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    competenzedigitali

    Explore "competenzedigitali" with insightful episodes like "Trasformazione Digitale in Italia: a che punto siamo?", "#186 Tre percorsi di coaching digitale per il 2022", "LE COMPETENZE DIGITALI NECESSARIE", "IL 1° PASSO NELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE-ASSESSMENT" and "16. Quali sono le norme sulla formazione informatica dei dipendenti pubblici?" from podcasts like ""Attiviamo Energie Positive", "Customer Service Culture", "Digital Trasformation", "Digital Trasformation" and "Amministrazione digitale: il podcast"" and more!

    Episodes (6)

    Trasformazione Digitale in Italia: a che punto siamo?

    Trasformazione Digitale in Italia: a che punto siamo?
    Quali sono i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione e le opportunità del PNRR? Presentiamo il Rapporto 2022 dell’Osservatorio sulla Trasformazione Digitale dell’Italia realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Fondazione IBM Italia e Fondazione Eni Enrico Mattei. Con Francesco Galletti e Luca Celotto.

    LE COMPETENZE DIGITALI NECESSARIE

    LE COMPETENZE DIGITALI NECESSARIE
    Nel 2006 il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea raccomandarono 8 competenze chiave per l’apprendimento permanente e lo sviluppo della Comunità Europea.
    Nel 2018 furono aggiornate tenendo presente l’evoluzione di ciò accaduto nei successivi 12 anni.*
    (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32018H0604(01))
    Tra queste otto figurano le competenze digitali**. (https://it.wikipedia.org/wiki/Competenze_chiave)
    Per competenze digitali si intende il saper utilizzare con dimestichezza, di diversi livelli, e spirito critico le tecnologie della Società dell’Informazione, per il lavoro, la vita privata e la comunicazione.
    Si classificano in tre dimensioni:
    1)Conoscenze digitali, legato al sapere, ciò che conosciamo del digitale. Modelli, uso delle applicazioni e tools, utilizzo dei dati.
    2)Digital Skill, legato a ciò che si sa fare, capacità di problem solving, di ragionare in maniera digitale e quindi di applicare il sapere.
    3)Attitudini digitali, atteggiamento soggettivo e predisposizione al pensiero digitale, sia nell’uso quotidiano privato che nel lavoro.
    Le competenze digitali non riguardano solo il settore ICT, che comunque prevede una carenza di figure professionali nel prossimo futuro, ma riguarda tutti.
    Avete mai sentito citare che il 65% dei bambini in età scolare faranno un lavoro ad oggi non conosciuto?
    Ebbene si, il digitale e la sua evoluzione abbraccia e abbraccerà tutti i mestieri ed è nostro dovere prepararci per questo cambiamento.
    Nel 2013 nasce il modello Europeo DigComp, oggi 2.1.***( https://www.agid.gov.it/sites/default/files/repository_files/web-digcomp2-1-it.pdf)
    Il Modello Europeo DigComp presenta 5 aree di competenze digitali da apprendere e sfruttare, tutti, con l’obiettivo di adattarsi ai cambiamenti che l’innovazione digitale sta portando.
    Sono le competenze base che tutti noi dobbiamo avere!
    1)Informazione, quindi la capacità di saper ricercare le informazioni, saperle filtrare, saperle valutare e saperle confrontare per comprenderne l’attendibilità. Basta pesare alla diffusione delle fake news.
    2)Comunicazione e collaborazione, saper comunicare e saper collaborare. Sia su canali di proprietà, che su canali social che su quelli a pagamento. Quindi conoscere le regole delle diverse piattaforme, le policy, usare un tono di voce equilibrato, essere consapevoli di cosa vuol dire essere on-line.
    3)Creazione di contenuti, saper creare contenuti coinvolgenti e accattivanti. Pensiamo a YouTube che viene quotidianamente riempita da contenuti prodotti da utenti.
    4)Sicurezza, saper navigare in sicurezza senza rischi di privacy e di danni. Questa è una skill sempre più necessaria e più ricercata nel mondo del lavoro, ma risulta fondamentale anche nella vita privata.
    5)Problem solving, saper risolvere problemi tecnici e tecnologi. Oggi risulta importante riuscire a sciogliere i problemi utilizzando gli strumenti digitali.
    Ogni area presenta diversi livelli di competenze che per ogni individuo permette di stimare quanto sia avanzato più o meno il livello.
    Oltre a queste 5 aree di competenza base, definite Digital Soft Skill, ci sono anche le Digital Hard Skill, o competenze funzionali.
    Le Hard Skill rappresentano le competenze specifiche della propria figura professionale, si formano a scuola, o a lavoro, e vanno sempre aggiornate, con corsi, certificazioni, workshop, bootcamp, coaching e cosi discorrendo.
    Si dividono in:
    1)Operative, quindi utilizzo di software, tool, tecnologie, piattaforme e tecnologie indispensabili per lo svolgimento del proprio lavoro, in uno scenario digitale.
    2)Strategiche, quindi la padronanza di modelli tecnologici di business in cui le organizzazioni si muovono per condurre la propria azienda verso lo sviluppo.
    Ogni funzione aziendale prevede l’implementazione di nuove competenze, pensiamo al Marketing
    con l’approccio al customer journey o customer experience, user experience, utilizzo di big data, social media e contenuti, visione omni-canale, Marketing automation.
    Oppure nella funzione Amministrazione e Controllo con l’entrata di competenze in merito ai dati, finanza automatizzata, Intelligenza Artificiale, Social collaboration, pagamenti digitali e blockchain.
    Le Operations, quindi gli asset operativi, con competenze di logistica smart, stampa additiva (3D), analytics e big data, realtà aumentata, Internet of Thinks e robotica collaborativa.
    Anche la funzione ICT presenta nuove competenze legate Cloud Computing, cybersecurity, collaborazione virtuale, User experience, big data e business model.
    Ogni settore, e ogni azienda, deve prevedere l’introduzione di nuove figure professionali.

    Com’è messa l’Italia?
    L’ultimo rapporto, datato 18 dicembre 2019, preparato dall’Istat****(https://www.istat.it/it/files/2019/12/Cittadini-e-ICT-2019.pdf) in merito all’argomento “stato delle competenze digitali in Italia”, presenta uno scenario non rassicurante.
    Aumenta l’uso di internet quotidiano, dal 51,3% del 2018 al 53,5% del 2019, per la popolazione da 6 anni in su.
    Purtroppo il 41,6% degli internauti ha competenze digitali basse, la media europea è 40% mentre Germania, UK e paesi nordici sono tra il 20 e 30%, e solo il 29,1% degli internauti, tra 16 e 74 anni, hanno competenze digitali elevate.
    Le persone che navigano su internet da 6 anni a 74 anni sono il 67,9%.
    Emerge un divario di genere nell'uso di internet, 71,7% uomini e 64,2% donne, di territorio, divario tra centro nord 70,6% e Mezzogiorno 62,5%, di titolo di studio, naviga sul web l’82,9% di chi ha un diploma superiore contro il 51,9% di chi ha conseguito al massimo la licenza media, ed infine di età, quasi totalità dei ragazzi di 15-24 anni naviga in Rete (oltre il 90%), mentre tra i 55-59enni la quota di internauti scende al 72,4% e arriva al 41,9% tra le persone di 65-74 anni.
    Il digitale è un’opportunità che ci permette di compiere le azioni in velocità e facilità, il futuro è digitale, e questo è il motivo per cui dobbiamo migliorare i tassi sopra-descritti il più presto possibile.

    IL 1° PASSO NELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE-ASSESSMENT

    IL 1° PASSO NELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE-ASSESSMENT
    Per poter iniziare un processo di Trasformazione digitale la prima cosa da fare è mappare le competenze digitali in azienda.
    Mappare le competenze di tutta la popolazione aziendale è necessario per:
    1)Comprendere il livello generale della struttura, a quale livello di competenze, e capacità, digitali siamo?
    2)Decidere la struttura formativa, di team e individuale, da mettere in capo sia in termini tecnici, sia in termini di predisposizione al cambiamento.
    3)Comprendere l’apertura al digitale da parte delle persone, sono favorevoli? Quali resistenze, opportunità e problemi ci sono?
    4)Individuare i digital champion, cioè quei collaboratori che hanno le migliori competenze digitali e apertura al cambiamento, che, formati, trascineranno il resto della realtà aziendale.
    In primis bisogna definire cosa mappare.
    Le due dimensioni da tenere presente sono le competenze digitali e la predisposizione al cambiamento.
    Le competenze digitali vanno analizzate a livello base, quindi competenze nel web, con l’on-line, con i tools o il pc, e a livello specialistico, quindi chi sa fare cosa da un punto di vista digitale.
    L’apertura al cambiamento, anche in questo caso, mostra la predisposizione in senso generale al processo di trasformazione e più nello specifico su determinati progetti che si vogliono sviluppare; quindi chi sono gli eventuali ambassador o detratori.
    Bisogna sempre tenere ben presenti entrambe le dimensioni perché una influisce l’altra.
    L’assessment per Adecco Group è “una metodologia di valutazione del personale per individuare l’insieme delle caratteristiche comportamentali, delle attitudini, delle capacità e competenze individuali proprie di ogni risorsa."
    I principali strumenti di assessment digitale sono da individuarsi in tre gruppi:
    1)Strumenti on-line, con l’utilizzo di tools, con funzioni free e premium, che grazie all’uso di quiz interattivi premette di definire il livello della popolazione estesa, i diversi target omogenei e il livello base di apertura al cambiamento, competenze e capacità digitali della popolazione interessata.
    2)Prove individuali, come test cognitivi, case study, simulazioni finalizzate a verificare le capacità della persona di comprendere i diversi elementi di una situazione/problema e target interview.
    3)Prove di gruppo, come role play, prove di collaborazione, di comprensione dei processi e di relazioni di team.

    Tutti i dati raccolti vanno inseriti in un grafico a due dimensioni, l’apertura al cambiamento e le competenze digitali, e si delineeranno diversi profili; quelli che hanno una forte predisposizione al cambiamento e ottime capacità digitali saranno da coinvolgere e dovranno diventare i digital champion, o digital ambassador, che traghetteranno, con la leadership, l’azienda alla trasformazione.
    Coloro che hanno, specularmente, poca predisposizione al cambiamento e poche competenze digitali sono da considerare resistenti, che devono essere inizialmente isolati per poi reintegrarli con formazione individuale e dedicata.
    E poi coloro che hanno buona apertura al cambiamento e poche competenze digitali e sono da considerare alleati, ma da formare tecnicamente e specificatamente.
    In ultimo ci sono coloro che hanno discrete, o ottime, competenze digitali ma poca apertura al cambiamento che dovranno essere coinvolti, formati e seguiti.
    Quindi terminato il processo di assessment, che è da considerarsi sempre in divenire, si avranno una serie di dati che permetteranno di avere una visione generale, gli eventuali gap da colmare con processi formativi, di coinvolgimento e miglioramento, avere anche una clusterizzazione per fasce d’età utile per organizzare formazione di reverse mentoring, cioè di scambio e crescita tra fasce generazionali, individuare i digital champion, da valorizzare e formare, e i resistenti da inserire in una fase avanzata del processo, quando è già avviato, in modo da non incidere come detrattori.
    La mappatura va condivisa con il management che deve essere la prima a prendere coscienza della situazione attuale e da quella base iniziare a prendere decisioni conseguenti.

    Successivamente bisogna dare avvio alle azioni formative sviluppandole in due direzioni, la prima tecnica ed estesa a tutta la popolazione aziendale (es. academy, workshop o digital day), la seconda più con azioni di engagement con l’intendo di coinvolgere le persone, soprattutto quelle resistenti, con la partecipazione a progetti innovativi o progetti pilota.

    Il passo successivo e di predisporre un piano formativo speciale per il digital champion che dovrà partecipare attivamente a tutto il processo di trasformazione digitale e che sarà necessario per la contaminazione interna che supporterà la scalata del processo a tutta l’azienda.

    16. Quali sono le norme sulla formazione informatica dei dipendenti pubblici?

    16. Quali sono le norme sulla formazione informatica dei dipendenti pubblici?
    Quali sono le norme sulla formazione informatica della PA?

    La trasformazione digitale della pubblica amministrazione richiede adeguate competenze digitali del personale e dei dirigenti. In questo episodio del podcast l’Avv. Ernesto Belisario ricostruisce i principali obblighi previsti dal Codice dell’amministrazione digitale in tema di formazione dei dipendenti pubblici.

    EasyCast #003 - Business offline ed online, come devono cambiare le competenze

    EasyCast #003 - Business offline ed online, come devono cambiare le competenze
    Nonostante ci siano alcuni punti di incontro, lavorare offline ed online non è la stessa cosa, in quest'ultimo caso infatti le competenze sono più tecniche, almeno se il budget da investire è pari a zero o comunque molto basso.

    Ho lavorato in diversi progetti online, alcuni con un basso budget, altri con budget decisamente più alto, in questa puntata ti dico cosa ne penso.

    EasyTools del giorno: Lumen5

    🔗 Link: https://lumen5.com/

    Per maggiori informazioni, puoi visitare il mio blog, nel quale troverai tutti i riferimenti al progetto:

    https://robertotarzia.com

    Qui invece il link ad EasyLetter🖋️, la mia newsletter a tema business e marketing online

    💌 https://easyletter.it
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