.com/europagrandtour

    Storia d’Europa è parte del progetto Europa Grand Tour che, tra le altre cose, è anche un podcast on line dal 2019 dedicato al vivere, viaggiare e conoscere l’Europa: www.europagrandtour.com.
    Europa Grand Tour ha una sezione dedicata alla storia europea: https://www.europagrandtour.com/tag/storia-europa/

    Della stessa autrice: www.cucinaeuropea.com

    L'ingiusto linciaggio degli alpini, ora si chieda scusa

    L'ingiusto linciaggio degli alpini, ora si chieda scusa
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7096

    L'INGIUSTO LINCIAGGIO DEGLI ALPINI, ORA SI CHIEDA SCUSA di Giuliano Guzzo
    Ricordate i giornali di inizio maggio? A seguito dell'adunata degli Alpini tenutasi a Rimini, era scattata una sorta di gara a chi drammatizzava di più l'accaduto. Più esattamente, si parlava di molte decine di giovani molestate. Addirittura 150, secondo quanto riferivano le fonti femministe, prontamente ripresa da Repubblica e giornali amici. La sigla Non una di meno aveva perfino raccolto un «dossier con oltre 500 segnalazioni di altrettante donne», che sarebbero state molestate dagli alpini a Rimini.
    A seguire, un gruppo d'una ventina di deputate del Pd era arrivata a presentare un'interrogazione parlamentare al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per chiedergli quali azioni intendesse adottare per evitare il ripetersi di «episodi gravissimi». Ora, rispetto a quei fatti - e alla rovente polemica che, come appena ricordato, ne era seguita - Il Timone aveva subito parlato d'un processo sommario e ideologico. Ebbene, per quanto sia anticipato citarsi possiamo dirlo: ci avevamo visto giusto. Risale infatti alle scorse ore la notizia che, rispetto all'unica denuncia effettivamente presentata, la Procura ha avanzato richiesta di archiviazione.
    Questo perché, ufficialmente, gli inquirenti, visionate le telecamere - che coprono solo parzialmente la zona dove sarebbe avvenuto il fatto - non sono riusciti a identificare i tre uomini che avrebbero molestato la ragazza che, appunto, aveva sporto denuncia. Sarà. Sta di fatto, ci permettiamo di aggiungere, che se davvero ci fossero state 500 molestie - o anche "solo" 150 -, almeno alcuni responsabili avrebbe dovuto essere individuati, tanto più che le adunate delle Penne nere, come noto, non sono ritrovi di incappucciati bensì di soggetti che, al massimo, sfoggiano il classico cappello da alpino.
    Dopodiché, ovvio, non si vuole qui insinuare che a Rimini sia filato tutto liscio né che l'adunata sia stata una sorta di cena di gala. Quasi sicuramente, inutile negarlo, qualche episodio sopra le righe ci sarà stato, per carità. Siamo però lontani anni luce dagli stupri di massa riferiti nelle ore successive alla manifestazione riminese. E decenza vorrebbe che chi in quell'occasione ha esasperato i toni, gonfiando a piacimento fatti che, se gravi, son comunque stati infinitesimali rispetto alla globalità dell'evento, facesse finalmente una cosa giusta. Come? Chiedendo scusa agli Alpini. Ed evitando, in futuro, toni enfatici funzionali solo a mistificare la realtà.

    Nota di BastaBugie: Ruben Razzante nell'articolo seguente dal titolo "L'ingiusto linciaggio mediatico contro gli Alpini" parla delle denunce di molestie ai danni di donne di Rimini che si sono ridotte ad una sola e non circostanziata: caso chiuso, la Procura archivia. Ma perché i casi di vere molestie commesse da immigrati passano sotto silenzio?
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 7 luglio 2022:
    La notizia è ormai nota: la Procura della Repubblica di Rimini ha chiesto l'archiviazione dell'indagine sulle molestie denunciate da una ventiseienne durante la 93esima Adunata nazionale degli Alpini, dal 5 all'8 maggio scorsi, nella città romagnola. Alla base della richiesta della Procura ci sarebbe la non identificazione, a due mesi dai fatti, dei presunti autori delle molestie. L'identificazione si è rivelata difficile sia per la presenza numerosa di persone nello stesso luogo sia per la copertura solo parziale delle telecamere di sorveglianza della zona.
    Nel frattempo, però, per mesi gli Alpini hanno subìto un linciaggio mediatico non fondato su alcuna evidenza, visto e considerato che si era parlato di centinaia di testimonianze ma che alla fine la denuncia è stata una sola e neppure circostanziata.
    Ora, però, sarebbe il momento di scusarsi con le penne nere e ammettere che c'è stato un accanimento eccessivo su quel caso. Invece nessuno si pentirà e gli opinionisti che avevano pronunciato sentenze stroncatorie prima del tempo, dando luogo a uno dei tanti processi mediatici che imperversano a reti unificate sulle principali reti televisive, si dilegueranno come sempre succede in casi del genere. Opportune le parole dell'assessore del Veneto Elena Donazzan, felice che "l'ignobile vicenda" si sia chiusa e dispiaciuta per il fango rimasto sulle penne nere.
    Ma, soprattutto, è un gran peccato che questa storia di presunte e mai in alcun modo accertate molestie ai danni di alcune donne presenti all'Adunata non abbia ricevuto trattamento analogo a quello che l'informazione mainstream ha riservato a episodi del recente passato, derubricati a illazioni prive di riscontri.
    Partiamo da Milano. Spessissimo Piazza Duomo si riempie di stranieri che scattano foto ai turisti e cercano di vendere loro braccialetti e altri souvenir. Ogni tanto si scatena qualche rissa. L'ultima, giorni fa, ha coinvolto decine di immigrati africani, che a suon di calci, pugni e cinghiate, aggredivano altre persone. In questa ricostruzione non c'è nulla di discriminatorio nei confronti degli immigrati, ma la semplice descrizione di quanto le stesse forze dell'ordine hanno documentato. Spesso ad azzuffarsi sono italiani e non immigrati africani, ma ultimamente questi ultimi si stanno dimostrando assai litigiosi, per usare un eufemismo. E, in ogni caso, i media non hanno dato più di tanto visibilità a quegli episodi.
    Piazza Duomo è la stessa piazza della quale si è parlato in occasione dell'ultimo capodanno, con molti cittadini che hanno commentato le violenze subite da alcune ragazze in vacanza a Milano, che sono state aggredite e violentate da bande di immigrati. Una notte di follia, che però è sfuggita ai riflettori dei mezzi di informazione, che hanno minimizzato parlando di bravate o poco più, tipiche della notte di San Silvestro. E invece alcune trasmissioni Mediaset, nei giorni successivi, hanno documentato le scene di molestie sessuali e accerchiamenti di ragazze da parte di un branco di immigrati. L'assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato ha parlato di vero e proprio bollettino di guerra, accusando il Comune di Milano di non aver garantito la sicurezza dei suoi cittadini e dei turisti, ma quella denuncia è caduta nel vuoto. Evidentemente, nella narrazione ufficiale, ci sono molestie di serie A e molestie di serie B, molestie gravi e molestie poco più che goliardiche.
    Infine, un mese fa, l'episodio delle cinque adolescenti lombarde di ritorno da Gardaland sul treno regionale Verona-Milano, aggredite da una banda di stranieri di origine africana. Anche in questo nulla di discriminatorio: erano davvero stranieri di origine africana che, se l'inchiesta andrà avanti, si vedranno contestare le violenze sessuali ma anche l'aggravante dell'odio razziale. Anche in questo caso i fatti non hanno trovato più di tanto spazio nelle cronache di quei giorni, quasi si fosse trattato di bravate di provincia. Le ragazze, invece, hanno denunciato di essere state aggredite alle spalle, palpeggiate e di essere rimaste in balìa di quei ragazzi. Il sindaco di Peschiera, Oriella Gaiulli, di centrodestra, ha peraltro ricordato che già due anni fa un centinaio di ragazzi stranieri nordafricani e africani avevano compiuto azioni analoghe sulla spiaggia libera di Castelnuovo, con disordini e un annegamento. Si tratta, quindi, di bande organizzate che continuano a colpire nella quasi totale indifferenza dei media e nonostante l'impegno delle autorità e delle forze dell'ordine. A poco sono servite le toccanti testimonianze dei genitori delle ragazze, terrorizzate dalle baby gang che ormai dominano nelle grandi città e sono sempre pronte a colpire senza alcun freno inibitorio, anzi con la volontà di esibire come trofei di caccia le ragazze violentate.
    Di fronte all'ennesimo esempio di due pesi e due misure, in base all'identità e all'orientamento dei protagonisti di fatti simili, occorre richiamare i media all'applicazione del principio di uguaglianza, cioè della trattazione in modo uguale di situazioni uguali. Gli Alpini assolutamente non avrebbero meritato quel trattamento loro riservato da alcuni "soloni del giornalismo", sempre pronti ad ergersi a moralizzatori prima ancora di aver accertato i particolari dei fatti da commentare, salvo poi chiudere un occhio e anche due di fronte a episodi simili ma con altri protagonisti.

    Processo ideologico agli alpini

    Processo ideologico agli alpini
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7015

    PROCESSO IDEOLOGICO AGLI ALPINI di Valerio Pece
    Una molestia non può passare per goliardia. Chiaro. Infatti i fischi, le frasi, gli ammiccamenti durante la 93esima adunata nazionale degli alpini sono stati condannati dalla stessa Associazione Nazionale degli Alpini (ANA). Nel comunicato stampa si legge che l'Ana «prende ovviamente le distanze, stigmatizzandoli, dai comportamenti incivili segnalati, che certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e porta avanti». In riferimento ai 400.000 (di cui non tutti alpini) che durante i quattro giorni della manifestazione hanno invaso Rimini, il comunicato aggiunge: «Quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare, è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall'Adunata».
    Sarebbe dovuto ragionevolmente finire tutto qui, con questo comunicato chiaro e forte, e con le denunce - sacrosante - di chi ha subito vere molestie. È montata invece una polemica dalle dimensioni elefantiache, dietro la quale è difficile non scorgere un disegno preciso.
    Marcello Veneziani, parlando della «campagna di guerra contro gli alpini nel nome del femminismo e del Me too», scrive che «è un caso da manuale da studiare». Per Veneziani «si tratta di narrare alcuni episodi [...] per concludere che queste adunate sono un festival di machismo e di sessismo», lo scopo è quello di «impedire che questi raduni veicolino valori comunitari e patriottici». Ecco allora che per il giornalista-filosofo «si prende un caso per colpirne 1000». Lo schema è vecchio, ed è lo stesso usato per abbattere la famiglia, sfruttando gli episodi di violenza domestica, o per distruggere la Chiesa, utilizzando gli episodi di pedofilia. Niente di nuovo sotto il sole.

    LE EDUCANDE DI NON UNA DI MENO
    È interessante notare, poi, che chi in queste ore si impegna alacremente per raccogliere le testimonianze delle donne molestate a Rimini è il collettivo femminista di "Non una di meno". Le stesse femministe che lo scorso 8 marzo, festa della donna, si sono spogliate davanti al Consiglio regionale del Piemonte al grido di "stupro climatico" (sostenendo che «le donne subiscono in misura maggiore le conseguenze della crisi ecoclimatica»). Le zelanti femministe di "Non una di meno" sono anche coloro che l'8 marzo del 2021 hanno portato in «frocessione» (sic!) una statua blasfema della Madonna fino alla parrocchia romana dei Santi Angeli Custodi, quartiere Monte Sacro. Una «sacra celebrazione anti-patriarcale», si leggeva nel loro comunicato, «in concomitanza con la festa della donna». Sono loro, oggi, a dare lezioni di educazione.
    Ma il cortocircuito-capolavoro si manifesta in tutto il suo splendore quando sono le stesse donne di sinistra a ribellarsi alla vulgata dell'alpino brutto, sporco e cattivo. «Intendiamo dissociarci da toni accusatori, tesi a incrementare un clima di polemica generalista e qualunquista, che getta un inaccettabile discredito verso un Corpo dal valore riconosciuto e indiscusso del nostro Esercito». Sono bastate queste poche righe pubblicate da Sonia Alvisi, da oltre dieci anni portavoce riminese delle Donne democratiche di Rimini nonché consigliera di parità della Regione Emilia Romagna, a scatenare l'inferno. Le frasi più eleganti? «Vergogna!», «Comunicato pilatesco», «Scusatevi con le donne molestate». Il comunicato, com'è ovvio, non prescindeva affatto dalla condanna alle molestie durante l'adunata degli Alpini, voleva solo - sono le parole di Sonia Alvisi intervistata dalla Stampa - «non fare di oltre 400 mila Alpini dei molestatori». Risultato? Sconfessata dal PD nazionale e costretta alle dimissioni.

    UN DASPO PER GLI ALPINI
    Sul caso alpini purtroppo c'è di più. Una petizione lanciata martedì sera sulla piattaforma online Change.org chiede lo stop delle adunate: «Sospendere per due anni le adunate degli Alpini in modo tale da dare un chiaro segnale». Le firme digitali sono arrivate, in quattro giorni, a quasi 19 mila. Un Daspo per gli alpini, cioè il provvedimento con cui un questore allontana le persone pericolose, sarebbe letto da molti come il punto più basso della nostra storia recente. La prima guerra mondiale, per gli italiani, sono loro: gli alpini. Sull'Ortigara, il Pasubio, il Grappa, Caporetto, Vittorio Veneto. E nel secondo conflitto mondiale, ancora loro, con le terribili campagne di Grecia e di Russia. A ricordarci che la storia del Novecento italiano, fatta di lacrime e sangue, è un tutt'uno con quella degli alpini è la letteratura più alta: Rigoni Stern, Eugenio Corti, Dino Buzzati, Egisto Corradi. Senza neanche contare gli innumerevoli interventi di soccorso prestati dagli alpini in qualsiasi situazione, dai terremoti (in Friuli, in Emilia, in Abruzzo) fino alle recenti campagne di liberazione delle donne afghane. Tutto da buttare
    D'altronde per Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica, gli alpini finiti nel mirino «sono sbronzi di una fetida cultura patriarcale che considera la donna una preda e che ha il suo detonatore nel branco, un branco di vigliacchi con la penna senza onore».
    Sono ancora le donne, però, a smascherare l'ipocrisia. La prima è Hoara Borselli, commentatrice di Libero, che ricordale molestie ad opera di soggetti extracomunitari subite a Capodanno dalle donne milanesi. E twitta: «Ma gli stupri di Milano hanno avuto le stesse reazioni indignate delle femministe? Molestie di serie A e B a seconda della nazionalità». Sulla scia, un'altra giornalista, Francesca Totolo, si è limitata a evidenziare la notoria doppiezza con l'ausilio dei freddi numeri: «Nel 2021 su 62 femminicidi, 19 sono stati commessi da stranieri, il 31%. Gli stranieri in Italia sono l'8,5% della popolazione totale. E le femministe di @nonunadimeno zitte. Il problema sono gli apprezzamenti degli #alpini italiani».

    SONO DAVVERO MOLESTIE?
    Ovviamente dovrà essere fatta luce su ogni singolo episodio, senza sconti, perché probabilmente a Rimini non si è trattato solo di "apprezzamenti". Anche se, per la verità, ad oggi non sono pervenute notizie particolarmente rilevanti sulle condotte degli alpini, cosa che sta offrendo il destro ad una effervescente ironia sui social. Un tweet recita: «Intervistata dai giornalisti di TGla7 una ragazza denuncia: "Gli Alpini mi hanno detto che ho delle belle gambe, per paura non sono più uscita di casa. C'è qualcosa di più violento e sessista di dire "hai delle belle gambe" a un* donna?!». Un altro utente, in perfetto stile Valerio Lundini, scrive: «Come dimenticare lo scandaloso inno alla molestia di Loredana Bertè "Sei bellissima". Una ferita sempre aperta». Per ora, dunque, siamo più o meno fermi alla domanda di Edoardo Sylos Labini, attore, regista e direttore del mensile Cultura Identità: «Perché se dici Bella ciao ti applaudono, e se dici ciao bella ti denunciano?».
    Ogni querela, è bene ripeterlo, sarà preziosa per fare chiarezza, e semmai anche per fare pulizia nell'epico corpo degli alpini. Non dimenticando mai (a meno che, dopo gli Usa, non si voglia intronizzare anche in Italia, in maniera massiccia e capillare, il fenomeno del "Me Too", magari sotto forma di Educazione civica nelle sue versioni isteriche del mansplaining e del manspreading), sia che la responsabilità penale è personale (concetto giuridico di base sempre più ignorato), sia che non tutto è perseguibile per legge. Non lo sono, per esempio, gli «sguardi lascivi» che Massimo Gramellini, sul Corriere, parlando del pasticciaccio riminese, si rammarica non possano essere sanzionati (ma solo perché altrimenti «ci sarebbero le code fuori dai commissariati», mentre, stando così le cose - testuale - «una donna è costretta a selezionare le umiliazioni»).

    Madonna, Gucci e Alpini molesti

    Madonna, Gucci e Alpini molesti
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    Dilemmi etici sull’intelligenza artificiale
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    Alpini molesti… o forse no?
    Oh no, è morto Richard Benson… Anyway

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