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    Explore "sentimenti" with insightful episodes like "Francesco Nuti, il cinema della poesia", "Educazione affettiva a casa e a scuola", "Una fenice e le sue ceneri - La storia di Andrea", "Intervista di Francesca Ferraro per la rivista sonora Pub" and "Riflessioni Sulle Amicizie - Valorizzare i Rapporti" from podcasts like ""Eroi Stropicciati", "Dinamicamente", "Arcobaleni Timidi", "645: Una storia d’amore ritratto..." and "“Ci Metto La Voce” PLOG Station"" and more!

    Episodes (74)

    Francesco Nuti, il cinema della poesia

    Francesco Nuti, il cinema della poesia
    Francesco Nuti è stato un regista che con le sue opere ha parlato dritto al cuore delle persone, forse non a tutte allo stesso modo, ma certamente a quelle con una spiccata sensibilità ha trasmesso tantissimo. Ha utilizzato anche la comicità come stile d'espressione ma nella rilettura complessiva di ciò che ha lasciato con i suoi film è forse uno degli aspetti marginali rispetto ai temi, come la poesia e la complessità della vita, che ci ha saputo raccontare.
    Peccato che spesso si parli solamente del " secondo tempo" della sua esistenza a discapito di una genialità che sin dalle sue prime pellicole, come in " Madonna che silenzio c'è stasera" (1982), passando per "Tutta colpa del Paradiso (1985) per arrivare a "Donne con le gonne" (1991), non è mai mancata.
    Ridare a Francesco Nuti lo spazio che merita nella storia della cinematografia italiana è l'auspicio di molti, questi "molti" potrebbero diventare "tantissimi" semplicemente riguardando i suoi film non solo con gli occhi della comicità ma aprendo il proprio cuore allo spettacolo della vita.

    Educazione affettiva a casa e a scuola

    Educazione affettiva a casa e a scuola
    Per educazione affettiva si intende quella parte del processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, credenze ed emozioni delle persone.
    Implica un'attenzione per lo sviluppo personale e sociale dei bambini e degli adolescenti, fondamentalmente di tutti noi, per la promozione dell'autostima, nonché per la dimensione interpersonale e alle capacità sociali.
    Unisce quindi la parte di emozioni e sentimenti alla parte sociale ed interpersonale.
    Processo educativo che prende vita in famiglia e prosegue nelle scuole, almeno dovrebbe.
    Cosa si potrebbe fare per occuparsi di questo? Lo scopriremo questa sera in questa nuova puntata. Buon ascolto.

    Una fenice e le sue ceneri - La storia di Andrea

    Una fenice e le sue ceneri - La storia di Andrea
    Andrea è un professore che dopo aver portato all’altare una donna, si rende conto che nella sua vita c’è qualcosa che non gli torna. Mette in discussione tutto. La casa, il lavoro, le sue passioni. Ma senza successo. Poi è il turno del matrimonio, frutto di una relazione che, come spesso accade, si dà per scontata. E lì, mentre il dubbio si insinua, scatta qualcosa. Senza volerlo, costruisce un nido a un soffio dai raggi del sole e si prepara alla fine, a morire. Ma anche a un nuovo inizio, a rinascere. Facendo luce sul suo animo sommerso.



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    5. Il pianoforte di Chopin

    5. Il pianoforte di Chopin
    “Dopo me lo portano via, il Pleyel, e io ne ho una nostalgia… non ero capace di starne lontano. Mio figlio mi ci accompagnava, per un anno sono andata su e giù da Mantova a Cremona a suonarlo, a vederlo…”

    Una serie di coincidenze quasi magiche porta Lucia Lusvardi a eseguire in concerto le Ballate di Chopin su un pianoforte d’epoca, un Pleyel: lo strumento che il compositore polacco considerava il non plus ultra. Adesso lei sente di potersi accostare alla sua musica in modo ancora più profondo. Prepara un programma da solista tutto chopiniano, continua a immergersi nel mondo di questo autore, a immedesimarsi con lui. La figura di Chopin inizia a diventare sempre più ingombrante, fino al finale più inaspettato...

    4. La rentrée

    4. La rentrée
    “Nel 1970 c’erano le celebrazioni beethoveniane e allora il direttore del Conservatorio mi ha detto: se la sentirebbe, signora, di fare un concerto? Io ci sono cascata come una pera. Primo concerto di Beethoven con l’Orchestra dell’Angelicum di Milano, che è stata proprio una rentrée.”

    Il racconto prosegue con il ritorno, in grande stile, all’attività concertistica di Lucia Lusvardi. Senza che lei lo abbia cercato: prima le offrono la cattedra di pianoforte presso il Conservatorio di Mantova, poi di eseguire diversi concerti per pianoforte e orchestra. Si comincia con Beethoven, quindi arriva Martucci, infine è la volta di Chopin. E quando le autorità polacche la invitano in Pomerania per eseguire il Concerto n. 1 in Mi minore con l’Orchestra Filarmonica di Stettino sotto la direzione di Stefan Marczyk, le sue ricerche chopiniane hanno raggiunto il punto più alto: Lucia è decisa a liberare il genio polacco dagli stereotipi che tradivano l’essenza della sua musica.

    Nella seconda parte dell'episodio, ci occupiamo dei concerti per pianoforte e orchestra di Chopin.

    3. E adesso, il silenzio

    3. E adesso, il silenzio
    “Cosa non ho sofferto… sono stata cinque anni in cura di pneumotorace. E allora ho provato una tale tenerezza per Chopin… ho creduto di capire quel che lui provava, con quel mondo che aveva dentro da una parte, e dall’altra la tubercolosi, che al suo tempo era incurabile.”

    Il racconto prosegue accostando la figura di Lucia Lusvardi a quella di Chopin, accomunate dalla malattia. Lei, negli anni 50 del Novecento, l’ha superata grazie allo pneumotorace, mentre all’epoca di Chopin non c’erano cure. Lei ha dovuto abbandonare la musica per anni, lui ha continuato a comporre finché ne ha avuto la forza. Ma la malattia, per Lucia, è stata determinante per entrare nel mondo chopiniano: a volte le disavventure portano doni insperati...

    Nella seconda parte dell'episodio, ci occupiamo della Sonata per pianoforte n. 2 in si bemolle minore, Op. 35, di Chopin.

    2. Prima le parole, poi la musica

    2. Prima le parole, poi la musica
    “Tutto è cominciato quando mi è stato regalato un libro su Chopin con la prefazione del grandissimo Arturo Rubinstein…”

    In questo episodio, il racconto prosegue con la scoperta della figura di Chopin attraverso la letteratura. Lucia Lusvardi divora una biografia del genio polacco con la prefazione di Arthur Rubinstein, poi la prima edizione, in francese, del noto saggio «Chopin visto dai suoi allievi». E leggendo quei libri, e molti altri, sviluppa un’antipatia viscerale nei confronti di George Sand, la scrittrice che con Chopin ebbe una lunga relazione d’amore. Nel 1838 la coppia compì un viaggio nelle isole Baleari, che fu deleterio per la salute del compositore; ma la Sand fu davvero responsabile del suo declino?

    Nella seconda parte dell'episodio, ci occupiamo dei Preludi e delle Mazurche di Chopin.

    1. La bambina prodigio

    1. La bambina prodigio
    “Mi invitavano a suonare in queste case dove c’erano la contessa, la vecchia professoressa di pianoforte che aveva educato tutti i mantovani fin dalla preistoria… ma io mi nascondevo. Non volevo che mi additassero come quel prodigio che ero, era un vestito che mi stava stretto…”

    In questo episodio inizia la storia di Lucia Lusvardi e del suo amore per Chopin. Il suo stupefacente exploit infantile nella Mantova degli anni 30 del Novecento, in pieno regime fascista. I primi studi musicali, il primo esame presso il Conservatorio di Parma. E la naturale ritrosia, che la porterà a costruire un rapporto con la musica intimo, lontano dai clamori; a nascondersi, tranne in un’occasione: quando si tratterà di affrontare la musica di Chopin. A lui, Lucia si dedicherà con tutta l’anima.

    Nella seconda parte dell'episodio, ci occupiamo degli Studi op. 10 di Chopin.

    Chopin visto da me - Trailer

    Chopin visto da me - Trailer
    Può l’incontro con un Maestro segnare un "prima" e un "dopo" nella vita di un allievo? L’amore per la musica si può insegnare? A cosa serve la tecnica, da dove viene l'ispirazione?

    Una concertista dialoga con una scrittrice sui misteri della creatività e dell’arte. Lucia Lusvardi, di cui l'autrice è stata allieva, ha consacrato la sua vita artistica a Chopin. Tra i primi in Europa, ha liberato il genio polacco dagli stereotipi che tradivano l’essenza della sua musica. Perché Chopin è ben diverso dall’eterno malato che sospira alla luna...

    Ep.52 - La gestione delle emozioni: come superare la rabbia e la tristezza

    Ep.52 - La gestione delle emozioni: come superare la rabbia e la tristezza
    La gestione delle emozioni: come superare la rabbia e la tristezza?

    L'importanza della gestione delle emozioni
    Come superare e trasformare la rabbia
    Come superare e trasformare la tristezza
    Consigli pratici per gestire le tue emozioni
    Potente tecnica per superare la rabbia
    Segreto per gestire la tristezza profonda

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    12. Scambio di Coppia: Abbiamo paura di essere riconosciuti

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    3' grezzi Ep. 380 Pensieri sulla voce

    3' grezzi Ep. 380 Pensieri sulla voce
    L'aver perso la voce mi ha costretta ad una serie di riflessioni sulla voce.

    TRASCRIZIONE [ENG translation below]
    No, non avete sbagliato podcast, sono sempre io, Cristina Marras, e questi sono i miei tre minuti grezzi, e io sono ancora senza un filo di voce, oggi però, a differenza di ieri, il podcast non me lo faccio fare dall’intelligenza artificiale ma lo scrivo io su un foglio Word e poi me lo faccio leggere dal programma che trasforma il testo in voce.

    Comincio col dire una banalità che più banale di così non si può, e cioè che sono proprio le cose più importanti quelle che diamo più per scontate, prendete me, io che con la voce ci lavoro raramente mi soffermo a riflettere su questo miracolo che è il modo in cui noi esseri umani emettiamo i suoni in modo così articolato che alla nostra voce possiamo farle fare anche le capriole se vogliamo.

    Eppure non è la prima volta che mi capita di perdere la voce anzi prima mi succedeva molto più spesso, tanto che ero andata a farmi controllare da un otorinolaringoiatra che mi aveva infilato una sonda in gola per vedere che non ci fosse niente di grave – non vi dico lo schifo!

    La voce è una cosa strana, stranissima che viene influenzata da un sacco di fattori esterni, avete presente il modo di dire “avere un nodo in gola” o anche “avere la voce strozzata”? perché la voce più di ogni altro elemento della nostra persona è in grado di rivelare informazioni sul nostro stato emotivo.

    Avete presente quando vi basta sentire una persona cara, dall’altro lato del telefono, rispondere “Pronto?” e voi anche solo da quell’unica parola capite che c’è qualcosa che non va? E anche se la persona vi dice che non c’è niente il tono di voce vi dice esattamente il contrario, che poi se andate a riflettere e vi chiedete “Ma perché ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va?” è veramente difficile spiegarlo a parole: è un’inflessione particolare un momento di pausa più lungo del solito prima di dire “Pronto?” a volte mi pare che perfino il silenzio lasciato dopo una parola sia in grado di trasmettere significati.

    E comunque io sono qua, sono arrivata a poco più di 360 parole, so che per arrivare esattamente a 3 minuti devo scriverne circa 428.

    Allora, cosa stavo dicendo? Sì dicevo che la voce è questa cosa strana che diamo veramente per scontata non ci fermiamo un attimo a riflettere quanto sia importante e – diciamocelo – pratica, sì parlare a voce è veramente pratico non vi dico che noia andare in giro con carta e penna per comunicare le cose importanti e non poter invece commentare su tutto il resto.

    Ma la cosa più strana e che non mi riconosco io, così improvvisamente senza parole, non mi sento la stessa persona, e ora che sono senza voce mi rendo conto che io parlo molto anche quando sono da sola, sapete quando ad esempio mi cade qualcosa e dico “Oh, no!” oppure sento qualcosa di bello alla radio o in un podcast ed esclamo “Che bello!”.

    Vogliamo poi mettere la rottura di dovermi alzare e andare nell’altra stanza per parlare con mio marito e di non poter più gridare stando comodamente seduta alla mia scrivania “Amore avresti voglia di preparare una tazza di the?”

    TRANSLATION
    No, you haven't got the wrong podcast, it's still me, Cristina Marras, and these are my three raw minutes, and I'm still without my voice, but today, unlike yesterday, I don't get the podcast done by artificial intelligence but I write it on a Word sheet and then I have it read by the program that transforms the text into voice.

    I begin by saying a banality that cannot be more banal than this, and that is that it is precisely the most important things that we take most for granted, take me, I who work with my voice rarely pause to reflect on this miracle that is the way we human beings emit sounds in such an articulate way that we can even make our voice do somersaults if we want.

    Yet it is not the first time that I have lost my voice, in fact before it happened to me much more often, so much so that I went to have myself checked by an otolaryngologist who had inserted a probe down my throat to see that there was nothing serious - but let me tell you, disgusting!

    The voice is a strange, very strange thing that is influenced by a lot of external factors, you know the way of saying "have a lump in your throat" or even "have a choked voice"? because the voice more than any other element of our person is able to reveal information about our emotional state.

    You know when it's enough to hear a loved one on the other end of the phone answer "Hello?" and you, even from that single word, you do understand that there is something wrong. And even if the person tells you that there is nothing, the tone of voice tells you exactly the opposite, and if you go to reflect and ask yourself "But why do I have the impression that there is something wrong?" it's really hard to put into words: it's a particular inflection, a longer than usual before saying "Hello?" sometimes it seems to me that even the silence left after a word is able to convey meanings.

    And anyway I'm here, I've reached just over 360 words, I know that to get exactly to 3 minutes I have to write about 428.

    So what was I saying? Yes, I was saying that the voice is this strange thing that we really take for granted, we don't stop for a moment to reflect how important it is and – let's face it – practical, yes speaking aloud is really practical, I won't tell you how boring it is to go around with pen and paper for communicate the important things and not be able to comment on everything else.

    But the strangest thing is that I don't recognize myself, so suddenly without my voice, I don't feel the same person, and now that I'm voiceless I realize that I talk a lot even when I'm alone, you know when for example I drop something and I say "Oh, no!" or I hear something nice on the radio or in a podcast and exclaim "How nice!".

    Then what about the pain of having to get up and go to the other room to talk to my husband and no longer being able to shout while sitting comfortably at my desk "Honey, what about preparing prepare a nice cup of tea?"

    09. Scambio di Coppia: la paura

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    La scrittura come strumento per la metamorfosi interiore

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    Dal viaggio nell'interiorità delle donne alle complesse dinamiche dei sentimenti, dal contatto con la natura come nutrimento per lo spirito alle ispirazioni e contaminazioni con le altre culture. Licia Cardillo Di Prima racconta come coltivare l'arte della scrittura, di quanto sia capace di trasformarci nel profondo, aiutandoci persino a salvare vite perse. Ecco come la letteratura può diventare salvifica. Buon ascolto.

    IGOR SIBALDI - Sensazioni e Sentimenti PODCAST

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    in diretta streaming dall'isola di #Torcello
    Igor #Sibaldi si è laureato all'Università Statale di Milano nel 1981 in lingue e letterature slave.
    È studioso di #teologia, #filologia, #filosofia e storia delle #religioni ed è autore di opere sulle sacre scritture oltre che di narrativa e teatro.
    Negli anni Ottanta e Novanta ha tradotto varie opere di letteratura russa, in particolare romanzi e racconti di #Tolstoj e di #Dostoevskij, dedicandovi monografie e saggi introduttivi; in seguito ha tradotto il #Vangelo di Giovanni dal greco antico nel volume Il codice segreto del Vangelo e parte della #Genesi dall'ebraico antico nel volume Il libro della #Creazione. #IgorSibaldi
    #Sibaldi #IgorSibaldi

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