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    101 Sintesi di Gennaio - Aprirsi alle possibilitÃ

    101 Sintesi di Gennaio - Aprirsi alle possibilitÃ
    Quest'anno è iniziato in modo particolare, e mentre molti festeggiavano, ho scelto di dedicare del tempo alla riflessione. Il 2023 ha portato con sé molte sfide e ora, in questo periodo, è il momento di fare un resoconto.

    Il 2024 si preannuncia ancor più ricco di esperienze, e gennaio è stato un bell'assaggio di ciò che ci aspetta. Il percorso con 107eLode continua, così come il mio cammino individuale come coach.

    Sento che qualcosa è cambiato, e parte di questo cambiamento è il riconoscimento che le persone hanno per il mio lavoro. È un cambiamento esterno, derivante dal fatto che la mia scelta è diventata chiara anche agli occhi degli altri. Dopo 3 anni, le persone capiscono che questo non è solo un capriccio, ma un impegno vero.

    Questo impegno è stato caratterizzato da sofferenze e soddisfazioni, ma internamente è cresciuto qualcosa. Ho lavorato sull'apertura al ricevere, sulla dinamica di dare e chiedere, e ho alcune riflessioni sul mio lavoro che desidero condividere.

    Inizialmente, ho iniziato il coaching per egoismo, per aiutare me stesso. Ora, sto comprendendo che il coaching è un mezzo, forse solo un pezzo del mio percorso. Sono felice di percorrerlo ora, ma chissà cosa riserva il futuro. Sono aperto a nuove possibilità e felice di condividere questo processo con te, poiché credo possa essere utile anche per il tuo percorso.

    Se inseguite i vostri obiettivi, vi impegnate e ci lavorate, arriverete da qualche parte e crescerete. La consapevolezza di sé e dei propri desideri si amplifica.

    Per me, questo pezzo del mio percorso è il coaching, ma la vita è un'avventura e non vedo l'ora di scoprire quali nuovi mezzi potranno attraversarla.

    In chiusura, una citazione che può sembrare banale, ma che racchiude una forza straordinaria: "Stay hungry, stay foolish" - Steve Jobs.

    Grazie per l'ascolto e continuate a inseguire i vostri sogni con fame e follia.

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    Disclaimer: consigli forniti senza garanzia. Questi NON sono consigli medici. Ascoltando e applicando i consigli che trovi all'interno di questo episodio, ti assumi il 100% della responsabilità sulle conseguenze

    3' grezzi Ep. 547 Lo squalo sbagliato

    3' grezzi Ep. 547 Lo squalo sbagliato
    A volte le costrizioni e quello che viene percepito come un errore finisce per diventare la molla creativa più interessante. Quindi non arrabbiatevi più di tanto davanti errori, vostri e altrui.


    TRASCRIZIONE [ENG translation below]
    Non so se vi sia mai capitato di sbagliare strada e proprio per il fatto che avete sbagliato strada, scoprire qualcosa di bello, di diverso che non avevate mai visto, che non avevate mai notato. .

    A me capita spesso di sbagliare strada e a volte mi capita anche di scoprire delle cose che altrimenti non avrei mai visto. Questo perché? Perché quelli che alcuni chiamano errori, in effetti sono delle costrizioni che ci portano a fare le cose in modo diverso, ma anche a vedere il mondo in modo diverso.

    Un po' questo è quello che è capitato al regista Steven Spielberg quando ha fatto il film Lo squalo nel 1974. Che è successo? Che Spielberg voleva fare, aveva in mente questa questa idea di uno squalo assassino che terrorizza le spiagge. Insomma, la storia la conosciamo tutti, penso che tutti più o meno abbiamo visto, se non al cinema, almeno alla televisione qualche qualche passaggio del film Lo squalo.

    L'idea originale di Spielberg era di usare un enorme pupazzo animato, mosso meccanicamente che avrebbe dovuto essere onnipresente in tutte le scene del film, quindi a mettere in evidenza ancora di più l'ossessione la paura, il modo in cui questo squalo veramente terrorizzava tutte le persone che stavano attorno.

    E cosa succede? Succede però che una volta preparato questo pupazzone, immagino che ci avranno lavorato un sacco di tempo seguendo le indicazioni di Spielberg, così, cosà, grande, gigantesco, sicuramente non realistico, e che è successo? Hanno messo questo pupazzone nell'acqua del mare e, se voi avete mai messo qualcosa nell'acqua del mare sapete cosa fa la salsedine, rovina tutto. Quindi il pupazzone non è stato più utilizzabile, perché non funzionava praticamente, perché l'acqua del mare corrodeva a tutti i meccanismi, per cui Spielberg ha dovuto rinunciare in gran parte all'utilizzo del pupazzo, che infatti nel film si vede pochissimo.

    Però cos'è successo? Per dare agli spettatori il senso di incombenza, di terrore, di paura è dovuto ricorrere ad altri metodi. Quindi la musica, la musica dello squalo molto bella, molto incombente, ma soprattutto poi le riprese fatte dal punto di vista dello squalo in soggettiva che sono molto inquietanti e mettono paura.

    Questo per dire che non bisogna scoraggiarsi quando qualcosa non funziona, ma bisogna aggirare quello che gli altri chiamano problema e vederlo proprio come una possibilità di sviluppare ancora di più la nostra creatività.


    TRANSLATION
    I don't know if you've ever happened to take the wrong road and precisely because you took the wrong road, discover something beautiful, something different that you had never seen before, that you had never noticed.

    It often happens to me to take the wrong road and sometimes I also happen to discover things that otherwise I would have never seen.Why is that? Because what some call mistakes are actually constraints that lead us to do things differently, but also to see the world in a different way. A bit. This is what happened to the director Steven Spielberg when he made the film Jaws in 1974. What happened?

    Spielberg wanted to make, he had in mind this idea of a killer shark that terrorizes the beaches. Well, we all know the story, I think most of us have seen it, if not at the cinema, at least on television, some scenes of the film Jaws. The original idea of Spielberg was to use a huge animated puppet, mechanically moved, which was supposed to be present in all the scenes of the film, to emphasize even more the obsession, the fear, the way this shark truly terrified everyone around. And what happened?

    However, what happened is that once this big puppet was prepared, I imagine they must have worked on it for a long time following Spielberg's instructions, so, like this, big, gigantic, definitely unrealistic, and what happened? They put this big puppet in the seawater, and if you have ever put something in seawater, you know what the saltwater does, it ruins everything. So the big puppet was no longer usable because it practically didn't work, because the seawater corroded all the mechanisms, so Spielberg had to largely give up using the puppet, which is actually seen very little in the film.

    But what happened? In order to give the viewers a sense of impending danger, terror, fear, he had to resort to other methods. So the music, the music of Jaws, very beautiful, very ominous, but above all the shots taken from the shark's point of view, which are very unsettling and scary.

    This is to say that we should not be discouraged when something doesn't work, but we should find a way around what others call a problem and see it as an opportunity to further develop our creativity.


    Parliamo di Business- Network Marketing

    Parliamo di Business- Network Marketing
    Più passa il tempo e sempre più possibilità di business escono nel mercato, ma oggi ho voluto soffermarmi in un business meno recente ma sempre numeroso e ben strutturato. Ditemi che cosa ne pensate lasciandomi un bel like e iscrivendovi al podcast, che solo grazie al vostro supporto riuscirò a portarvi contenuti sempre nuovi e alla moda!

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    Buon ascolto!

    06 du - differenze geografiche tra una Città e un Paese

    06 du - differenze geografiche tra una Città e un Paese
    Iniziamo questo mese parlando delle differenze di dove ci troviamo geograficamente. Dopo aver confrontato e ragionato sulle differenze legate all'età, ci avventuriamo in questo ciclo di podcast che riflettono sui luoghi e sulle differenze legati ad essi.

    Abbiamo preso in considerazione la Città (in particolare Milano come metropoli europea) e i piccoli borghi o paesi minori. Ci siamo interrogati su come cambia la nostra vita, la percezione dell'altra realtà, le possibilità, la nostra capacità di trovare stimoli e molto altro.

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    Moutya, una storia di riscatto

    Moutya, una storia di riscatto
    Quando arriva in Italia dalla Tunisia, Moutya M’Barek ha da poco compiuto 18 anni. È giovane, non ha documenti e la sua vita prende una brutta piega, che lo porta in carcere. Venticinque anni dopo ha una bella famiglia, è in regola con i permessi e ha un lavoro di responsabilità. Sul numero 15 de L'Ora del Pellice abbiamo raccontato la sua storia di reinserimento lavorativo, tra difficoltà e traguardi raggiunti.
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