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    nazionalismo

    Explore "nazionalismo" with insightful episodes like "La Guerra di Libia e la fine del giolittismo", "43: "Il Duca di Arrakis" (DUNE)", "42: "Paul è ispirato a Hitler?" (DUNE)", "Il nazionalismo scivola verso il razzismo" and "La "guerra parallela" dell'Italia e la contrapposizione tra Stati Uniti e Giappone" from podcasts like ""Dentro alla storia", "Ciclo di Dune", "Ciclo di Dune", "Dentro alla storia" and "Backgrounds podcast"" and more!

    Episodes (21)

    43: "Il Duca di Arrakis" (DUNE)

    43: "Il Duca di Arrakis" (DUNE)
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    42: "Paul è ispirato a Hitler?" (DUNE)

    42: "Paul è ispirato a Hitler?" (DUNE)
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    I confini eterni degli stati sono fonte di conflitti (9set2022)

    I confini eterni degli stati sono fonte di conflitti (9set2022)
    Nel podcast espongo alcuni concetti geopolitici che criticano la concezione dei confini come rigidi e sostanzialmente indiscutibili perché così garantiscono la stabilità e la pace. Al contrario sono la maggiore fonte di dinamiche conflittuali e l'attacco militare russo all'Ucraina ne è il più recente e maggior esempio. Le parole simboliche di "integrità territoriale, sovranità, indipendenza", essendo strettamente dipendenti e interconnesse allo stato-nazione sono in realtà dei punti di partenza pregiudiziali che ostacolano qualsiasi negoziazione geopolitica e rendono più difficile attivare processi pacifici di soluzione delle crisi. IL tutto in un quadro geopolitico mondiale che vede il costante confronto tra le tre grandi potenze, Usa, Russia e Cina, e di alcuni dei loro alleati che si sentono "protetti" e agiscono perseguendo i propri fini nazionalistici, infrangendo, come i grandi, accordi e trattati da loro stessi sottoscritti (vedi il caso della Turchia con la Siria e contro i curdi).
    Ci sono soluzioni pacifiche per risolvere le dinamiche di confronto tra gruppi umani che si sentono diversi dai vicini pur essendo nello stesso stato; il modello Sud Tirolo - Alto Adige è uno di quelli più funzionante e da più lungo tempo. Ma i nazionalisti e le propagande nazionaliste tengono ancora oggi in ostaggio "ideologico" parte di gruppi umani e quasi tutti i leader degli stati.

    Ep148 – I partiti populisti in Europa

    Ep148 – I partiti populisti in Europa
    C'è un fantasma che si aggira per l'Europa: il populismo.. di destra o sinistra è presente in ogni nazione europea..

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    Trovi la trascrizione della puntata e oltre alle fonti, foto e eventuali approfondimenti su: https://www.europagrandtour.com

    Della stessa autrice: il podcast Storia D’Europa, https://www.storiadeuropa.com e il blog di cucina con audio-ricette https://www.cucinaeuropea.com

    Nientedimeno - E allora le foibe?

    Nientedimeno - E allora le foibe?
    Se su un motore di ricerca qualsiasi si cerca la parola #foibe, una delle prime e più diffuse foto che appare è questa. Sono numerosi, infatti, gli articoli, le interviste e gli approfondimenti vari che usano questa fotografia per il giorno del ricordo. Peccato che questa fotografia rappresenti esattamente il contrario di quello che si immagini.
    La foto si trova nella raccolta fotografica del Museo nazionale di storia contemporanea a Lubiana in Slovenia e, in realtà, rappresenta soldati italiani che fucilano cinque abitanti del villaggio di Dane, nella Slovenia meridionale. É il luglio del 1942. E si conoscono anche i nomi dei fucilati: ranc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec.
    Nonostante le numerosi informazioni, però, in Italia è prevalsa un'interpretazione sbagliata e sostanzialmente capovolta di questa foto, che è diventata la foto per eccellenza di articoli sulle foibe e sulle vittime italiane degli jugoslavi titini.
    Come si è arrivati a tutto ciò? Come può un reperto storico capovolgere il proprio significato? Succede quando si parla di memoria condivisa senza basarsi sui dati della ricerca storica.
    Ogni 10 febbraio l'informazione italiana ricorda e celebra, in sostanza, una storia parziale e distorta del nostro confine orientale, spesso basandosi su dati falsi o manipolati e condizionata da omissioni e censure, perpetrando la classica immagine degli italiani brava gente e caratterizzandosi dal solito vittimismo nazionalista.

    La vittoria dell'Italia agli Europei di calcio ci ha ricordato cos'è l'Europa

    La vittoria dell'Italia agli Europei di calcio ci ha ricordato cos'è l'Europa
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6655

    GLI EUROPEI DI CALCIO CI HANNO RICORDATO COS'E' L'EUROPA di Antonio Socci
    Bisognerebbe tenere a mente certe nozioni di storia e di geografia nel dibattito pubblico e non sempre accade. Per esempio, consideriamo la differenza fra l'Europa e l'Unione Europea.
    L'Europa è un continente che va dall'Atlantico agli Urali, come ricordava Giovanni Paolo II sottolineando la sua identità giudaico-cristiana e la sua eredità greco-romana. Comprende 43 Stati più alcuni transcontinentali.
    Invece l'Unione Europea comprende 27 Stati che, da qualche decennio, hanno sottoscritto un trattato internazionale.
    Molti Paesi non hanno sottoscritto tale Trattato e non sono nella UE, ma fanno parte dell'Europa, da sempre: per esempio Svizzera, Russia, Gran Bretagna (uscita di recente dalla UE), Islanda, Norvegia, Ucraina, Albania, Serbia eccetera.
    Ebbene, questa distinzione (fondamentale) talora si perde forse per l'abitudine erronea di chiamare "Europa" quella che invece dovrebbe essere chiamata "Unione Europea" (c'è anche, in tale brutta consuetudine, una certa arroganza politica).
    Questo ha finito per dare origine a equivoci ed errori stupefacenti. Lo si è visto in certe cronache del Campionato europeo di calcio 2020, che è la sedicesima edizione del torneo organizzato dall'Uefa e disputato nel 2021 a causa del Covid.
    Tale campionato non riguarda i paesi dell'Unione Europea, ma i Paesi dell'intera Europa affiliati alla Uefa, infatti - come ricordiamo - hanno partecipato le Nazionali di Svizzera, Russia, Turchia e Ucraina che non fanno parte della Ue.
    La loro stessa presenza avrebbe dovuto far ricordare a tutti la distinzione fra le due diverse entità: l'Europa (il grande continente dalla storia antica) e l'Unione Europea (la piccola e arrogante organizzazione internazionale istituita con un recente Trattato). Invece no.

    SOVRANISMO?
    Per esempio, sulla "Stampa" (7/7) un articolo di Gabriele Romagnoli è uscito con questo sottotitolo: "Con tutte le tentazioni sovraniste e le recriminazioni anti-comunitarie incredibilmente andiamo a rappresentare in finale lo sfinito continente".
    Cosa c'entrano il sovranismo e le "recriminazioni anti-comunitarie" con il calcio non si sa. Ma soprattutto cosa c'entrano con un campionato che non riguarda la UE, ma l'Uefa e il continente (europeo)?
    Speravo in una forzatura del titolista e invece è proprio farina del sacco di Romagnoli che così inizia il suo pezzo: "Incredibilmente l'Europa siamo noi. Con tutte le tentazioni sovraniste e le recriminazioni anti-comunitarie va l'Italia a rappresentare lo sfinito continente, forse proprio contro chi ha preferito uscire dalla sua storia se non dalla sua geografia".
    Allude alla Gran Bretagna (confusa con la sola Inghilterra).

    BREXIT
    Maurizio Crosetti che sulla prima pagina di "Repubblica" (4/7) esordisce così: "Gli inglesi non sono mai stati più dentro l'Europa da quando hanno deciso di chiamarsene fuori".
    Allude al fatto che la Gran Bretagna (non la sola Inghilterra) è uscita dalla UE: secondo lui è uscita dall'Europa.
    Poi prosegue: "Gli manchiamo da morire e ce lo fanno sapere su un campo di calcio... L'Europa che disprezzano ora la rivogliono tutta". Secondo Crosetti "gli inglesi... giocano una partita mascherata... solo perché la vecchia, gloriosa, amata Europa li riprenda indietro".
    Titolo dell'articolo in prima: "L'Inghilterra ora rivuole l'Europa". E all'interno: "Nostalgia dell'Europa".
    P.S. La Gran Bretagna non solo ha deciso la Brexit con un referendum, ma l'ha confermata dando il trionfo a Johnson alle elezioni politiche. Fuori dalla UE, non dall'Europa.

    Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Il tifo per gli Azzurri, l'unico nazionalismo accettato" spiega perché i festeggiamenti per le vittorie della nazionale italiana sono le uniche forma socialmente accettate di nazionalismo, sovranismo, orgoglio nazionale. Per capire questo bisogna ricordare che la nazione non è lo Stato (che, anzi, tende a soffocarla).
    Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana l'11 luglio 2021:
    Domandiamoci: cosa è stata questa nazionale in questo Europeo per i nostri concittadini, almeno per quelli in cui batte un cuore azzurro?
    Di certo una boccata di ossigeno, una di quelle senza mascherina, per intenderci. Sarà un luogo comune, anzi affollato quello di dire che la nazionale ha restituito un po' di serenità al popolo italico dopo un anno e passa di pandemia, ma nel fondo di ogni luogo comune spesso c'è un pizzico di verità. Vederli giocare in modo convincente e poi vincere ha compensato un poco le scelte vessatorie di chi fa il Commissario tecnico dell'Italia, ma che non siede in panchina, bensì al governo e in parlamento. Ad un gol di Chiesa il ricordo dei plurimi lockdown si faceva un poco più appannato, ad uno di Locatelli l'autocertificazione pareva solo un brutto sogno, ad uno di Immobile il coprifuoco sembrava un termine che si potesse applicare solo ai tempi di guerra. L'Italia divisa in zone rosse, arancioni, gialle e bianche, grazie a Mancini è diventata tutta azzurra.
    Sarà solo retorica questa - qualcuno penserà - ma è quella buona che nasce dai sentimenti, costumi e tradizioni condivise. Ossia nasce dal sentimento patrio che è vero che riemerge solo quando undici giocatori in maglia azzurra scendono in campo, ma almeno riemerge e questo è più importante di quello che sembri. Infatti l'euforia collettiva e clacsonara che inebria molti è prova provata che esiste la Patria, realtà di diritto naturale incisa a lettere di fuoco nell'anima di tutti e quindi nell'anima di un intero popolo. La differenza tra il tifo per un club di calcio e il tifo per una nazionale sta proprio qui: nel primo caso esprime una fede calcistica per una squadra che può anche rappresentare sul campo l'identità di una città, ma non sempre accade. Oppure, insieme a questa prima eventualità, esprime l'appartenenza ad una storia di un team che ha un suo profilo, un suo carattere con cui ci sentiamo legati. La nazionale invece rappresenta, banale a dirsi, un'intera nazione che è concetto ben diverso da quello di Stato. Con il primo termine si intende l'insieme di tradizioni, costumi, norme non scritte, sensibilità, etc. che innervano un intero popolo, che gli dà forma. Il secondo indica quell'ente che racchiude in sé una serie di apparati per la gestione del res publica su un dato territorio. La nazione è l'anima di un popolo, lo Stato spesso soffoca quest'anima. Di più: nessuno andrebbe a fare caroselli per lo Stato italiano perché, almeno il nostro, è una istituzione senz'anima.
    Dunque la Patria e la Nazione esistono e il nostro entusiasmo per ogni pallone buttato in rete dai scarpini azzurri lo testimonia. Allora la nazionale, per paradosso, è diventato l'ultimo baluardo di un sovranismo e di un nazionalismo ancora accettati. Una sorta di riserva indiana in cui ancora è permesso esibire l'orgoglio italico, esultare perché si è migliori di altri almeno a calcio (la più grande bestemmia esistente contro la divinità del politicamente corretto è affermare che qualcuno o qualcosa è migliore di qualcun altro o di qualcos'altro), indulgere in sfottò ai danni di cittadini extraitalici. Un'enclave dove essere fieri di essere italiani, dove si custodisce, seppur sotto le semplici sembianze sportive, la nostra identità, ma non quella artefatta e adulterata fatta inclusività arcobaleno, Ddl Zan, reality Tv, desertificazione nelle chiese e nelle culle, vite da influencer e marce contro il surriscaldamento globale, ma quella autentica e solo apparentemente retorica cesellata lungo i secoli dai nostri poeti, dai nostri pittori, dai nostri musicisti e dai nostri santi. E cosi quando [...] esulteremo questa sera dal divano di casa insieme ad amici o parenti, noi in modo indiretto e del tutto inconsapevole daremo gloria a Dante, a Michelangelo e a San Francesco. [...]

    OFF TOPIC: #Iostoacasa: tra giustizialismo e il ritorno del nazionalismo

    OFF TOPIC: #Iostoacasa: tra giustizialismo e il ritorno del nazionalismo
    Oggi non voglio parlare di allenamento, ma di politica

    Devo ammettere di essere sinceramente preoccupato del nazionalismo che sempre più emerge in questo paese
    Una cosa è sicura che il Virus cambierà completamente la nostra vita e non mi riferisco ai baretti, ma potrebbero esserci mutazioni politiche non belle

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