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    normalitã 

    Explore "normalitã " with insightful episodes like "#27 EnogastroLetteratura: quando i personaggi mangiano con noi (con Vanessa Marica)", "Putin riappare in video (da Mosca Alberto Zanconato)", "Grasso è bello, ma solo per la Disney", "Governo, su Covid si torni a normalità. I dubbi di FI" and "Ritornare alla normalità dopo la pandemia ðŸ¦" from podcasts like ""Enogastrocose Podcast", "ANSA Daily", "Cinema - BastaBugie.it", "ANSA Daily" and "Attiviamo Energie Positive"" and more!

    Episodes (14)

    #27 EnogastroLetteratura: quando i personaggi mangiano con noi (con Vanessa Marica)

    #27 EnogastroLetteratura: quando i personaggi mangiano con noi (con Vanessa Marica)
    Questa puntata è una chiacchierata su una storia di passione enogastronomica un po' diversa dal solito. Vanessa, infatti, abbina delle ricette alle sue letture, seguendo le emozioni e i #personaggichemangiano. E fa tutto questo su Instagram, alternando l'impegno sul profilo al suo vero lavoro. Scopri di più su di lei ascoltando l'intervista!

    Music: Sunny Serenity [Full version] by MusicLFiles
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    Licensed under CC BY 4.0: https://filmmusic.io/standard-license

    Grasso è bello, ma solo per la Disney

    Grasso è bello, ma solo per la Disney
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    www.bastabugie.it/7206

    GRASSO E' BELLO, MA SOLO PER LA DISNEY di Manuela Antonacci
    Non bastavano gli inchini alle "famiglie arcobaleno", per omaggiare le quali, la Disney, ha ormai da tempo cominciato ad inserire nei suoi cartoni sempre più scene e personaggi Lgbtqia+, che secondo il presidente della Disney General Entertainment Content Karey Burke dovrebbero essere almeno il 50% del totale; ora la casa cinematografica americana sposa anche la battaglia, tanto alla moda, del "body positive". Eh già perché, dopo aver passato in rassegna quasi tutte le minoranze etniche, attraverso le varie Pocahontas, Mulan, Tiana, Elena e Vaiana, per dire che le principesse Disney non sono solo bionde con gli occhi azzurri, adesso è la volta del "grasso è bello".

    REFLECT
    Stiamo parlando del nuovo corto Disney "Reflect", protagonista Bianca, una ballerina in sovrappeso che, almeno all'inizio del cartone sembra avere un buon rapporto col proprio corpo: nella prima scena la si vede in uno studio di ballo vuoto che si allena con sicurezza. Risolutezza che scompare quando entrano le altre compagne e Bianca va in crisi di fronte alla sua immagine riflessa nello specchio. Ed ecco che la non accettazione di sé si materializza nella scena successiva, in cui la ballerina si trova da sola di fronte a centinaia di immagini di sé stessa riflesse in uno specchio rotto. Dopodiché le schegge cominciano a muoversi con lei creando forme e cambiando colore. Bianca capisce che sono le sue movenze a farle muovere: con un salto entra nello specchio, rientra in classe e si unisce alle compagne con una nuova fiducia in sé stessa.
    Insomma, tanto per non farci mancare niente, ritorna il tema della percezione del sé, alla base, come ben sappiamo, anche dell'ideologia gender ed è tutto un "se mi sento così, va bene così" anche se è sbagliato e con l'aggravante, per di più come in questo caso... anche se fa male alla salute. Ma nell'epoca del "Così è se mi pare" (parafrasando Pirandello) la realtà deve piegarsi alla mia percezione e non viceversa e costi quel che costi. Una visione univoca che non tiene conto di un aspetto della questione molto importante: che sul cibo e sul rapporto disordinato con esso, si proiettano problematiche individuali, psicologiche, spesso distruttive che portano non solo ad una magrezza estrema ma anche, di contro, all'obesità.

    NON È SOLO UN PROBLEMA ESTETICO
    E col sovrappeso eccessivo, così come con l'anoressia, non si scherza, perché l'obesità non è un mero problema estetico: l'obeso, infatti, come è noto è un soggetto a rischio di patologie cardiovascolari diabete, ipertensione e persino alcune forme di tumore e va spinto a curarsi prima che queste insorgano. Per questo, l'acriticità del messaggio del corto in questione si configura come un vero e proprio culto dell'individualità a qualunque costo. Una forma di edonismo che non fa nemmeno rima, in questo caso col piacere, ma può assumere persino una funzione antisociale, proprio perché porta l'uomo ad agire senza pensare razionalmente alle conseguenze che un'azione può avere (su sé stesso e sugli altri).
    Un canto di libertà dunque? No, si è sdoganato - o si rischia di sdoganare - un problema e anche serio, per dare, ancora una volta spazio al politicamente corretto e per demonizzare la chiara, vecchia "normalità", fatta ormai passare oggi, in qualunque forma si presenti, come uno stereotipo da combattere perché produrrebbe chissà quali mostruose forme di tolleranza. Ed ecco che "natura" è sempre più concepita non come in rapporto, ma come in contrapposizione con "cultura" e "diversità" come unica, possibile forma di modernissima, politically correct, "normalità".

    The new normal - Episodio 20

    The new normal - Episodio 20
    "Quello che abbiamo vissuto negli ultimi mesi, in occasione della pandemia da Covid-19, per tanti ha rappresentato un percorso molto difficile, spesso vissuto in solitaria. Altrettanto problematico per molti è il ritorno alla normalità, alla socializzazione e alla vita di tutti i giorni.  
    Oggi approfondiamo il tema con Max Calderan o Al Madhi, come lo chiamano i beduini, esploratore italiano di origini venete che sfida da sempre in solitaria i deserti più impraticabili, raggiungendo traguardi incredibili. Ad oggi detiene quattordici record mondiali di esplorazione desertica e il 2 febbraio 2020 è entrato nella leggenda delle esplorazioni attraversando in solitaria i 1.100 km del deserto di sabbia più grande al mondo: il Quarto Vuoto, il Rub Al Khali in Arabia Saudita, l'ultima frontiera inesplorata della Terra.
    Ma quale sarà davvero la ""nuova normalità"" che ci troveremo ad affrontare? Scoprilo con Edicola Invesco!"

    Gelosia, tra normalità e delirio

    Gelosia, tra normalità e delirio
    "La gelosia è riconosciuta socialmente ed erroneamente come un difetto del carattere e vissuta come una debolezza: rappresenta la fragilità umana del non bastare a se stessi, del dipendere da un oggetto esterno posseduto e amato, un oggetto che condiziona scelte e comportamenti al solo timore (reale o immaginario) di perderlo ed esserne costretti a fare a meno.
    La gelosia non è altro che un contenuto psichico che può essere sia elemento di normalità che di patologia a seconda di quanto ha il potere di condizionare idee e comportamenti: può determinare, ad esempio, solo uno stato emotivo, un’idea prevalente o essere un pensiero paranoico e delirante.
    Lo stesso Freud riconobbe la normalità nella gelosia, il suo aspetto sano. Teorizzò l’esistenza di tre forme, o meglio, tre livelli di gelosia distinti per intensità e per la modalità relazionale che veicolano.
    La Gelosia Normale, la Gelosia Proiettata e la Gelosia Delirante.
    Quest’ultimo rappresenta il livello maggiormente patologico.Il pensiero paranoico di essere tradito può spingere il geloso delirante a mettere in atto comportamenti delittuosi, come perseguitare o aggredire il partner e i presunti amanti, sino ad uccidere.
    La gelosia può essere dunque costruttiva, quando nella dimensione della normalità viene presa con ironia e funge da collante ed espressione del sentimento di amore. Ma anche distruttiva, quando è ossessiva e ipoteticamente mortale."
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