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    Explore "capitoli" with insightful episodes like "INCIPIT - Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini (1955)", "INCIPIT - 1984, di George Orwell (1949)", "L'USIGNOLO E LA ROSA, di Oscar Wilde - I RACCONTI di DIREZIONE ITACA", "INCIPIT - Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia (1961)" and "INCIPIT - Ragione e sentimento, di Jane Austen (1811)" from podcasts like ""Direzione Itaca", "Direzione Itaca", "Direzione Itaca", "Direzione Itaca" and "Direzione Itaca"" and more!

    Episodes (22)

    INCIPIT - Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini (1955)

    INCIPIT - Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini (1955)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “Ragazzi di vita” è una delle opere più famose di Pasolini. Causa l’argomento della prostituzione maschile trattato nel romanzo, Pasolini e l’editore Garzanti subirono un processo per oscenità, processo che, tuttavia, terminerà con una sentenza di assoluzione con “formula piena”, grazie al contributo di alcuni intellettuali italiani e non, intervenuti a favore dell’autore. In “Ragazzi di vita”, il romanziere-narratore-poeta Pasolini denuncia il degrado sociale che aveva colpito tutto il Paese dopo il conflitto quando ancora il boom economico non aveva fatto breccia nella povertà e disperazione dilagante e racconta i luoghi di Roma dominati da povertà, disagio e delinquenza, con una analisi lucida e a volte spietata della società del dopoguerra disposta a sacrificare le proprie origini pur di inseguire vaghi sogni di arricchimento.

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    INCIPIT - 1984, di George Orwell (1949)

    INCIPIT - 1984, di George Orwell (1949)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    George Orwell, dopo il libro “La fattoria degli animali” del 1945, deve la sua grande fama proprio a questo romanzo “1984”(pubblicato nel 1949) scrivendo un terribile atto d'accusa nei confronti della pretesa totalitaria di voler piegare la realtà e le persone ad un fine superiore che dovrebbe coincidere con il bene del popolo, ma che invece finisce per identificarsi nell'obbedienza cieca ai partiti totalitari e ai loro leader. È in questo romanzo che compare per la prima volta l’espressione “Il Grande Fratello”, una sorta di personaggio immaginario visto come un dittatore assoluto che tiene costantemente sotto controllo ciascun individuo seminando il terrore con lo slogan "Il Grande Fratello vi guarda". È il Grande Fratello che stabilisce regole e modi di vita.

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    L'USIGNOLO E LA ROSA, di Oscar Wilde - I RACCONTI di DIREZIONE ITACA

    L'USIGNOLO E LA ROSA, di Oscar Wilde - I RACCONTI di DIREZIONE ITACA
    Il racconto “L’USIGNOLO E LA ROSA” è uno dei più bei racconti di Oscar Wilde, scrittore, poeta, drammaturgo, giornalista e critico letterario irlandese dell'età vittoriana, esponente del decadentismo e dell'estetismo britannico. Nel racconto, che è come una fiaba, lo scrittore manifesta tutta la sua sensibilità svelando il suo lato romantico nell’esaltazione dell’amore capace di spingere un essere ad uccidersi pur di farne nascere uno nuovo: si narra che l’usignolo amasse la rosa da abbracciarla così tanto che le spine gli trafissero il cuore. L’usignolo è visto come il simbolo dell’amore e della passione mentre la rosa rappresenta la bellezza e la purezza. Questi elementi combinati si sono trasformati nell’immagine di un amore impossibile che, in trasparenza, ci porta dentro la struttura fortemente puritana della società vittoriana che non ammetteva deviazioni dal contesto etico-politico vigente.

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    INCIPIT - Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia (1961)

    INCIPIT - Il giorno della civetta, di Leonardo Sciascia (1961)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “Il giorno della civetta” è probabilmente il romanzo più famoso di Leonardo Sciascia, scrittore tra i più importanti della seconda metà del Novecento, molto attento alle vicende della sua Sicilia, della quale ne ha descritto le contraddizioni e le ambiguità. Dopo la pubblicazione del 1961, in una successiva edizione del 1972, Sciascia ha voluto ricordare come nel 1960, anno in cui fu scritta l'opera, l'esistenza della mafia fosse negata anche all’interno del governo italiano, malgrado documenti e ricerche che ne dimostravano presenza e attività. E dunque l’importanza del romanzo è nell’aver svelato a tutta l'Italia (molto prima delle rivelazioni di Buscetta) gli ingranaggi mafiosi con tutte le sue modalità operative fino ad allora negate dagli stessi organi politici e d'informazione, un problema, come scrisse Sciascia, considerato solamente «nella fantasia dei socialcomunisti». Una citazione dall’”Enrico VI” di Shakespeare: «come la civetta / quando di giorno compare» spiega il titolo del romanzo: Sciascia vuole ricordare che la mafia in origine agiva in segreto, come un animale notturno tipo la civetta, mentre il grande potere attualmente raggiunto le permette di agire alla luce del giorno: da qui il titolo “Il giorno della civetta”.

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    INCIPIT - Ragione e sentimento, di Jane Austen (1811)

    INCIPIT - Ragione e sentimento, di Jane Austen (1811)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    Ambientato nell’Inghilterra del XIX secolo, è la storia di Elinor e Marianne Dashwood, due sorelle dai caratteri opposti. Elinor, la maggiore, ha 19 anni e rappresenta la dimensione razionale, il buon senso, la "ragione" indicata dal titolo; Marianne ha 17 anni e rappresenta, invece, la dimensione emotiva, la passione del cuore, il "sentimento". La tensione fra queste due forze, egualmente potenti, consente a Jane Austen di intessere una storia indimenticabile, amatissima dai lettori e dalle lettrici sin dalla prima pubblicazione di due secoli fa, nel 1811.

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    INCIPIT - I viceré, di Federico De Roberto (1894)

    INCIPIT - I viceré, di Federico De Roberto (1894)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    "I VICERÈ", pubblicato a Milano nel 1894, è il romanzo più famoso di Federico De Roberto, considerato un caposaldo della letteratura italiana moderna. Il romanzo narra il declino e il faticoso adeguamento ai nuovi tempi di una famiglia aristocratica siciliana, gli Uzeda di Francalanza, sullo sfondo di una Sicilia feudale e borbonica. De Roberto traccia un memorabile affresco dell’aristocrazia isolana nel drammatico momento del passaggio alla nuova realtà sociale dell’Italia unita. Leonardo Sciascia ha giustamente considerato "I Viceré" «Il più grande romanzo che conti nella letteratura italiana dopo "I Promessi sposi"» per la ricchezza dei personaggi, l’ampiezza della struttura e la vivezza della rappresentazione, perfettamente capace di confrontarsi con i modelli della grande letteratura russa, tedesca, francese e americana».

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    INCIPIT - Il fu Mattia Pascal, di Luigi Pirandello (1903)

    INCIPIT - Il fu Mattia Pascal, di Luigi Pirandello (1903)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    Il romanzo “Il fu Mattia Pascal”, pubblicato nel 1903, non è solo una delle opere di Luigi Pirandello più conosciute e amate dal pubblico, ma una delle più rilevanti dell'intera produzione dello scrittore siciliano insieme ad altre opere come “Uno, nessuno, centomila” o “Sei personaggi in cerca d’autore”. Il romanzo ruota interamente attorno al tema, fondamentale in Pirandello, dell'identità individuale: quella di Mattia Pascal e del suo alter ego, Adriano Meis. Con un puntuale tocco umoristico - coerente con la poetica pirandelliana della maschera e del "doppio" che alberga in tutti noi (come anche in “Uno, nessuno e centomila”) a Mattia, che ha provato ad evadere dalle convenzioni sociali per assumere una nuova identità più felice, non resta che la constatazione di essere nient'altro che il "fu Mattia Pascal".

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    INCIPIT -Anna Karenina, di Lev Nikolàevič Tolstòj (1877)

    INCIPIT -Anna Karenina, di Lev Nikolàevič Tolstòj (1877)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    Pubblicato nel 1877, il romanzo, considerato uno dei più grandi capolavori della letteratura del XIX secolo, racconta le vicende dell’amore adulterino tra Anna e il conte Alessio Vrònski. Fa da sfondo narrativo una mirabile descrizione della società aristocratica russa ottocentesca: le principessine dei circoli mondani, le nobildonne bigotte, i latifondisti, i contadini, i politici, gli ufficiali, tutta l'alta società della capitale di cui l’autore di “Guerra e pace” mette in risalto le ipocrisie e le convenzioni. Una storia romantica e tragica, di respiro universale, un atto d’accusa contro l’atteggiamento conformista e puritano della Pietroburgo del tempo, pronta a punire e isolare chiunque non si adeguasse ai propri rigidi canoni sociali.

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    INCIPIT - L'insostenibile leggerezza dell'essere, di Milan Kùndera (1984)

    INCIPIT - L'insostenibile leggerezza dell'essere, di Milan Kùndera (1984)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, pubblicato in Francia nel 1984, è considerato il capolavoro di Milan Kùndera. È ambientato a Praga, tra il periodo della Primavera di Praga e la successiva invasione, ma la storia è solo lo sfondo delle vicende che ruotano attorno ai 4 personaggi protagonisti: Tomáš, Tereza, Sabina e Franz. Nella sua struttura di romanzo-saggio, il libro indaga non una storia, ma l’esistenza umana in quanto tale, nei limiti e nella consistenza, nei meravigliosi pregi e nei terrificanti difetti. Fulcro dell’esistenza è il caos e il modo di relazionarsi ad esso. Sabina e Tomáš, che vivono, almeno al principio, nella più totale leggerezza, lo accettano, si lasciano travolgere dal disordine delle cose e trascinare dal vento vitale. Tereza e Franz, che per converso vivono l’onerosità dell’esistenza, sfuggono alla naturale confusione, legandosi alla pesante fattualità degli eventi. Inesorabilmente i quattro personaggi, metafora e rappresentazione ognuno di una sfaccettatura dell’essere, sono condannati all’insostenibile leggerezza dell’essere che ci fa domandare: vista la transitorietà e l’irripetibilità delle nostre vite, “che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza”? Kùndera gioca con tutti questi contrasti per biforcare e spezzare quello che è di fatto destinato ad essere una e solo una entità: l’amore che a volte è leggerezza e a volte pesantezza. In finale, la tesi ultima di Milan Kùndera è che è proprio la leggerezza dell'essere ad essere insostenibile perché è uno schermo dietro cui nascondere la reale essenza della vita: la pesantezza esistenziale. E, per dirla con Italo Calvino, “il romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile." Altro aspetto fondamentale del romanzo è rappresentato dalla scena politica di quella che era la Cecoslovacchia del 1968 e negli anni successivi: nell’”Insostenibile leggerezza dell’essere” troviamo uno sguardo disincantato sia sulla Primavera di Praga, sia sulla successiva invasione sovietica, che ha posto fine anche alle illusioni di molti praghesi. I personaggi, che vedono crollare le proprie aspettative per il futuro e mettono in discussione il proprio credo politico, devono scegliere da che parte stare, se andarsene dal proprio Paese o se restare; se tacere e vivere altrove o se aprire bocca e subire le conseguenze della propria scelta, rimanendo così fedeli a sé stessi.

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    INCIPIT - Il gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958)

    INCIPIT - Il gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958)
    "Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca, vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    Il romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato nel 1958, ci porta nella Sicilia della seconda metà dell’Ottocento.
    Il contesto storico è fondamentale: sono gli anni cruciali del Risorgimento italiano (fra il 1860, epoca della spedizione dei Mille, e il 1910), un momento di inevitabile rottura con la tradizione del passato, tema fondamentale del libro. La futura affermazione della classe borghese e il decadimento della classe aristocratica sono descritti tramite le vicende di casa Salina e in particolare del capofamiglia, don Fabrizio Cordera Principe di Salina: un aristocratico, affascinante signore proprietario terriero di una tenuta vicino Palermo, raffinato cultore di studi astronomici, nonché attento osservatore della progressiva e inesorabile decadenza del proprio ceto in favore della nuova classe emergente, la borghesia, che il principe, dall'alto del proprio rango, guarda con malcelato disprezzo. La Sicilia del maggio 1860 vede lo sbarco di Garibaldi e del suo esercito, momento che segna il collasso del Regno dei Borboni e, in seguito, con la proclamazione del Regno d’Italia, l’arrivo dei funzionari amministrativi sabaudi.

    Il finale del romanzo è tutto in quel senso di decadenza testimoniato dallo scritto sullo stemma araldico delle casate dei Salina e dei Tomasi di Lampedusa, il gattopardo, da cui il titolo del libro, che recita: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”.

    INCIPIT - Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati (1940)

    INCIPIT - Il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati (1940)
    "Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca , vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “Il deserto dei tartari”, romanzo di Dino Buzzati, pubblicato nel 1940, segna la consacrazione di Buzzati tra i grandi scrittori del Novecento italiano. Lo scrittore bellunese in un'intervista affermò che lo spunto per il romanzo era nato: «... dalla monotona routine notturna presso la redazione del Corriere della Sera che facevo a quei tempi. Molto spesso avevo l'idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita”. Il tema centrale del romanzo è dunque quello della "fuga del tempo" scandito dal giorno e dalla notte, dalle stagioni e dall’invecchiamento del protagonista, il tutto teso a investigare il senso della vita e delle azioni umane. L’opera narra la vicenda del tenente Giovanni Drogo che trascorre la vita nella Fortezza Bastiani, isolata in mezzo al deserto, nella vana attesa di un attacco nemico che non verrà mai; quando, ormai vecchio, finalmente sarà chiamato a combattere, sarà per la battaglia decisiva, quella con la morte.

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    INCIPIT - Il piacere, di Gabriele D'Annunzio (1889)

    INCIPIT - Il piacere, di Gabriele D'Annunzio (1889)
    "Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca , vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “Il Piacere” romanzo di Gabriele D'Annunzio, pubblicato a Milano nel 1889 da Treves, un testo complesso sotto più aspetti con cui l’autore inaugura un nuovo tipo di prosa psicologica e introspettiva, caratterizzata da un estetismo decadente, in contrapposizione al naturalismo e al positivismo rappresentato dal “Mastro don Gesualdo” di Giovanni Verga. Il protagonista del romanzo, Andrea Sperelli, esteta raffinato e coltissimo, pone a fondamento della vita il piacere sensuale, la lussuria, la ricerca di avventure amorose, il culto della bellezza nelle donne e nelle opere d'arte, tutto dedito “a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”.

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    INCIPIT - Storie di ordinaria follia, di Charles Bukowski (1972)

    INCIPIT - Storie di ordinaria follia, di Charles Bukowski (1972)
    INCIPIT, la rubrica podcast di Direzione Itaca , vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    "Storie di ordinaria follia" è la raccolta, pubblicata nel 1972, dei quarantatré racconti scritti da Charles Bukowski, Sono racconti quasi tutti narrati in prima persona, casi che riguardano particolari momenti della vita dell’autore in un’alternanza di sarcasmo e amarezza per cui un evento di scarsa rilevanza può essere l’occasione per denunciare violentemente la società e porne in risalto i difetti, mentre da un episodio più serio può derivare una riflessione profonda e nel contempo ironica.
    Le risse, le corse di cavalli, il sesso sfrenato e non si sa quanti litri di alcool sono il sale narrativo di queste storie, con gli eccessi che hanno reso tanto celebre il personale universo dell’autore di “Post office”, del “Taccuino di un vecchio sporcaccione” e di migliaia di poesie oggi citate dappertutto sui social. “Nel frattempo - come disse di sè - io scrivo di me stesso e bevo troppo, ma questo lo sapete.”

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    INCIPIT - Mille splendidi soli, di Khaled Hosseini (2007)

    INCIPIT - Mille splendidi soli, di Khaled Hosseini (2007)
    "Incipit", la rubrica podcast di Direzione Itaca , vuole mettere in evidenza proprio l’inizio del libro che è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    “MILLE SPLENDIDI SOLI” è il secondo romanzo dello scrittore statunitense di origine afghana Khaled Hosseini, autore del best seller “Il cacciatore di aquiloni”. Il libro, del 2007, narra le vicende di due donne, Mariam e Laila, ed è ambientato nello stato dell’Afghanistan degli anni ‘70, durante i vari conflitti che si sono susseguiti negli anni. L’autore mette in forte evidenza la situazione femminile in quel Paese, prima e dopo la venuta dei talebani, dove essere donna vuol dire essere nulla o meno di nulla e proprio contro questa condizione lo scrittore dedica l’opera a tutte le donne afghane. Il romanzo è la storia di Mariam, una harami, una figlia illegittima, e Laila, che la guerra e la morte hanno costretto a condividere un destino comune vivendo un vero e proprio rapporto di amicizia che porterà Mariam a sacrificarsi fino alla morte per l’amica e i suoi bambini.

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    INCIPIT - La luna e i falò, di Cesare Pavese (1950)

    INCIPIT - La luna e i falò, di Cesare Pavese (1950)
    "INCIPIT", rubrica podcast di Direzione Itaca dedicata alla letteratura internazionale, mette in evidenza proprio l’inizio del libro, le prime righe o anche parte del primo capitolo, ed è, forse, l’elemento narrativo più importante per farci apprezzare subito la cifra stilistica della scrittura dell’autore.

    In questo nuovo episodio, verrà presentato l’incipit di “La luna e i falò", romanzo di Cesare Pavese del 1950.

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    Edday parliamone - Come si divide un romanzo in capitoli

    Edday parliamone - Come si divide un romanzo in capitoli
    I romanzi, di solito sono suddivisi in capitoli... ma con che criterio si procede? E servono i titoli o sono meglio i numeri? C'è una regola? Oggi rispondo alla domanda di Tiziana.

    Edday Parliamone è uno spazio dedicato ai tuoi dubbi su editoria, libri, scrittura… non ci sono domande sciocche, semmai è sciocco non domandare e poi, magari, trovarsi in difficoltà!

    Hai un dubbio da condividere? Lasciami un vocale sul mio canale Telegram https://t.me/bookblister.

    → Scrivi, vuoi lavorare in editoria? Hai bisogno di fare formazione e di migliorare le tue competenze? https://www.edday.it

    → Sei un autore, un’autrice e hai bisogno di essere accompagnato/a nel tuo percorso editoriale? https://www.berettamazzotta.it

    → Questa è la mia casa virtuale se ti interessano dati, numeri e approfondimenti sul mondo dell’editoria https://www.bookblister.com

    Buona scrittura e buona lettura!

    INCIPIT - Il visconte dimezzato, di Italo Calvino (1952)

    INCIPIT - Il visconte dimezzato, di Italo Calvino (1952)
    Benvenuti ad “Incipit”, una nuova rubrica podcast di Direzione Itaca dedicata alla letteratura internazionale. L’obiettivo? Presentare le prime righe o pagine di un romanzo per far apprezzare da subito all’ascoltatore la cifra stilistica della scrittura dell’autore. Perché l’incipit è, probabilmente, l’elemento narrativo più importante.

    In questo nuovo episodio, verrà presentato l’incipit de “Il visconte dimezzato”, romanzo di Italo Calvino del 1952.

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    Ep. 3 - Parti e capitoli del romanzo

    Ep. 3 - Parti e capitoli del romanzo
    Sai che cosa ostacola la scrittura o meglio il fatto di portare a termine i propri progetti?
    La dispersione.
    Ovviare alla dispersione è possibile con una buona organizzazione del nostro materiale. La suddivisione del romanzo è uno step importante e va fatto il prima possibile.
    Ogni scrittore ha un proprio metodo però ci sono delle strategie di base che sono dei veri upgrade della scrittura. Ti racconto alcune modalità per suddividere il nostro lavoro di scrittura e procedere così in modo organico e produttivo per raggiungere l'obiettivo: terminare di scrivere il libro e pensare a pubblicarlo.