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    Explore "ferite" with insightful episodes like "Guarire le ferite dell'infanzia - La tua bambina interiore", "Incidente Di Mestre: Nuove Rivelazioni. Si Teme Il Peggio!Â", "L'aborto uccide il bambino, rovina la mamma... ma è dannoso anche per il babbo", "Dare e ricevere nella coppia. Terzo ordine dell'amore" and "3' grezzi Ep. 389 Taglio fatto con la carta" from podcasts like ""Happy Daily di Giusi Valentini", "Breaking News Italia - Ultime Notizie", "Aborto - BastaBugie.it", "Corpo, Mente e Spirito" and "3' Grezzi di Cristina Marras"" and more!

    Episodes (21)

    Guarire le ferite dell'infanzia - La tua bambina interiore

    Guarire le ferite dell'infanzia - La tua bambina interiore

    In questo podcast parliamo della bambina interiore e di come guarire le sue ferite. 

    Te ne avevo già parlato nell’ultimo podcast, ma ho deciso di approfondirlo in un podcast dedicato perché è un tema secondo me fondamentale.

    Che rapporto hai con la tua parte bambina?
    Ti ricordi com’eri? Cosa amavi, cosa sognavi?

    Io per esempio ricordo che amavo moltissimo i marshmallows, che in Trentino si chiamano spumiglie, e tutt’oggi ogni tanto me li regalo e torno bambina per un attimo!

    Spesso diventando adulte ci dimentichiamo di quella parte di noi, che ha immagazzinato esperienze, emozioni e ricordi dei nostri primi anni di vita.

    Eppure lei continua ad avere un'influenza fondamentale su come ci vediamo, come ci comportiamo, le scelte che facciamo e come vediamo il mondo da adulte.

    Ci sono ferite e traumi di quel periodo che in alcune situazioni possono riemergere facendoci sentire piccole e indifese. Ti viene in mente qualche episodio del genere?

    Ma mentre quando eravamo bambine dipendevamo completamente dai nostri genitori e cercavamo in loro protezione e riconoscimento, ora non possiamo più dar loro la responsabilità del nostro benessere. 

    Adesso, da adulte, siamo noi a dover prenderci cura della nostra bambina interiore e farla sentire amata e al sicuro. 

    Come puoi farlo?

    Ascolta questo podcast per imparare come iniziare ad entrare in contatto con la tua bambina interiore. 

     

    Ma sappi che andare ad esplorare e guarire vecchie ferite non è un processo facile e richiede tempo.

    E se vuoi approfondire questo argomento guidata da me e supportata da una community di donne, allora entra in Happy Daily Home, la mia piattaforma di crescita personale al femminile, dove troverai due interi mesi dedicati al lavoro sulla bambina interiore. 

    Inoltre, il 28 gennaio potrai partecipare al primo ritiro online per sole donne di Happy Daily Home, in cui ti prenderai un pomeriggio intero per occuparti di te stessa e del tuo benessere (compreso nel prezzo dell’abbonamento annuale). 

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    02:42 Scopri di più sulla bambina interiore in Happy Daily Home
    02:42 Perché parlo al femminile?
    04:10 Cos’è la bambina interiore
    05:21 Come la nostra infanzia influenza la nostra vita
    09:23 Rivivere le nostre ferite per guarirle
    12:33 I benefici di questo lavoro
    15:55 Esprimi le tue emozioni
    19:06 Rabbia e perdono
    25:15 Partecipa al primo ritiro annuale di Happy Daily Home

     

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    Incidente Di Mestre: Nuove Rivelazioni. Si Teme Il Peggio!Â

    Incidente Di Mestre: Nuove Rivelazioni. Si Teme Il Peggio!Â
    Incidente Di Mestre: Nuove Rivelazioni. Si Teme Il Peggio!
    La triste vicenda che ha coinvolto il pullman di Mestre è ormai sulla bocca di tutti. Pare però che nelle ultime ore siano emerse nuove rivelazioni. Ecco cosa sappiamo.
    #breakingnews #ultimenotizie #notiziedelgiorno #notizie #cronaca #incidente #mestre #risarcimento #rivelazioni #malore #ferite #ricoverate #bus #autista #poliziotti #vigilidelfuoco #assistenza #conseguenze #cause

    L'aborto uccide il bambino, rovina la mamma... ma è dannoso anche per il babbo

    L'aborto uccide il bambino, rovina la mamma... ma è dannoso anche per il babbo
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7409

    L'ABORTO UCCIDE IL BAMBINO, ROVINA LA MAMMA... MA E' DANNOSO ANCHE PER IL BABBO di Giuliano Guzzo
    L'aborto? È una questione della donna, solo della donna. Questo vuole un tormentone del femminismo sopravvissuto dal '68 fino ai giorni nostri; e che dimentica non solo la vera vittima della pratica abortiva - il figlio concepito -, ma pure l'altro grande escluso, vale a dire l'uomo. E pensare che esistono almeno due ottime ragioni per cui anche la figura maschile andrebbe assolutamente considerata, quando si parla di aborto. La prima, molto elementare ma anche assai tralasciata, è che là dove c'è una gravidanza, evidentemente, c'è sempre anche un padre. In secondo luogo, si dovrebbe parlare dell'uomo quando ci si occupa della soppressione prenatale dal momento che di tale pratica, di fatto, fa le spese anche lui. Proprio così: l'aborto fa male non solo alla gestante, ma anche al suo compagno, fidanzato o marito. Ad attestarlo è un nuovo studio, intitolato National Men's Abortion Study, commissionato e pubblicato da Support After Abortion, una organizzazione con sede in Florida. Si tratta di una indagine rilevante non solo perché tocca un ambito spesso ignorato - quello della sofferenza maschile per la perdita d'un figlio -, ma perché lo rileva in modo netto e sostanziale. Per capirci, è stato scoperto come il 71% degli uomini interpellati abbia riportato «cambiamenti negativi» nella sua esistenza dopo l'esperienza abortiva. Colpisce che in questa percentuale ci fossero sia uomini su posizioni pro choice (31%) sia pro life (40%), a sottolineare che ciò che lascia l'eliminazione prima della nascita non dipende da posizioni politiche e ideologiche. Si tratta di una sofferenza profonda, che non conosce appartenenze né bandiere. È connaturata all'essere uomini, anzi per l'esattezza padri. Si allinea a tale considerazione anche il fatto, rilevato sempre nella ricerca in questione, secondo cui la stragrande maggioranza di uomini che hanno perso un figlio a causa dell'aborto - l'83% - «ha cercato aiuto o ha affermato che avrebbe potuto beneficiare di un sostegno», anche se non era ideologicamente contrario all'aborto. L'aiuto cercato riguardava la necessità di colmare ciò che questi uomini provano, vale a dire «tristezza, senso di colpa, rimpianto». Per questo lo studio ha concluso che sono necessarie più opzioni - sia religiose (richieste dal 40% degli interpellati) sia laiche (richieste dal 49%) - per aiutare gli uomini ad affrontare il dolore post-aborto. Va detto che, per quanto significativa, questa indagine non è la prima né la unica, anzi. Già nel lontano 1983 una indagine aveva rilevato conseguenze psicologiche gravi associate, nell'uomo, alla paternità perduta a causa dell'aborto. In seguito sono state effettuate molte altre indagini e - anche se c'è chi nega che esista una sindrome post aborto per l'uomo - lo scorso anno, su Psychology Today, Mary C. Lamia, psicologa e psicanalista docente al Wright Institute di Berkeley, in California, ha firmato un interessante articolo dove afferma che la ricerca «ha dimostrato che l'esperienza del dolore intenso per la perdita di un figlio e della paternità» si registra «anche dopo molti anni dopo l'aborto» Significativa, a tale proposito, risulta infine una straziante testimonianza raccolta dai volontari del numero verde dell'Associazione di Don Benzi di un padre che, a distanza di oltre 6 anni dall'aborto del figlio, aveva ancora una grande ferita nel cuore. Ecco le sue parole, più efficaci di ogni statistica o di ogni indagine: «È stata per me una situazione molto pesante [...] In questa situazione di tremenda solitudine e dolore ho deciso che mai avrei permesso a me stesso di rivivere una situazione simile. Ero anche molto confuso, nella mia vita non avevo mai ho provato un dolore così grande». Davanti a tutto ciò un dubbio sorge spontaneo: come si può seriamente sostenere che l'aborto sia solo una questione della donna?

    Dare e ricevere nella coppia. Terzo ordine dell'amore

    Dare e ricevere nella coppia. Terzo ordine dell'amore
    Intervista completa:
    https://www.youtube.com/live/TYCcpk-E6ME?feature=share

    E se il partner non dà quanto voglio? E se il partner non è presente quanto voglio? Spesso cadiamo in questa domanda dove la colpa è all'esterno mentre invece potremmo girare lo sguardo e chiederci come mai ci troviamo in un certo tipo di schema, soprattutto quando si ripete in molte relazioni. Conoscere il terzo ordine dell'amore delle costellazioni famigliari ci permette di cambiare il punto di osservazione e trovare possibili risposte nelle nostra storia famigliare. Ti lascio questo breve video estratto da un'intervista recente. È poi disponibile tutta l'intervista se interessati. Buon ascolto


    Ancora alcuni posti per il seminario del 20 21 maggio a Bologna sugli ordini dell'amore

    3' grezzi Ep. 389 Taglio fatto con la carta

    3' grezzi Ep. 389 Taglio fatto con la carta
    Volete sapere perché un minuscolo taglio nel dito fatto conun foglio di carta fa così tanto male per così tanto tempo? Allora ascoltate i tre minuti di oggi.

    TRASCRIZIONE [ENG translation below]

    Ouch! Avete presente quando vi tagliate con un pezzetto di carta un taglio fatto nel polpastrello oppure nella piega tra i polpastrelli? Fa un male indicibile, soprattutto se si considera il fatto che poi il taglio è veramente minuscolo.

    Se ci pensate, non c'è nessun'altra parte del corpo dove fare un taglio così minimo, così proprio quasi invisibile, però da un tale senso di dolore che poi non passa nemmeno subito. Spesso quando ci facciamo un taglio, un graffio, fa un po' male poi però, dopo un'ora ci siamo già dimenticati di averlo. Invece il taglio fatto con la carta dura un sacco di tempo.

    A questo proposito mi ricordo che da bambina avevo visto un film, un film ambientato durante la seconda guerra mondiale, dove ai tedeschi era venuto in mente di rapire un boh, un ufficiale inglese o forse era americano, comunque uno degli alleati, metterlo in una stanza e fargli credere che la guerra era finita, che i tedeschi avevano vinto e che volevano solo farsi raccontare - decine di anni dopo la fine della guerra - come erano andati i fatti.

    E in effetti invece la guerra era ancora in corso, erano passati solo pochi giorni, forse poche ore da quando l'avevano catturato, l'avevano addormentato, eccetera. Comunque, mettono su una vera e propria pantomima, gli fanno credere che la guerra è finita, tutto quanto è passato tanto tempo e lui è un po' scioccato, non ci crede all'inizio e alla fine comincia a crederci perché ci sono un sacco di attori che recitano. Però cosa lo salva? Lo salva che mentre prende un pizzico di sale a tavola, ahi! gli pizzica il dito e si ricorda, si rende conto che è quel taglio di con la carta che si era fatto - si ricordava di essersi fatto poche ore prima - c'era ancora quindi era impossibile che fossero passati dei decenni e quindi poi vincono come sempre gli alleati (che poi non capisco perché non ho capito perché i tedeschi erano gli alleati degli italiani però nei film sono sempre cattivi).

    Comunque vabbè, allora perché vi sto parlando dei tagli di carta? Perché ho scoperto il motivo per cui fanno tanto male. Fanno tanto male perché le dita, i polpastrelli, sono la nostra parte più sensibile del corpo, quindi sono strapieni di terminazioni nervose e quando facciamo un tagliettino di carta il taglio lede le terminazioni nervose, ma non abbastanza da non farci sentire il dolore. Quindi abbiamo ancora abbastanza sensibilità da avvertire il dolore - e lo avvertiamo tutto, tutto, tutto - e poi ci sono tantissime di queste terminazioni, per cui impiega un sacco di tempo a ripararsi, perché appunto il taglio non è abbastanza profondo e ce la fa sentire tutta. Quindi la prossima volta che vi fate un taglietto con un pezzetto di carta, pensate a tutte queste cose che vi ho raccontato.

    Eh vabbè, non vi farà sentire meglio, però almeno vi distoglierà un po l'attenzione, no?

    TRANSLATION
    Ouch! You know when you get a papercut in your fingertip or in the crease between the fingertips? It hurts unspeakably, especially if you consider the fact that the cut is really tiny.

    If you think about it, there's no other part of the body where you can make such a minimal cut, so almost invisible, but it gives such a sense of pain that it doesn't even go away right away. Often when we get a cut, a scratch, it hurts a bit but then, after an hour we've already forgotten we have it. Instead, papercuts take a long time.

    In this regard, I remember ta movie I saw as a child, a film set during the Second World War, where the Germans had the idea of kidnapping a boh, an English officer or maybe he was American, in any case one of the allies, put him in a room and make him believe that the war was over, that the Germans had won and that they just wanted to be told - tens of years after the end of the war - how the facts had gone. But actually the war was still going on, it had only been a few days, perhaps a few hours since they had captured him, put him to sleep, etcetera.

    Anyway, they put on a real pantomime, they make him believe that the war is over, it's all been a long time and he's a bit shocked, he doesn't believe it at first and at the end he starts to believe it because there are so many actors performing. But what saves him? What saves him is that while he takes a pinch of salt at the table, ouch! he pinches his finger and remembers, he realizes that it is that paper cut he had made - he remembered having made a few hours before - it was still there so it was impossible that decades had passed and therefore the allies win as they always do (which I don't completely understand - why were the Germans the allies of the Italians but in the movies they are always bad).

    Anyway oh well, so why am I telling you about papercuts? Because I discovered why they hurt so much. They hurt so much because the fingers, the fingertips, are our most sensitive part of the body, so they are full of nerve endings and when we make a papercut, the cut damages the nerve endings, but not enough so that we don't feel the pain. So we still have enough sensitivity to feel the pain - and we feel it all, all, all - and then there are a lot of these terminations, so it takes a lot of time to repair itself, because the cut is not deep enough and we feel it all. So next time you nick yourself with a piece of paper, think about all these things I've been telling you about.

    Oh well, it won't make you feel better, but at least it will divert your attention a bit, right?

    Gli strumenti terapeutici E1 Biopsicogenealogia

    Gli strumenti terapeutici E1 Biopsicogenealogia
    Per lavorare alla radice dei sintomi e delle malattie servono strumenti di aiuto specifici. In questo episodio presentiamo la Biopsicogenealogia. Come, tramite un lavoro di consapevolezza, trasformare il nostro sintomo in un messaggero che ci permette di sciogliere emozioni antiche e programmi che bloccano l'espressione del nostro potenziale di benessere e salute.

    Seminario sul bambino interiore. 27 febbraio

    Seminario sul bambino interiore. 27 febbraio
    SEMINARIO SUL BAMBINO INTERIORE, 27 FEBBRAIO
    Buongiorno, ho ideato una giornata esperienziale per lavorare sul bambino interiore, quella parte di noi portatrice di stupore, gioia e creatività.
    Gli eventi della vita potrebbero allontanarci da questa nostra parte e gli strati di dolore potrebbero far emergere nel bambino delle paure, solitudine, tristezza, bisogno di attenzione.
    L'obiettivo del seminario è ricontattare quella parte di noi per portare la nostra amorevolezza adulta come energia per sciogliere antichi dolori del bambino interiore. Facendo questo sarà più semplice attingere consapevolmente a quella parte creativa e gioiosa che vive in noi, a qualsiasi età.
    Useremo nella giornata costellazioni spirituali, esercizi a coppie e brevi meditazioni per approcciarci con diverse metodiche a questo tema così profondo.
    Per informazioni e iscrizioni:
    diegogiaimi@libero.it
    347.3315571
    https://youtu.be/tH5flcglvyU

    Era mio figlio: un film sulle ferite della guerra vera

    Era mio figlio: un film sulle ferite della guerra vera
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6528

    UN FILM SULLE FERITE DELLA GUERRA VERA di Francesca Romana Poleggi
    "Era mio figlio" (The Last Full Measure) narra una storia vera: l'inchiesta dell'avvocato del Pentagono Scott Huffman svolta per assegnare la prestigiosissima Medal of Honor postuma a un semplice aviere, paracadutista-soccorritore dell'Air Force, William Hart Pitsenbarger, a seguito del suo eroico sacrificio durante la guerra del Vietnam.
    Il giovane, prima di essere ucciso in una delle battaglie più tragiche del conflitto, salvò la vita a una sessantina di soldati. A distanza di 30 anni, i reduci e i genitori di "Pits" chiedono giustizia e non sanno spiegarsi per quale motivo la medaglia gli fosse stata negata a suo tempo.
    Non è il solito, retorico, film di guerra. Dietro la vicenda bellica e la questione burocratica, si stagliano netti valori oggi troppo dimenticati, come la famiglia e la paternità (bellissimo il confronto tra il padre di Pits e Huffman, che ha due figli piccoli, il quale a sua volta ha fatto l'esperienza di figlio abbandonato in tenera età dal padre); notevole il conflitto tra il senso del dovere, il senso dell'onore, e l'ambizione per il successo, la carriera e l'interesse personale: un senso del dovere pieno, autentico reale e appassionato che si confronta con l'esecuzione del proprio lavoro unicamente per se stessi e per soddisfare i superiori.
    Tocca il cuore dello spettatore la ferita profonda e dolorosa che incide l'animo di chi sperimenta la guerra vera. Ma soprattutto - ripetiamo - senza retorica scontata, c'è l'esaltazione dell'umanità, l'umanità di chi comprende, sa perdonare, riconosce negli altri dei fratelli, dei figli, dei genitori anche se estranei al nostro nucleo familiare; l'umanità di chi sbaglia, di chi lotta, di chi soffre e di chi semplicemente, con il cuore aperto, dà la vita per i suoi amici.
    Un film da vedere e da far vedere anche a ragazzi molto giovani.

    Titolo originale: Era mio figlio: l'inchiesta dell'avvocato del Pentagono Scott Huffman
    Fonte: Notizie ProVita & Famiglia, n.97 - 2021
    Pubblicato su BastaBugie n. 710

    Imparare a ricevere aiuto, perché è importante

    Imparare a ricevere aiuto, perché è importante
    Dare e ricevere sono due facce della stessa medaglia. Trascurare o evitare del tutto una o l'altra può creare squilibrio e disarmonia. La vita condivisa nel mutuo aiuto è più leggera e nutriente. Perché invece a volta è cosi difficile chiedere e ricevere aiuto? Ne parliamo in questo episodio.
    Trovi l'articolo scritto a questo link: https://sophieott.it/imparare-a-ricevere-aiuto-perche-e-importante/

    Un libro per guarire dalle ferite dell'aborto

    Un libro per guarire dalle ferite dell'aborto
    VIDEO: Storie di aborto... e salvezza ➜ https://www.youtube.com/watch?v=f-ZQbcmfmQQ&list=PLolpIV2TSebVzYmc5B11R08Qd2ib0ZEgL

    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6719

    UN LIBRO PER GUARIRE DALLE FERITE DELL'ABORTO di Costanza Miriano
    Questo è un libro davvero necessario, quello che mancava, una piccola chiave preziosa per cercare di aprire il cuore, di sfondare quella barriera che sembra inesorabilmente dividere quando si parla di aborto, di comunicare nel modo giusto con le donne che sono tentate dal dire no alla vita, ma soprattutto con quelle che hanno già fatto quel passo.
    È un libro che parla ai cuori spezzati con un cuore spezzato dal loro dolore, capace di una compassione profonda, che credo oggi sia l'unica via da provare a percorrere per trovare ascolto anche tra le orecchie più chiuse dai preconcetti.
    È incredibile come Jorge Randle riesca a giudicare con chiarezza le azioni, mantenendo nello stesso momento uno sguardo dolcissimo e misericordioso sulle persone, senza mai lasciarsi sfuggire un giudizio e soprattutto senza perdere la speranza per le donne, annunciando loro che anche se le azioni fatte non possono essere cambiate, e di quelle si portano comunque le conseguenze, è possibile però ricevere un cuore nuovo, essere perdonate se si comprende che c'è qualcuno a cui chiedere perdono, qualcuno che desidera darci quel perdono più di quanto noi capiamo.

    GUARDARE ALLA PROPRIA STORIA CON ALTRI OCCHI
    Sono anni che mi scervello su questo tema, perché sono convinta che anche se può succedere che una nuova vita arrivi a distruggere dei progetti, a fare paura, a scatenare ansie, a cambiare il corso delle esistenze, sono ancora più convinta che ogni donna, se aiutata e sostenuta, sarà comunque benedetta se riuscirà a dire sì a quel bambino. Quel guastafeste, quell'impiccio, quel problema, quel dramma a volte, quella creatura che magari porta dentro di sé il patrimonio genetico di un uomo egoista o irresponsabile che si vorrebbe cancellare dalla propria vita, quel bambino lì, proprio lui, in qualche modo si rivelerà sempre un incredibile motore di vita nuova, di risorse, di gioia. A una condizione: che la donna non sia lasciata sola, che ci sia intorno a lei non solo una cultura favorevole alla vita, ma anche risorse concrete, aiuto pratico, una rete che si stringa intorno a lei senza giudicarla, ma sostenendola perché ogni nuova vita è un bene per tutti, e una mamma che riesce a dire sì anche quando costa molto è un'eroina.
    Una donna che dovesse trovarsi davanti alla scelta - a volte drammatica, lo riconosco - di dire sì o no a questo sconvolgimento della propria esistenza, qui troverebbe un grande aiuto per guardare alla sua storia con altri occhi.

    UN CAMMINO VERSO LA GUARIGIONE
    Ma soprattutto tra queste pagine c'è il coraggio di guardare alle donne che il loro bambino lo hanno rifiutato. Qui c'è un percorso concreto, dettagliato, utilissimo per aiutare le donne che hanno abortito. Un percorso studiato conoscendo le dinamiche profonde, basato sulla conoscenza teorica e sull'esperienza pratica.
    Non parole di circostanza, non una generica assoluzione, non uno sminuire la portata dell'aborto, ma una possibilità di intraprendere un cammino verso la guarigione. Si sa che ogni guarigione è possibile solo se prima c'è una diagnosi accurata, e Don Jorge rivela qui una conoscenza non comune del cuore femminile, delle sue dinamiche, delle sue possibilità di ripresa. E poi dopo la diagnosi c'è la terapia, cioè l'indicazione di un cammino da percorrere, che deve essere necessariamente tagliato su misura, no, di più, cucito al millimetro per ogni singola storia, ma che deve avere delle tappe precise e comuni per tutte.
    Non voglio svelare altri dettagli, perché anche per il lettore questo sia un piccolo viaggio nel cuore di quello che per me è il dramma più grande dell'umanità contemporanea. Per concludere dico solo che ogni sacerdote, ma anche ogni persona che ha a che fare con il cammino interiore di altre persone (di solito sono le donne a scegliere l'aborto, ma non dimentichiamo che c'è sempre anche un uomo a cui viene ucciso un figlio, che egli abbia responsabilità o meno) dovrebbe leggerlo, perché aiutare i cuori spezzati è un'impresa difficile e fondamentale, ma non disperata. I cuori spezzati possono essere rimessi insieme, con qualche cicatrice, ma capaci di nuovo di amore, anzi, forse capaci di una nuova qualità di amore, ancora più grande.

    Capire e guarire il bimbo interiore (Intervista col dott. Gay)

    Capire e guarire il bimbo interiore (Intervista col dott. Gay)
    Buongiorno, vi propongo questa interessantissima intervista che ho fatto al dott. Stefano Gay, direttore della scuola Medicina dell'Essere.
    Abbiamo parlato di quanto sia importante comprendere che solitamente l'adulto reagisce agli stimoli in base a dei programmi registrati durante l'infanzia. In noi vi sono quindi schemi e ferite che si sono creati durante la nostra crescita in famiglia e che possono essere fonte di reazioni limitanti, ma che possono anche essere usati come trampolini per sviluppare i nostri talenti.
    Cerchiamo di capire bene quindi come ci influenza il nostro bambino interiore, come poterlo comprendere e aiutarlo in un'ottica biologicamente sensata. Ci saranno anche alcuni esempi e approfondimenti.
    Buona visione
    Diego

    Ustioni e Sanguinamenti: Ecco cosa fare e cosa NON fare

    Ustioni e Sanguinamenti: Ecco cosa fare e cosa NON fare
    Oggi concludiamo la serie sulle urgenze parlando di ustioni e ferite da taglio.
    Ci potete ascoltare su:
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