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    diversitã 

    Explore "diversitã " with insightful episodes like ""La casa sul mare celeste" di T J Klune", "L’eco del Pride: riflessioni sulla diversità e i diritti LGBTQIA+", "[Brainwaves] [Diversità] - Affermazione di una Diversità - Armando Toscano", "3' grezzi Ep. 454 La lingua dei podcast" and "Teatro in Rete e Inclusione" from podcasts like ""Easy Readers, leggere cambia la vita!", "Attiviamo Energie Positive", "Brainwaves - il podcast del Mensa", "3' Grezzi di Cristina Marras" and "ABC Al tuo fianco, sempre"" and more!

    Episodes (81)

    "La casa sul mare celeste" di T J Klune

    "La casa sul mare celeste" di T J Klune
    📖 Un romanzo che si divora in pochi giorni: un universo, fatto di meravigliose e fantastiche diversità, da cui non si vorrebbe più andar via.

    📚 Guarda il programma di "Incipit: Quale di questi libri scegli? La ricerca della Felicità"

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    L’eco del Pride: riflessioni sulla diversità e i diritti LGBTQIA+

    L’eco del Pride: riflessioni sulla diversità e i diritti LGBTQIA+
    Una conversazione in cui esploriamo come le celebrazioni del Pride contribuiscano alla comprensione e all’accettazione della diversità di genere e sessuale nella comunità più ampia, anche attraverso campagne di crowdfunding. Con Clelia Dri Responsabile Comunicazione del Friuli Venezia Giulia Pride e Vincent Vallon Presidente e Portavoce di Toscana Pride.

    [Brainwaves] [Diversità] - Affermazione di una Diversità - Armando Toscano

    [Brainwaves] [Diversità] - Affermazione di una Diversità - Armando Toscano
    Vi presentiamo Brainwaves, il nuovo podcast del Mensa Italia!

    Il primo ciclo di puntate avrà per filo conduttore il tema della diversità.

    In questa prima puntata abbiamo chiesto ad Armando Toscano, psicologo, di aiutarci a definire la diversità, passando anche attraverso il suo vissuto personale.

    Per rimanere aggiornati sulle prossime puntate di Brainwaves - il podcast ufficiale del Mensa Italia, potete seguirci su Telegram t.me/brainwavesMensaItalia, sui canali social del Mensa: Facebook, Instagram, Youtube, e guardare le puntate su Spreaker, Apple Podcast, Spotify, Google Podcast e tanti altri.


    In questa puntata hanno collaborato, tra gli altri:
    Umberto Tocci
    Francesca Valenti
    Giovanni "Joe" Lini
    Valentina Signori
    Antonio Rapani
    Cristina Dogot

    3' grezzi Ep. 454 La lingua dei podcast

    3' grezzi Ep. 454 La lingua dei podcast
    Il mondo dei podcast è vario e variegato, ma la stragrande maggioranza dei podcast viene prodotto in lingua inglese, anche da podcaster non di lingua inglese (me inclusa). L'egemonia linguistica riflette quella politica ed economica. Ecco perché produrre podcast in lingue diverese dall'inglese è prima di tutto un atto politico. Il link a tutti gli interessantissimi dati citati (presi da un post di Jean-Louis Queguiner) lo trovate alla fine della pagina, e vi consiglio di darci un'occhiata.

    TRASCRIZIONE [ENG translation below]
    Il 60% dei podcast prodotti nel mondo sono prodotti in lingua inglese, e questo non dovrebbe sorprendere nessuno che si sia mai addentrato nel mondo del podcast, perché quasi tutto viene prodotto in inglese.

    La cosa diventa un po più sorprendente, o comunque interessante,vale la pena rifletterci, quando poi si vanno a cercare le percentuali delle lingue parlate nel mondo, perché se i podcast in inglese sono il 60% di tutta la produzione di podcast, poi andiamo a vedere le persone che parlano inglese come lingua madre sono circa 360 milioni, se a queste aggiungiamo quell'altro miliardo, più o meno, di persone che parlano inglese non come lingua madre, arriviamo a circa un miliardo e 300 milioni di persone che rappresentano il 20% della popolazione mondiale.

    Quindi il 20% della popolazione capisce parla l'inglese, però il 60% dei podcast sono fatti in lingua inglese. E io sono anche colpevole perché anch'io spesso, anzi la stragrande maggioranza delle mie cose, a parte questi 3 minuti grezzi - che comunque anch'io traduco in inglese - vengono fatti in inglese perché? Appunto perché le altre lingue hanno una fetta di audience così ristretta, e va be l'italiano ci sta perché l'italiano si parla in Italia e poi gli italiani di seconda generazione gli italiani sparsi per il mondo, e non stiamo sicuramente parlando di miliardi, però una popolazione come quella indiana, che ha superato per numero anche di abitanti anche la popolazione cinese, ha dei numeri minuscoli 1,8% di tutti i podcast vengono fatti usano le lingue indiane, ora non so quale lingua abbiano usato per fare questo calcolo, però le lingue che vengono parlate in India.

    Questi dati sono un po'... scoraggiano un minimo perché le lingue... C'è una diversità di lingue incredibili, nel mondo esistono più di 7000 lingue parlate e queste lingue però rappresentano appena il 10% di tutta la produzione di podcast, mentre il 90% di tutti i podcast nel mondo vengono fatti in 8 lingue, e avete già visto qual è la lingua principale che si usa per fare i podcast?

    Io sono per la diversità, infatti mi fregio del mio forte accento italiano o accento comunque straniero quando parlo l'inglese, perché anche quando la gente parla l'inglese, anche loro hanno i loro accenti, solo che sono abituati a sentirli, per cui non li percepiscono come accento. E comunque il mondo è fatto di diversità e di accenti, ed è giusto rappresentare la realtà con tutte le sue sfaccettature.

    Quindi vabbè, anch'io cercherò di fare più cose in italiano e cercherò di spingermi più in là, oltre le barriere. Vi metto tutti i link nelle note del programma.

    TRANSLATION
    60% of the podcasts produced in the world are produced in English, and this should come as no surprise to anyone who has ever delved into the podcast world, because almost everything is produced in English.

    It becomes a little more surprising, or at any rate interesting, worth thinking about, when you then look up the percentages of languages spoken in the world, because if podcasts in English are 60% of all podcast production, the people who speak English as their native language are about 360 million, if we add to those that other billion, more or less, of people who speak English not as their native language, we come to about 1.3 billion people representing 20% of the world's population.

    So 20% of the population understands, speaks English, but 60% of podcasts are done in English. And I'm also guilty because I also often, indeed the vast majority of my stuff, apart from this 3 minute podcast-which I translate into English anyway-are done in English why? Precisely because the other languages have such a narrow slice of audience, and it's understandable with Italian, because Italian is spoken in Italy and by second generation Italians and Italians scattered around the world, and we are certainly not talking about billions, but a population like India, which has surpassed in number even the Chinese population, has tiny numbers, 1.8% of all podcasts are made use Indian languages, now, I don't know what language they used to make this calculation, however they are languages that are spoken in India.

    These data are a bit discouraging because the languages... There is an unbelievable diversity of languages, there are more than 7,000 languages spoken in the world and yet these languages account for just 10% of all podcast production, whereas 90% of all podcasts in the world are done in 8 languages, and you have seen already what is the main language that is used to make podcasts.
    I am for diversity, in fact I boast of my strong Italian accent, or foreign accent anyway, when I speak English, because even when people speak English, they too have their accents, only that they are used to hearing them, so they don't perceive them as accents. And anyway, the world is made up of diversity and accents, and it is right to represent reality with all its facets.

    So anyway, I too will try to do more things in Italian and try to push myself further, beyond the barriers. I will put all the links in the program notes.

    LINKS
    Jean-Louis Queguiner pubblica i dati su Twitter https://twitter.com/JiliJeanlouis/status/1640290314043772929
    Statistiche sui podcast su Podcastindex https://podcastindex.org/stats

    Teatro in Rete e Inclusione

    Teatro in Rete e Inclusione
    In questa puntata del nostro Podcast, Arianna Rolandi, attrice e insegnante di teatro, ci parla delle potenzialità delle attività artistiche nell’inclusione delle persone con abilità diverse.
    Perché ciò avvenga, però, è necessario che si crei, attorno al gruppo dei beneficiari, una Rete e una vera e propria Comunità Educante, che comprende famiglia, professionisti, scuola.
    In questo modo, la diversità può trasformarsi davvero da limite a risorsa.

    Diversità, dono, relazione: "Quasi amici" è un film che fa per noi

    Diversità, dono, relazione: "Quasi amici" è un film che fa per noi
    In questo contenuto extra, Giulia Antonellis, Martina Gallo e Arianna Rolandi ci invitano a pensare la diversità, il dono, l'inclusione e la relazione atttraverso la visione del film "Quasi Amici". Molte e interessanti anche le attività pratiche proposte, da realizzarsi a scuola o in famiglia.
    Per noi è stata l'occasione anche per ricordare la nostra cara amica, e grande professionista, Marina Stefanato e il Fondo, a lei dedicato, presso la Fondazione Comunitaria del Varesotto . La stessa Fondazione che sostiene la realizzazione di questo nostro podcast.

    Donne e tech: un binomio così impossibile?

    Donne e tech: un binomio così impossibile?
    “Abbiamo provato ad assumere delle donne, ma non sono arrivate candidature.” Questo è quello che spesso sentiamo dire da HR o realtà del settore tecnologico che devono affrontare processi di selezione e assumere personale. Il divario di genere è evidente, i report e le statistiche che escono ogni anno lo ribadiscono. Se il quadro è questo, assumere forza lavoro maschile è spesso la strada più semplice: ma possiamo permettercelo? No, perché tra le sfide del settore dei prossimi anni c’è soprattutto quella di realizzare soluzioni tecnologiche inclusive per tutte le persone e questo significa puntare su team diversificati composti anche da donne. Le donne ci sono, anche se non ancora in numero paritario rispetto all’altro genere, e dobbiamo impegnarci ad accoglierle. E allora, quali sono le strade che un’azienda del settore IT può percorrere per attrarre maggiori talenti femminili? Scopriamolo insieme con Sabrina Scoma, Django Girls e Fuzzy Brains!

    🎙 Django Girls è una community internazionale con sede a Londra dedicata all'organizzazione di workshop gratuiti ed inclusivi per le donne che vogliono iniziare la loro avventura nel mondo della programmazione e dello sviluppo web. Django Girls Italia - la community italiana - ha organizzato numerosi workshop su tutto il territorio nazionale supportata dall'associazione no-profit Fuzzy Brains ed è tuttora attiva.
    🎙 Fuzzy Brains si occupa di promuovere l'utilizzo di tecnologie open source come il linguaggio di programmazione Python e la piattaforma Django e di inclusione femminile nel settore tecnologico.

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    diVS - Le NoChoice

    diVS - Le NoChoice
    diVS 🔻 ospita Le NoChoice! Federica Tuzi , voce narrante, e Merel Van Dijk, voce e chitarra, sintetizzatore e pc: “uno show-performance d’impatto tra stand up comedy e varie formule di teatro canzone per ridere dell’incoerenza della vita, di tutte le vite”. (Eugenia Romanelli, Repubblica) ❤️

    Essere o avere Role Model?

    Essere o avere Role Model?
    🎧 Alzi la mano chi non ha mai avuto un eroe o eroina a cui ispirarsi, da bambino o bambina! È importante, fin da piccoli, avere un punto di riferimento che ci aiuti a crescere e a forgiare il nostro carattere, scoprire i nostri punti di forza, spingendoci in questo modo a dare sempre il massimo di noi stessi.
    Questa figura, al giorno d’oggi, è conosciuta come “Role Model”. Parliamo di una persona che, attraverso il suo comportamento, riesce ad essere un modello e fonte d’ispirazione per il prossimo. Secondo alcuni studi, i modelli di ruolo possono avere un impatto fondamentale sulla vita di una persona, sia nell’ambito personale che in quello lavorativo.
    Ne parliamo con Ambra Tonon, Django Girls.

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    1. Il politicamente corretto ammazza la creatività?

    1. Il politicamente corretto ammazza la creatività?
    Politicamente corretto e creatività: in questo episodio analizzo questo binomio partendo da due storie, quella del Cirillo, mio nonno, e quella di Luttazzi, che non ha certo bisogno di presentazioni.
    Asterischi, cultura della cancellazione e significato del contesto nella storia: questo e molto altro in un episodio che spero ti faccia arrabbiare, gioire, o in generale, smuovere qualcosa.

    Terza ora: la diversità è una grande ricchezza

    Terza ora: la diversità è una grande ricchezza
    Le nostre diversità rappresentano una risorsa importante e al tempo stesso una sfida.
    Discriminazione di genere, disparità economica, povertà energetica: per superare alcune di queste barriere legate alla diversità, A2A Life Company si impegna attivamente realizzando progetti che puntano a creare un mondo più inclusivo.
    Nella terza puntata del nostro Podcast Classe 2030, parleremo di questo e tanto altro insieme a Claudia Ghelfi, Responsabile IT Monitoring & Operations di A2A, Andrea Maggi e alcuni Rappresentanti d'Istituto ScuolaZoo.

    Diversity e inclusion - Le Django Girls rispondono

    Diversity e inclusion - Le Django Girls rispondono
    🎧 Altra puntata con ospiti le Django Girls Italia - Ambra Tonon, Fiorella De Luca e Sabrina Scoma! Parliamo ancora di diversità e inclusione, nel mondo dell'informatica e in generale, stavolta prendendo spunto dalle domande che abbiamo ricevuto sui social dopo la prima puntata con loro.
    Voi che ne pensate? Avete altri dubbi?

    🎙 Django Girls è una community internazionale con sede a Londra dedicata all'organizzazione di workshop gratuiti ed inclusivi per le donne che vogliono iniziare la loro avventura nel mondo della programmazione e dello sviluppo web. Django Girls Italia - la community italiana - ha organizzato numerosi workshop su tutto il territorio nazionale supportata dall'associazione no-profit Fuzzy Brains ed è tuttora attiva.

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    3' grezzi Ep. 194 Tutto troppo omogeneo

    3' grezzi Ep. 194 Tutto troppo omogeneo
    Le mie amiche, i miei amici, e tutte le persone che frequento sono terribilmente simili a me. Prima di trasferirmi in Italia i miei amici appartenevano a molte nazionalità, erano di diversa estrazione sociale, avevano un arcobaleno di colori di pelle, avavano diverse abilità e avevano abitudini gastronomiche molto diverse. Io stessa ero una rappresentante dei gruppi che portavano "diversità" (che brutta parola!) alla norma. E adesso perché il gruppo di persone che mi sta attorno è composto esclusivamente da persone molto simili a me? È solo perché ora vivo in una nazione monoculturale, monolinguistica, monoreligiosa, monoculinaria, oppure possono esserci altri motivi?

    TRASCRIZIONE TESTO (English below)
    Mi sono accorta di avere un problema di diversità, anzi non mi piace usare la parola diversità perché quando dico diversità significa diverso da cosa, diverso da un qualcosa che è la norma, diciamo che mi sono accorta di avere un problema di assortimento, assortimento per quanto riguarda gli amici. Mi sono accorta che c'è pochissimo assortimento tra le mie amiche e i miei amici, tra le persone che frequento ora che abito a Cagliari. Io ero abituata ad avere un assortimento molto vasto di frequentazioni, io stessa rappresentavo una variante rispetto alla maggioranza, perché quando sei nata in Italia e abiti in un altro Paese che non è l'Italia, sei per forza, fai per forza parte degli 'altri' e io mi ci trovavo molto bene a far parte degli 'altri', anche perché avevo tra le mie amicizie persone di tutti i generi, di tutte le nazionalità, di tutti i colori, di tutte le capacità fisiche e mentali. Non è che andasse a cercarmili col campanello, capitava di socializzare da amici, amici di amici, sul lavoro, insomma avevo attorno a me un ambiente incredibilmente vario e variegato. Qui a Cagliari, è da qualche giorno che ci rifletto, faccio mente locale e però tutte le persone che io frequento e che considero amici e amiche hanno più o meno la mia stessa estrazione sociale, più o meno le mie stesse idee politiche, hanno più o meno il mio stesso colore di pelle, le mie stesse abilità, e questo un po' mi rattrista perché io ero veramente abituata a vivere in un ambiente più variegato. E però mi sono chiesta, ma come mai Cristina, non è che tu sia cambiata, che cos'è a essere cambiato? È vero che è un ambiente diverso, però com'è che qui in cinque anni che ci abiti non sei riuscita a incontrare persone un po' diverse da te? Eh, bella domanda! Perché gli ambienti sono molto eterogenei, perché non saprei, ripeto io le amicizie le facevo sul lavoro, tra amici e amici di amici, e qui lavoro amici e amici di amici sono tutti molto, molto, molto, molto omogenei, perché questa è una società ancora monoculturale, monolinguistica, monoreligiosa, monotutto. Non so che fare. Da quando ho iniziato a pensarci la cosa mi occupa il cervello, mi occupa la mente. Vabbè, cercherò di rifletterci ancora e poi se mi viene in mente qualcosa ve lo comunicheremo nei miei tre minuti grezzi come ormai faccio da quasi 200 giorni.

    ENGLISH TRANSLATION
    I realised that I have a diversity problem, actually I don't like to use the word ‘diversity’ because when I say diversity it means ‘different from what’, different from something that is the norm, let's say that I have realised that I have a problem of variety, variety among friends. I’ve realised that there is very little variety among my friends, among the people I hang out with now that I live in Cagliari. I was used to having a very wide range of acquaintances, I myself represented a variant compared to the majority, because when you were born in Italy and live in another country that is not Italy, you are necessarily part of the ' others' and I was very comfortable being part of the 'others', also because among my friends I counted people of all genders, of all nationalities, of all colors, of all physical and mental abilities. I mean, it’s not like that I went to look for them on purpose, it happened to socialize with friends, friends of friends, at work, in short, I had an incredibly varied and variegated environment around me. Here in Cagliari, I have been thinking about it for a few days, I collect my thoughts and yet all the people I hang out with and whom I consider friends have more or less the same social background as I have, more or less the same political ideas, have roughly my same skin color, my same abilities, and this saddens me a little because I was really used to living in a more varied environment. And yet I asked myself, but why is that Cristina? You haven’t changed, what is it that has changed? It is true that it is a different environment, but how is it that in five years that you have lived here you have not been able to meet people who are a little different from you? Eh, good question! Because the environments are very heterogeneous, because I don't know, as I said, I made friends at work, through friends and friends of friends, and here work, friends and friends of friends are all very, very, very, very homogeneous, because this is a still mono-cultural, mono-lingual, mono-religious, mono-everything society. I do not know what to do. Since I started thinking about it, it occupies my brain, it occupies my mind. Oh well, I'll try to think about it again and then if I can think of something we will communicate it to you in my 3 uncut minutes as I have been doing for almost 200 days.

    Post "incendiari" su Facebook: lawyer sospeso per 6 mesi in Carolina del Sud

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    La Corte Suprema dello Stato ha anche obbligato l'avvocato a seguire un'ora di educazione alla diversità, sottoporsi a una valutazione sulla gestione della rabbia e ad una ulteriore valutazione attraverso il programma denominato “Avvocati che aiutano gli avvocati”. Vi raccontiamo l'intera vicenda.
    >> Leggi anche l'articolo: https://bit.ly/3yQhdAC
    >> Scopri tutti i podcast di Altalex: https://bit.ly/2NpEc3w