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    Intervista a Barbero: fascismo e comunismo, una scorretta equiparazione

    Intervista a Barbero: fascismo e comunismo, una scorretta equiparazione
    L'intervista al Professor Alessandro Barbero svoltasi il 2 febbraio 2021 a tema "Perché è scorretto, sul piano storico e della memoria collettiva, paragonare fascismo e comunismo?".

    L'evento è stato organizzato da ANPI Dalmine in collaborazione con ANPI comitato provinciale di Bergamo, La Scatola - ACLI Dalmine, Arci Rinascita e Cgil Bergamo.

    Video https://www.youtube.com/watch?v=A55m4_lz_os

    Cento anni di comunismo nel mondo (1921-2021)

    Cento anni di comunismo nel mondo (1921-2021)
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6430

    CENTO ANNI DI COMUNISMO NEL MONDO (1921-2021)
    Con la scusa dell'emergenza Covid le autorità di Pechino hanno chiuso i 155 luoghi religiosi della città (eppure nessun contagio è stato trasmesso in chiesa)
    di Mauro Faverzani
    La notizia potrebbe esser considerata sin ridicola, se in realtà non fosse estremamente tragica: col pretesto dell'«emergenza Covid», le autorità di Pechino hanno chiuso a chiunque tutti e 155 i luoghi religiosi della capitale, sospeso le «attività religiose collettive» e deciso un'ulteriore stretta sulle «attività illegali» delle comunità sotterranee. Ciò, nonostante la pandemia sia esplosa in un laboratorio e non certo in un edificio sacro. L'annuncio ufficiale è giunto nel corso di un'apposita conferenza-stampa, promossa lo scorso 8 gennaio dall'Ufficio di informazione del governo della città, lo stesso che curiosamente ha dichiarato quanto segue: «Finora non si sono verificate nuove infezioni di polmonite e nessun caso sospetto fra gli 840 religiosi in 155 sedi religiose della nostra città e l'obiettivo "zero contagio" è stato raggiunto». E allora, verrebbe da dire?
    Il lockdown ha sbarrato i luoghi di culto sin dal gennaio dell'anno scorso con una breve riapertura a luglio, sia pure a condizioni rigorosissime: ingressi contingentati, rilevazione della temperatura, distanziamento, riti brevi e via elencando. Nessun'altra concessione.
    Già a Natale i continui controlli condotti dalla Polizia e le restrizioni strettissime imposte spinsero già molti sacerdoti a gettare la spugna ed a chiudere le proprie chiese, affidandosi alle celebrazioni online. Ora, assurdamente, ci si son messi pure i messaggi anonimi sui social, che accusano i cattolici ed i missionari stranieri d'essere i nuovi "untori" e di diffondere il virus nell'Hebei, guarda caso la provincia con la maggiore percentuale di cattolici. Persino l'Associazione patriottica ha precisato come tali affermazioni siano assolutamente infondate, essendovi finora un solo cattolico di Shijiazhuang, la capitale provinciale, risultato positivo al Covid-19.
    Ma niente da fare. Le chiese resteranno chiuse ed, anzi, le autorità hanno assicurato di «condurre indagini speciali sulle attività religiose illegali nelle aree rurali, frenarle risolutamente e prevenire il rischio di diffusione dell'epidemia». E precisano come «il virus trovato a Shijiazhuang ed a Xingtai sia importato dall'Europa». Ovvero la Cina accusa l'Europa d'aver diffuso il Coronavirus. Anche questa sarebbe forse un'affermazione esilarante, se la faccenda non fosse drammaticamente seria. Tant'è vero che tra i fedeli circola la convinzione che, in realtà, il virus abbia rappresentato per Pechino l'occasione per azzerare le comunità sotterranee. [...]
    Poche settimane fa, il Partito comunista di Wenzhou, nella provincia dello Zhejiang, ha imposto a tutti gli insegnanti di impegnarsi per iscritto a non professare alcuna religione ed a proporre in merito anzi l'opinione marxista, a promuovere attivamente l'ateismo tra gli studenti e la «nuova civiltà socialista», riservandosi ispezioni ed azioni disciplinari tra docenti ed alunni, qualora qualcuno si dichiarasse credente. Va qui ricordato come già il regime abbia vietato a tutti i minori di 18 anni la partecipazione alla S. Messa. [...]
    Più o meno nello stesso periodo, la Sara ovvero l'Amministrazione statale cinese per gli Affari religiosi ha introdotto nuove norme circa le attività religiose straniere nella Repubblica popolare, sospettando che in esse possano intrufolarsi operazioni di "spionaggio". Per questo è stato imposto loro una piena e totale sottomissione a leggi e regolamenti cinesi, devono registrarsi, accettare controlli sui propri membri (devono essere tutti, rigorosamente stranieri) e sul materiale in essi utilizzato, inoltre tali comunità devono restare del tutto isolate e non aver contatti con quelle analoghe cinesi. All'esterno delle attività religiose straniere non devono esservi simboli religiosi evidenti, non possono fondare scuole, fare "proselitismo" o accettare donazioni da cinesi. L'elenco potrebbe tristemente continuare. [...]
    Qualcuno potrebbe ritenere che, in ogni caso, non vi sia granché di cui preoccuparsi, poiché queste situazioni riguardano la sola Cina comunista. Certo, se proprio qualche giorno fa in Scozia il governo non avesse deciso di chiudere indiscriminatamente e completamente tutti i luoghi di culto, per contrastare l'«emergenza Covid», consentendo solo cerimonie online, tra lo sconcerto della Conferenza episcopale scozzese, secondo la quale non sussistono prove scientifiche, che possano «giustificare l'inclusione dei luoghi di culto tra i focolai di contagio», il che fa ritenere «arbitrarie ed ingiuste» le restrizioni imposte solo ai cattolici e non, ad esempio, al settore edile, né agli sport d'élite. Anche altri Stati europei si starebbero preparando per fare altrettanto. Discriminazioni, queste, di cui non è responsabile certo il Coronavirus. Il virus, in questi casi, è un altro, è ideologico, ma non è meno pericoloso e sta già circolando ovunque...

    Nota di BastaBugie: Roberto de Mattei nell'articolo seguente dal titolo "1921-2021: il comunismo sempre al potere" parla dei cento anni di comunismo al potere nel mondo: Corea del Nord, Cina e anche Italia.
    Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera l'11 Gennaio 2021:
    Il 7 gennaio, il leader nordcoreano Kim Jong-un è stato eletto segretario generale del Partito dei lavoratori, in occasione dell'ottavo congresso del Partito, il primo negli ultimi cinque anni.
    Il ruolo di Kim come dittatore comunista della Corea è stato dunque ufficialmente riconfermato.
    Il Partito dei Lavoratori è infatti l'erede diretto del Partito Comunista Coreano fondato nel maggio del 1921, tre mesi dopo la fondazione del Partito Comunista Italiano, di cui sarà celebrato tra qualche giorno il centenario della fondazione, avvenuta a Livorno il 21 gennaio 1921.
    Nel 2021 ricorre anche il trentennio della auto-dissoluzione dell'Unione Sovietica. Dopo la caduta del muro di Berlino abbiamo assistito alla liquefazione dell'apparato burocratico comunista in Russia. Però, la fine del regime sovietico non segnò la fine del comunismo, ma la fine dell'anticomunismo, che si illuse che, dopo la caduta del muro di Berlino e dell'Unione Sovietica, il comunismo sarebbe scomparso dalla storia.
    Non è stato così. Il comunismo ha subito una metamorfosi, ma il suo nucleo dottrinale, il materialismo dialettico, continua a dominare in tutto il mondo. L'Occidente oggi è immerso in una filosofia di vita materialista e relativista. Come negarlo? E come negare che l'Occidente sia ancora guidato da una classe dirigente e intellettuale di origine comunista?
    In Oriente, la Corea di Kim Jong-un è la longa manus della Repubblica popolare cinese, governata da un dittatore, XI Jinping, che rivendica continuamente la dottrina e la prassi del comunismo. In Cina c'è l'obbligo di studiare Marx, Lenin, Mao e lo stesso pensiero di Xi Jinping, se non si vuole perdere il posto e scomparire nei campi di concentramento, più che mai affollati da schiavi che, con il loro lavoro, permettono la sussistenza dell'economia cinese.
    Xi Jinping ha detto che la religione è incompatibile con la "fede" marxista e ha presentato se stesso e il Partito Comunista Cinese come «atei marxisti inflessibili». Nel 2020 è stato pubblicato un importante libro della sinologa francese Alice Ekman, dal titolo Rouge vif, che smentisce abbondantemente le teorie di chi pensa che la Cina non sia più comunista.
    La Cina è comunista e si avvia ad essere la prima superpotenza mondiale. La Corea del Nord è una proiezione politica della Cina. Il suo capo, Kim Jong ha ribadito nell'ultimo congresso del Partito Comunista che il nemico più grande della Corea sono gli Stati Uniti e ha ordinato di sviluppare missili nucleari terrestri e subacquei, perché il suo paese, deve rafforzare la sua capacità militare contro gli Stati Uniti. Lo stesso pensa e fa la Cina di Xi Jinping, che alle armi nucleare, aggiunge quelle informatiche e biologiche, su cui si lavora senza sosta nei suoi laboratori.

    Titolo originale: In Cina chiese chiuse per Covid. Ma anche in Scozia...
    Fonte: Corrispondenza Romana, 13 Gennaio 2021
    Pubblicato su BastaBugie n. 699

    Se você quer acabar com os crimes de guerra, acabe com o capitalismo

    Se você quer acabar com os crimes de guerra, acabe com o capitalismo
    O "Relatório Brereton", oficialmente conhecido como Inspetor Geral da Força de Defesa Australiana Afeganistão (IGADF) Inquiry Report trouxe à luz os atos vergonhosos dos membros da Força de Defesa Australiana (ADF) na perseguição da "Guerra contra o Terrorismo" no Afeganistão. O relatório encontrou informações confiáveis sobre 23 incidentes nos quais não combatentes foram supostamente assassinados e dois incidentes com informações confiáveis alegando tratamento cruel de não combatentes...

    Alessandro Barbero - In nome del popolo sovrano - con Salvatore Prinzi [Ex Opg Je so' pazzo]

    Alessandro Barbero - In nome del popolo sovrano - con Salvatore Prinzi [Ex Opg Je so' pazzo]
    In nome del popolo sovrano

    Registrazione dell'evento svoltosi il 29 febbraio 2020 all'Ex Opg Je so' Pazzo di Napoli.

    Potere, sovranità popolare e rivoluzione in un incontro tutt'altro che frontale!

    - Alessandro Barbero, storico, scrittore, accademico, dal 2002 professore ordinario di Storia medievale al Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro.

    - Salvatore Prinzi, componente del coordinamento nazionale di Potere al Popolo, storico militante dell'Ex Opg Je So Pazzo, docente presso il Dipartimento Studi Umanistici, Università Federico II di Napoli.

    LENIN (cap. 1): l'apprendistato di un rivoluzionario - di Guido Carpi con Viola Carofalo

    LENIN (cap. 1): l'apprendistato di un rivoluzionario - di Guido Carpi con Viola Carofalo
    LENIN: IL LUNGO APPRENDISTATO
    Come nasce un rivoluzionario

    Evento in diretta facebbok trasmesso dall'Ex Opg Je So Pazzo l'8 maggio 2020.

    Come si forma un rivoluzionario?
    In tempi di repressione e sfruttamento spietato, dal punto di vista antropologico e organizzativo, come si forma una struttura di rivoluzionari?

    - Guido Carpi, professore ordinario di Letteratura russa Università di Napoli "L'Orientale"; autore, tra gli altri, di "Storia della letteratura russa" (Roma, 2010 e 2016) e di "Russia 1917: un anno rivoluzionario".

    - Viola Carofalo, portavoce nazionale di Potere al Popolo, storica militante dell'Ex Opg Je So Pazzo, docente e ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'Università di Napoli "L'Orientale.

    Odiate i CAVALLI ISPANICI COMUNISTI !

    Odiate i CAVALLI ISPANICI COMUNISTI !
    PERDI TEMPO E LEGGI
    La situazione è semplice: nel film "Il gladiatore" di Ridley Scott Russell Crowe interpreta un ispanico immigrato a Roma e uccide persone. Quindi la domanda è: dobbiamo avere paura degli immigrati ispanici?
    Vedremo i precedenti storici degli ispanici per esempio la faccenda Conquistadores. Da lì poi si parlerà di Cristoforo Colombo, nativi americani, cimiteri indiani, Ombre Rosse, comunisti e ovviamente CAVALLI!!
    #nosense #complotto #delirio

    I morti a causa del coronavirus vanno annoverati fra le vittime del comunismo

    I morti a causa del coronavirus vanno annoverati fra le vittime del comunismo
    TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6158

    I MORTI A CAUSA DEL CORONAVIRUS VANNO ANNOVERATI FRA LE VITTIME DEL COMUNISMO di Antonio Socci
    Venendo da una storia comunista, Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, ha sempre la propensione alla demonizzazione dell'avversario tipica della casa.
    Lo si è visto nei giorni scorsi, quando, in un programma tv si è lanciato a testa bassa contro il centrodestra: "Il messaggio che in Parlamento e fuori sta dando il centrodestra è una coltellata al Paese... Questa gente qua mi viene il dubbio che se avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri".
    È chiaro che non è facile difendere l'operato del governo Conte, ma cercare di farlo rovesciando la frittata così è davvero un modo sgangherato di far politica. Oltretutto dopo che il presidente Mattarella aveva invitato tutti all'unità morale e alla collaborazione.
    È la vecchia demonizzazione dell'avversario. A cui però Bersani aggiunge una sua personale tendenza all'autogol. Il primo dei quali è proprio l'evocazione di chi riempie i cimiteri.
    A riempire veramente i cimiteri infatti è stata la Cina comunista, da dove è dilagata nel mondo la pandemia. Non a caso Trump chiama il Covid-19 "il Virus di Wuhan". Bersani dovrebbe sapere che a Wuhan non comandano né Salvini, né la Meloni, né Tajani: comanda il Partito comunista cinese.
    Bisognerebbe chiedersi dunque se i 33 mila morti italiani e i quasi 400 mila morti complessivi nel mondo, a causa del Covid, non si aggiungano alla lunghissima lista delle vittime del comunismo, che si contano a milioni.

    IL CARDINALE DEL MYANMAR (EX BIRMANIA)
    Proprio questo ha affermato a chiare lettere, giorni fa, il cardinale card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, nel Myanmar. Già il titolo della sua dichiarazione è eloquente: "Il regime cinese e la sua colpevolezza morale sul contagio globale".
    Il prelato ha ricordato la ricerca dell'Università di Southampton, in Gran Bretagna, secondo la quale, se la Cina fosse stata corretta, cioè se - invece di imbavagliare e reprimere chi aveva scoperto l'epidemia - avesse agito tre settimane prima, rispetto al 23 gennaio, il numero di casi totali di Covid 19 si sarebbe potuto ridurre del 95 per cento. E anche agendo una settimana prima la pandemia sarebbe stata ridotta del 66 per cento.
    Anche la recente inchiesta dell'Associated Press sui rapporti intercorsi fra regime cinese e Organizzazione mondiale della sanità, nelle prime settimane dell'epidemia, conferma i problemi.
    A causa di questi ritardi del regime, che per giorni scelse il negazionismo e addirittura organizzò manifestazioni di massa a Wuhan si è "scatenato un contagio globale che ha ucciso migliaia di persone", ha affermato il porporato.
    Dunque, ha proseguito, per "il danno arrecato a tante vite umane nel mondo intero... c'è un governo che ha la responsabilità primaria... ed è il regime del Partito comunista cinese di Pechino".
    Ovviamente "non il popolo cinese. I cinesi sono stati le prime vittime di questo virus e sono state a lungo le principali vittime del loro regime repressivo. Ma sono la repressione e le bugie del PCC a essere responsabili".
    Il cardinale citava coloro che avevano capito per tempo e sono stati messi a tacere, dal dottor Li Wenliang dell'ospedale centrale di Wuhan a due giovani giornalisti della città. E ricordava i comportamenti del regime "dopo che la verità era diventata di dominio pubblico" ("il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie è stato ignorato da Pechino per oltre un mese").
    Di fatto "bugie e propaganda hanno messo in pericolo milioni di vite in tutto il mondo". E ciò è accaduto, afferma il cardinale, perché in Cina sono abituali "la repressione della libertà di espressione" e la violazione dei diritti umani.
    La conclusione del card. Bo è durissima: "con la sua gestione disumana e irresponsabile del coronavirus, il PCC ha dimostrato ciò che molti pensavano in precedenza: che è una minaccia per il mondo... questo regime è responsabile, attraverso la sua negligenza e repressione, della pandemia che oggi dilaga nelle nostre strade".

    CHE NE PENSA BERSANI?
    Non sarebbe il caso di parlare di questo? A dire il vero il suo compagno di partito Massimo D'Alema, nel libro che ha appena pubblicato, "Grande è la confusione sotto il cielo", arriva addirittura a elogiare la Cina e perfino per come ha gestito il dramma del coronavirus ("ha saputo fronteggiare questa prova in modo più efficace rispetto a noi", in quanto "ha fatto la differenza un grado minore di individualismo, una maggior coesione sociale e l'esistenza di reti comunitarie").
    In una recente conferenza poi D'Alema si è addirittura scagliato contro quello che ha chiamato "il partito anti-cinese" che - a suo dire - "è già all'opera anche in Europa in un clima di nuova guerra fredda".
    Quindi guai ad attaccare la Cina. Nelle prossime settimane però potrebbe perfino aggravarsi la responsabilità del regime di Pechino, visto quello che un personaggio di rilievo come sir Richard Dearlove, ex capo dei servizi segreti inglesi, ha dichiarato al "Telegraph": citando una ricerca di prossima pubblicazione, Dearlove ha spiegato che il virus sarebbe stato creato in laboratorio e ne sarebbe uscito per un incidente dando il via alla pandemia.
    Sarà interessante sentire cosa diranno Bersani e D'Alema. Nel frattempo va detto che un altro autogol è stato fatto dallo stesso Bersani quando ha cercato di mettere una toppa alla sua incredibile dichiarazione.
    Ha infatti spiegato di aver usato "un'iperbole" e ha aggiunto che ce l'aveva con Salvini che, alla manifestazione del 2 giugno, non avrebbe tenuto sempre la mascherina e non avrebbe osservato il distanziamento.
    Sembra un altro autogol perché proprio un esponente di Leu, il suo partito, occupa quel ministero della salute che - come informazione sanitaria - a febbraio spiegava che "non è necessario indossare la mascherina per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie".
    È lo stesso ministero che mandava in onda il famoso spot in cui si affermava che "non è affatto facile il contagio". Con tutto questo Bersani punta il dito sugli altri.