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    Explore "arci" with insightful episodes like "Verso Rafah", "S2 EP46|如何快速解決職場複雜問題?高效工作者都會用的「思考框架」!專訪 《經理人月刊》總編輯 齊立文", "Arci Culture Solidali, per il lavoro femminile sostenibile in Africa", "L'Ue sostiene la produzione militare" and "Avvenire pubblicizza il 5x1000 all'Arci" from podcasts like ""Approfondimenti, storie e ospiti di RB", "職涯履行家 Creating Our Future", "Diritti al Cuore", "Diritti e Rovesci" and "Cristianesimo - BastaBugie.it"" and more!

    Episodes (17)

    Verso Rafah

    Verso Rafah
    Rappresentanti di Ong e associazioni, giornalisti e parlamentari sono giunti al Cairo e sono in arrivo al valico di Rafah per chiedere la tregua subito. È la Carovana per Gaza, per dire ancora una volta che un cessate il fuoco immediato nella Striscia è vitale.

    Su Radio Bullets la testimonianza di Walter Massa, presidente nazionale Arci.

    S2 EP46|如何快速解決職場複雜問題?高效工作者都會用的「思考框架」!專訪 《經理人月刊》總編輯 齊立文

    S2 EP46|如何快速解決職場複雜問題?高效工作者都會用的「思考框架」!專訪 《經理人月刊》總編輯 齊立文
    我們都知道工作當中,要挑選重要但不緊急的事情來做,但實際的職場現況,經常有各種重要但緊急的臨時任務。 身為工作者的我們,該如何用聰明的思考方式,在最短時間找到正確的方法,快速解決問題? 今天非常榮幸邀請到《經理人月刊》總編,同時也是「一流工作者的商業思考框架」課程講師齊立文,來跟我們分享商業思考框架,以及他採訪超過百位經理人的工作心法。 本集精彩一次看 ➤ 《經理人月刊》嚴選 10 個商業思考框架,教你快速解決工作難題! ➤ (01:19) 用系統思考拉大格局,重新安排事情的輕重緩急 ➤ (08:26) 小學生都會用!激發創意的思考框架:KJ法、曼陀羅法、6頂思考帽等 ➤ (14:28) 梳理系統、精準溝通的思考框架:金字塔法 ➤ (21:07) 複雜問題怎麼解?麥肯錫、BCG管顧公司都知道:假說思考法 ➤ (28:39) 總編揭密!業界厲害的經理人竟然是這樣思考的 ➤ (36:57) 思考框架的最高境界:無形中快速抓到重點、問出對的問題! 📍課程簡介: 《經理人月刊》與新商業學校合開「一流工作者的商業思考框架」線上課,嚴選10個職場人絕對用得上的思考框架,包括:系統思考、決策樹、金字塔法、假說思考、PDCA、ARCI、PERT、曼陀羅法、KJ法、六頂思考帽。一次解決3種工作應用情境:向上管理、專案管理、會議管理,保證效率翻倍,做出超越老闆期待的成果! 🔥來這裡了解更多《商業思考框架》課程內容,職涯履行家聽友專屬折扣碼「yourator300」,結帳現折300元! 🙌🏼兩堂一起買更划算:加購「一次搞懂Chatgpt」實用工具課,讓你快速上手AI工具,加速做出高績效!點擊課程頁面看優惠>https://pse.is/5eplzy ⭐️ 喜歡這集節目也歡迎到《職涯履行家》Apple Podcast 底下留言 + 5星好評🤩 ⭐️還聽不夠嗎?精華文章看這裡! 🌟同場加映|全台年度最大《職涯博覽會》要來了🌟 Yourator 年度盛事——數位職涯博覽會,2024年1月6號在松山文創園區2-4號倉庫登場囉! 本次數位職涯博覽會以
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    Avvenire pubblicizza il 5x1000 all'Arci

    Avvenire pubblicizza il 5x1000 all'Arci
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7408

    AVVENIRE PUBBLICIZZA IL 5 PER MILLE A FAVORE DELL'ARCI di Mauro Faverzani
    Di nuovo. È successo di nuovo. Non a caso, non per una svista, né per un errore. Bensì deliberatamente, consapevolmente, pervicacemente. Il quotidiano della Cei, Avvenire, che ama definirsi genericamente «di ispirazione cattolica», quasi la sua non fosse sequela, apostolato, testimonianza, missione, bensì un tenue sentimento, un timido stato d'animo, un'intuizione senza impegno, dallo scorso 3 maggio ha ripreso a pubblicare in prima pagina, come manchette, accanto alla testata, a destra ed a sinistra, quindi con la massima evidenza possibile, la pubblicità del 5 per mille a favore dell'Arci.
    Era già capitato l'anno scorso e già qui, con un articolo, evidenziammo l'anomalia: con tutte le associazioni e le realtà cattoliche benemerite, cui invitare i lettori a destinare il 5 per mille, sponsorizzare proprio l'Arci ha dell'incredibile. E proprio in quell'articolo ne sintetizzammo i motivi, ripercorrendo la storia di quest'organizzazione impregnata ancora oggi di Sinistra col pugno chiuso, di immigrazionismo spinto, di ideologia Lgbtqa+, di genderismo fatto di schwa e asterischi per Statuto e poi ancora di aborto, di suicidio assistito, di eutanasia, stracciando così pagine e pagine di Catechismo della Chiesa cattolica, infischiandosene della sua Dottrina con una foga che non fa certo rima con "accoglienza" dei valori altrui, con "ascolto" di chi solo la pensi diversamente, con un autentico "rispetto" di tutte le posizioni.
    L'Arci ne ha per tutti coloro che non cantino col (suo) coro: sul suo sito, bolla senza mezzi termini e senza appello il governo Meloni d'esser «a trazione post-fascista», «pericoloso per la nostra Costituzione e per la nostra democrazia», si scaglia contro il decreto «anti-rave», monopolizza il 25 aprile, promuove la «Giornata internazionale della visibilità transgender» con tanto di «Carriera Alias» nelle scuole e via elencando.
    L'ARCIGAY
    Del passato l'Arci non rinnega nulla, anzi: anche nell'ultima redazione dello Statuto, approvata al XVIII Congresso nazionale del dicembre 2022, ribadisce di rappresentare «la continuità storica e politica» dell'«Associazione Ricreativa Culturale Italiana delle origini, fondata a Firenze il 26 maggio 1957», quella che affondava le proprie radici nel Pci, nel Psi e nella Cgil, come evidenziato da Vincenzo Santangelo, ricercatore presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, nel suo libro Le Muse del popolo.
    Nell'alveo dell'Arci sorse il 9 dicembre 1980 l'Arcigay, voluto da un sacerdote omosessuale, un teologo della liberazione sospeso a divinis, don Marco Bisceglia (riammesso nella Chiesa solo poco prima di morire, malato di Aids, dopo la supplica da lui inviata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, supplica in cui si pentì di quelli che chiamò «i miei errori e traviamenti»). Con lui collaborò a quest'avventura anche un allora giovane obiettore di coscienza in servizio civile, Nicola Vendola detto Nichi, che poi divenne suo convivente. Con la sua adesione al World Social Forum, l'Arci ha fatto sue le bandiere dell'antagonismo e della «globalizzazione alternativa» terzomondista, ribadendo la propria natura «antiliberista» ed «antimperialista».
    Insomma, ce n'è abbastanza per indurre chi si dichiari cattolico a prender le distanze da posizioni tanto estremizzate e tanto lontane dal proprio credo. Anche quando si tratti di contratti pubblicitari, specie quando i messaggi contrastino con i propri ideali (ammesso che contrastino davvero)...Perché a Vespasiano, che sentenzia «pecunia non olet» («il denaro non puzza»), risponde Orazio, che argomenta «Est modus in rebus» («v'è una misura nelle cose») ed aggiunge: «Sunt certi denique fines, Quos ultra citraque nequit consistere rectum» («Vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi ciò ch'è giusto»). Allora, perché insistere, un anno dopo, riproponendo la medesima pubblicità a scapito delle realtà cattoliche, che più e meglio l'avrebbero meritata? Allora è un vizio, verrebbe da commentare...Esattamente. Come conferma il Catechismo.
    AVERSIO A DEO, CONVERSIO AD CREATURAS
    Secondo San Tommaso d'Aquino, infatti, il peccato è «aversio a Deo» ovvero allontanamento cosciente e volontario da Dio, da Colui che infonde l'essere e la vita, aderendo viceversa alle creature, al mondo («conversio ad creaturas»). Coincide con quanto recepito nel Catechismo della Chiesa cattolica, che, al n. 1849, definisce il «peccato» come «una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all'amore vero, verso Dio e verso il prossimo». Richiamando Sant'Agostino - e lo stesso San Tommaso, non a caso citato - bolla il peccato come «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna».
    Ora, promuovere pubblicamente chi sostenga aborto, eutanasia e tutto quanto sopra richiamato allontana indubbiamente da Dio sé stessi ed, ahimè, anche il prossimo, essendo manifestamente contrario alla Legge eterna.
    Il peccato inizia come seduzione e, specie quando ripetuto, diviene schiavitù. Come scrive ancora il Catechismo al n. 1876, «la ripetizione dei peccati, anche veniali, genera i vizi». Ed ecco, dunque, per quale motivo non appaia né sbagliato, né esagerato ritenere un «vizio» la promozione di ideologie contrarie alla fede, alimentando la confusione tra credenti e non. Nelle sue parole di commiato, Marco Tarquinio, che ha recentemente lasciato la direzione di Avvenire al collega Marco Girardo, ha scritto d'aver voluto «offrire a tutti un'informazione sempre limpida e libera, ancorata ai grandi valori cristiani e civili del nostro umanesimo». Certamente la scelta degli inserzionisti non è stata oculata, né coerente: lascia anzi una brutta eredità ed una pesante ipoteca sulla linea editoriale del giornale della Cei, linea che sarebbe bene a questo punto chiarire: infatti, «nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona» (Lc 16, 13).

    Dai Social Forum alla Società della Cura

    Dai Social Forum alla Società della Cura
    Pubblichiamo l'incontro che si è tenuto a Como il 19 Settembre nell'ambito della fiera solidale "Isola che C'è"

    Raffaella Bolini e Walter Massa si interrogano sul confronto tra le generazioni di Genova 2001 e Genova 2021: cos'è rimasto delle idee, del messaggio, dei movimenti?

    Ci scusiamo per l'audio non eccelso ma è lo scotto da pagare per la presa diretta.

    Entra nel canale telegram per rimanere aggiornato: https://t.me/backtotheG8​​

    Im.patto Speciale - Ep. 5 - Babelica e le mappe narrative di Im.patto

    Im.patto Speciale - Ep. 5 - Babelica e le mappe narrative di Im.patto
    Im.patto Speciale - Ep. 5

    www.im-patto.it

    Im.patto Speciale è il podcast dedicato a Im.patto, iniziativa di Nova Coop in Piemonte per creare un nuovo “patto” con il territorio.
    Ogni settimana Consonanze, la Radio che Fa Bene, vi racconta i progetti partner di Im.patto.

    Nel quinto episodio vi presentiamo Babelica, realtà culturale no profit associata all'Arci che si fa portavoce di tutta quella cultura con la c minuscola.
    Ascolta l'intervista a Tatjana Giorcelli e a Sergio Berbotto, rispettivamente presidentessa e vice presidente di Babelica.
    Oltre agli interessanti progetti Babelica questa puntata della nostra rubrica vi racconta le mappe narrative di Im.patto realizzate da Sergio Berbotto.

    Im.patto Speciale è condotto da Daniele Vico e Claudio Petronella

    CONSONANZE, la radio Fa Bene. Un programma condotto da Claudio Petronella.
    Dal lunedì al venerdì alle 14:30 in replica alle 21:00 su Radio Beckwith RBE
    www.rbe.it/trasmissioni/consonanze

    Consonanze è un progetto S-Nodi, Fa Bene e Radio Beckwith RBE.

    #1 - La musica ai tempi del Coronavirus: ospite Max Borella

    #1 - La musica ai tempi del Coronavirus: ospite Max Borella
    Prima puntata di Controcanto (titolo provvisorio), il podcast di Comunet - Officine Corsare e Indiependence dedicato alla musica nel post Covid-19.
    Che ne sarà dei concerti dal vivo, dei musicisti, dei locali e di chi ci lavora?
    Nicolò Piccinni intervista Max Borella, direttore artistico e presidente del Circolo Arci Sud, che racconta lo stato dell'arte e le incerte prospettive future del settore musicale.