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    Episodes (59)

    PERCHE' un Condono edilizio oggi ?

    PERCHE' un Condono edilizio oggi ?
    Per quali motivi alcuni giorni fa si è tornati a proporre un tema delicato e controverso come il Condono edilizio? Per far cassa. Tuttavia ho l'impressione che possa essere stato un test per verificare l'opinione pubblica.

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    3' grezzi Ep. 500 Per i turisti? Ma quando mai!

    3' grezzi Ep. 500 Per i turisti? Ma quando mai!
    La città dovrebbe essere prima di tutto per le persone che ci abitano. Ecco perché mi fa arrabbiare sentire le persone che chiedono strade più pulite 'perché altrimenti cosa pensano i turisti?' Sinceramente a me dei turisti importa abbastanza poco, preferisco che le strade siano pulite perché ci abitiamo noi che qui (e vale per ogni città) ci viviamo.

    TRASCRIZIONE [ENG translation]

    Non ce l'ho con i turisti. In linea di massima non ce l'ho mai con una categoria per partito preso. Però mi d molto fastidio un atteggiamento che vedo spesso dalle persone della mia città, dai cagliaritani, e cioè ogni volta che ci sono delle strade piene di spazzatura, e a volte succede, o quando c'è qualche bruttura o quando l'amministrazione comunale non ripara le strade, non fa quello che dovrebbe fare, purtroppo succede abbastanza spesso, allora sui giornali, sia i giornalisti che le persone che commentano, iniziano col dire ah, e che cosa pensano allora quando arrivano i turisti?

    E questo mi fa molto arrabbiare perché io penso che principalmente, fondamentalmente la città è prima di tutto per le persone che nella città ci abitano, per le persone che hanno investito qualcosa per abitare in quella città. E non parlo di investimenti in denaro, acquisto di appartamenti o quant'altro. Parlo proprio del fatto che nella città ci vivono e contribuiscono alla società che c'è in quella città, al fatto che i servizi vengano utilizzati, che ci sia un certo tipo di ambiente, hanno la loro famiglia, i loro amici, le loro amiche.

    Ecco allora smettiamola di pensare concepire la città a misura di turista, perché i turisti vanno e vengono, e spesso si lasciano dietro spazzatura, infatti a me non piacciono nemmeno le grandi navi da crociera che si dice, boh portino chissà quale ricchezza. Io quando li vedo passare nel centro storico, mi ricordano gli sciami delle cavallette, che purtroppo sono un altro grande problema che abbiamo qua in Sardegna.

    Sì, non mi piace questo accomunare, queste masse di persone che si muovono, con queste gigantesche imbarcazioni, vanno di porto in porto. Mi ricordo vidi questa cosa terribile a Venezia, dove io ero andate a vedere la Biennale, non in gruppo, da sola, con mio marito, e ricordo questa nave gigantesca, prima che proibisse alle navi gigantesche di entrare a Venezia, che approdò la mattina presto, e la vidi perché noi eravamo già lì alle 6 del mattino, e la stessa nave poi ripartì, boh non lo so, alle cinque di pomeriggio. Ecco, quelle persone erano rimaste a Venezia una manciata di ore e potevano tornarsene a casa dicendo, ah, sono stato a Venezia! Ma dove sei stato? Ma dove sei stato?

    Ecco, mi dà fastidio questo atteggiamento delle persone che vogliono la città fatta bella e pulita per i turisti. No, fatevi una bella città per voi che ci abitate, un vostro diritto e cheppalle 'sti turisti e basta.

    Cioè vabbè, scusate, mi sono fatto un po' prendere la mano. Anch'io a volte vado in altre nazioni, ma cerco di rimanere praticamente invisibile, di non essere così visibile come le masse dei turisti.


    TRANSLATION

    I don't resent tourists. As a general rule, I never resent a category out of partisanship. But it bothers me very much an attitude that I often see from the people in my city, from the people in Cagliari, and that is whenever there are streets full of garbage, and sometimes it happens, or when there is some ugliness or when the city administration doesn't repair the streets, doesn't do what it should do, unfortunately it happens quite often, then in the newspapers, both journalists and people commenting, they start by saying ah, and what will tourist think of it?

    And that makes me very angry because I think that primarily, fundamentally the city is first of all for the people who live in the city, for the people who have invested something to live in that city. And I'm not talking about investing money, buying apartments or whatever. I am really talking about the fact that those people live there and contribute to the society there, to the fact that services are used, that there is a certain kind of environment, that they have their family, their friends.

    Well, let's stop thinking conceiving of the city as just tourist-friendly, because tourists come and go, and they often leave behind garbage, in fact I don't like the people on big cruise ships that are said, IDK, to bring who knows what wealth. When I see them passing through the historic center, they remind me of the swarms of locusts, which unfortunately are another big problem we have here in Sardinia.

    Yes, I don't like this lumping together, these masses of people moving, with these giant boats, going from port to port. I remember I saw this terrible thing in Venice, where I had gone to see the Biennale, not in a group, alone, with my husband, and I remember this giant ship, before they banned giant ships from entering Venice, that arrived early in the morning, and I saw it because we were already there at 6 o'clock in the morning, and the same ship then departed, I don't know, at five o'clock in the afternoon. There, those people had been in Venice a handful of hours and could go home and say, ah, I've been to Venice! But where have you been? But where have you been?

    Here, I am bothered by this attitude of people who want the city made nice and clean for tourists. No, make a nice city for you who live there, it's your right and it sucks, these tourists, and that's it.
    I mean whatever, sorry, I got a little carried away. I too sometimes go to other countries, but I try to remain practically invisible, not to be as visible as the masses of tourists.

    3' grezzi Ep. 489 Diritto di parcheggio

    3' grezzi Ep. 489 Diritto di parcheggio
    I parcheggi delle auto hanno un costo altissimo sulla comunità e un impatto ancor apiù grande sulla vivibilità delle città. Eppure noi automobilisti lo consideriamo un diritto. Mentre cercavo pracheggio (per 32 minuti!) ho riflettuto sul diritto acquisito che diritto non è. Ripensiamo il parcheggio in modo creativo e sostenibile! Vi metto un link alla fine della pagina.

    TRASCRIZIONE [ENG Translation below]
    Ieri ho impiegato esattamente 32 minuti a trovare parcheggio. So che erano esattamente 32 minuti perché è iniziato un podcast nel momento in cui è iniziata la mia ricerca e quando finalmente ho spento la macchina erano passati 32 minuti di ascolto.

    Da un lato è molto frustrante cercare parcheggio. L'ho già detto diverse volte, abito in una zona molto popolosa, piena di negozi e quindi piena di gente che parcheggia in doppia fila che io non sopporto, non ho mai parcheggiato in doppia fila, mai parcheggerò in doppia fila, mai parcheggerò la macchina in posti non deputati al parcheggio, e la zona in cui abito anche una zona dove abitano moltissime persone anziane, che usano la macchina non molto spesso, e io sono una di quelle: anziana e la uso molto... la macchina lo uso solo quando è indispensabile, altrimenti la lascio lì, parcheggiata dov'è, anche per giorni.

    Mentre facevo le mie vasche, isolato dopo isolato, e mi allontanavo sempre di più da casa, da un lato ero frustrata, dicevo, uff devo ancora cercare parcheggio. Uff! 10 minuti, 20 minuti. Dall'altro però sono cosciente, ero cosciente del fatto che la mia frustrazione fosse ingiustificata. Perché? Perché dovrei avere io diritto ad usare la strada così come mi pare, gratuitamente, quando ad esempio, le persone che hanno un bar devono pagare il suolo pubblico per poterci mettere sopra i loro tavolini?

    Sì, perché quello che da molti automobilisti viene visto come un diritto divino e no, non lo è affatto, perché quando io parcheggio la mia macchina, soprattutto io, che poi la uso poco, quindi occupo il suolo pubblico per tantissimo tempo, è più il tempo che la mia macchina è ferma e quella che va in giro, io sto chiedendo gratuitamente un grandissimo sacrificio da parte della collettività che condivide la mia città.

    Sì, perché quando sono nati i parcheggi, quando le macchine si sono diffuse, si è diffusa anche questa questa mentalità che il parcheggio sia un diritto.

    Io sono un'automobilista ma sono cosciente del fatto che non è assolutamente un diritto il mio parcheggio, è una cosa che finora c'è ma che più avanti, con l'aumentare del numero delle macchine, sarà sempre più difficile da avere e sarà anche sempre più ambito.

    Quindi probabilmente prima o poi spariranno anche i parcheggi pubblici e se ci pensiamo non è una cosa così così astrusa, non è una cosa così scandalosa, perché altrimenti il suolo pubblico si paga per qualsiasi altra attività, perché non si dovrebbe pagare per parcheggiare la macchina? Pensate poi alle famiglie dove ci sono due tre auto. Eh, il peso per la collettività è decisamente grande. Comunque, detto ciò sto per uscire, spero poi di trovare parcheggio.



    TRANSLATION

    Yesterday it took me exactly 32 minutes to find parking. I know it was exactly 32 minutes because a podcast started at the time my research began, and when I finally turned off the car, 32 minutes of listening had passed.

    On the one hand, it is very frustrating to search for parking. I've already said it several times, I live in a very populous area, full of shops and therefore full of people parking, double-parking which I can't stand, I never double-park, will never double-park, will never park my car in places not designated for parking, and the area where I live is also an area where a lot of elderly people live, who use the car not very often, and I'm one of those: elderly and I use... the car I use it only when it is essential, otherwise I leave it there, parked where it is, even for days.

    As I did my laps, block after block, and got further and further away from home, on the one hand I was frustrated, I was saying, phew I still have to look for parking. Phew! 10 minutes, 20 minutes. On the other hand, however, I am aware, I was aware that my frustration was unwarranted. Why? Why should I have the right to use the street as I see fit, for free, when, for example, people who have bars have to pay for public land in order to put their tables on it?

    Yes, because what is seen by many motorists as a divine right and no, it is not at all, because when I park my car, especially me, as then I use it seldom, so I occupy public land for a very long time, it's more the time that my car is stationary than the one that I drive it, I am asking, for free, a very great sacrifice from the community that shares my city.

    Yes, because when parking lots came into existence, when cars became widespread , this mentality that parking is a right also spread.

    I am a motorist but I am aware of the fact that it is absolutely not a right having a parking space, it is something that is there, so far, but that later on, as the number of cars increases, it will be more and more difficult to have and will also be more and more coveted.

    So probably sooner or later the public parking lots will disappear completely, and if we think about it, it's not such a so-so abstruse thing, it's not such a scandalous thing, because otherwise public land is paid for any other activity, why shouldn't you pay to park your car? Then think of households where there are two three cars. And the burden on the community is definitely great. Anyway, having said that I am about to leave, I hope then to find parking.


    LINK
    Un link interessante per riflettere sui parcheggi https://www.wired.it/article/parcheggi-problema-citta/

    3' grezzi Ep. 488 Città da 15 minuti

    3' grezzi Ep. 488 Città da 15 minuti
    Non un problema di mobilità ma di accesso, perché non dovrei essere obbligata a prendere la macchina (ma nemmeno i mezzi pubblici!) per accedere ai servizi di cui ho bisogno. Questo il concetto della città da 15 minuti. Vi metto qualche link in fondo alla pagina.

    TRASCRIZIONE [ENG translation below]

    Il concetto della città da 15 minuti è molto semplice: dovrei essere in grado di raggiungere tutti i negozi, tutti i servizi di cui ho bisogno nell'arco di 15 minuti, a piedi o in bicicletta.

    Devo dire che a Cagliari, dove abito, sono in una città da 15 minuti perché effettivamente posso andare a piedi all'ufficio postale, al tabacchino a comprare i francobolli che non hanno, al supermercato, il calzolaio anche a 15 minuti, il mercato, pescivendolo, parrucchiere, il medico.

    Insomma, sono molto fortunata, ma semplicemente perché abito in una parte della città piena di servizi, con un'altissima densità di popolazione.

    Mia madre abita nella parte vecchia della città, in un quartiere storico che quando io ero bambina era un quartiere malfamato, e poi negli anni '90 ha cominciato a essere... gli appartamenti sono stati acquistati da professionisti, architetti che l'hanno rimesso a posto e adesso il quartiere dove abita mia mamma, lei è una delle pochissime persone che ci abita da più di trent'anni, lei abita da da 50, 60 e più anni lì, per il resto sono negozi che vendono souvenir e bed and breakfast.

    Quindi, paradossalmente, io che abito in una parte nuova della città ho a mia disposizione di tutti i servizi di cui ho bisogno, mia madre invece no, perché nel suo quartiere non c'è, non ci sono botteghe, non c'è una banca, non c'è nemmeno uno sportello, non c'è nemmeno un ufficio postale e lei deve fare ben più di 15 minuti per raggiungere tutti questi servizi.

    Il problema della città da 15 minuti è tornato in auge o comunque è stato presentato negli ultimi decenni e parte dal presupposto che se non dobbiamo fare i chilometri per arrivare ai servizi di cui abbiamo bisogno, stanno tutti meglio.

    Quindi un problema non di mobilità, non di avere trasporti migliori, bensì un problema di accesso, avere accesso a quello che ci serve dove abitiamo.

    Ci sono molte parti della regione dove abito, della Sardegna, che non hanno né accesso e né mobilità, che non ci sono né mezzi di trasporto né servizi di cui la gente ha bisogno, e ancora penso al quartiere dove abita mia mamma, dove non ci sono, dove non passano nemmeno mezzi di trasporto al suo interno. Quindi chi vuole accedere ai servizi deve farsela a piedi, in bicicletta non è molto consigliato perché è un quartiere che si chiama Castello, è messo in cima a una montagna.
    Sforziamoci, sforziamoci di portare i servizi là dove abita la gente e non di fare il contrario.



    TRANSLATION

    The concept of the 15-minute city is very simple: I should be able to reach all the stores, all the services I need within 15 minutes, on foot or by bicycle.

    I have to say that in Cagliari, where I live, I am in a 15-minute town because I can actually walk to the post office, to the tobacconist to buy stamps they never have, to the supermarket, the shoemaker also 15 minutes away, the market, fishmonger, hairdresser, doctor.

    In short, I am very lucky, but simply because I live in a part of the city full of services, with a very high population density.

    My mother lives in the old part of town, in a historic neighborhood that when I was a child was a bad neighborhood, and then in the 90s began to be... the apartments were bought by professionals, architects who remodelled it and now the neighborhood where my mom lives, she is one of the very few people who has lived there for more than 30 years, she has lived there for 50, 60 and more years, otherwise it's stores selling souvenirs and bed and breakfasts.

    So, paradoxically, I, living in a new part of the city, have at my disposal all the services I need, my mother does not, because in her neighborhood there is no, no stores, no bank, not even a bank counter, not even a post office, and she has to walk well over 15 minutes to reach all these services.

    The problem of the 15-minute city is back in vogue or at any rate has been presented in recent decades and assumes that if we don't have to drive the miles to get to the services we need, everyone is better off.

    So a problem not of mobility, not of having better transportation, but a problem of access, having access to what we need where we live.

    There are many parts of the region where I live, of Sardinia, that have no access and no mobility, that there is no transportation and no services that people need, and still I think of the neighborhood where my mom lives, where there are no, where no transportation even passes within it. So those who want to access services have to do it on foot, by bicycle it is not very recommended because it is a neighborhood called Castle, it is put on top of a hill.

    Let's strive, let's strive to take services to where people live and not the other way around.

    LINK
    La città da 15 minuti su Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Citt%C3%A0_di_15_minuti
    15minutecity.com https://www.15minutecity.com/about

    Parliamo di urbanistica, architettura e arte con Marianna Giordano

    Parliamo di urbanistica, architettura e arte con Marianna Giordano
    Qual è il legame tra urbanistica, architettura e arte urbana?
    Ne parliamo con Marianna Giordano, architetta molisana fondatrice del Premio Antonio Giordano, uno dei progetti più longevi e noti in Italia che riguarda l'arte urbana e il comune di Santa Croce di Magliano.

    Insieme a Marianna affrontiamo il tema della riqualificazione, di quali azioni sono necessarie, dell'arte urbana come attrattore turistico e di molto altro!


    Planimetria catastale d’impianto per Conformità urbanistica immobile

    Planimetria catastale d’impianto per Conformità urbanistica immobile
    Acquisire copia della planimetria catastale del primo accampionamento è un passaggio essenziale per verificare lo Stato Legittimo dell’unità immobiliare

    Ricostruire lo Stato Legittimo dell’immobile richiede una lunga serie di accertamenti e verifiche da effettuare presso i competenti uffici pubblici. E tra i vari documenti da acquisire vi rientrano a pieno titoli gli atti e informazioni desumibili dal Catasto (oggi Agenzia dell’Entrate).

    BM - Puntata N. 210 - La responsabilità del mediatore immobiliare nei processi di compravendita

    BM - Puntata N. 210 -  La responsabilità del mediatore immobiliare nei processi di compravendita
    ✋ Intervista con l'avvocato Ciro Fiore
    👉 La responsabilità del mediatore immobiliare nei processi di compravendita: Urbanistica

    Oggi è intervenuto ai microfoni di Casa Italia Radio, durante la rubrica quotidiana, Bricks and Music, condotta da Paolo Leccese ed il poliedrico ingegnere Emiliano Cioffarelli, l'Avv. Ciro Fiore, dell'omonimo studio legale in Roma, per parlare della responsabilità del mediatore immobiliare nei processi di compravendita in tema di Urbanistica.

    ✅ Un’ informazione parziale o assente in merito alle informazioni relative all’immobile oggetto di Compravendita può far emergere delle responsabilità del mediatore

    ✅ Quale l’atteggiamento giusto per mettersi al sicuro rispetto alle parti?

    ✅ La responsabilità ed eventuali danni possono essere richiesti anche successivamente alla compravendita?

    ✅ Differenza tra legittimità urbanistica e conformità urbanistica

    Ep. 2 - Dentro e fuori la (metro)polis con Stefano Boeri

    Ep. 2 - Dentro e fuori la (metro)polis con Stefano Boeri
    In questo episodio parliamo di spazi. Pubblici, condivisi: quelli dove circolano le idee, dove possiamo imbatterci in quello che non stavamo cercando. Spazi della casualità e della creatività. E no, non sono le stanze dove programmiamo i meeting di Zoom.

    Ce lo siamo fatti raccontare da Stefano Boeri, architetto e urbanista. Per molti “quello del bosco verticale”. Noto a noi e a moltissimi altri ancora anche per svariate opere di riqualificazione urbana, inclusione di biodiversità, rivalutazione di borghi storici…

    Piazze, periferie, borghi storici sono ancora al centro delle mappe e della vita sociale? È possibile progettare nel rispetto delle persone, dei legami tra persone e della natura? Che cosa vuol dire città minerali?

    Perché non si può pensare un’architettura senza pensare alle persone. Vero?

    La scienza dei network (Ottantatreesima Puntata)

    La scienza dei network (Ottantatreesima Puntata)
    Puntata dedicata alle scienze sociali computazionali e all’importanza dello studio dei network sociali. Dall’origine dell’idea di network fino alle applicazioni più recenti che vanno dallo studio dell’arte fino al campo della science of science. Un viaggio tra strumenti matematici e tecnologie utili per mappare le diverse community.

    L’ospite della puntata è la professoressa Roberta Sinatra (ITU Copenaghen) che da anni si occupa di studiare le dinamiche dei network e dei sistemi complessi.

    Qui trovate lo studio di cui parliamo nella seconda parte della puntata dedicato al concetto di Hot Streaks: https://doi.org/10.1038/s41467-021-25477-8 . Qui un altro approfondimento sul tema del tracciamento e l’andamento delle carriere di artisti e scienziati: https://doi.org/10.1038/s41586-018-0315-8

    Grafica: Sara Michielin
    In studio: Gianluigi

    Salvaiciclisti e Dynamo Velostazione - con Simona Larghetti

    Salvaiciclisti e Dynamo Velostazione - con Simona Larghetti
    L’associazione Salvaiciclisti - Bologna promuove l’utilizzo della bicicletta come mezzo di spostamento per una mobilità più sostenibile e che vada incontro alle esigenze di tutti.

    Prodotto dall’Associazione Scambieuropei e realizzato da Federico Fabiani, Francesca Sciacca ed Enrico Pontieri.

    📸
    IG: https://www.instagram.com/dammiiltiro_podcast

    LINK ASSOCIAZIONE: http://salvaiciclisti.bologna.it/


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    Musica originale: Luca Musolesi

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    Frequenze Inclusive è un Progetto di Solidarietà, cofinanziato dal programma Corpo Europeo di Solidarietà dell’Unione Europea 🇪🇺

    Trailer: parti da qui!

    Trailer: parti da qui!
    Lucio Dalla diceva che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, e aveva ragione.

    La parte di città che sta dentro le mura infatti, è come la ruota di una bicicletta, con i raggi che dalle Porte convergono in Piazza Maggiore.

    Le porte, che per secoli sono state gli unici punti di accesso alla città, sono dieci, e se si impara a conoscere il loro ordine, perdersi è quasi impossibile.

    Basta sapere a quale porta suonare
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    Questo è Dammi il tiro, un podcast su Bologna

    Siamo Federico Fabiani e Francesca Sciacca, e ti raccontiamo la città attraverso le voci e le storie delle associazioni e dei volontari, che rendono Bologna un posto speciale.

    Un posto, dove c’è sempre una porta che si apre.

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    Stato Legittimo degli Immobili - Carlo Pagliai

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    col DL 76/2020 "Semplificazioni" è stato introdotto ufficialmente un concetto da rispettare nelle pratiche edilizie; sarà necessario per verificare anche le tolleranze, e soprattutto quando si effettueranno le compravendite immobiliari.

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